Indice
Lingua irlandese primitiva
Irlandese arcaico † *᚛ᚌᚑᚔᚇᚓᚂᚔᚉᚐᚐᚏᚄᚈᚐᚈᚔᚄ᚜ | |
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Altri nomi | Irlandese primitivo, goidelico comune |
Parlato in | Isole britanniche, particolarmente in Irlanda, Isola di Man, coste occidentali della Gran Bretagna |
Periodo | III secolo/IV secolo[N 1] - VI secolo/VII secolo |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto ogamico |
Tipo | Flessiva (sottocategoria sintetica), accusativa |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue celtiche Lingue celtiche insulari Lingue goideliche Lingua irlandese arcaica |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | --
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ISO 639-2 | ---
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ISO 639-3 | pgl (EN)
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Linguist List | pgl (EN) e 0d8 (EN)
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Glottolog | --- (EN)
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Mappa raffigurante il territorio all'epoca interessato dall'estensione dell'irlandese arcaico. I punti indicano i luoghi in cui sono state ritrovate iscrizioni in alfabeto ogamico ortodosso. | |
L'irlandese arcaico (in irlandese moderno: Gaeilge Ársa, convenzionalmente pronunciato /ˈɡeːlʲɟɪ ˈaːɾˠsˠə/), chiamato anche irlandese primitivo, è la più antica forma conosciuta delle lingue goideliche, ramo insulare, insieme con quello brittonico, delle lingue celtiche; dal momento che rappresenta lo stadio primordiale e più remoto della branca goidelica ed è l'antenato di tutti gli idiomi appartenenti a questo gruppo linguistico, l'irlandese arcaico è occasionalmente noto anche come proto-goidelico o, in alternativa, come goidelico comune.
Parlata in Irlanda e nei territori britannici influenzati o colonizzati dagli Scoti e da altre antiche tribù irlandesi infino ai primi secoli dell'Alto Medioevo, questa lingua è documentata solamente grazie a vestigia e testimonianze epigrafiche giunteci scritte in alfabeto ogamico e incise su supporti in pietra o altro materiale non deperibile, risalenti, in linea di massima, al periodo compreso fra IV e VII secolo e ritrovate sia sull'isola gaelica che sulle coste occidentali della Gran Bretagna.
L'irlandese arcaico[1] o irlandese primitivo (in irlandese Gaeilge àrsa o Gaeilge chianach) o proto-goidelico,[2][3][4] è la lingua più antica conosciuta del gruppo goidelico delle lingue celtiche.
Questa lingua è conosciuta solo parzialmente, essendo la maggior parte delle testimonianze composta da nomi propri scritti in memoriali, epitaffi e cartigli sepolcrali lapidei.
Forma di scrittura
[modifica | modifica wikitesto]Il sistema di scrittura dell'irlandese arcaico era l'alfabeto ogamico, ed era scritto su delle pietre risalenti ad un periodo compreso tra il IV secolo ed il VI secolo d.C. e ritrovate nelle isole britanniche;[5] tali scritture sono tradizionalmente distinte in ogamico ortodosso e ogamico scolastico, ciononostante l'uso della scrittura è registrato addirittura fino al XIX secolo.
L'uso di questo alfabeto, come detto, può essere suddiviso in due fasi: ogamico ortodosso e ogamico scolastico.[6] Mentre il primo rappresenta l'originale tradizione nei memoriali,[7] il secondo è il risultato di una tradizione di restauro accademico e di ripresa del sistema di scrittura come parte dello sviluppo di uno stile celtico nell'arte cattolica e finalizzata ad un uso estetico e artistico, parallelamente all'uso dell'alfabeto latino nella scrittura ordinaria.[8]
L'irlandese arcaico è conosciuto soltanto grazie alle scritture in ogamico, normalmente nomi personali, e la più antica di queste, secondo gli studiosi, risalirebbe al IV secolo d.C (sebbene alcune stime facciano risalire le prime ad un periodo tra il I ed il V secolo d.C.).
Gli studiosi concordano sul fatto che la tradizione scritta dell'ogamico ortodosso sia più antica delle iscrizioni sopravvissute, ossia che l'uso dell'ogamico sia iniziato in un'epoca anteriore a quella delle prime attestazioni giunte fino a noi.[9][10][11]
Le più recenti, quindi più tarde, iscrizioni ortodosse, si calcola, non vanno oltre il VI secolo d.C. o i primissimi decenni del VII.[12]
L'uso scolastico della scrittura ogamica continuò, ma in maniera sempre più rapsodica, fino all'Ottocento, difatti l'ultima iscrizione fu trovata sulla tomba di Mary Dempsey ad Ahenny, nella contea di Tipperary, la quale, essendo bilingue, è stata trovata scritta sia in inglese che in irlandese.[13]
Le iscrizioni ogamiche (a cui manca un simbolo grafematico specifico per /p/) dimostrano come, nella morfologia e nelle flessione, l'irlandese arcaico sia simile al gallico, al latino, al greco antico ed al sanscrito.
