Utente:Gutturu Mannu/Sandbox

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Gutturu Mannu - Parco Naturale Regionale della Sardegna

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Parco del Sulcis
Tipo di areaParco regionale
Codice EUAPnon attribuita
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniSardegna
ProvinceSud Sardegna
ComuniPula, Villa San Pietro, Siliqua, Domus De Maria, Uta, Assemini, Santadi, Capoterra, Sarroch e Teulada.
Superficie a terra19.750 km²
Provvedimenti istitutiviLegge regionale n. 20 del 2014 Regione Autonoma Sardegna.
GestoreParco di Gutturu Mannu
Sito istituzionale









Il Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu (in campidanese “grande gola”) è un’area naturale protetta della Sardegna sud-occidentale istituita nella sua forma attuale nel 2014 ed estesa 19.750 ettari. La sede del parco è sita in Santadi (SU). Esso nasce sulle ceneri del Parco Regionale del Sulcis, previsto dalla L.R.31/89 con una superficie di 68.000 ettari e mai istituito.

L'area del Parco Naturale Regionale del Gutturu Mannu si estende nel territorio di dieci Comuni della parte sud-occidentale della Sardegna: Pula, Villa San Pietro, Siliqua, Domus De Maria, Uta, Assemini, Santadi, Capoterra, Sarroch e Teulada.

Con i suoi 19.750 ettari, ricade all’interno della Zona di Conservazione Speciale ITB 041105 “Foresta di Monte Arcosu” di circa 30 mila ettari: è questa la foresta di sclerofille più estesa di tutta l’area mediterranea, caratterizzata da una continuità fisionomico-strutturale della vegetazione senza soluzione di continuità. La componente floristica appare ben rappresentata con oltre 600 taxa ed oltre 50 specie endemiche. Include tre oasi permanenti di protezione e cattura (ettari 16.642,9).

Il Parco fa parte di “Rete Natura 2000”, principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità (ZSC ITB041105, ZPS 044009).

Il parco annovera diversi aspetti interessanti:

  1. all’interno del parco si trovano infatti la riserva naturale di Monte Arcosu, appartenente al WWF Italia (World Wide Fund for Nature), e[D1]  cinque foreste demaniali (Gutturu Mannu, Is Cannoneris, Monte Nieddu, Pixinamanna, Foresta di Pantaleo)
  2. il territorio è geologicamente molto antico e ha subito numerosi cambiamenti nel corso del tempo. La morfologia del territorio è estremamente variabile e irregolare;
  3. la copertura boschiva è in buono stato di conservazione ed evoluzione. La macchia-foresta del parco del Sulcis è probabilmente il più grande paesaggio forestale di questo tipo in Europa;
  4. il parco ospita la più grande colonia di Cervo sardo (circa 2500 esemplari). L’area è inoltre popolata da popolazioni di cinghiale e di gatto selvatico. Tra i rapaci, oltre alla presenza di tre coppie di aquila reale.
  5. la vegetazione comprende diverse specie endemiche sarde o sardo-corse.

Geologia e morfologia

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Nonostante la sua eterogeneità cronologica, il massiccio del Sulcis, la cui origine risale al Paleozoico, è una delle formazioni geologiche più antiche, come dimostrano le modeste altezze dei rilievi (7-900 metri, a eccezione di alcune cime che superano di poco i 1000 metri). L'attuale morfologia è il risultato di ripetute attività di tettonica e orogenesi, affinate dall'erosione differenziale. L'area del parco è caratterizzata a ovest da rilievi moderatamente elevati, addolciti da processi erosivi e alluvionali. Al contrario, la parte orientale è caratterizzata da asprezza e impervietà, con numerosi rilievi che dominano valli strette e accidentate. Le formazioni rocciose interne sono spesso nascoste dalla vegetazione, che in questa area non è soggetta a vincoli di tipo climatico.

Per approfondire la geologie del Sulcis vi rimandiamo alla pagina: Monti del Sulcis

Valli e vie di penetrazione

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Le tre Porte del Parco trasmettono ai potenziali visitatori la consapevolezza di entrare in un territorio ben definito. La loro realizzazione avverrà secondo un’identità architettonica e di design ben precisa e coerente per trasemttere un'immagine coordinata del parco; tale corporate identity viene adoperata anche per le altre strutture del parco.

Due dei tre principali varchi di accesso saranno collocati lungo la strada provinciale SP1 che collega l’area di Macchiareddu (Comuni di Capoterra e Uta) a quella di Pantaleo (Comune di Santadi). La prima, sita presso la chiesa campestre di Santa Lucia e l’ingresso all’Oasi del WWF di Monte Arcosu, è pensata per essere facilmente raggiungibile dai turisti che arrivano da Cagliari, la zona più densamente popolata dell’intera regione, e pensata in virtù dell'importante scalo aeroportuale di Cagliari-Elmas e del terminal crociere cittadino.

La vegetazione può essere suddivisa in due zone fitoclimatiche: il Lauretum caldo, in gran parte dell’area, e il Lauretum freddo nelle zone interne e più fresche, ad altitudini di 700-1000 metri.

