Indice
Irula
Irula | ||||
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Irula del Tamil Nadu nel 1871 | ||||
Luogo d'origine | Tamil Nadu, Kerala, Karnataka | |||
Popolazione | 213 641 (censimento del governo indiano, 2011) | |||
Lingua | Irula | |||
Religione | Animismo, induismo, cristianesimo | |||
Gruppi correlati | Tamil | |||
Distribuzione | ||||
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Gli irula o iruliga sono un popolo dravidico che abita in villaggi e comunità sparse dell'India meridionale, più precisamente nella regione montuosa dei Nilgiri tra gli stati di Tamil Nadu e Kerala, oltre che nelle foreste del Karnataka orientale. Parlano la lingua irula, appartenete al ceppo delle lingue dravidiche nella variante meridionale. Sono generalmente devoti a culti locali di tipo animista e all'induismo, oppure molto più raramente al cristianesimo. Basano il loro sostentamento su un'economia piuttosto frugale incentrata sulla coltivazione dei cereali e del caffè, integrandola con sporadiche attività di caccia e raccolta del miele.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uno dei più antichi gruppi etnici indigeni del subcontinente indiano. Il loro nome deriva dalla lingua tamil e significa "popolo dell'oscurità". Ciò potrebbe riferirsi alla loro pelle scura oppure al fatto che tutte le loro cerimonie tradizionali si svolgevano durante l'oscurità delle ore notturne. Le comunità irula odierne sono occupate nella produzione cerealicola e numerosi proprietari terrieri arrivano a possedere da 5 a ben 10 acri di terreno coltivabile. Mentre in passato il riso aveva un ruolo prettamente cerimoniale, oggi risulta invece il principale alimento di questa popolazione. Anche l'allevamento è assai praticato; essendo legati all'induismo gli irula non consumano carne di manzo, ma sono soliti cibarsi di altri fonti animali provenienti da pollo, capra, maiale e pesce. Il loro pasto principale, se non l'unico della giornata è la cena. I loro culti etnici hanno inevitabilmente finito per fondersi con la tradizione induista, dando vita a culti sincretici. Molte loro comunità hanno infatti mantenuto intatte le proprie credenze tribali e spirituali. Le divinità indigene sono ritenute ancora molto importanti, poiché si tratta degli dèi del clan ereditati e tramandati attraverso i discendenti maschi. La divinità principale del pantheon tradizionale è Kanniamma, una dea vergine associata al cobra. Numerosi rituali degli irula prevedono che lo sciamano vada in trance e sibili come un serpente, entrando in contatto con la dea.[2]
La caccia al serpente ha a lungo rappresentato un'attività cruciale per la cultura e il sostentamento degli irula, almeno fino a quando il governo dell'India non ne ha vietato la caccia e il commercio di pelli. Avendo sviluppato una grande conoscenza dei serpenti, gli irula vengono spesso chiamati in causa in quanto esperti riguardo i morsi di questi animali e nella produzione dei relativi antidoti salvavita. Difatti ogni anno in India circa 50 000 persone muoiono a causa del veleno dei rettili.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il popolo irula, su treccani.it.
- ^ Usi e costumi, su joshuaproject.net.
- ^ Cacciatori di serpenti, su bbc.com.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Irula
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Irula, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.