Molte delle caratteristiche peculiari dell'irlandese moderno e medievale (nelle forme dell'irlandese antico e dell'irlandese medio) come le mutazioni iniziali, le consonanti ''larghe'' e ''strette'' distinti da un gruppo di consonanti e altre ancora non sono ancora visibili.
Più di trecento iscrizioni ogamiche ritrovate fino ad oggi si collocano in Irlanda, di cui ben 121 nella contea di Kerry e 81 nella contea di Cork, mentre più di 75 sono site nella Gran Bretagna occidentale (tra cui 40 in Galles e 30 in Scozia) e nell'isola di Man, sebbene alcune siano scritte in pittico.
La gran parte delle iscrizioni rinvenute in Gran Bretagna sono bilingui in irlandese e latino, tuttavia nessuna di queste mostra evidenti influenze imputabili al Cristianesimo o alla tradizione epigrafica cristiana, suggerendo che queste siano risalenti a prima del 391, anno in cui il cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero romano attraverso l'editto teodosiano.
Solo una dozzina di queste scritture irlandesi mostrano alcuni segni del genere.[14]
Esiste un'ipotesi sull'ortodossia di un'iscrizione ritrovata nella regione dell'Hampshire e di altre due in Scozia, ma non c'è consenso scientifico sul problema.[15]
Grammatica
[modifica | modifica wikitesto]La brevità della gran parte delle iscrizioni in alfabeto ogamico, unita all'esiguità epigrafica e alla ripetitività formulare tipica di un certo habitus, rende difficile la comprensione della lingua nel profondo, ma è possibile comprendere le basi della sua fonologia e della morfologia nominale.
Morfologia
[modifica | modifica wikitesto]Le scritture sopravvissute di alfabeto ogamico riportano quasi solo nomi di persona o antroponimi, ma è possibile dedurre alcune caratteristiche della declinazione nominale dell'irlandese arcaico.
Esclusi alcuni termini in caso dativo singolare, due in caso genitivo plurale ed uno in caso nominativo singolare, la gran parte dei nomi in alfabeto ogamico si trova flessa in caso genitivo singolare, quindi risulta difficile descrivere con completezza la loro morfologia.
La filologa tedesca Sabine Ziegler, però, tracciando parallelismi con la ricostruzione della morfologia del proto-celtico (i cui sostantivi sono classificati in base alle vocali in funzione di suffissi) limita i suffissi del caso genitivo a -i, -as, -os e -ais.[16]
La prima desinenza -i si trova nei nomi che equivalgono ai nomi proto-celtici che hanno come radice -o, questa categoria è stata trovata anche nei casi dativi con suffisso -u.
-os è uguale ai nomi con suffisso -i ed -u, mentre -as è uguale ad -a.
La funzione di -as rimane non chiara.[17]
Fonologia
[modifica | modifica wikitesto]Risulta possibile, grazie a delle comparazioni con altre lingue affini, ricostruire degli stadi attestati della lingua usando i nomi usati nella tradizione scolastica per ogni lettera dell'alfabeto ogamico[18][19]
Vocali
[modifica | modifica wikitesto]C'è un po' di oscurità nell'inventario vocalico dell'irlandese arcaico, mentre le lettere Ailm, Onn e Úr sono tradotte dagli studiosi rispettivamente in /a(:)/, /o(:)/ e /u(:)/, ci sono delle difficoltà a ricostruire il significato di Edad e Idad.[20]
Sono poco attestate, e gli studiosi credono che la differenza tra le due potrebbe essere arbitraria, nello stesso modo delle rune peorð e cweorð nell'alfabeto anglo-sassone, ma loro sono tradotte in e ed o, rispettivamente e probabilmente hanno avuto le pronunce di /e(:)/ e /o(:)/ .[21]
C'erano anche due dittonghi che sono stati tradotti in AI e oi.
Consonanti
[modifica | modifica wikitesto]L'inventario consonantico dell'irlandese arcaico è stato esaustivamente ricostruito dal linguista e celtologo Damian McManus.[22][23]
Bilabiali | Alveolare | Palatale | Velare | Labiovelare | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Nasali | m | n | ||||||
Occlusive | b | t | d | k | g | kʷ | ɡʷ | |
Fricative | s, sᵗ | |||||||
Approssimanti | j | w | ||||||
Laterali | i | |||||||
Vibranti | r |
Transizione all'antico irlandese
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'inizio del periodo è da intendersi come convenzione decisa in base alla datazione delle più antiche testimonianze epigrafiche ogamiche giunte fino a noi. Dal momento che sull'isola già si parlava una forma di irlandese, il III secolo costituisce un terminus ante quem in relazione all'espansione e all'utilizzo dell'idioma celtico nell'area in cui è storicamente attestato.
