Coordinate: 40°45′03.28″N 14°27′56.02″E

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Monumenti e luoghi d'interesse

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(da sostituire l'intera sezione nella voce di TA)
Fin dal XVI secolo, in un esiguo territorio comunale (circa 7 kmq), gli spazi furono dedicati maggiormente all'industria molitoria e dal secondo dopoguerra alle industrie metalmeccaniche. Quel che resta è un panorama di archeologia industriale, in cui sono incastonati poco più di una decina di edifici religiosi, alcuni risalenti al XVII secolo e pochissime testimonianze del centro storico, in quanto quasi completamente distrutto dall'esplosione del 26 gennaio 1946.

Architetture religiose

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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Torre Annunziata.

Facente parte storicamente della Diocesi di Nola nella sua parte più antica, è suddiviso anche con l'Arcidiocesi di Napoli in quanto la parte settentrionale del tessuto urbano fu annessa solo nel 1810.
Il più importante luogo di culto cattolico ed il più antico è la Basilica Ave Gratia Plena, in cui è custodita l'immagine della patrona cittadina, rappresentata da un quadro ligneo di una madonna bruna, a cui fu dato l'appellativo di Madonna della Neve, in quanto ritrovata in mare da alcuni pescatori torresi il 5 agosto di un imprecisato anno del XIV secolo.
Il più grande edificio religioso cittadino è il Santuario dello Spirito Santo del 1787, di proprietà comunale, in cui sono custodite le reliquie di San Felicio Martire e del Servo di Dio Giuseppe Ottone.
Altre importanti chiese sono quelle di San Francesco di Paola del XV secolo, l'Immacolata Concezione e Santa Teresa di Gesù del XVII secolo, periodo a cui risalgono anche due cappelle ed alcune Arciconfraternite.

Architetture civili

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Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Torre Annunziata.

Molti edifici storici sono localizzati lungo il principale asse viario cittadino, quella che un tempo era la Strada Regia delle Calabrie e poi divenuta corso Umberto I (parte nord) e corso Vittorio Emanuele III (parte sud). Tra essi sono da segnalare Palazzo Criscuolo (già Palazzo Gargano) che è la sede del municipio dal 1897, Palazzo Montella sede dei plebisciti del 21 ottobre 1860 e sede del municipio dal 1842 al 1876, Palazzo Monteleone (già Piccolomini d'Aragona) sede del municipio dal 1876 al 1897, Palazzo Dentice (già Castello d'Alagno) costruito nel 1440, Palazzo Coccoli andato quasi completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale, Palazzo Colonna (1651). Dislocati in altri siti ci sono Villa Tiberiade (già Villa Filangieri), la Casa Littorio adibita a civili abitazioni e conservata in condizioni pessime, priva dell'originaria torre littoria abbattuta durante il XX secolo, il Palazzo Genzano (già Taverna di Basso) anche detto Palazzo della Caccia al Bufalo.

Architetture militari

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La testimonianza più importante è rappresentata dalla Real Fabbrica d'Armi costruita nel XIX secolo per volere di Xxx, gestita dall'Esercito Italiano. La Polveriera del 1652

Torri, castelli

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  • Torre La Nunziata (XV secolo, scomparsa) (Quartiere Annunziata)
  • Castello dei d'Alagno (poi "Palazzo Dentice di Frasso-Massarenghi") (Quartiere Annunziata)
  • Torretta de' Sena (XV secolo) (Contrada La Torretta)
  • Fortino Dedon (XVIII secolo, rovinato) (Quartiere Grazie)
  • Masseria Mezza Torre (trasformata) (Quartiere Grazie)
  • Masseria dei Castriota (Quartiere Grazie)
  • Fortino dell'Oncino - Villa Guarracino (già "Teresa Rossi Filangieri ") (Quartiere Oncino)
  • Torre di Rovigliano (XV secolo, ruderi del Real Fortino di Rovigliano, costruito con i laterizi della preesistente Abbazia) (Quartiere Rovigliano)

Opifici militari

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piazze, strade, giardini, statue, punti panoramici e quant'altro.

