Augusto Hermet
Augusto Hermet (Trieste, 16 luglio 1889[1] – Fiesole, 1954) è stato uno scrittore, musicologo e saggista italiano; fu un singolare testimone di un'intera stagione culturale italiana tra le due guerre mondiali.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nasce nella Trieste ancora irredenta di fine fine '800 in una famiglia cattolica di origine armena discendente da ugonotti emigrati in Persia dopo la revoca dell'editto di Nantes e trasferitasi a Trieste alla fine del '700.[1] Edoardo, suo padre, fu giornalista, critico musicale e saggista.[2]
Augusto Hermet, terminati gli studi liceali, seguendo l'esempio di molti triestini dell'epoca, si trasferì a Firenze per seguire i corsi di Filosofia dell'Istituto di studi superiori dove ebbe come compagno il goriziano Carlo Michelstaedter; la citta toscana per entrambi rappresentava sia una mèta dello spirito che il ricongiungimento con la radice di una cultura che sentivano come propria.[1]
Qui Hermet incontrò, anche frequentando il “Caffè Le Giubbe Rosse”, personaggi come Giovanni Papini e Arturo Reghini, artisti come Ottone Rosai[N 1][3]e Giovanni Costetti[N 2][4] nonché autorevoli esponenti del cattolicesimo toscano tra cui Domenico Giuli, Piero Bargellini, Carlo Betocchi, Domenico Giuliotti, Nicola Lisi e altri ancora.[1]
In questa temperie culturale e sotto la spinta dei più diversi stimoli scrive libri, testi teatrali e saggi di varia natura; a quest'epoca dedica la “Ventura delle riviste” «...la sua opera che più ha lasciato un segno, nella quale i capitoli dedicati alle varie testate...assumono quasi lo slancio di un'epica leggendaria...»[N 3][1]
Pensiero
[modifica | modifica wikitesto]La sua filosofia, partendo dal mistico distoglie l'attenzione da ogni “incombenza quotidiana” per assumere un valore iniziatico e tendere a uno spiritualismo e ascetismo monastico. Operando una rivalutazione della carica mistica del Cristianesimo indaga sia i contrasti delle varie religioni sia le istanze che le accomunano, in cerca di una via, da lui ritenuta possibile, che le faccia convergere verso lo spiritualismo cristiano.[1]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Poesie
[modifica | modifica wikitesto]- “Il Figlio” - Seeber editore, Firenze 1912 - raccolta di versi di intonazione mistica.
Saggi musicologici
[modifica | modifica wikitesto]- “Il Crepuscolo degli Dei” di Richard Wagner, Monsalvato, Firenze 1944.
- “La Musica e il Verbo”, con prefazione di Piero Bargellini.
- “Giuseppe Verdi e la civiltà germanica” in «Giuseppe Verdi», raccolta di saggi critici a cura di “Accademia Chigiana”, Casa Editrice Ticci, Siena 1951, pp. 9-26.
Saggi di argomento religioso
[modifica | modifica wikitesto]- “Fede cristiana in un mistico indiano, Sadhu Sundar Singh“, studio e antologia, Ediz. Bilychnis. Roma 1924.
Saggi di argomento filosofico
[modifica | modifica wikitesto]- Nicolò Cusano“, Ediz. Cusano, Milano Athena 1927.
Saggi vari
[modifica | modifica wikitesto]- "Sommario autobiografico", a cura di Gloria Manghetti, Rimini, Raffaelli, 1997.
- "La ventura delle riviste (1903-1940)", Firenze, Vallecchi, 1941.
Traduzioni
[modifica | modifica wikitesto]- “Inni alla notte"“ di Novalis, traduzione dal tedesco di Augusto Hermet, Carabba editore, Lanciano 1912.
- “La musica contemporanea“ di Herbert Fleischer, traduzione dal tedesco di Augusto Hermet, Bergamo, SESA 1940.
Testi teatrali
[modifica | modifica wikitesto]- “La seconda morte di Lazzaro“ - fantasia scenica, Modena, Guanda 1930.
- “Erostrato” - fantasia scenica, Modena, Guanda 1930.
Curatele
[modifica | modifica wikitesto]- “Regole di San Bonaventura“, Paravia, Milano, 1924.
- “Regole di San Francesco“, Paravia, Milano, 1926.
- “Antologia di testi di San Bonaventura“, Lanciano, Carabba, 1928.
- “Scrittori cattolici dei nostri giorni“, antologia in collaborazione con Nicola Lisi, Edizioni Cardinal Ferrari, Milano 1930.
Archivio
[modifica | modifica wikitesto]Il Fondo Hermet Augusto, conservato presso l'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti". Gabinetto Vieusseux a Firenze contiene documentazione dal 1914 al 1928[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il museo “Novecento” di Firenze conserva un ritratto di Augusto Hermet dipinto da Ottone Rosai, anno 1941, proveniente da “Donazione Ottone Rosai”.
- ^ La "Galleria d'Arte Moderna" di Palazzo Pitti a Firenze conserva un ritratto a olio di Augusto Hermet attribuito a Giovanni Costetti.
- ^ SI tratta delle testate di otto riviste celebri ma di breve vita: Leonardo (1903 - 1907), La Voce (1908 - 1915), Lacerba (1913 - 1915), La Ronda (1919 - 1923), Il Selvaggio (1924 - 1943), Solaria (1926-1934), Il Frontespizio (1929 - 1940), Campo di Marte (1938 - 1939).
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Manghetti Gloria, Hermet Augusto, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, 1996. URL consultato il 12 gennaio 2024. - Fonte di riferimento.
- ^ francesco-hermet, su treccani.it. URL consultato il 13 gennaio 2024.
- ^ ritratto dello scrittore augusto hermet, su opacmuseicivicifiorentini.comune.fi.it. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ ritratto di augusto hermet, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ Fondo Hermet Augusto, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 15 gennaio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Hermet Augusto, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 gennaio 2024.
- francesco-hermet, su treccani.it. URL consultato il 13 gennaio 2024.
- Augusto Hermet, "Sommario autobiografico", a cura di Gloria Manghetti, Rimini, Raffaelli, 1997.
- Marino Biondi, "Hermet: epica e liturgia delle riviste", in Augusto Hermet, "La ventura delle riviste (1903-1940)", Firenze, Vallecchi, 1987, p. 7-27.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Augusto Hermet
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Augusto Hermet, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 210666352 · ISNI (EN) 0000 0000 6249 4123 · SBN RAVV016122 · BAV 495/120308 · LCCN (EN) n97861318 · GND (DE) 119422255 · BNF (FR) cb16366305r (data) · J9U (EN, HE) 987007502279505171 · CONOR.SI (SL) 256952931 |
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