Taimingasa
Taimingasa (Kitam.) C.Ren & Q.E.Yang, 2017 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico del genere è stato definito dai botanici Siro Kitamura (1906-2002), Chen Ren e Qin Er Yang (1964-) nella pubblicazione " Botanical Journal of the Linnean Society" ( Bot. J. Linn. Soc. 184(4): 432) del 2017.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Habitus. Le specie di questo genere hanno un habitus di tipo erbaceo perenne. Le superfici delle piante possono essere sia glabre che pubescenti per peli semplici.[4][5][6][7][8]
Radici. Le radici sono secondarie da rizoma (i rizomi possono essere striscianti) oppure sono tuberose (pelose, carnose o fibrose).
Fusto. La parte aerea in genere è eretta, solitaria, semplice o ramosa.
Foglie. Le foglie sono cauline (da una a tre) disposte in modo alternato e sono picciolate e grandi. Il contorno della lamina è lobato-pennato; sono inoltre pelate.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in racemi panicolati. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide. Alla base dell'involucro (la struttura principale del capolino) non è presente un calice. I capolini sono formati da un involucro, con forme cilindriche, composto da 3 - 5 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee sono disposte in modo più o meno embricato di solito su una sola serie e possono essere connate alla base. Il ricettacolo, a volte alveolato, è nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori); la forma è convessa, piatta o conica.
Fiori. I fiori (da 5 a 10 per capolino) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, tubulosi e actinomorfi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: nella parte inferiore i petali della corolla sono saldati insieme e formano un tubo. In particolare le corolle dei fiori del disco centrale (tubulosi) terminano con delle fauci dilatate a raggiera con cinque brevi lobi più o meno patenti. Il colore delle corolle è bianco.
- Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi. La parte basale del collare dei filamenti può essere dilatata. Le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere sono senza coda ("ecaudate") oppure sono sagittate o anche minutamente auricolate; a volte sono presenti delle appendici apicali che possono avere varie forme (principalmente lanceolate). La struttura delle antere è di tipo tetrasporangiato, raramente sono bisporangiate. Il tessuto endoteciale è radiale o polarizzato. Il polline è tricolporato (tipo "helianthoid").[10]
- Gineceo: lo stilo è biforcato con due stigmi nella parte apicale. La forma degli stigmi varia da subtroncata a ottusa; possono essere ricoperti da minute papille. Le superfici stigmatiche sono continue. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è cilindrica; la superficie è percorsa da diverse coste longitudinali e può essere glabra. Questi acheni hanno un becco. Il pappo è formato da numerose setole snelle, bianche.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora). Le specie di questo genere hanno due cotiledoni.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Le specie di questo genere sono distribuite in Giappone, Corea e Manciuria.[2]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][7][8]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Tussilagininae della tribù Senecioneae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). La sottotribù descritta in tempi moderni da Bremer (1994), dopo le analisi di tipo filogenetico sul DNA del plastidio (Pelser et al., 2007) è risultata parafiletica con le sottotribù Othonninae e Brachyglottidinae annidiate al suo interno. Attualmente con questa nuova circoscrizione la sottotribù Tussilagininae s.s. risulta suddivisa in quattro subcladi.[8]
Il genere di questa voce appartiene al subclade chiamato "L-C-P" (complesso Ligularia-Cremanthodium Parasenecio Liu et al., 2006) formato inizialmente dai seguenti generi: Cremanthodium, Farfugium, Ligularia, Ligulariopsis, Miricacalia, Parasenecio, Sinacalia, Syneilesis. Questo gruppo, in gran parte asiatico, del quale alcuni genere non sono monofiletici (Parasenecio, Cremanthodium e Ligularia), è risultato, da un punto di vista filogenetico, molto complesso e articolato (le prime analisi ne hanno evidenziato una estesa politomia). Uno dei pochi assemblaggi, nidificati all'interno del complesso L-C-P, che riceve un elevato supporto dalle analisi filogenetiche del DNA del ITS (Internal Transcribed Spacer) e del DNA del plastidio, è la sottotribù informale Tephroseridinae Jeffrey & Chen, 1984 composta dai generi Nemosenecio, Sinosenecio e Tephroseris.[8]
Il genere di questa voce, recentemente segregato dal genere polifiletico Parasenecio (soprattutto per merito delle analisi cladistiche del DNA) e il cui clade è ben supportato, occupa una posizione abbastanza centrale nella filogenesi del gruppo e insieme al genere Syneilesis forma un "gruppo fratello". Questi due generi si distinguono soprattutto perché Syneilesis ha un solo cotiledone (Taimingasa ne ha due). Le specie di questo gruppo derivano dalla sezione di Parasenecio sect. Taimingasa (Kitam.) H.Koyama, 1995.[14]
l cladogramma seguente, tratto dallo studio citato[15] e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica del gruppo (il cladogramma deriva dalle analisi del DNA dei plastidi; un cladogramma lievemente diverso si ottiene dalle analisi dal DNA del nucleo dei ribosomi). I due nuovi generi Japonicalia e Vickifunkia risultano dalla segregazione dai generi Parasenecio e Ligularia.[15]
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I caratteri distintivi del genere Taimingasa sono:[14]
- i cotiledoni sono due;
- i fiori sono colorati di bianco;
- gli acheni hanno un becco;
- il numero cromosomico di base è: n = 29.
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 58.[14]
Elenco delle specie
[modifica | modifica wikitesto]Questo genere ha 3 specie:[2]
- Taimingasa amagiensis (Kitam.) C.Ren & Q.E.Yang
- Taimingasa firma (Kom.) C.Ren & Q.E.Yang
- Taimingasa yatabei (Matsum. & Koidz.) C.Ren & Q.E.Yang
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 12 febbraio 2023.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 12 febbraio 2023.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. XXX.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, p. 503.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
- ^ a b c Ren et al. 2017.
- ^ a b Ren et al. 2020, p. 744.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Chen Ren, Long Wang, Irina D. Illarionova, Qin-Er Yang, Circumscription and phylogenetic position of Ligularia sect. Stenostegia (Asteraceae: Senecioneae) based on morphological, cytological, and molecular phylogenetic evidence, in Taxob, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 739-755.
- Chen Ren, Yu Hong, Long Wang, Qin-Er Yang, Generic recircumscription of Parasenecio (Asteraceae: Senecioneae) based on nuclear ribosomal and plastid DNA sequences, with descriptions of two new genera, in Botanical Journal, vol. 184, n. 4, 2017, pp. 418-443.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Taimingasa
- Wikispecies contiene informazioni su Taimingasa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Taimingasa Royal Botanic Gardens KEW - Database