Crassula clavata
Crassula clavata (N.E.Br., 1914) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica delle Province del Capo, in Sudafrica[2].
L'epiteto specifico clavata, ossia "a (forma di) clava", si riferisce alla forma delle foglie[3][4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]C. clavata è una pianta perenne acaule, prevalentemente solitaria anche se di rado produce dei polloni, ramificata in genere su tre steli ed in grado di raggiungere, infiorescenza esclusa, i 5 centimetri d'altezza. L'apparato radicale è di tipo fascicolato.
Le foglie carnose, se esposte a forti raggi solari, assumono una peculiare colorazione rossa e si sviluppano secondo uno schema a rosetta. Misurano tra i 15 e i 40 millimetri in lunghezza per 7–11 mm in larghezza e hanno forma da oblanceolata a obovata. Inoltre hanno un profilo biconvesso, sono generalmente glabre ma a volte presentano delle ciglia marginali.
Le infiorescenze a tirso si sviluppano, tra settembre ed ottobre, in posizione terminale e sono sorrette da un peduncolo che può raggiungere i 21 cm d'altezza, ramificato in numerose dicasia.
I fiori hanno sepali lunghi 2–3 mm, di forma lanceolata, di colore da bianco a crema e con delle ciglia sulle estremità ottuse. I petali, lunghi 3,5 mm sono fusi tra loro alla base e presentano sulle estremità delle appendici globulari[1][5][6][7][8][9].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]C. clavata è una specie endemica nelle province del Capo Settentrionale e del Capo Occidentale e, nello specifico, la si può trovare nell'area nota come Karoo Succulento, delimitata a nord dalla regione del Namaqualand. È anche presente nella macchia del fynbos sudafricano[5][10].
Cresce in fenditure tra le rocce o su terreni poco profondi, raccolti dal vento, nella cavità tra gli affioramenti di arenaria o quarzite. L'areale molto esteso e l'assenza di particolari minacce fa sì che venga considerata come una specie a rischio minimo[10].
Coltivazione
[modifica | modifica wikitesto]In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare i ristagni idrici che potrebbero uccidere la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco.
È una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 9b a 11, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 7,2 °C e comunque mai al di sotto dei -3,9 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata, ed essendo una specie di ridotte dimensioni è consigliata la coltivazione in vaso[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (LA) Royal Botanic Gardens, Kew, Diagnoses Africanae, LIX, in Bulletin of miscellaneous information, vol. 25, n. 3, Londra, H.M. Stationery Office, 1 maggio 1906, p. 107.
- ^ (EN) Crassula clavata N.E.Br., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 110, ISBN 0-521-86645-6.
- ^ (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 73, ISBN 3-540-38432-4.
- ^ a b International Crassulaceae Network - Crassula clavata, su crassulaceae.ch. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 92, ISBN 9058093239.
- ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 43, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- ^ a b (EN) Crassula clavata, su World of Succulents, 27 luglio 2018. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ Crassula clavata, su llifle.com. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ a b Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 29 dicembre 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Royal Botanic Gardens, Kew, Diagnoses Africanae, LIX, in Bulletin of miscellaneous information, vol. 25, n. 3, Londra, H.M. Stationery Office, 1 maggio 1906, p. 107.
- (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 92, ISBN 9058093239.
- (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 43, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- Gordon Rowley, Crassula. Guida alla coltivazione, traduzione di Elisabetta Oddo, Cactus & Co., 2003, ISBN 88-900511-2-4 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
- (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 110, ISBN 0-521-86645-6.
- (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 73, ISBN 3-540-38432-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Crassula clavata