Elezioni parlamentari in Israele del 2022

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Elezioni parlamentari in Israele del 2022
StatoIsraele (bandiera) Israele
Data1º novembre
LegislaturaXXV
AssembleaKnesset
Affluenza70,63% (Aumento 3,19%)
Benjamin_Netanyahu_2018.jpg
Yair_Lapid_2021_(cropped).jpg
Bezalel Smotrich (cropped).jpg
Leader Benjamin Netanyahu Yair Lapid Bezalel Smotrich
Liste Likud Yesh Atid Partito Sionista Religioso
Voti 1.115.336
23,41%
847.435
17,79%
516.470
10,84%
Seggi
32 / 120
24 / 120
14 / 120
Distribuzione del voto (per coalizione) nei distretti
     L-HaT-S-YHaTHaM
     YA-HaM HaM-YB-R-Ha’A-M
Governi
Netanyahu VI

Le Elezioni parlamentari in Israele del 2022 si sono tenute il 1º novembre per eleggere i 120 membri della Knesset.

Le elezioni hanno visto il partito Likud dell’ex-Primo ministro Benjamin Netanyahu imporsi come primo partito con 32 seggi, mentre il blocco quadripartitico di destra guidato dallo stesso Netanyahu e composto da Likud, Partito Sionista Religioso, Giudaismo Unito nella Torah e Shas, ha conseguito e superato la maggioranza assoluta, ottenendo 64 seggi su 120, cosa che ha permesso al politico di centro-destra di poter tornare ad essere Primo Ministro dopo poco più di un anno all’opposizione[1][2].

Contesto precedente

[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta della quinta tornata elettorale in circa due anni, in quanto, una crisi politica persistente sorta fra il 2019 e il 2020 per via della mancata formazione del governo e la mancata approvazione della legge di bilancio nei termini di legge, hanno paralizzato la politica nazionale e reso faticosa la formazione di successivi governi stabili e duraturi, anche per via del sistema elettorale del paese, basato su un sistema proporzionale puro (se non per una soglia di sbarramento dei partiti fissata al 3,25%).

Elezioni del 2021 e formazione del governo

[modifica | modifica wikitesto]

Dalle elezioni del 2021, le quarte in meno di due anni, risulta l'ennesima situazione di stallo, che si risolve solo in giugno, quando, a poco meno di tre mesi dalle elezioni, un’eterogenea ed estesa coalizione di partiti, che va dalla destra nazionalista di Yamina alla sinistra socialdemocratica del Partito Laburista e fino ad includere il partito filo-arabo Ra’am, riescono sotto la guida di Naftali Bennett (Yamina) e del suo primo ministro supplente Yair Lapid (Yesh Atid) a raggiungere un accordo che prevede un governo di rotazione con primo ministro Naftali Bennett per i primi 15 mesi e Yair Lapid in seguito[3]. Grazie a ciò, il governo incassa la fiducia alla Knesset con 60 favorevoli, 59 contrari ed un astenuto. Entra in carica il 13 giugno 2021.

Il Governo Bennett-Lapid è sostenuto dai partiti Yesh Atid, Blu e Bianco (fazione Resilienza per Israele), Partito Laburista Israeliano, Israel Beitenu, Partito Laburista Israeliano, Meretz, Nuova Speranza, Yamina (fazione Nuova Destra) e Lista Araba Unita.

Si pongono all'opposizione le fazioni di Likud, Shas, Giudaismo Unito nella Torah (fazioni Degel HaTorah e Agudat Yisrael), Partito Sionista Religioso (insieme alle fazioni interne Noam e Atid Ehad), Lista Comune (con le fazioni interne Hadash, Partito Comunista di Israele, Ta'al, Balad e un Indipendente) e Otzma Yehudit.

Crisi di governo

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un primo periodo inizialmente stabile, salvo alcune tensioni presto rientrate e alcune minacce dell’opposizione, in cui la maggioranza risicata di 61 membri ha operato in maniera tranquilla, riuscendo anche a far passare la Legge di bilancio per l’anno 2022 (cosa che non avveniva dal 2020, quando si era innescata la crisi politica e il conseguente scioglimento della Knesset il 23 dicembre dello stesso anno, senza far passare la finanziaria)[4], il 6 aprile 2022 un membro della coalizione di governo (e del partito Yamina), Idit Silman, esce dal patto citando discordanze con la decisione del Ministro della Salute, Nitzan Horowitz, di far valere un ordine della corte secondo cui sarebbe stato possibile ai visitatori dei pazienti in ospedale portare con sé del Chametz, un particolare pane lievitato, durante i giorni di Pesach (ovvero la Pasqua ebraica), cosa proibita dalla legge ebraica, l’Halakhah. In questo modo, il Governo perde la maggioranza assoluta alla Knesset e diviene un governo di minoranza, detenendo gli stessi seggi dell’opposizione, ovvero 60[5].

