Rabbi Isaac Nappaha
Rabbi Isaac Nappaha, noto anche come Isacco il fabbro[1] (in ebraico רבי יצחק נפחא?, Yitzhak Nappaḥa; fl. III-IV secolo), è stato un rabbino della seconda generazione Amoraim, vissuto in Galilea.
Il nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome di Nappaha si trova menzionato nel Talmud babilonese, ma non nel Talmud Yerushalmi. Nella successiva letteratura midrashica viene chiamato Yitzchak Nappaha, mentre le opere più antiche lo citano semplicemente come Rav Yitzchak.
Nel Talmud babilonese viene identificato con molteplici altri Yitzchak[2], e poiché ciò era dovuto all'azione arbitraria di amoraim vissuti in epoche successive, il vero nome di suo padre non può più essere ricostruito.
Il nome Nappaha, che letteralmente significa "fabbro", è stato associato ad un altro Yitzchak[3], che possedeva cinque tribunali a Usha. Se fosse accertata la relazione fra i due, diventerebbe plausibile che il giovane Yitzchak avesse ereditato il nome anche senza aver mai praticato il mestiere di fabbro.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Pupillo di bar Johanna Nappaha[4], Reish Lakish scrisse alcuni giochi di parole fra i nomi di Isaac Nappaha e del maestro, che erano tra loro simili. La figlia di Isacco sposò l'amorah babilonese Pappi[5], che la tradizione attesta nell'attività di docente ad Antiochia.[6]
Sebbene fosse allievo di bar Nappaha di Johanan, le sue associazioni con Johanan sono indicate in un solo passaggio.[7] Inoltre, soltanto il Talmud babilonese lo cita come commentatore dell'aggadah del suo maestro.[8]
Soggiornò a Babilonia per un limitato periodo di tempo, probabilmente dopo la morte di Johanan, durante il quale visitò la dimora dell'esilarca[9], insieme a Sheshet[9] e a Rav Yosef bar Hiyya.[10]
Abba ben Joseph bar Ḥama (noto anche come Rava) riporta sue citazioni[11], delle quali è tuttavia incerto se siano state realmente pronunciate da Yitzchak oppure se siano opera di Rava.[12] Inoltre, citazioni sono fornite anche dal rabbino bar Adda.[13]
La sua dimora era originariamente a Cesarea e successivamente si trasferì a Tiberiade. Strinse un'intima amicizia con il rabbino Ammi, col quale discusse di frequente di questioni halakhiche;[14]; e in alcuni casi assumevano congiuntamente delle decisioni in materia di diritto rabbinico[15], nell'ambito di una giuria formata da Yitzchak stesso, da Abbahu e dal rabbino Hanina b. Papi.[16]
Il rabbino Helbo riportò a Yitzchak due questioni liturgiche che gli erano state rivolte in Galilea: alla prima domanda rispose immediatamente, mentre per la seconda tenne un'audizione pubblica nell'accademia.[17] R. Yitzchak diffuse una tesi sulla creazione della luce, formulata da uno o più autori rimasti anonimi.[18] Inoltre, prese parte a discussioni aggadiche con Levi II[19] (III sec.), con Abba bar Kahana[20] (terza generazione Amoraim), con il rabbino Aha[21] (IV sec.) e con Hiyya bar Abba[22] (terza generazione amoraim). Tra coloro che tramandarono nome insegnamenti di Yitzchak vi furono Haggai esperto di Halakhah, i suoi figli Jonathan e Azariah[23], e Luliani ben Tabrin (inizio IV sec.).[24]
Insegnamenti
[modifica | modifica wikitesto]Il tipo di autorità di Yitzchak fosse in tema di Halakhah e di Aggadah, è rivelato da un aneddoto, secondo il quale gli allievi Ammi e Assi non gli avrebbero permesso di parlare, perché uno desiderava sentire l'esposizione dell'Halakhah e l'altro dell'Aggadah.[25] Yitzchak gli avrebbe risposto con la nota storia dell'uomo che aveva due mogli, una delle quali tirò fuori tutti i suoi capelli bianchi perché era giovane, mentre l'altra ne estrasse i capelli neri perché era vecchia, e risolse le loro esitazioni proponendo loro un aggadah con sfondo halakhico, al fine di soddisfare (didatticamente) entrambi nello stesso tempo.