Siti archeologici

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Ok quello in pagina

Aree naturali

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Villa del Parnaso

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La Villa del Parnaso è un parco urbano, che si estende per circa un ettaro da corso Umberto I all'arenile, in prossimità della Villa comunale. In questa area, al di sotto del quale ci sono i resti dell'antica Villa di Caio Siculi, alla fine del XVI secolo fu costruito un edificio poi sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 1631. Subito ricostruito, nella prima metà dell'ottocento fu edificata una nuova villa, i cui proprietari furono espropriati nel 1872, in quanto il luogo fu adibito a cava di piperno da cui ricavarne blocchi per la costruzione del porto e poi abbandonato. Dopo i lavori di restauro fu riaperta al pubblico solo nel 2017.

Villa comunale

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Situata sul lungomare Guglielmo Marconi nella zona in cui ci sono i lidi balneari, la sua costruzione risale al 1930 ad opera del regime fascista, sfruttando parte del vasto arenile. All'epoca gli accessi erano dalla zona portuale e dall'androne del Palazzo Montella ubicato su corso Umberto I. Agli inizi degli anni quaranta, con l'abbattimento della Cappella della Trinità, il corso fu collegato alla Rampa Nunziante creando un nuovo accesso a nord della litoranea[1].
Piantumato all'epoca con palme del tipo Phoenix canariensis, nel 2015 il palmeto fu salvato dall'infestazione del punteruolo rosso, sostituendo gli alberi seccati con la Washingtonia filifera, più resistente agli attacchi del coleottero[2]. Nel 2021 la villa è stata sottoposta a restyling per una spesa di 70 000 euro finanziati dalla città metropolitana di Napoli[3].

Scoglio di Rovigliano

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Lo Scoglio di Rovigliano è un'isoletta del golfo di Napoli, situata in prossimità della foce del fiume Sarno, nella parte meridionale della città, a cui appartiene amministrativamente.
Abitato fin dal VI secolo, nel XII secolo fu adibito a monastero e chiesa cistercense[4] e nel XVI secolo trasformato in fortezza per difendersi dalle incursioni saracene, di cui restano solo le rovine[5].

  1. ^ Di Martino, Malandrino, p. 182
  2. ^ [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ Malandrino, p. 109
  5. ^ Malandrino, p. 111

TMP Chiese di TA

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Arciconfraternita del SS. Sacramento

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1834 77. Quasi nello stesso periodo fu costruita, lateralmente, la cappella dell'Arciconfraternita del Sacramento che divenne sede della congrega, già fondata, però, nel 1762 ed il regio assenso fu decretato il 30 aprile 1763. Il sodalizio, i cui associati si adunavano precedentemente nella Retto da dello Spirito Santo, sorse con lo scopo di accompagnare, con ceri accesi, il Santissimo nel Viatico e nella processione del Corpus Domini e per curare la sepoltura dei poveri.

Arciconfraternita del Suffragio

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Arciconfraternita di S. Maria del Suffragio, per la quale, in questo stesso secolo, precisamente nell'anno 1859, di fianco alla Chiesa dell'Annunziata, ove, alcuni anni prima erano stati eseguiti dei lavori di trasformazione e di ampliamento, fu costruita una decorosa cappella con retrostanti locali annessi, circa nelle condizioni in cui trovasi attualmente. La congrega ha, però, antiche origini e sorse alla fine del XV secolo come società di mutuo soccorso a favore dei bisognosi. I confratelli si riunivano nella Chiesa dell'Annunziata e, successivamente, in un piccolo oratorio che era stato costruito, verso la fine del'500, lateralmente e con accesso dalla chiesa stessa[1].

Arciconfraternita dei SS. Agostino e Monica

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Fonti documentali attendibili fanno risalire la fondazione di questo Sodalizio all'anno 1506 ad opera di cittadini torresi della Contrada Bosco prevalentemente dediti ad attività agricole e mercantili.

