Coordinate: 44°02′51.11″N 10°07′50.2″E

Pieve di San Vitale

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Pieve di San Vitale
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàMirteto, Massa
Coordinate44°02′51.11″N 10°07′50.2″E
Religionecattolica
TitolareSan Vitale martire
Diocesi Massa Carrara-Pontremoli

La pieve di San Vitale, situata nella frazione Mirteto del comune di Massa, è un edificio sacro situato sul monte Olivero, in posizione dominante rispetto alle valli sottostanti del fiume Frigido. Dedicata a san Vitale, è l'unica delle tre pievi massesi citate dalle fonti (pievi di Massa e di Monte Libero) pervenutaci.

Le prime testimonianze scritte sono contenute in un documento del 986 d.C., in cui, tra i vari possedimenti del vescovo di Lucca Teudigrimo nella località di Mirteto e dintorni, terreni sotto la giurisdizione della diocesi lunense, si fa riferimento anche alla pieve.

Il complesso attuale conserva le testimonianze dei numerosi lavori di ricostruzione svolti nel settecento, durante i quali è stata completamente ristrutturata e consacrata per una seconda volta (anno 1759 d.C.).

Alcuni elementi dell'edificio sacro, come la pianta basilicale a tre navate sorrette da sei colonne o la posizione dell'altare maggiore, rimandano al periodo di transizione tra lo stile architettonico della tradizione gotica e quello successivo del Rinascimento. Per questo motivo l'edificazione è ascrivibile al periodo tardo rinascimentale. La sede attuale della chiesa, secondo alcune fonti, sarebbe il risultato di un ricollocamento avvenuto tra il XVI e il XVII secolo, come dimostrerebbe la posizione anomala che occupa, sul muro del campanile, l'affresco di san Giovanni Battista[1].

La facciata, divisa in tre parti distinte, ha un unico portale d'ingresso al centro sormontato da una nicchia con statua e da un rosone. All'interno si trovano diverse opere appartenenti a periodi storici diversi: un tabernacolo raffigurante la Madonna incoronata con Bambino del Novecento, le due sculture dell'angelo e la Vergine e un'Annunciazione di fine Trecento attribuita allo scultore Antonio Pardini.[2]

Ulteriori lavori di rifacimento della copertura e delle facciate sono stati necessari dopo il terremoto che ha colpito la Lunigiana nel 1920 e, nel 1950, dopo la seconda guerra mondiale.

  1. ^ Sito informativo ”guidegratis.it”
  2. ^ Breve descrizione delle opere conservate nella pieve nel portale: provincia.ms.it [collegamento interrotto], su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 13 agosto 2010.

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