Crassula barklyi
Crassula barklyi | |
---|---|
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
Ordine | Saxifragales |
Famiglia | Crassulaceae |
Sottofamiglia | Crassuloideae |
Genere | Crassula |
Specie | C. barklyi |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Crassulaceae |
Genere | Crassula |
Specie | C. barklyi |
Nomenclatura binomiale | |
Crassula barklyi N.E.Br., 1906[1] | |
Sinonimi | |
Crassula teres |
Crassula barklyi (N.E.Br., 1906) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica delle Province del Capo, in Sudafrica[2].
L'epiteto specifico barklyi è stato scelto in onore di Sir Henry Barklyi, governatore della Colonia del Capo dal 1870 al 1877 e appassionato naturalista[1][3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]C. barklyi è una pianta perenne nana a crescita lenta, con gli steli eretti, ramificati dalla base, in grado di raggiungere i 5-9 centimetri d'altezza e raccolti in piccoli gruppi. Questi steli sono interamente ricoperti da fitte foglie succulente, aderenti tra loro e impilate le une sulle altre, a formare un corpo quadrangolare, di circa 6-12 millimetri di diametro, più sottile all'apice. I rami più giovani, appena compaiono, hanno invece forma sferica. La pianta è ancorata al terreno attraverso fini radici fascicolate.
Le foglie, dall'ampia forma ovata, concave e con le estremità ottuse, misurano circa 3–5 mm in lunghezza per 5–10 mm in larghezza e sono di colore da verde a verde-bluastro, con alcune macchie di colore bronzo o verde scuro sulla pagina inferiore. Hanno un margine traslucido, largo circa 1 mm, che presenta delle minuscole ciglia con lo scopo di raccogliere l'acqua piovana e di rugiada che si deposita sulle foglie.
L'infiorescenza a capolino è cimosa, ovvero i fiori si sviluppano in posizione terminale rispetto al peduncolo, lungo circa 5 mm e parzialmente nascosto da foglie. Si sviluppa tra i mesi di giugno e di agosto e raggiunge i 7 mm di diametro.
I fiori sono privi di pedicello e generalmente di colore bianco o crema. Il calice è formato da sepali oblungo-lanceolati, lunghi 4–5 mm con estremità arrotondate e margine cigliato, di colore verde, tendente al giallo. La corolla di forma tubolare è invece composta da petali oblungo-elilttici, lunghi 9–11 mm e fusi tra loro alla base, dalle estremità ottuse e colore crema. Gli stami portano della antere di colore generalmente giallo[1][4][5][6][7][8].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]C. barklyi è endemica della Provincia del Capo Settentrionale e la si può trovare nell'area compresa tra le località Port Nolloth, sulla costa dell'Atlantico, e Vanrhynsdorp. Benché la specie sia ripartita tra sole 5 popolazioni, occupa una vasto areale con una EOO (Extent Of Occurance) di 4385 km2 e perciò, pur mancando studi completi, viene considerata una specie a rischio minimo.
È una specie autoctona del cosiddetto Karoo Succulento, anche se essendo molto apprezzata come pianta ornamentale la si può trovare coltivata in tutto il globo, ed è particolarmente diffusa su i dolci pendii delle colline che qui si trovano, ad altitudini comprese tra 50 e 500 metri. Cresce su suoli ghiaiosi, composti principalmente da quarzite, anche se la si può trovare fra più brulli affioramenti rocciosi[7][9].
Coltivazione
[modifica | modifica wikitesto]In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare i ristagni idrici che potrebbero uccidere la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco e in misura maggiore durante il periodo di crescita della pianta in primavera ed autunno.
È una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 9a a 12, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 12,8 °C e comunque mai al di sotto dei -6,7 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata, ed essendo una specie di ridotte dimensioni è consigliata la coltivazione in vaso[4][7].
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Colonia formata da giovani esemplari di C. barklyi.
-
Olotipo di C. barklyi di proprietà dei Kew Gardens, grazie al quale nel 1906 è stata classificata la specie.
-
Tavola botanica per C. barklyi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (LA) Royal Botanic Gardens, Kew, Diagnoses Africanae, XIV, in Bulletin of miscellaneous information, vol. 17, Londra, H.M. Stationery Office, 1906.
- ^ (EN) Crassula barklyi N.E.Br., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 24 dicembre 2020.
- ^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 22, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ a b (EN) Crassula barklyi (Rattlesnake Tail), su World of Succulents, 30 marzo 2016. URL consultato il 24 dicembre 2020.
- ^ (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, pp. 86-87, ISBN 9058093239.
- ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 24 dicembre 2020.
- ^ a b c Crassula barklyi, su llifle.com. URL consultato il 24 dicembre 2020.
- ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 40, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- ^ Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 24 dicembre 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Royal Botanic Gardens, Kew, Diagnoses Africanae, XIV, in Bulletin of miscellaneous information, vol. 17, Londra, H.M. Stationery Office, 1906.
- (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, pp. 86-87, ISBN 9058093239.
- (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 40, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- Gordon Rowley, Crassula. Guida alla coltivazione, traduzione di Elisabetta Oddo, Cactus & Co., 2003, ISBN 88-900511-2-4 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
- (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 22, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 14 dicembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Crassula barklyi
- Wikispecies contiene informazioni su Crassula barklyi