In seguito, il 19 maggio, la deputata di Meretz Ghaida Rinawie Zoabi esce dalla coalizione, sostenendo che il governo aveva adottato una posizione intransigente sulle questioni israelo-palestinesi e riducendo il suo numero di seggi alla Knesset a favore del governo a una minoranza di 59[6]. Pur essendosi riunita alla coalizione tre giorni dopo[7], il 7 giugno si è unita nuovamente all'opposizione (insieme ad alcuni altri deputati) nel votare un disegno di legge che avrebbe rinnovato l'applicazione della legge israeliana negli Insediamenti israeliani in Cisgiordania, atto che doveva scadere a luglio ma era considerato generalmente come una formalità, in quanto, negli ultimi 55 anni, era stato rinnovato ogni volta[8].

Il 13 giugno, a un anno esatto dalla nascita dell’esecutivo, il deputato di Yamina Nir Orbach lascia anch’egli la coalizione, sostenendo che i membri di sinistra della stessa lo tenevano in ostaggio, riportando il governo a detenere 59 seggi su 120 e ad essere vulnerabile a sfiducie e scioglimenti anticipati della Knesset in quanto Governo di minoranza[9].

Scioglimento della Knesset

[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 giugno, infine, Bennett e Lapid hanno annunciato, vista l’impossibilità di ricostruire una maggioranza, l'introduzione di un disegno di legge per sciogliere la Knesset in una dichiarazione congiunta, affermando che Lapid (precedentemente primo ministro supplente) sarebbe diventato il Primo ministro ad interim dopo lo scioglimento[10]. Lo scioglimento della Knesset ha, inoltre, automaticamente ritardato la data di scadenza delle ordinanze fino a 90 giorni dopo la formazione del successivo governo.

Esso è stato approvato dalla Knesset in prima lettura il 28 giugno[11], in terza il 29 giugno e la data per le elezioni è stata fissata al 1º novembre 2022[12].

A causa di ciò, Bennett ha scelto di ritirarsi dalla politica e non cercare la rielezione; dimettendosi da leader di Yamina il 29 giugno, a cui successe Ayelet Shaked[13].

Il 30 giugno, in conformità con l'accordo di coalizione, Yair Lapid succede a Naftali Bennett come primo ministro ad interim[14].

Sistema elettorale

[modifica | modifica wikitesto]

I 120 membri della Knesset sono eletti con sistema proporzionale a collegio unico e listini bloccati, con soglia di sbarramento fissata al 3,25% dei voti validi.

La legge elettorale israeliana, inoltre, consente a due partiti di accordarsi per sommare i propri voti in vista dell'assegnazione dei seggi supplementari previsti dalla variante Hagenbach-Bischoff del Metodo D'Hondt.

Sondaggi politici

[modifica | modifica wikitesto]

Liste
Voti % Seggi
1 115 336 23,41 32
847 435 17,79 24
516 470 10,84 14
432 482 9,08 12
392 964 8,25 11
280 194 5,88 7
213 687 4,48 6
194 047 4,07 5
178 735 3,75 5
175 992 3,69 4
150 793 3,16
138 617 2,91
56 775 1,19
Libertà Economica
15 801 0,33
Con Coraggio per Te
14 694 0,31
Nuovo Partito Economico
13 920 0,29
Gioventù Ardente
8 800 0,18
Altri <0,05%
18 000 0,38
Totale
4 764 742
100
120
Voti non validi
29 851
0,62
Votanti
4 794 593
70,63
Elettori
6 788 804
Riepilogo dei voti (+/- elezioni 2021)
Likud
23,41%
▼ 0,78
Yesh Atid
17,79%
▲ 3,86
Partito Sionista Religioso
10,84%
▲ 5,72
Unità Nazionale[15]
9,08%
Nuovo
Shas
8,25%
▲ 1,08
Ebraismo della Torah Unito
5,88%
▲ 0,25
Israel Beitenu
4,48%
▼ 1,15
Lista Araba Unita
4,07%
▲ 0,28
Hadash-Ta'al[16]
3,75%
Nuovo
Partito Laburista Israeliano
3,69%
▼ 2,40
Meretz
3,16%
▼ 1,43
Balad[17]
2,91%
Nuovo
La Casa Ebraica[18]
1,19%
Altri <0,50%
1,50%
Riepilogo dei seggi (+/- elezioni 2021)
     Hadash
4
▲ 1
     Ta'al
1
▼ 1
     Lista Araba Unita
5
▲ 1
     Laburisti
4
▼ 3
     Yesh Atid
24
▲ 7
     Unità Nazionale[N 1]
12
▼ 2
     Israel Beitenu
6
▼ 1
     Likud
32
▲ 2
     Tkuma
14
▲ 8
     Shas
11
▲ 2
     Yahadut HaTora
7
     Balad
0
▼ 1
     Meretz
0
▼ 6
     Yamina
0
▼ 7