Nella parte occidentale del parco, le associazioni forestali presenti nell'area possono essere classificate come segue:

Nonostante il bracconaggio sia una piaga di questo territorio, grazie all’ampia area boschiva sono state preservate diverse specie animali.

La specie più interessante tra i mammiferi è il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus, endemismo sardo-corso). Specie a rischio d'estinzione, il Cervo sardo trova le condizioni per la sua sopravvivenza nelle aree protette del Sulcis, dove costituisce la popolazione più numerosa dell’isola. Negli anni Ottanta si stimava che ci fossero circa 500 esemplari, oggi il numero è in aumento e se ne contano più di 2500.

Figura anche il Daino, specie estinta in Sardegna negli anni ‘60, reintrodotta in diversi parchi dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna. Le foreste di Pixinamanna e Is Cannoneris sono abitate da popolazioni di Daino.

Il Cinghiale costituisce una delle popolazioni più numerose dell'Isola. La popolazione presente nel Sulcis è di particolare interesse dal punto di vista genetico, in quanto meno influenzata dagli incroci con razze suine selvatiche allevate allo stato brado rispetto ad altre zone della Sardegna.

Fra i piccoli mammiferi troviamo il comune Riccio, il Coniglio selvatico e la lepre sarda.

Tra i mammiferi predatori troviamo la Volpe, il Gatto selvatico, la Donnola e la Martora.

Le specie nidificanti più importanti per il parco del Gutturu Mannu sono l'Aquila reale, l'Astore (endenismo sardo) e il Falco pellegrino.

Le specie più comuni sono la poiana, il Gheppio, lo Sparviere.

Rettili e anfibi

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Il Biacco è il rettile più comune. Le altre specie sono le bisce acquatiche: la Biscia viperina e la sottospecie sardo-corsa della Biscia dal collare.

Gli anfibi più interessanti sono la comune Raganella sarda, e anche se più rari da osservare, il Discoglosso sardo e il Geotritone dell'Iglesiente.

Antropizzazione

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La parte occidentale del parco sono interessate da insediamenti stabili, coltivazioni e altre attività. Al contrario, le aree centrali e occidentali sono molto più aspre e presentano pochi insediamenti stabili.

Gli insediamenti temporanei, durati per diversi decenni a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, erano associati allo sfruttamento del sottosuolo e del soprassuolo. I resti di questi insediamenti sono la Miniera di San Leone, il centro di Pantaleo, ma soprattutto le carbonaie. Ancora oggi l'interno dei cedui e della macchia-foresta derivati dall'antica lecceta primaria sono costellati di piccole radure create dai carbonai per realizzare le carbonaie.

Raccolta dei funghi

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Il Sulcis è una delle zone più ricche di specie di funghi, alcune delle quali risultano essere di particolare pregio (Amanita caesarea, Boletus aereus, Clitocybe geotropa, Leccinum lepidum, ecc.). La scarsa propensione della popolazione alla raccolta di specie poco conosciute ha fatto sì che il patrimonio micologico si mantenesse intatto per lungo tempo, ma negli ultimi decenni, si è potuta riscontrare una crescita dell'interesse verse queste e altre specie di funghi. È probabile che in futuro questo patrimonio possa depauperarsi a causa di una insufficiente regolamentazione.

Approfondimenti

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Il logo del parco

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L’ideazione del logo del parco è stata il frutto di un percorso che ha visto l’attiva partecipazione degli studenti delle scuole delle comunità dell’area ai quali è stato chiesto di rappresentare graficamente la loro idea di parco. A partire da una moltitudine di disegni è stato, quindi, realizzato un logo che, nel rispetto delle idee degli studenti e delle caratteristiche peculiari della zona, rappresenta la chioma di un albero, costituita dall’unione di 10 moduli circolari dal bordo irregolare facenti riferimento alle 10 comunità locali incluse nell’area del parco, in cui si sviluppa una trama di rami che ricalca i sentieri che attraversano la fitta vegetazione. Alla base del logo figura, infine, la scritta “Gutturu Mannu – Parco naturale della Sardegna”.

Il  libro Libro “Immaginari condivisi: un logo per il Parco” racconta il percorso.

  • AA.VV., Sulcis (Estratto dal volume: I Parchi della Sardegna), Cagliari, Edisar, 1993, ISBN 88-86004-35-4.
  • Ignazio Camarda, et al., Ambiente naturale in Sardegna: elementi di base per la conoscenza e la gestione del territorio, Sassari, Carlo Delfino, 1986.
  • Luciano Mandas, et al., Censimento del Cervo Sardo (PDF), su Sardegna Foreste, Ente Foreste Sardegna (Regione Autonoma della Sardegna), Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia (Università di Cagliari), 2005. URL consultato il 3 giugno 2007
  • Enea Beccu, Tra cronaca e storia. Le vicende del patrimonio boschivo della Sardegna (PDF), Sassari, Carlo Delfino Editore, 2000

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  1. pagina Facebook: Gutturu Mannu. Parco Naturale della Sardegna
  2. pagina Instagram: gutturumannu_parco_naturale
  3. Pagina Twitter: Gutturu Mannu. Parco Naturale della Sardegna