Il primo insediamento congregazionale avvenne in una piccola chiesa, jus patronato della Famiglia Pisacane, localizzabile nei pressi dell’attuale Piazza Cesaro. E qui, per oltre un secolo, i confratelli seppero condurre le coscienze alla luce del Cristo ed il loro apostolato associativo alle opere di carità verso i bisognosi d’aiuto.

La grande eruzione vesuviana del 1631 rese inagibile la chiesa ed i Fratelli si dispersero. Gli Agostiniani, assai attivi nel Borgo, ove possedevano Convento e Chiesa dedicata alla Vergine del Carmelo, si attivarono per radunarli nuovamente onde ripristinare il sodalizio. Al sodalizio così riformato furono dati i medesimi capitoli e privilegi delle Congregazioni laicali dei Cinturati dei SS.Agostino e Monica.Gli Agostiniani donarono, inoltre, al sodalizio uno spazio contiguo alla Chiesa del Carmine sul quale, con le sovvenzioni dei Fratelli e le elemosine dei fedeli, venne eretto un accogliente Oratorio.

In seguito a questi avvenimenti, la Congrega riformò la Regola, assumendo la nuova titolazione che è quella di cui tuttora si fregia (1643). Le prime notizie riguardanti il riconoscimento canonico del pio Ente risalgono alla visita pastorale dell’Ecc.mo Vicario Generale, P. Gregorio Piccirillo, Agostiniano, effettuata dal 4 al 14 Luglio 1654 nelle Province meridionali. (Arch. O.A.M.).

Il secolo XVIII fu particolarmente positivo per la Confraternita che superò il numero di cento associati;documenti d’archivio (A.S.D.N.) testimoniano anche un notevole accrescimento di rendite patrimoniali impinguate da lasciti e donazioni di pii benefattori. Anche le opere di misericordia verso i fedeli defunti vennero incrementate e si costruì l’ipogeo sotto la navata dell’Oratorio.

Onde munirsi dell’indispensabile riconoscimento giuridico, come sancito dai Reali Decreti del 19 e 29 Giugno 1776, i Confratelli provvidero ad elaborare una nuova ed articolata Regola che sottoposero alla sovrana approvazione. L'atto venne ratificato con Regio Assenso del Re Ferdinando IV in data 17 Agosto 1776. Altre modifiche, comportanti anche lo spostamento della data per le adunanze dal 16 Luglio al 2 Febbraio « per la maggior commodità essendo i fratelli huomini di campagna impegnati ne’ raccolti... », risultano munite di regia approvazione del 10 Febbraio 1792.

Con la partenza degli 1785 Agostiniani nel 1785 il Convento, la Chiesa del Carmelo e l'Oratorio della Congrega vennero demoliti o inglobati nelle nuove fabbriche che le Autorità Municipali edificarono per ampliare la Chiesa dello Spirito Santo e renderla idonea come sede parrocchiale.

Durante la costruzione della Chiesa dello Spirito Santo la Confraternita rimase esclusa dal nuovo insediamento ed emarginata in un locale poco distante. I governatori, in parte minacciando azioni giudiziarie, per l’ingiusto esproprio che ritenevano di aver subito, in parte inviando ripetute suppliche al sovrano, riuscirono ad ottenere, alla fine, l’uso di un ampio vano terraneo collegato alla Parrocchia che a costo di notevoli sacrifici organizzativi e finanziari fu convertito in Oratorio e sede del Sodalizio. L’Oratorio risulta essere tuttora la sede congregazionale ed amministrativa del secolare Sodalizio.

Dopo il 1860 cessarono le operazioni di Terrasantanella cripta della Chiesa di città e l’Arciconfraternita provvide all'espletamento di tali opere di pietà versoi fedeli defunti usando aree cimiteriali di proprietà appositamente predisposte. Questo Pio Ente può vantare attestazioni, riconoscimenti e privilegi concessi dalle massime Autorità ecclesiastiche. Il Pontefice Leone XIII, con Bolla del 10 Giugno 1896, lo elevò al rango di Arciconfraternita, concedendo agli ascritti il beneficio dell’indulgenza plenaria.