Riferimenti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Celtic culture: a historical encyclopedia, ABC-CLIO, 2006, ISBN 978-1-85109-440-0.
- ^ Antony Dubach Green, The Prosodic Structure of Irish, Scots Gaelic, and Manx, 1997, DOI:10.7282/T38W3C3K. URL consultato il 26 dicembre 2023.
- ^ (EN) Joseph F. Eska, Interarticulatory Timing and Celtic Mutations, in Journal of Celtic Linguistics, vol. 21, n. 1, 1º gennaio 2020, pp. 235–255, DOI:10.16922/jcl.21.7. URL consultato il 26 dicembre 2023.
- ^ Mary Yates, Working in harmony, in Nursing Standard, vol. 10, n. 28, 3 aprile 1996, pp. 24–25, DOI:10.7748/ns.10.28.24.s39. URL consultato il 26 dicembre 2023.
- ^ The Celtic languages, collana Routledge language family series, 2ª ed., Routledge, 2010, ISBN 978-0-415-42279-6.
- ^ L HEMMINGS e D MCMANUS, The diagnostic value and molecular characterisation of an Echinococcus multilocularis antigen gene clone, in Molecular and Biochemical Parasitology, vol. 44, n. 1, 1991-01, pp. 53–61, DOI:10.1016/0166-6851(91)90220-z. URL consultato il 26 dicembre 2023.
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- ^ C. McManus, Genetic selection in farmed deer, in Veterinary Record, vol. 128, n. 5, 2 febbraio 1991, pp. 100–102, DOI:10.1136/vr.128.5.100. URL consultato il 27 dicembre 2023.
- ^ Jacques Koch, Vreemde business, in Tandartspraktijk, vol. 44, n. 3, 2023-04, pp. 44–45, DOI:10.1007/s12496-023-0156-y. URL consultato il 27 dicembre 2023.
- ^ A. E. Carney, T. Edman e W. Strange, Effect of consonantal environment on the identification of speakers' own vowels, in The Journal of the Acoustical Society of America, vol. 57, S1, 1º aprile 1975, pp. S48–S49, DOI:10.1121/1.1995267. URL consultato il 27 dicembre 2023.
- ^ T. ZIEGLER e G. PANTKOWSKI, ChemInform Abstract: Preparation of 1‐O‐Acyl‐D‐glycopyranoses via Chloroacetylated Glycopyranosyl Donors., in ChemInform, vol. 25, n. 31, 2 agosto 1994, DOI:10.1002/chin.199431234. URL consultato il 27 dicembre 2023.
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- ^ The Month in Review, in Current History, vol. 93, n. 580, 1º febbraio 1994, pp. 93–96, DOI:10.1525/curh.1994.93.580.93. URL consultato il 27 dicembre 2023.
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- ^ Frank McManus, Industrial development's 20th anniversary, in World Development, vol. 1, n. 1-2, 1973-02, pp. 44–45, DOI:10.1016/0305-750x(73)90211-8. URL consultato il 27 dicembre 2023.
- ^ Charles E. Ziegler e Dj. Peterson, Troubled Lands: The Legacy of Soviet Environmental Destruction, in Russian Review, vol. 53, n. 4, 1994-10, pp. 599, DOI:10.2307/131002. URL consultato il 26 dicembre 2023.
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- ^ Russell Ruthen, Quantum Pinball, in Scientific American, vol. 265, n. 5, 1991-11, pp. 36–38, DOI:10.1038/scientificamerican1191-36. URL consultato il 27 dicembre 2023.
- ^ Recent references, in Burns, vol. 14, n. 2, 1988-04, pp. 163–165, DOI:10.1016/0305-4179(88)90232-x. URL consultato il 27 dicembre 2023.
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]In italiano
[modifica | modifica wikitesto]- Filippo Motta, Studi celtici, a cura di Andrea Nuti, Pisa, Pisa University Press, 2021.
In altre lingue
[modifica | modifica wikitesto]- John T. Koch (a cura di), Celtic Culture. A Historical Encyclopedia, Los Angeles, ABC-Clio, 2006.
- Patrick Sims-Williams, The Celtic Inscriptions of Britain. Phonology and Chronology, c. 400-1200, Hoboken, Wiley, 2003.
- David Stifter, Ogam, Zaragoza, Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2022.