Hackney Diamonds
Hackney Diamonds album in studio | |
---|---|
Artista | The Rolling Stones |
Pubblicazione | 20 ottobre 2023 |
Durata | 48:23 |
Dischi | 1 |
Tracce | 12 |
Genere | Rock Blues Pop rock |
Etichetta | Virgin |
Produttore | Andrew Watt Don Was (Live by the Sword) |
Formati | CD, LP, download digitale, streaming |
Copertina | Colm Dillane |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Italia[1] (vendite: 25 000+) Polonia[2] (vendite: 10 000+) Regno Unito[3] (vendite: 100 000+) Svizzera[4] (vendite: 10 000+) |
Dischi di platino | Austria[5] (vendite: 15 000+) Francia[6] (vendite: 100 000+) Germania[7] (vendite: 150 000+) Paesi Bassi[8] (vendite: 40 000+) |
The Rolling Stones - cronologia | |
Album successivo
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Singoli | |
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Hackney Diamonds è il ventiquattresimo album in studio secondo la discografia inglese, ventiseiesimo secondo la discografica statunitense, del gruppo musicale inglese The Rolling Stones, pubblicato il 20 ottobre 2023 dalla Polydor Records.[9][10]
Prodotto da Andrew Watt, che suona diversi strumenti e affianca la coppia classica Jagger-Richards nella scrittura dei primi tre pezzi, l'album presenta collaborazioni con altri artisti tra cui Elton John, Lady Gaga, Paul McCartney, Stevie Wonder e l'ex bassista del gruppo Bill Wyman, ritiratosi nel 1993. È il primo album in studio della band dopo Blue & Lonesome (album di cover del 2016), il primo di inediti dai tempi di A Bigger Bang (2005) e il primo dopo la scomparsa del batterista Charlie Watts nel 2021, sebbene lo stesso abbia contribuito a selezionare i brani prima della sua morte[11] e in due di essi abbia fatto in tempo a suonarvi: nel brano Live by the Sword vi partecipa con Bill Wyman, ricreando la formazione della band dal 1975 al 1993. I brani precedentemente pubblicati come singoli rispettivamente il 6 e il 28 settembre 2023 sono Angry, qui traccia n. 1, e Sweet Sounds of Heaven, qui traccia 11 nonché il pezzo con la partecipazione di Lady Gaga. Hackney Diamonds è stato ben accolto dalla critica con diverse recensioni positive.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'ultimo album in studio dei Rolling Stones risaliva al 2016, Blue & Lonesome, un album di cover di brani blues: progetto partito come incisione di nuovo materiale originale prodotto da Don Was ma cambiato in corsa. Alcuni fattori identificati dal chitarrista Keith Richards per l'accantonamento del progetto, inclusero la mancanza di entusiasmo di Mick Jagger circa il nuovo materiale e il fatto di essere stato costretto a modificare il proprio modo di suonare a causa dell'artrite. L'ultimo album di nuove canzoni della band era stato A Bigger Bang nel 2005, anche se continuarono a pubblicare brani singoli, come Doom and Gloom e One More Shot per la compilation GRRR! del 2012 e il singolo Living in a Ghost Town nel 2020. Per anni, il gruppo andò in tour, ma si riunivano in studio solo per provare le canzoni da suonare in tournée, mai per incidere nuovo materiale. Sessioni di registrazione per un nuovo album si ebbero anche nel 2020, ma furono interrotte a causa della pandemia del COVID-19. Nel 2021 furono completate varie canzoni, ma la band aveva problemi a lavorare in studio. Jagger era frustrato dalla lentezza dei processi produttivi di registrazione e propose a Richards di rimandare il tutto alla fine dell'agosto 2022, scegliendo come data di pubblicazione del nuovo album il 14 febbraio 2023. Richards citò la morte del batterista Charlie Watts nel 2021 come seria motivazione per la band di portare a termine il progetto.
Alla metà del 2022, Paul McCartney suggerì al chitarrista Ronnie Wood il nome del produttore discografico Andrew Watt per lavorare al nuovo album e Jagger accettò il consiglio, apprezzando l'approccio di Watt. La band invitò Watt a vederli suonare negli Electric Lady Studios alla fine del 2022 e lui cominciò la produzione dell'album presso gli Henson Recording Studios di Los Angeles a novembre di quell'anno. Ulteriori sessioni di fine 2022 e inizio 2023 con Watt inclusero la presenza di McCartney al basso in due nuove canzoni dei Rolling Stones. In tutto, le incisioni principali occuparono un mese di tempo, seguito da altre due settimane per sovraincisioni varie, e il cantato di Jagger registrato separatamente. Nel giugno 2023, l'ex bassista Bill Wyman annunciò di aver inciso con la band per la prima volta in 30 anni. Alle sessioni parteciparono come ospiti anche Stevie Wonder, Lady Gaga ed Elton John. L'album include le ultime sessioni del 2019 alle quali prese parte Watts ed è il primo disco della band con il batterista Steve Jordan. Le sessioni di registrazione finali per l'album cominciarono nel dicembre 2022, con un totale di 23 tracce terminate nel gennaio 2023 e mixate tra febbraio e marzo.