Arrivando ai giorni nostri, ci preme raccontare il ruolo che oggi riveste l’Arciconfraternita dei Santi Agostino e Monica soprattutto nel rapporto con la Chiesa e con la Società a fronte degli attuali vigenti patti tra Stato e Chiesa. La nostra Arciconfraternita è un’associazione pubbliche di laici, dotata di riconoscimento giuridico civile, formata a seguito di un atto di elezione dell’autorità ecclesiastica che assegna alla Confraternita stessa una missione canonica ben specifica( canone 301 CIC ). La missione assegnata è l’insegnamento della dottrina cristiana in nome della chiesa e l’incremento del culto pubblico. Il mandato contempla, inoltre, che il Padre Spirituale della Congregazione aiuti i laici in questo impegno e ne controlli la corretta attuazione. Questo mandato fa sì che la nostra Confraternita abbia oggi, più che nel passato, ragione di esistere.

L’inarrestabile secolarizzazione - definendo con questo termine il processo degenerativo di desacralizzazione in atto nella nostra società – rende sempre più necessaria un’opera di apostolato tra gli uomini da parte di chi crede nella parola cristiana. Ricordiamo che la regola della Confraternita, anche oggi, è composta da due fini istituzionali: · il primo, su richiamato, di suscitare l’aggregazione tra i fedeli ed incrementare il culto; · il secondo di esercitare opere di carità e di pietà popolare,

Fede e Carità si esigono a vicenda. E’ nel rispetto di questi due fini che la nostra Arciconfraternita, sin dalla sua nascita, ha fondato il cammino ed in nome di esse proseguirà verso il futuro, rispettando l’esortazione alle Confraternite del Concilio Vaticano II, affinché esse siano sempre esempi di perfetta fusione tra profonda tensione religiosa ed efficace baluardo alle problematiche del sociale.

fonte

Congrega del SS. Rosario.

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Fondata nel 1664, e definita dallo statuto sociale come …adunanza di persone divote riunite…per recitare il rosario nella cappella di cui prendeva il nome, oltre all’assistenza reciproca e agli esercizi di carità, spirituali e religiosi, operava anche come “collegio funeraticium”. Ossia assicurava un luogo di sepoltura e la cura delle spoglie ai soci, anche quelli più poveri, d’altronde era ed è lo scopo associativo pure delle altre Arciconfraternite esistenti a Torre.

La congrega è ubicata affianco alla chiesa con ingresso in vico Pace. Vi si accede tramite delle scale che immette nel’oratorio tramite una porta laterale. L’ambiente, raccolto e pio, è riempito da grandi scranni rialzati, intarsiati in legno, che montati a mo’ di basso baldacchino ricoprono le pareti tutto intorno, terminando all’altezza dell’altare. Quest’ultimo è bellissimo nella sua semplicità, la pala d’altare raffigura S. Domenico, del pittore F.Bonito, in estasi vicino all’Immacolata, in capo all’altare in piccoli medaglioni rotondi sono raffigurati i Misteri del Rosario. Ma il cielo della congrega è abbellito da un meraviglioso affresco raffigurante la glorificazione della Madonna del Rosario del pittore Giuseppe Palomba.

Una pericolosa lesione orizzontale in tutta la sua lunghezza mette per il momento l’affresco in pericolo. Sono in atto interventi di consolidamento e protezione dell’ intera struttura, speriamo in un immediato futuro che la stessa venga aperta al pubblico.

Ma il motivo che rende unica questa Arciconfraternita è il luogo dove riposano le spoglie del Venerabile Servo di Dio Igniazio Iennaco, misconosciuto agli stessi torresi, ma conosciutissimo alle genti di qualche generazione precedente.


