Indice
Aristide Sarti
Aristide Sarti | |
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Nascita | Bologna, 24 febbraio 1917 |
Morte | Goito, 2 aprile 1945 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Repubblica Sociale Italiana |
Forza armata | Regia Aeronautica Aeronautica Nazionale Repubblicana |
Specialità | Caccia |
Reparto | 351ª Squadriglia 155º Gruppo (poi 155º Gruppo ETS) 51º Stormo Caccia Terrestre 4ª Squadriglia 2º Gruppo caccia "Gigi Tre Osei" |
Anni di servizio | 1941-1944 |
Grado | Tenente |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di mezzo giugno |
Decorazioni | vedi qui |
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Aristide Sarti (Bologna, 24 febbraio 1917 – Goito, 2 aprile 1945) è stato un aviatore italiano. Pilota di grande esperienza della Regia Aeronautica partecipò alla seconda guerra mondiale, venendo decorato più volte per il valore dimostrato in combattimento.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Bologna il 24 febbraio 1917[1] da una famiglia di industriali della città, proprietaria di distillerie e produttrice di un liquore abbastanza celebre, il Biancosarti. Appassionato di volo,[2] decise di entrare nella Regia Aeronautica[1] facendo domanda per essere ammesso a frequentare il Corso Allievi Ufficiali Piloti. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, a partire dal 1941, con il grado di tenente pilota, combatte valorosamente in Libia, poi su Malta, in Tunisia e in difesa della Sicilia[1] in seno alla 351ª Squadriglia del 155º Gruppo Autonomo Caccia Terrestri (poi 155º Gruppo ETS).
Nell'aprile 1942 il 155º Gruppo entrò a far parte del 51º Stormo Caccia Terrestre. Nel giugno dello stesso anno fu decorato con la Croce di guerra al valor militare.[3] Per il suo comportamento durante le operazioni belliche ricevette anche due Medaglie d'argento[1] e due Medaglie di Bronzo al valor militare.[1] Il 25 luglio 1943, data della caduta del fascismo, rimase fedele al regime, decidendo di scendere in politica.[4] Pretese che venisse pubblicato un suo intervento sul quotidiano Resto del Carlino[5] il cui contenuto non lasciava dubbi sulla sua fedeltà al fascismo.[6]
Quando a Cassibile fu firmato l'armistizio con gli angloamericani, l'8 settembre 1943, la sua squadriglia si sbandò, ed egli fece ritorno a Bologna. Completamente nuovo alle gerarchie fasciste della città, fondò la locale sezione del Fascio Repubblicano,[7] diventandone reggente dal 18 settembre al 15 novembre 1943.[7] In quella data si dimise per entrare a far parte dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, destinato alla 4ª Squadriglia "Gigi Caneppele" del 2º Gruppo caccia "Gigi Tre Osei",[8] equipaggiata con i caccia Fiat G.55 Centauro. Mentre prestava servizio continuò a studiare all'Università, laureandosi in economia nel corso del 1944.[9]
Il 2 aprile 1945,[1] nel corso di una battaglia aerea sopra Villafranca,[1] il suo caccia Messerschmitt Bf.109G venne abbattuto da tre caccia Republic P-47 Thunderbolt dell'U.S.A.A.F.[10] Il suo aereo precipitò nel fondo agricolo Corte Baronina, tra Cerlongo e Goito,[11] in un laghetto circondato da una zona paludosa. Nell'impatto il velivolo si disintegrò in parte, mentre la fusoliera, con il corpo del pilota, sprofondò nelle sabbie mobili del laghetto artificiale, dove ancora oggi si trova. Per lui e il collega tenente Luigi Giorio fu proposta l'assegnazione della Medaglia d'Argento al valor militare alla memoria.[1]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Cielo di Malta e del Mediterraneo Centrale, settembre-novembre 1942.
— Cielo di Malta e del Mediterraneo Centrale, giugno-luglio 1942.
— Cielo dell'Africa Settentrionale Italiana, gennaio 1940-dicembre 1941.
— Cielo di Malta e del Mediterraneo, luglio-agosto 1942.
— Regio Decreto 7 novembre 1942[12]
— Cielo del mediterraneo, 14-15 agosto 1942.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Il Resto del Carlino, 12/13 aprile 1945.
- ^ Suo fratello Luigi Sarti, anch'egli pilota, era caduto in guerra, nel Canale di Sicilia, mentre cercava di proteggere un convoglio di navi italiane che trasportavano rifornimenti alle truppe nell'Africa del nord. Di lui non si ebbero più notizie.
- ^ Ricevuta a San Pietro Caltagirone assieme al tenente, futuro generale di squadra aerea, Manlio Biccolini.
- ^ Seppur iscritto al partito fascista, come quasi tutti alla sua epoca, fino a quella data non si era mai occupato attivamente di politica.
- ^ Allora diretto da Giorgio Pini.
- ^ Chiedeva apertamente che coloro che avevano votato a favore della caduta del regime, durante la seduta del Gran Consiglio tenutasi il 25 luglio, fossero condannati a morte per tradimento.
- ^ a b Baudino 2001, p. 49.
- ^ Costituitosi ufficialmente nel dicembre 1943 sull'aeroporto di Milano-Bresso.
- ^ La tesi si intitolavaCrisi del Capitalismo e crisi della borghesia italiana, ed il relatore era il professore Paolo Fortunati, futuro parlamentare del Partito Comunista Italiano.
- ^ Per il 2º Gruppo caccia dell'A.N.R. si trattava del quarantasettesimo combattimento, e vi perse altri 6 piloti.
- ^ Baudino 2001, p. 64.
- ^ Bollettino Ufficiale 1942, disp.48ª, registrato alla Corte dei Conti addì 4 gennaio 1943, registro n.14 Aeronautica foglio n.31.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Baudino, Voci di guerra 1943-1945, Ponte delle Grazie, 2001.
- Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
- Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
- Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
- Enzo Cartapati, Il gerarca aviatore. Aristide Sarti (1917-1945), Mantova, Sometti, 2018, ISBN 978-88-7495-711-8.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Daniele Lembo, A.N.R. - Un'aviazione da caccia, in Aerei nella storia, supplemento ad Aerei nella storia nº 75, dicembre 2010-gennaio 2011, ISSN 1591-1071.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3005155708716522580008 · ISNI (EN) 0000 0005 0041 2598 · LCCN (EN) no2019060900 · GND (DE) 1187949183 |
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