La sera stessa del giorno della pubblicazione dell'album, i Rolling Stones si sono esibiti a sorpresa a New York per un breve concerto. Tra i sette brani suonati, quattro erano nuove uscite dell'album: Angry, Bite My Head Off, Whole Wide World e Sweet Sounds of Heaven.
Titolo
[modifica | modifica wikitesto]Il titolo dell'album è uno slang londinese per indicare i vetri rotti di una finestra dopo che dei ladri si sono introdotti in una casa. Hackney è una zona di Londra con un alto tasso di criminalità.
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]Testi e musiche di Mick Jagger e Keith Richards eccetto dove indicato.
- Angry – 3:46 (Jagger, Richards, Andrew Watt)
- Get Close (feat. Elton John) – 4:10 (Jagger, Richards, Watt)
- Depending On You – 4:03 (Jagger, Richards, Watt)
- Bite My Head Off (feat. Paul McCartney) – 3:31
- Whole Wide World – 3:58
- Dreamy Skies – 4:38
- Mess It Up – 4:03
- Live by the Sword (feat. Bill Wyman, Elton John) – 3:59
- Driving Me Too Hard – 3:16
- Tell Me Straight – 2:56
- Sweet Sounds of Heaven (feat. Lady Gaga, Stevie Wonder) – 7:22
- Rolling Stone Blues – 2:41 (Muddy Waters)
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- The Rolling Stones
- Mick Jagger – voce (eccetto traccia 10), armonie vocali, chitarra, armonica (tracce 6 e 12), percussioni
- Keith Richards – chitarre, armonie vocali, voce solista in Tell Me Straight
- Ronnie Wood – chitarre, chitarra acustica
- Charlie Watts – batteria in Mess It Up, Live By The Sword
- Altri Musicisti
- Bill Wyman - basso elettrico in Live By The Sword
- Paul McCartney - basso elettrico in Bite My Head Off
- Elton John - pianoforte in Get Close, Live By The Sword
- Stevie Wonder - pianoforte e Fender Rhodes in Sweet Sounds of Heaven
- Lady Gaga - voce in Sweet Sounds of Heaven
- Darryl Jones - basso elettrico
- Steve Jordan - batteria
- Matt Clifford - tastiere
- Altri
- Paulina Almira - direzione artistica
- Matt Colton - mastering
- Şerban Ghenea - mixing
- Paul Lamalfa - mixing
- Don Was - produzione
- Andrew Watt - mixing e produzione
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Recensione | Giudizio |
---|---|
Allmusic | [12] |
The Daily Telegraph | |
Evening Standard | |
Financial Times | |
The Independent | [13] |
Irish Times | |
Louder Sound | |
Ondarock[14] | 6,5/10 |
Pitchfork | 4,5/10[15] |
Rockol[16] | 8/10 |
The Scotsman | |
The Times |
Ian Fortnam di Classic Rock assegnò all'album un voto di 4.5 su 5, scrivendo: "[La band] non ha pubblicato un album così quintessenzialmente stonesiano in 40 anni... [questo] lascia sempre e solo l'ascoltatore con la voglia di sentirne ancora".[17] Neil McCormick di The Daily Telegraph diede al disco 5 stellette su 5, definendolo "un classico del rock moderno rauco e sporco" e scrivendo che il gruppo era in forma come negli anni settanta.[18] Alexis Petridis di The Guardian assegnò 4 stelle su 5 e diede merito a Andrew Watt scrivendo che la musica "suggerisce la presenza di qualcuno che sa come produrre successi contemporanei, e come ci sia una leggera lucentezza moderna nella produzione che impedisce che sembri una ricreazione determinata del passato degli Stones".[19] Mark Beaumont di The Independent giudicò Hackney Diamonds con un voto di 4 su 5, ritenendo che i chitarristi della band suonino giovani e vitali, e la combinazione di guest star di musicisti pop faccia sì che questa pubblicazione abbia "un senso di chiusura di carriera".[13]
Will Hodgkinson di The Times notò come il sound di Hackney Diamonds "sia come un riassunto di tutti i fattori che resero grandi gli Stones" e lo definì "senza dubbio uno dei migliori album degli Stones sin da Some Girls del 1978".[20] Stephen Thomas Erlewine di AllMusic diede al disco 3.5 stellette su 5, scrivendo "in sostanza, non è altro che i Rolling Stones che suonano alcune buone canzoni dei Rolling Stones, il che sembra un piccolo miracolo dopo un'attesa così lunga".[21]
