Indice
Acquedotto della Brévenne
Acquedotto della Brévenne Aqueduc de la Brévenne | |
---|---|
Risalita e serbatoio di fuga del sifone di Massues a Tassin-la-Demi-Lune[1] | |
Civiltà | romana |
Utilizzo | acquedotto |
Epoca | I metà del I secolo d.C. |
Localizzazione | |
Stato | Francia |
Arrondissement | Lione |
Mappa di localizzazione | |
L'acquedotto della Brévenne (in francese: aqueduc de la Brévenne) era uno degli antichi acquedotti a servizio della colonia romana di Lugdunum (odierna Lione). Fu il terzo acquedotto ad essere realizzato in questa città. Misurava 70 km di lunghezza e terminava nel quartiere di Fourvière, nell'attuale V arrondissement. Deve il suo nome al fiume dal quale le acque erano captate, la Brévenne.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'acquedotto della Brévenne fu costruito sotto il principato di Claudio[2].
Percorso
[modifica | modifica wikitesto]Il primo punto di captazione dell'acquedotto è situato ad una quota molto elevata (circa 600 m s.l.m.), nel comune di Aveize[3]. L'acquedotto è quindi situato sul lato posteriore dei monts du Lyonnais, que deve perciò aggirare sul lato nord per raggiungere la valle della Saona, dove si trova Lione.
Soluzioni tecniche adottate
[modifica | modifica wikitesto]Sifoni
[modifica | modifica wikitesto]Le valli erano attraversate su ponti, in cui la condotta era chiusa e l'acqua scorreva in pressione. La parte terminale della conduttura sul ponte era però in salita, in modo da recuperare parte dell'energia potenziale e da sfiatare l'eventuale aria che poteva accumularsi nelle condutture, danneggiandole.
Cadute
[modifica | modifica wikitesto]La pendenza media ideale dell'acquedotto doveva essere collocata attorno a 1,5 mm/m, cioè l'1,5‰. Con pendenze superiori la velocità dell'acqua rischiava di superare 1 m/s, esercitando così un'azione erosiva sulle pareti della condotta.
L'acquedotto della Brévenne partiva da un'altitudine molto elevata e la sua pendenza media era il 5‰[4]. Per i costruttori era quindi indispensabile ridurre questa pendenza. Pertanto scelsero di costruire brevi tratti orizzontali o con pendenza modesta separati da cadute verticali ottenute con pozzi. Queste cadute misuravano in altezza circa 2,3-2,5 m. Spesso, le numerose cadute formavano una sorta di scalinata idraulica, come ad esempio accadeva a Chevinay, dove l'acqua scendeva di 87 m in soli 300 m di lunghezza[4].
Portata
[modifica | modifica wikitesto]Camille Germain de Montauzan valutò che il suo apporto fosse stato il più importante dei quattro acquedotti che alimentavano Lugdunum, con una stima della portata pari a circa 28000 m3/giorno, cioè 324 L/s[5], valore tuttora considerato come la portata teorica dell'acquedotto.
Tuttavia, Jean Burdy, stando su valori più conservativi, ipotizza che la portata massima dell'opera fosse di 10000 m3/giorno (115 L/s)[6][7].
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
L'acquedotto della Brévenne a Courzieu
-
L'acquedotto della Brévenne nel Parc de l'Aqueduc a Dardilly
-
Resti del ponte-sifone delle Planches, a Ecully
-
Ricostruzione del ponte-sifone delle Planches (realizzata da M. Gabut)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Coordinate del monumento: 45°45′38.73″N 4°47′08.82″E
- ^ Camille Germain de Montauzan, Les aqueducs romains de Lyon: Étude comparée d'archéologie romaine, tesi di dottorato, Ernest Leroux Éditeur, Parigi, 1908, capitolo II, paragrafo III: De Tibère aux Flaviens. Troisième aqueduc sous Claude, pp. 26-27.
- ^ Camille Germain de Montauzan, Les aqueducs romains de Lyon: Étude comparée d'archéologie romaine, tesi di dottorato, Ernest Leroux Éditeur, Parigi, 1908, capitolo II, paragrafo IV: Tracé de l’aqueduc de La Brévenne, p. 84.
- ^ a b Jean Burdy, Les aqueducs romains de Lyon, L'Araire, Lione, 2008, ISBN 9782729706838, p. 75.
- ^ Camille Germain de Montauzan, Les aqueducs romains de Lyon: Étude comparée d'archéologie romaine, tesi di dottorato, Ernest Leroux Éditeur, Parigi, 1908, capitolo V, paragrafo II: Mesure du débit et de la distribution, p. 345.
- ^ Jean Burdy, Les aqueducs romains de Lyon, L'Araire, Lione, 2008, ISBN 9782729706838, p. 33.
- ^ Fiche signalétique de aqueduc romain (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2010). de la Brévenne, site de l'Araire, fiche extraite de l'ouvrage de M. Jean Burdy, 1993
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Jean Burdy, Les aqueducs romains de Lyon, L'Araire, Lione, 2008, ISBN 9782729706838, 136 pp.
- Camille Germain de Montauzan, Les aqueducs romains de Lyon. Étude comparée d'archéologie romaine, tesi di dottorato, Ernest Leroux Éditeur, Parigi, 1908, ASIN B001C94UG8, 496 pp.
- Sesto Giulio Frontino, De Aquis urbis Romœ, 129.
- Stéphane Ardouin, Nouvelles découvertes sur l'aqueduc de la Brévenne, in: Archéologia, n. 539, gennaio 2016, p. 18.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su acquedotto della Brévenne
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Archeolyon.araire.org. URL consultato il 7 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2013).
- L'aqueduc de la Brévenne, su fr.structurae.de.
- Principales caractéristiques de l'aqueduc de la Brévenne, su chappe.ec-lyon.fr. URL consultato il 13 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 31144647638738501173 |
---|