Georg Bochmann

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Georg Bochmann
SoprannomeSchorsch
NascitaZschorlau, 18 settembre 1913
MorteOffenbach am Main, 8 giugno 1973
Cause della morteAttacco di cuore
Luogo di sepolturaNeuen Friedhof, Francoforte sul Meno[1]
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Forza armataSchutzstaffel
Waffen-SS
SpecialitàSS-Totenkopfverbände
Fanteria corazzata
Unità
Anni di servizio1934-1945
GradoSS-Oberführer
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Francia
Operazione Barbarossa
Resistenza tedesca
BattaglieBattaglia di Kursk
Battaglia per il Castello di Itter
Comandante di17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen"
18. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Horst Wessel"
DecorazioniCroce di Cavaliere della Croce di Ferro con Fronde di Quercia e Spade
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Georg Heinz Bochmann (Zschorlau, 18 settembre 1913Offenbach am Main, 8 giugno 1973) è stato un generale tedesco delle Waffen-SS durante la Seconda guerra mondiale.

Bochmann nacque a Albernau, un piccolo villaggio della Sassonia al confine con la Boemia, nel 1913.[2] I suoi genitori erano lavoratori tessili di modeste possibilità. Studiò all'università di Lipzig.

Dopo essersi unito alla Gioventù Hitleriana, entrò nel partito nazista nel 1933 (nº 1907565) e nella SS-Totenkopfverbände l'anno successivo (nº 122362) e fu impiegato nel campo di concentramento di Dachau.[2] Nel 1937 venne assegnato alla "SS-Totenkopfstandarte Oberbayern".[2][3]

Seconda guerra mondiale

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Nel novembre 1939 fu promosso SS-Obersturmführer e "fu uno dei principali artefici della creazione e dell'equipaggiamento della Divisione Totenkopf, 1939-1940".[4] Nel 1940 assunse il comando di un'unità corazzata della Divisione "Totenkopf" e durante la campagna di Francia la divisione combatté a Cambrai, Arras, Dunkerque; inoltre partecipò a importanti incursioni nel sud-ovest della Francia. Per i successi riportati, Bochmann fu insignito della Croce di Ferro di seconda classe[5] e poco dopo fu promosso SS-Hauptsturmführer. La 3. SS-Panzerdivision "Totenkopf" rimase in Francia fino all'aprile 1941, quando fu trasferita a est per prepararsi all'Operazione Barbarossa.

Sul fronte orientale combatté nel Gruppo d'armate Nord, Bochmann combatté nel Baltico fino a Leningrado e fu citato per i suoi risultati a Kaunas e Daugavpils in Lettonia. Nel luglio 1941 Bochmann fu insignito della Croce di Ferro di prima classe[5] e nell'agosto 1941 la divisione raggiunse il lago Ilmen.[2]

Nel gennaio 1942 la "Totenkopf" fu trasferita al Secondo Corpo d'Armata e durante l'offensiva invernale sovietica ci fu una battaglia particolarmente cruenta a Demjansk. Quasi 100000 soldati tedeschi rimasero circondati per tre mesi e furono riforniti per lo più grazie ai lanci della Luftwaffe. Per le sue azioni, Bochmann fu insignito della Croce di Cavaliere[6] e ricevette lo Scudo di Demjansk. Il 2 aprile 1942 Bochmann fu promosso SS-Sturmbannführer.

Il 21 ottobre 1942 fu nominato comandante del 2º Battaglione motorizzato del Reggimento "Thule" della 3. SS-Panzerdivision "Totenkopf".[3] Alla fine di ottobre la divisione fu trasferita in Francia per essere riadeguata. Dopo il ritorno sul fronte orientale, Bochmann assunse il comando del 3º battaglione motorizzato e partecipò alle battaglie per Charkiv. Il 17 maggio 1943 gli fu conferita la Croce di Cavaliere con foglie di quercia.[6]

Successivamente fu nominato al comando del Reggimento Panzer della divisione; il 9 novembre 1943 fu promosso SS-Obersturmbannführer. Comandò il reggimento Panzer durante la battaglia di Kursk e le successive battaglie lungo il Mius. In seguito alle ferite riportate fu ritirato dal fronte e riportato in Germania dove fu nominato capo della Scuola per ufficiali SS ad Arolsen. Il 9 novembre 1944 fu promosso SS-Standartenführer e trasferito alla 2. SS-Panzer-Division "Das Reich". Dopo poche settimane, il 20 novembre fu frettolosamente trasferito al comando del 9º reggimento corazzato SS nella 9. SS-Panzer-Division "Hohenstaufen".[2]

Bochmann tornò a combattere solo il 2 gennaio 1945, quando fu nominato comandante della 18. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Horst Wessel".[2] Dopo un breve periodo di combattimento a ovest, la divisione fu trasferita sul fronte orientale, dove fu decimata e rapidamente circondata dall'Armata Rossa a Oberglogau. Benché ferito, Bochmann guidò con successo uno sfondamento e fu premiato con la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade[6], il Distintivo per Feriti in Oro e inoltre fu promosso SS-Oberführer il 20 aprile 1945.[4]

A poche settimane dalla fine della guerra, fu nominato comandante della 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen". Dopo essersi ritirato attraverso la Baviera, rifiutò l'ordine suicida del Generalfeldmarschall Ferdinand Schörner di attaccare le truppe alleate e per questo fu sottoposto alla corte marziale.[2][7]

In seguito avrebbe guidato le truppe SS nella battaglia per il Castello di Itter. Il 9 maggio 1945 si arrese alle truppe statunitensi nella regione di Rottach-Egern.[2]

Morì nel 1973 all'età di 59 anni per un attacco di cuore mentre si trovava lungo un affluente del Meno.[1][8]

  1. ^ a b Bochmann, Georg, su ww2gravestone.com.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Bochmann, Georg Heinz „Schorsch" (Waffen SS) - TracesOfWar.com, su www.tracesofwar.com. URL consultato il 23 luglio 2024.
  3. ^ a b Lexikon der Wehrmacht -, su www.lexikon-der-wehrmacht.de. URL consultato il 24 luglio 2024.
  4. ^ a b Ailsby, p. 17.
  5. ^ a b Thomas, p. 55.
  6. ^ a b c Scherzer, p. 227.
  7. ^ Reitlinger, p. 87.
  8. ^ (EN) Stephen Wynn, The Battle of Itter Castle, 1945, Pen and Sword Military, 30 maggio 2024, ISBN 978-1-3990-0710-8. URL consultato il 24 luglio 2024.
  • (EN) Christopher Ailsby, SS: Roll of Infamy, Londra, Brown Books, 1997, ISBN 1-897884-22-2.
  • (EN) Gerald Reitlinger, The SS : Alibi of a Nation 1922–1945, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 1981, ISBN 978-0-13-839936-8.
  • (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Militaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
  • (DE) Franz Thomas, Die Eichenlaubträger 1939–1945 Band 1: A–K, Osnabrück, Biblio-Verlag, 1997, ISBN 978-3-7648-2299-6.

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