Tra le rare recensioni negative, Grayson Haver Currin di Pitchfork, assegnò all'album un voto di 4.5 su 10, scrivendo: "Questi titani dell'industria si agitano mentre cercano di rappresentare la loro immagine piuttosto che la loro età" [...] "alcune tracce suonano... come gli Eagles che cercano di essere insipidi" o "come musica per inserzioni pubblicitarie, con canzoni destinate ad essere vendute per vendere qualcos'altro".[22] David Browne di Rolling Stone definì l'album "degno di molteplici ascolti" e lodò la batteria di Steve Jordan. Francesco Prisco su Il Sole 24 Ore diede una recensione negativa dell'album, definendo Hackney Diamonds "un disco deboluccio", "pieno di pezzi riempitivo, roba tanto per fare".[23]
La rivista musicale Spin pubblicò una classifica riepilogativa degli album in studio degli Stones, piazzando Hackney Diamonds alla posizione numero 17 su 24.[24] Il giorno della sua pubblicazione, Steven Hyden di Uproxx paragonò l'album a diversi altri tardi lavori della band, come Dirty Work (1986) e Steel Wheels (1989).[25]
Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche settimanali
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (2023) | Posizione massima |
---|---|
Argentina[26] | 1 |
Australia[27] | 1 |
Austria[28] | 1 |
Belgio (Fiandre)[29] | 1 |
Belgio (Vallonia)[30] | 1 |
Canada[31] | 8 |
Croazia[32] | 8 |
Danimarca[33] | 1 |
Finlandia[34] | 3 |
Francia[35] | 1 |
Germania[36] | 1 |
Giappone[37] | 5 |
Grecia[38] | 1 |
Irlanda[39] | 1 |
Islanda[40] | 1 |
Italia[41] | 2 |
Lituania[42] | 68 |
Norvegia[43] | 1 |
Nuova Zelanda[44] | 1 |
Paesi Bassi[45] | 1 |
Polonia[46] | 3 |
Portogallo[47] | 1 |
Regno Unito[48] | 1 |
Repubblica Ceca[49] | 2 |
Spagna[50] | 2 |
Stati Uniti[51] | 3 |
Svezia[52] | 1 |
Svizzera[47] | 1 |
Ungheria[53] | 1 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hackney Diamonds (certificazione), su FIMI. URL consultato il 12 febbraio 2024.
- ^ (PL) oficjalna lista wyróżnień, su OLiS. URL consultato il 22 dicembre 2023. Digitare "The Rolling Stones" in "wyszukaj interesującą Cię frazę".
- ^ (EN) Hackney Diamonds, su British Phonographic Industry. URL consultato il 17 novembre 2023.
- ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 31 gennaio 2024.
- ^ (DE) The Rolling Stones - Hackney Diamonds – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 20 dicembre 2023.
- ^ (FR) The Rolling Stones - Hackney Diamonds – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 25 dicembre 2023.
- ^ (DE) The Rolling Stones – Hackney Diamonds – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 6 gennaio 2024.
- ^ (NL) Goud/Platina, su Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 23 febbraio 2024.
- ^ (EN) Alex Marshall e Christopher Kuo, Rolling Stones Unveil ‘Hackney Diamonds’ in a Trendy London District, in The New York Times, 6 settembre 2023. URL consultato il 22 ottobre 2023.
- ^ Rolling Stones: la tracklist di Hackney Diamonds, su panorama. URL consultato il 22 ottobre 2023.
- ^ (EN) Jon Pareles, The Rolling Stones on Starting Up Again, in The New York Times, 14 settembre 2023. URL consultato il 22 ottobre 2023.
- ^ Hackney Diamonds, su allmusic.com. URL consultato il 24 ottobre 2023.
- ^ a b (EN) Mark Beaumont, On Hackney Diamonds, The Rolling Stones prove age hasn't dulled their shine – review, su The Independent, 20 ottobre 2023. URL consultato il 22 ottobre 2023.
- ^ Martina Vetrugno, Rolling Stones - Hackney Diamonds: la recensione, su Ondarock, 19 ottobre 2023. URL consultato il 6 dicembre 2023.
- ^ Grayson Haver Currin, Hackney Diamonds, su pitchfork.com. URL consultato il 24 ottobre 2023.
- ^ Paolo Panzeri, Questi sono i Rolling Stones, e mi piacciono, su Rockol, 20 ottobre 2023. URL consultato il 6 dicembre 2023.
- ^ Fortnam, Ian (9 ottobre 2023). "The Rolling Stones: Hackney Diamonds album review". Classic Rock.