OK Parrocchia di S. Alfonso dei Liguori

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Chiesa S. Alfonso dei Liguori
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Campania
LocalitàFile:Torre Annunziata-Stemma.png Torre Annunziata
IndirizzoVia Vittorio Veneto, 28
Coordinate40°45′03.28″N 14°27′56.02″E
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareAlfonso Maria de' Liguori
DiocesiNola
Inizio costruzione1914
Completamento1953

La chiesa di Sant'Alfonso dei Liguori è un edificio di culto cattolico di Torre Annunziata, situato nel quartiere di Torre Centrale, facente parte dell'8º decanato della Diocesi di Nola.

Il terreno di circa 600 mq dove sorge la chiesa di S. Alfonso, fu acquistato dal Monsignore Agnello Prisco, all'epoca parroco della chiesa Ave Gratia Plena. Nell'agosto del 1914 fu posata la prima pietra, e l'allora Vescovo di Nola, Monsignor Agnello Renzullo, volle dedicarla ad Sant'Alfonso Maria de' Liguori.
Nell'agosto del 1926 fu elevata a Rettoria dal Vescovo di Nola, Monsignor Egisto Domenico Melchiori e successivamente elevata a parrocchia da Monsignor Michele Raffaele Camerlengo con decreto del 2 giugno 1948.
Grazie all'impegno dell'Arcivescovo di Gaeta Lorenzo Gargiulo, torrese di nascita, fu acquistato il terreno retrostante la chiesa affinché l'edificio religioso potesse espandersi. Parte del finanziamento per l'acquisto venne ricavato dal risarcimento dell'esplosione del 21 gennaio 1946, in cui andò completamente distrutta la piccola Chiesa di San Luigi del quartiere Annunziata.
Nel 1949 iniziò l'iter per la progettazione, il finanziamento e la costruzione della nuova chiesa, mentre nel 1951 don Antonio De Felice ne divenne primo parroco, grazie alla nomina del Vescovo di Nola, Monsignor Matteo Guido Sperandeo. Il terreno acquistato era di 1600 mq, che aggiunti a quelli acquistati nel 1914 portava l’area a circa 2200 mq, utili anche per ricavarne il sagrato. L'antica chiesa venne demolita e la nuova costruzione vide la posa della prima pietra il 22 ottobre 1952. Il successivo 28 marzo la chiesa fu benedetta e aperta al culto e fino al 31 marzo vi sostò la sacra immagine della Madonna della Neve patrona di Torre Annunziata.
Il 25 febbraio 1955, grazie all’offerta di 14 famiglie, furono posate le 14 stazioni della via Crucis, mentre il 1° maggio dello stesso anno fu portata l'immagine della Madonna, opera dello scultore altoatesino Giuseppe Stuflesser.
La consacrazione della Chiesa Parrocchiale avvenne l’8 ottobre 1955, il 2 giugno 1959 furono posate le 12 stelle d’oro intorno al capo della statua della Madonna, mentre il 12 marzo 1961 trovarono posto le sculture lignee del Crocifisso e dell'Addolorata, sempre ad opera di Stuflesser. Il 2 giugno 1968 furono installate le nuove campane con dispositivo elettronico e dopo il Concilio Vaticano II, furono apportate alcune modifiche ai finestroni, agli altarini laterali, ai confessionali, al battistero, all'abside, alla Cappella del Santissimo e all'aula Sancta Dei.

  1. ^ Malandrino, p. 89
  • Fioravante Meo, Salvatore Russo, Torre Annunziata Oplonti (dalle origini ai giorni nostri), Torre Annunziata, Ed. Libreria Rosati, 1995.

Collegamenti esterni

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Parrocchia di S. Maria delle Grazie e San Gennaro

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StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Campania
Località Trecase
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareMadonna delle Grazie
San Gennaro
DiocesiNapoli
Inizio costruzione1589
Completamento[[]]

La chiesa di Santa Maria delle Grazie e San Gennaro è un edificio di culto cattolico di Trecase, nella città metropolitana di Napoli, facente parte del 13º decanato dell'Arcidiocesi di Napoli.