Yitzchak si dedicò allo studio e commento dell'Aggadah con maggiore zelo, ad esempio perché lo considerava una necessità nelle circostanze avverse degli ebrei. La povertà degli ebrei palestinesi si era aggravata così tanto che la gente aveva smesso di sperare nel raccolto e si accontentava di mangiare le spighe verdi di grano[26]; di conseguenza cercava conforto e ristoro dell'anima.[27] Yitzchak cercò di rendere le sue lezioni le più efficaci possibile e gli uditori confermarono che riuscì ad essere un abile esegeta, nonché un oratore insolitamente persuasivo.
Il materiale aggadico di Yitzchak può essere suddivisa nei seguenti quattro gruppi, in base al rispettivo contenuto:
- proverbi e dicta: riguardo ai peccati[28], riguardo al rapporto tra uomo e Dio[29], sulla relazione dell'uomo con il suo prossimo[30], riguardo alla preghiera[31], in merito allo studio e alla Legge[32], riguardo a Israele[33], alle nazioni[34] e a Gerusalemme[35];
- esegesi: generale[36], halakhah[37], personalità bibliche[38], narrazioni bibliche[39];
- omiletica[40];
- proemi[41], massime[42], similitudini[43], soggetti messianici[44], escatologia[45].
- Il calendario
Secondo la testimonianza unanime di numerosi scrittori del X secolo, il gaon Hai b. David attribuì a Yitzchak Nappaha il calcolo del calendario rabbinita.
La tradizione del giudaismo caraita, mutuata dai Rabbaniti, sostenne che Isacco introdusse nuovi mesi nel calendario non regolandosi con le osservazioni lunari, la luna, bensì imitando Rabbaniti che calcolano secondo la regola di lo, bet, dalet, waw, fatto che comportava che la Pasqua non potesse mai iniziare di lunedì, mercoledì o di venerdì.[46], cadendo sempre di giorno pari.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Weil (Godchaux), Le mattinate del fabbro: libro d'educazione morale e religiosa ad uso della gioventù israelitica, L. Caraventi, 1847. URL consultato il 26 novembre 2019 (archiviato il 26 novembre 2019).
- ^ Pesachim 113b
- ^ Alfred J. Kolatch, Who's who in the Talmud, 1964. Citazione: Isaac Nappaha An older, wealthy Amora, named Isaac, is sometimes confused with Isaac Nappaha.
- ^ Alfred J. Kolatch, Who's who in the Talmud, 1964., citazione: Isaac Nappaha A Palestinian Amora of the third and fourth centuries who was a pupil of Johanan.
- ^ Hullin 110a
- ^ Markus N. A. Bockmuehl, Jewish law in gentile churches - Halakah and the Beginning of Christian Public Ethics, Grand Rapids, Baker, 2003, p. 54., Citazione: Indeed, Antioch continued for several centuries to serve as a place of residence for important religious leaders; even in the Amoraic period famous Rabbis like Simlai and Isaac Nappaha are sometimes cited as teaching in the city.
- ^ Bava Metziah 24b
- ^ Berachot 62b
- ^ a b Moed Kattan 24b
- ^ Rosh Hashana 3b; Shabbat 52b
- ^ Berachot 32a; Temurah 15a
- ^ Sanhedrin 94a; Nedarim 39a; Nazir 23b
- ^ Berachot 6a; Pesachim 8b
- ^ Sotah 34a; Menachot 11b; Hagigah 26a; Berachot 41a; Yoma 42b
- ^ Hullin 48b; Nedarim 57b; Berachot 27a
- ^ Ketuvot 84b; Avodah Zarah 39b; Berachot 38a,b; Bava Kamma 117b; Gittin 29b
- ^ Gittin 60a
- ^ Genesis Rabbah 3, all'inizio
- ^ Genesis Rabbah 19:14; Pesikta Rabbati 23, beginning; Berachot 4a; Yerushalmi Ta'anit 65b