- ^ McCormick, Neil (6 ottobre 2023). "The Rolling Stones, Hackney Diamonds, review: a raucous and dirty modern rock classic". The Daily Telegraph. ISSN 0307-1235. OCLC 49632006.
- ^ Petridis, Alexis (18 ottobre 2023). "The Rolling Stones: Hackney Diamonds review – if this is the end, they're going out with a bang". The Guardian. Guardian Media Group. ISSN 1756-3224. OCLC 60623878.
- ^ Hodgkinson, Will (6 settembre 2023). "I've heard Hackney Diamonds. It's the best Rolling Stones album since 1978". Music. The Times. News Corp. ISSN 0140-0460.
- ^ Erlewine, Stephen Thomas. The Rolling Stones – Hackney Diamonds. AllMusic. RhythmOne.
- ^ Currin, Grayson Haver (20 ottobre 2023). The Rolling Stones: Hackney Diamonds Album Review. Albums. Pitchfork.
- ^ Rolling Stones, «Hackney Diamonds» è un disco deboluccio ma nessuno lo dice, su francescoprisco.blog.ilsole24ore.com, 20 ottobre 2023. URL consultato il 24 ottobre 2023.
- ^ Shipley, Al (17 ottobre 2023). "Every Rolling Stones Album, Ranked". Lists. Spin. ISSN 0886-3032.
- ^ Hyden, Steven (20 ottobre 2023). Where Does The New Rolling Stones Album Rank In Their Discography?. Indie Mixtape. Uproxx.
- ^ Los discos más vendidos de la semana, su diariodecultura.com.ar. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2023).
- ^ ARIA Top 50 Albums for week of 30 October 2023, su aria.com.au. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2023).
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- ^ Hitlisten-ALBUM TOP 40, su hitlisten.nu. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2023).
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- ^ Offizielle Deutsche Charts - Offizielle Deutsche Charts, su offiziellecharts.de.
- ^ (JA) 週間 アルバムランキング 2023年11月06日付, su oricon.co.jp, Oricon. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2023).
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- ^ Official Irish Albums Charton 27/10/2023 27 October 2023 - 2 November 2023, su officialcharts.com.
- ^ Streymi, spilun og sala viku 43., su plotutidindi.is. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2023).
- ^ Classifiche, su fimi.it, Federazione Industria Musicale Italiana. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2023).
- ^ 2023 43-os savaitės klausomiausi (TOP 100), su agata.lt.
- ^ topp 40 albums, su vglista.no. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2023).
- ^ OFFICIAL TOP 40 ALBUMS KŌPAKI I TE RĀRANGI MOTUHAKE 40 O RUNGA, su nztop40.co.nz. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2023).
- ^ THE ROLLING STONES - HACKNEY DIAMONDS, su dutchcharts.nl.
- ^ oficjalna lista sprzedaży Tydzień 43, su olis.pl.
- ^ a b The Rolling Stones – Hackney Diamonds, su swisscharts.com.
- ^ Official Albums Chart Top 100 27/10/2023 27 October 2023 - 2 November 2023, su officialcharts.com.
- ^ CZ - ALBUMS - TOP 100 43. týden 2023, su ifpicr.cz.
- ^ Top 100 Albums Weekly, su elportaldemusica.es.
- ^ (EN) The Rolling Stones - Chart history (Billboard 200), su Billboard.
- ^ Veckolista Album, vecka 43, su sverigetopplistan.se. URL consultato il 1º novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2023).
- ^ Lista prodaje 43. tjedan 2023. (16.10.2023. - 22.10.2023.), su top-lista.hr. URL consultato il 3 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2023).
- ^ (NL) JAAROVERZICHTEN - Album 2023, su Dutch Charts. URL consultato il 4 gennaio 2024.
- ^ (PT) TOP AFP/AUDIOGEST - Semanas 01 a 52 de 2023 - De 30/12/2022 a 28/12/2023 (PDF), su Associação Fonográfica Portuguesa. URL consultato il 10 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2024).
- ^ (CS) TISKOVÁ ZPRÁVA: VÝSLEDKY TRHU 2023 – ČESKÁ REPUBLIKA (PDF), su ČNS IFPI. URL consultato il 7 aprile 2024 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2024).
- ^ (EN) Top 100 Albums Annual: 2023, su El Portal de Música. URL consultato il 17 febbraio 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hackney Diamonds
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su hackneydiamonds.com.
- Hackney Diamonds, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Stephen Thomas Erlewine, Hackney Diamonds, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Hackney Diamonds, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Hackney Diamonds, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Hackney Diamonds, su SoundCloud.
- (EN) Hackney Diamonds, su Genius.com.
- (EN) Hackney Diamonds, su Metacritic, Red Ventures.
- Album rock
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