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Falance
Falance o Falange (in greco antico: Φάλαγξ?, Phalanx) è un personaggio della mitologia greca. La storia di Falance è contenuta nei Theriaká di Nicandro, il quale la attribuisce a sua volta ad un certo "Teofilo Zenodoteo" di cui non si sa null'altro[1].
Secondo il suo racconto, Falance era un giovane ateniese, figlio di Idmone di Colofone e quindi fratello di Aracne. La dea Atena istruì Falance nell'arte marziale e Aracne in quella della tessitura e del canto: i due fratelli si unirono però in un amore incestuoso e Atena, per punirli, li trasformò in ragni o in vipere, animali che, secondo il narratore, vengono divorati dai propri figli[1][2].
Questa storia è marcatamente differente dalla versione più comunemente tramandata del mito di Aracne, quella di Ovidio, nella quale Falance non compare[1]. Il nome di Falance costituisce un doppio richiamo: il termine greco φάλαγξ indicava infatti sia la falange militare (il giovane venne addestrato nell'arte della guerra), sia una sorta di ragno[1] (va notato che, con questo vocabolo, i greci indicavano plausibilmente solo i "ragni vagabondi", che cacciano senza costruire la tela[3]; da qui deriva "falangioidi", un altro nome per indicare gli opilionidi[4]).
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marco Aurelio Marchi, Dizionario tecnico-etimologico-filologico, 1828.
- (EN) A Dictionary of Polite Literature, Or, Fabulous History of the Heathen Gods and Illustrious Heroes, Scatcherd and Letterman, 1804.
- Franco Montanari, I frammenti dei grammatici Agathokles, Hellanikos, Ptolemaios Epitethes, Walter de Gruyter, 1988.