Conteggi elettorali e avvio dei lavori della Knesset

[modifica | modifica wikitesto]

All'86% dei voti conteggiati, si prevedeva che il blocco di destra guidato da Benjamin Netanyahu, noto in Israele come Campo Nazionale, avrebbe vinto la maggioranza dei seggi, mentre entrambi i partiti di sinistra Meretz e Balad sarebbero stati sotto la soglia elettorale[19][20]. In seguito, essendo stati contati tutti i voti, tali previsioni sono state confermate, ed è stato evidente l’aumento della quota di voti dei partiti di estrema destra[21][22][23]. Tuttavia, in termini di voti, entrambi i blocchi erano a testa a testa, con il blocco anti-Netanyahu che ha raggiunto addirittura il 49,5% dei voti, ma non ha guadagnato abbastanza seggi a causa del risultato manchevole di Meretz e Balad[24] che hanno reso 289.000 voti anti-Netanyahu effettivamente sprecati[25].

Complessivamente, il blocco di Netanyahu ha vinto 64 seggi, mentre la coalizione guidata dal primo ministro in carica Yair Lapid ha vinto 51 seggi. Oltre a Meretz e Balad, anche il partito di destra La Casa Ebraica non è riuscito a superare la soglia elettorale[26].

La nuova maggioranza è stata variamente descritta come il governo “più di destra nella storia israeliana”, così come il suo governo “più religioso”.

Lapid ha quindi “concesso” la vittoria a Netanyahu, e si è congratulato con lui[27], augurandogli buona fortuna "per il bene del popolo israeliano". Netanyahu ha anche ricevuto messaggi di congratulazioni da leader di tutto il mondo, tra cui quelli di Canada, Francia, Ungheria, India, Italia, Giordania, Sudan, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti e Regno Unito, tra gli altri.

Il 15 novembre, la cerimonia di giuramento per i nuovi membri eletti della 25ª Knesset si è tenuta durante la sessione di apertura, ma il voto per nominare un nuovo presidente della Knesset, che di solito viene condotto nella sessione di apertura, e il giuramento dei membri del gabinetto sono stati rinviati ad un’altra data (poi identificata al 29 dicembre) poiché i negoziati di coalizione in corso non avevano ancora portato a un accordo su queste posizioni. Complessivamente, la nuova Knesset comprende 29 legislatrici, 7 in meno rispetto all'ultima, e 28 nuove parlamentari.

Formazione del governo

[modifica | modifica wikitesto]

Nel frattempo, il presidente Herzog iniziò, il 9 novembre, le consultazioni con i parlamentari per nominare un primo ministro designato, che diedero come esito la nomina di Netanyahu, avvenuta il 13 novembre (sebbene questi avesse iniziato tale processo informalmente già dal 3 novembre).

Dopo aver siglato una serie di accordi elettorali in seguito a lunghe settimane di negoziati, poiché il tempo tecnico stava per esaurirsi, Netanyahu ha infine chiesto a Herzog (che ha acconsentito il 9 dicembre[28]) un'estensione di 14 giorni per finalizzare i ruoli che i suoi partiti alleati avrebbero svolto[29]. Il 21 dicembre, infine, Netanyahu informò Herzog che era riuscito a formare una coalizione[30][31]. Il governo di coalizione ha così prestato giuramento il 29 dicembre, dopo aver ricevuto la fiducia della Knesset[32][33].