- ^ Genesis Rabbah 43:7; Leviticus Rabbah 2:1; Midrash Tehillim ai Salmi 49:1
- ^ Pesikta Rabbati 15; Genesis Rabbah 5:7; Yerushalmi Pe'ah 1:1 15d
- ^ Leviticus Rabbah 20:7; Pesikta Rabbati 22
- ^ Genesis Rabbah 22:18, 40:6; Midrash Shmuel 22, negli ultimi passi
- ^ Genesis Rabbah, passim; Midrash Tehillim ai Salmi 24:4; Yerushalmi Megillah 75c
- ^ Bava Kamma 60b
- ^ Genesis Rabbah 20:24
- ^ Pesachim 101b
- ^ Sukkah 52a,b; Hagigah 16a; Kiddushin 31a; Berachot 25a; Rosh Hashana 16b; Yoma 87a; Bava Batra 9b; Pesachim 90b
- ^ Nedarim 32a; Sotah 48b; Ruth Rabbah 1:2
- ^ Bava Metziah 42a; Megillah 28a; Bava Kamma 93a
- ^ Pesachim 56a; Leviticus Rabbah 30:3; Midrash Shmuel 1:7; Rosh Hashana 16b; Yerushalmi Kiddushin 61b; Yerushalmi Nedarim 41b
- ^ Megillah 6b; Leviticus Rabbah 2:1; Sanhedrin 21b, 24a; Hullin 91a; Yoma 77a
- ^ Genesis Rabbah 63:8
- ^ Esther Rabbah 1:10; Leviticus Rabbah 1:14; Exodus Rabbah 38:3
- ^ Pesikta Rabbati 41:1; Pesachim 8a
- ^ Sanhedrin 82a, 89a, 95b; Temurah 16a; Yerushalmi Rosh Hashana 57c; Genesis Rabbah 53:20; Hullin 91b; Sotah 48b; Bava Batra 16a
- ^ Berachot 13b; Gittin 59b; Pesachim 31b; Yoma 77a; Yerushalmi Sotah 17a
- ^ Genesis Rabbah 34:11, 39:7, 58:7; Yebamot 64a
- ^ Sotah 34a; Deuteronomy Rabbah 11:2; Bava Batra 91a; Midrash Tehillim relativo ai Salmi 7:13; Sanhedrin 106b; Menachot 53b; Esther Rabbah 3:9; Pesikta Rabbati 35:1
- ^ Genesis Rabbah 19:6, 38:7; Sanhedrin 96a; Bava Metziah 87a; Yerushalmi Sotah 17b; Exodus Rabbah 43:4; Sanhedrin 102a; Berachot 63b; Ecclesiastes Rabbah 3:19; Temurah 16a; Yerushalmi Ta'anit 65b; Horayot 10b
- ^ Genesis Rabbah 3:1, 59:2, 65:7; Exodus Rabbah 32:5; Leviticus Rabbah 12:2
- ^ Genesis Rabbah 56:1; Deuteronomy Rabbah 2:27; Leviticus Rabbah 34:8
- ^ Yerushalmi Rosh Hashana 57b; Leviticus Rabbah 5:6; Exodus Rabbah 15:16; Yerushalmi Berachot 13a; Bava Batra 74b
- ^ Ecclesiastes Rabbah 1:11; Deuteronomy Rabbah 1:19; Avodah Zarah 3b
- ^ Leviticus Rabbah 13:3; Midrash Tehillim to Psalms 49:1; Shabbat 152a; Bava Metziah 83b
- ^ Moshe Gil e David Strassler, Jews in Islamic countries in the Middle Ages, 2004, p. 224., Citazione: The Karaite tradition (evidently borrowed from the Rabbanites) about R. Isaac Nappaha ('the smith'): "....the accepted custom was to fix the beginning of month by observing the moon, but they (the Rabbanites) began fixing the compute according to the rule of lo, bet, dalet, waw (ie, that the Passover shall never begin on a Monday, or a Wednesday, or a Friday), whose origin is unknown. This is the method invented by Isaac Nappaha,..
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Isidore Singer, Yizhak Napaha, in The Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906. (di pubblico dominio). La voce indica la seguente bibliografia:
- Bacher, Ag. Pal. Amor. ii. 205-295;
- Frankel, Mebo, pp. 106b-107a;
- Heilprin, Seder ha-Dorot, ii., s.v.;
- S. Pinsker, Liḳḳuṭe Ḳadmoniyyot, ii. 148-151;
- Al-Ḳirḳisani, ed. Harkavy, in Publ. Kaiserliche Russische Archœologische Gesellschaft, 1894, vii. 293;
- Weiss, Dor, iii. 98 et seq.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3159335293112961903 · J9U (EN, HE) 987008681784305171 |
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