Schita
Schita | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Lombardia |
Zona di produzione | Oltrepò Pavese |
Dettagli | |
Categoria | contorno |
Ingredienti principali | farina, acqua, strutto |
La schita è una frittella composta da acqua, farina bianca e strutto, tipica dell'Oltrepò Pavese.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Si prende una biella (ciotola), si mette un po' di farina, un pizzico di sale e si “bagna” il tutto con l'acqua. Poi si frigge in una padella, tradizionalmente con lo strutto, versando il preparato fino a stenderlo in modo omogeneo su tutta la superficie. Dopo qualche minuto si gira, si attende finché è ben dorata ed è pronta per essere servita.
Tipica dell'Oltrepò Pavese (dove viene anche chiamata schita d'la nona, “la schita della nonna”) è conosciuta anche come farsùla o paradèla. In base alla tradizione, una volta fritta, viene mangiata senza nessun'altra aggiunta.
Tuttavia oggi ci sono diverse versioni: dolce (aggiungendo un pizzico di zucchero oppure anche una goccia di miele) e salata. Si può accompagnare anche ai salumi locali.
La schita, in dialetto, veniva anche chiamata "cola" in quanto l'impasto usato per fare la focaccetta era del tutto simile a quello usato come colla per la realizzazione della cartapesta o per incollare la carta. [1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Paese mio che stai sulla collina - Storia e storie di Chiusani" di Riccardo Sturla, Giancarlo Bertelegni, Andrea Sturla, Filippo Bassanese e Francesco Bassanese - Edizioni Guardamagna. Varzi, 2012, su laprovinciapavese.gelocal.it. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2021).