Dialetto jerbi

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
jerbi
eddwi jjerbi
Parlato inTunisia
RegioniDjerba (soprattutto Guellala, Adjim, Sedouikech)
Locutori
Totale30.000 circa
Altre informazioni
Scritturaalfabeto arabo
TipoVSO (intro)flessiva
Tassonomia
FilogenesiLingue afro-asiatiche
 Lingue camitiche
  Lingue berbere
Codici di classificazione
Glottologjerb1242 (EN)

Il dialetto jerbi[1] (eddwi jjerbi in berbero, ﺷﻠﺤة shelha in arabo) è un dialetto berbero parlato nell'isola tunisina di Gerba. Glottolog lo classifica all'interno della lingua nefusi.

Un tempo diffuso in tutta l'isola, il dialetto è oggi ancora parlato solo in pochi centri: principalmente a Guellala e Ouirsighen (pressoché la totalità della popolazione), Adjim e Sedouikech (parzialmente), nonché all'interno di piccoli gruppi o famiglie isolate in altre località minori. Sembrano non esistere più parlanti monolingui, il che implica che, in mancanza di politiche linguistiche adeguate, il jerbi è destinato a sparire nel giro di poche generazioni.

Fonetica e fonologia

[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista della fonetica, il jerbi è in una posizione intermedia tra i parlari "a tendenza spirante" (come il cabilo o la tashawit), che presentano delle fricative al posto delle occlusive, e quelli in cui invece i suoni occlusivi sono sempre mantenuti (come la tashelhit e il tuareg). A Jerba infatti si verifica un fenomeno analogo a quello delle "begadkefat" dell'ebraico: le occlusive passano a fricative solo dopo vocale, ma si mantengono occlusive in principio di parola e dopo consonante[2].

Per quanto riguarda il vocalismo, il jerbi si differenzia dalla maggior parte delle altre varietà di berbero del Nord (che di solito possiedono solo tre fonemi vocalici), dal momento che oltre alle tre vocali "cardinali" (/i/ - /a/ - /u/) anche /ə/ è fonologico, almeno in certi contesti. Questo fatto fa sì che anche in jerbi, come in tuareg, i temi di aoristo e di compiuto delle radici cosiddette "a vocalismo zero" siano differenti (mentre nella maggior parte delle altre lingue berbere essi sono coincidenti).

Per esempio, per il verbo əxdəm "lavorare" il tema di aoristo è /xdm/, senza alcuna vocale fonologica, e le forme coniugate sono realizzate con delle sillabe che contengono ə non fonologico, in posizione di volta in volta mutevole a seconda del contesto ([ta yəxdəm] "(egli) lavorerà" ma [ta xədməɣ] "lavorerò"); viceversa, il tema di compiuto è /xdəm/ contenente un fonema ə, la cui posizione resta fissa per tutto il paradigma ([yəxdəm] "ha lavorato", [xdəməɣ] "ho lavorato")[3].

  1. ^ Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
  2. ^ Cf. Vycichl (1975).
  3. ^ Brugnatelli (2001).
  • René Basset, "Notes de lexicographie berbère, 1re série. - II. Dialecte de Djerbah", Journal Asiatique Avril-mai-juin 1883, pp. 304–314.
  • Vermondo Brugnatelli, "Il berbero di Jerba: rapporto preliminare", Incontri Linguistici 21 (1998), pp. 115–128.
  • Vermondo Brugnatelli, "Il berbero di Jerba: secondo rapporto preliminare", Incontri Linguistici 23 (2001), pp. 169–182.
  • Vermondo Brugnatelli, "Arabe et berbère à Jerba", in: A. Youssi, F. Benjelloun, M. Dahbi, Z. Iraqui-Sinaceur (eds.), Aspects of the Dialects of Arabic Today. Proceedings of the 4th Conference of the International Arabic Dialectology Association (AIDA). Marrakesh, Apr. 1-4.2000. In Honour of Professor David Cohen, Rabat, Amapatril, 2002, pp. 169–178.
  • Vermondo Brugnatelli, "Notes d'onomastique jerbienne et mozabite", in K. Naït-Zerrad, R. Voßen, D. Ibriszimow (éds), Nouvelles études berbères. Le verbe et autres articles. Actes du "2. Bayreuth-Frankfurter Kolloquium zur Berberologie 2002", Köln, Köppe Verlag, 2004, pp. 29–39.
  • Vermondo Brugnatelli, "Un nuovo poemetto berbero ibadita", Studi Magrebini vol. 3 n.s., 2005 [2006], pp. 131–142 ["Studi berberi e mediterranei. Miscellanea offerta in onore di Luigi Serra", a cura di A.M. Di Tolla, vol. I].
  • Vermondo Brugnatelli, "Littérature religieuse à Jerba. Textes oraux et écrits", in: M. Lafkioui & D. Merolla (éds), Oralité et nouvelles dimensions de l'oralité. Intersections théoriques et comparaisons des matériaux dans les études africaines, Paris: Publications Langues'O, pp. 191–203.
  • Ridwan Collins, "Un microcosme berbère. Système verbal et satellites dans trois parlers tunisiens", I.B.L.A. 148 (1981/2), pp. 287–303; 149 (1982/1), pp. 113–129.
  • A. de Calassanti Motylinski, "Chanson berbère de Djerba", Bulletin de Correspondance africaine tome III (1885), pp. 461–464.
  • A. de Calassanti Motylinski, "Dialogue et textes en berbère de Djerba", Journal Asiatique 1897, pp. 377–401.
  • Lucienne Saada, "Vocabulaire berbère de l'île de Djerba (Gellala)", Orbis 14.2 (1965), pp. 496–500.
  • Werner Vycichl, "Begadkefat im Berberischen", in: James et Thea Bynon (eds.), Hamito-Semitica, London 1975, pp. 315–317.