  1. ^ Blu e Bianco: 6 seggi (-2); Nuova Speranza: 4 seggi (-2); Indipendenti: 2
  1. ^ Susanna Picone, Risultati definitivi elezioni Israele: Netanyahu e alleati conquistano la maggioranza dei seggi, su fanpage.it, Fanpage.it, 4 novembre 2022.
  2. ^ Davide Frattini, Elezioni in Israele, il ritorno di Benjamin Netanyahu «a un passo da una grande vittoria», su corriere.it, Il Corriere della Sera, 3 novembre 2022.
  3. ^ Israele, nasce il governo Bennett-Lapid, Adnkronos, 13 giugno 2021.
  4. ^ Sharon Nizza, Israele, vittoria della coalizione di governo: approvata la legge di bilancio, La Repubblica, 5 novembre 2021.
  5. ^ In Israele c’è una crisi politica che riguarda il pane lievitato, Il Post, 7 aprile 2022.
  6. ^ Il governo israeliano rischia grosso, Il Post, 20 maggio 2022.
  7. ^ Ghaida Rinawie Zoabi, la deputata israeliana che era passata all’opposizione, ha cambiato idea: ora il governo non è più in minoranza, Il Post, 23 maggio 2022.
  8. ^ Mario Lombardo, Israele, governo verso la crisi, altrenotizie, 8 giugno 2022.
  9. ^ (EN) TOI Staff, Yamina MK Nir Orbach quits coalition; PM admits it could collapse ‘in a week or two’, The Times of Israel, 13 giugno 2022.
  10. ^ Il governo israeliano vuole nuove elezioni, Il Post, 20 giugno 2022.
  11. ^ (EN) Hezki Baruch, Bill dissolving the Knesset passes first reading, Israel National News (Arutz Sheva), 28 giugno 2022.
  12. ^ Cristiano Tassinari & Euronews, Crisi di governo, Knesset sciolta: Israele torna al voto, Euronews.
  13. ^ (EN) Jeremy Sharon, Bennett announces he won’t run in next elections, hands Yamina leadership to Shaked, The Times of Israel, 29 giugno 2022.
  14. ^ Israele ha un nuovo primo ministro, provvisorio, Il Post, 1º luglio 2022.
  15. ^ Il partito, precedentemente inesistente, è nato dall’unione di Blu e Bianco e Nuova Speranza
  16. ^ Precedentemente facenti parte di Lista Comune
  17. ^ Precedentemente facente parte di Lista Comune
  18. ^ Il Partito non ha partecipato alla precedente tornata elettorale
  19. ^ (EN) MICHAEL BACHNER, With 86% of votes tallied, Netanyahu headed for decisive comeback victory, su www.timesofisrael.com, Times or Israel, 2 novembre 2022.
  20. ^ In Israele Netanyahu è vicino alla maggioranza, su www.ilpost.it, Il Post, 1º novembre 2022.
  21. ^ (EN) Israel election: Final results announced for election 2022, su www.jpost.com, The Jerusalem Post, 2 novembre 2022.
  22. ^ (EN) Raffi Berg, Israel elections:Netanyahu set for comeback with far right's help - partial results, su www.bbc.com, BBC, 3 novembre 2022.
  23. ^ La destra di Netanyahu ha vinto le elezioni israeliane, su www.ilpost.it, Il Post, 2 novembre 2022.
  24. ^ (EN) Amir Tibon, The Two Left-wing Politicians Who Crowned Netanyahu, su www.haaretz.com, Haaretz, 2 novembre 2022.
  25. ^ (EN) JEREMY SHARON, Netanyahu won 8-seat majority over his opponents despite near-parity in raw votes, su www.timesofisrael.com, Times or Israel, 3 novembre 2022.
  26. ^ (EN) Israel Election Final Results: Netanyahu, Jewish Far Right Win Power, Fiasco for Left, su www.haaretz.com, Haaretz, 3 novembre 2022.
  27. ^ (EN) Shayndi Raice, Benjamin Netanyahu Wins Another Shot at Leading Israel as Lapid Concedes, su www.wsj.com, The Wall Street Journal, 4 novembre 2022.
  28. ^ (EN) Israeli President grants Netanyahu 10-day extension to form government, The National.
  29. ^ (EN) Henriette Chacar (scrittrice); Robert Birsel e Howard Goller (editori), Netanyahu secures parliament majority, seeks more time to form government, su www.reuters.com, Reuters, 8 dicembre 2022.
  30. ^ (EN) CARRIE KELLER-LYNN, ‘I’ve done it’: Netanyahu announces his 6th government, Israel’s most hardline ever, su www.timesofisrael.com, Times or Israel, 21 dicembre 2022.
  31. ^ Israele avrà il governo più di destra della sua storia, su www.ilpost.it, Il Post, 22 dicembre 2022.
  32. ^ Si è insediato il governo più di destra della storia di Israele, su www.ilpost.it, Il Post, 30 dicembre 2022.
  33. ^ Janiki Cingoli, Netanyahu VI: il Governo a trazione ultraortodossa è uno stress test per la democrazia d'Israele, su www.huffingtonpost.it, The Huffington Post, 30 dicembre 2022.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]