Utente:Sanuksalentino/Sandbox

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Giuliano D'Elena, all'anagrafe Giuliano Chetta (Taviano, 16 marzo 1947) è un pittore, scrittore, filosofo e poeta italiano. Lo pseudonimo nacque spontaneamente come dedica d'Amore per sua moglie Elena (Elena Santantonio), volendo rappresentare il senso di appartenenza alla donna amata nello specifico, e per onorare la figura della donna come conferma di essere un sostenitore del Principio Materno dell'Esistenza.

Giuliano D'Elena nel suo studio

Fondatore della corrente pittorica e culturale denominata "Normalismo",[1] il cui "Manifesto del Normalismo" è reso effettivo in un manifesto manoscritto presentato a Taviano il 9 gennaio 1979 e poi su un pieghevole come materiale della mostra tenutasi a Casarano dall'8 al 22 dicembre 1979 ed a Taviano dal 23 dicembre al 6 gennaio 1980. Per la quarta volta fu pubblicato sul libro "Riflessioni sull'Essere".[2]

È autore tra l'altro del Vocabolario Salentino della lingua tavianese dialettale antica (1987) presente nella Biblioteca Nazionale Centrale "Vittorio Emanuele II" di Roma, nella Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, nella Kunsthistorisches Institut in Florez, nella Biblioteca della Soprintendenza Archivistica per la Puglia di Bari e nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. La seconda opera letteraria principale è il Vocabolario di Dio (2000) presente nella Biblioteca della Segreteria di Stato del Sommo Pontefice.

Giuliano D'Elena nasce da mamma Reho Lucia (Taviano, 1922 -2014), contadina di emblema moralità e dal padre Chetta Salvatore (Newark USA1915 -Taviano 1975 ), negoziante dall'esempio sublime di Onestà.

Si laurea e conclude i suoi studi pedagogico-filosofici presso l'Università del Salento, allora Università di Lecce, con la tesi sul "Singolarismo nell'arte", compendio di estetica ed esistenzialismo.

Le sue opere sono in collezioni di Gallerie d'Arte e Pinacoteche pubbliche e private, come la Pinacoteca d'Arte di Parabita dal 1982 e nella Pinacoteca Comunale d'Arte di Bari.

Molti sono stati i critici che lo hanno valorizzato come: L.C. Fontana, V Leporesini, W. Pucci-Lerch, D. P. Mandrillo, C. Franza, L. Severini, F. Russo, C. Mariani, L. Mandorino, N. Cesari, E. Marcianò, G. Albahari, E. Bonea, V. Contaldo, R. Polo, V. Balsembre, P. Colletti, M. De Marco, M. Gaetani, A. Razaq Janiua, A. Toma, G. Mastroleo, G. Pre, A. Ingrosso, A. Buono Libero, C. Occhipinti, V. Cracas, G. Sacino, C. De Judicibus, P. Valente, R. Pasca, G. Barba, G. Leopizzi, D. Ingrosso, F. Santini, S. Perdicaro, E. Ciriolo, P. Eugenio Galignano.

Dal 1975 è membro della Comunità Europea degli Artisti (C.E.A.); ha realizzato opere d'arte sacra di grandi dimensioni e molti suoi quadri sono stati scelti per illustrare le copertine di vari libri come ad esempio "Lo scomodo sogno" di Gabriella Mercuri, "Libreria Antica Roma - Il Mistero di Taviano" e "Il segreto dello scoglio - L'isola di Pazze" di Raffaele Polo, "L'uomo del cosmo" di Salvatore Palamà, "Oasi" e "Labirinto" "Il profumo della pantera" di Giorgio Barba, "L'élite 1986 selezione arte italiana" - editrice L'èlite, "Arte Contemporanea - Gli esponenti del terzo millennio 2001-2003 (Dizionario d'Arte Internazionale)" a cura di Maria Teresa Di Casola, "Antologia artistico letteraria - L'uomo e il mare 2000" a cura di Augusto Benemeglio.

L' amore per la Filosofia e la Pittura sono stati da sempre i suoi interessi  principali. Terribili prove fisiche personali da fine-vita hanno mutato completamente la visione dell'Esistenza, dal carrierismo al più concreto impegno di Solidarietà Cristiana. Infatti nella seconda fase della sua vita è intervenuta la Teologia.


Laureato in Pedagogia e Filosofia presso l'Università di Lecce, ha conseguito anche il diploma artistico. Nel 1966, ancora giovanissimo studente, ha esordito artisticamente con una scenografia sul "Giulio Cesare" al teatro Tito Schipa di Gallipoli. È uno dei maggiori rappresentanti della "neo-figurazione" esistenzialista. Dal 1975 è membro della Comunità Europea degli Artisti (C.E.A.); ideatore e Direttore della Biennale D'Arte" città di Gallipoli. .


Caratteristiche artistiche

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La figurazione di Giuliano D'Elena sembra seguire una irresistibile attrazione per il mondo contemporaneo nei suoi aspetti più codificati in modelli e leggi di comportamento. Questa particolare iconografia è resa con una pittura di estrema pulizia formale e di grande naturalezza, che sono altre qualità salienti dell'opera dell'artista. L'espressione pittorica, in lui, è portata ad esplorare scientificamente tutte le pieghe ed i meandri del realismo e della libera associazione di immagini fino a spingersi alla critica e alla rappresentazione del grottesco, il tutto visto tuttavia anche in un'ottica di ponderata riflessione. Egli spazia, con le sue rappresentazioni, tra contenuti roventi e polemici: uomini, donne, animali, tutti rientrano nella sfera della sua attenzione in un mondo di figure impregnate di ambiguità, e di assurdo. I corpi bendati, i luoghi incongrui, le mezze figure, i mezzi profili, gli sfondi irreali, i particolari nascosti sono un clamoroso ed emblematico documento di una denuncia esistenziale che va oltre i corpi, i soggetti, le cose rappresentate, per farsi simbolo di una violenza di natura esercitata dalle origini su tutti gli elementi della terra. Vi è uno stretto rapporto, nell'artista, tra concezione della vita e sua raffigurazione artistica, non essendo quest'ultima nient'altro che un tentativo per esorcizzarla e coglierla nella sua dimensione estetica. Ed è su questo rapporto che vive, pur nel variare nelle raffigurazioni, la sua coscienza pittorica.[3]

Giuliano D'Elena ha avvertito nei suoi dipinti le parentele artistiche che hanno dominato l'ultimo ventennio degli anni '70-'90. il ciclone emozionale delle sue opere è in questa situazione complessa, dove la sessualità, l'erotismo e la violenza evidenziano le tensioni interne dell'uomo contemporaneo e si avvicinano pericolosamente al punto di esplosione. le sue composizioni, scene di vita di ogni giorno, sono composte e ricomposte nella rete dei ricordi in cui si invischia la memoria dell'artista fino a ripresentarsi lucida, crudelmente nitida, e impersonale topografia del dipinto.[4]

In pittura Giuliano D'Elena evolve dal naturalismo (il famoso "Quadro dei nonni") all'iperrealismo e alla pop art americana fino a giungere all'analisi della videocrazia contemporanea. Come studioso si muove con estrema sicurezza dalla pedagogia alla filosofia fino ai più recenti contributi teologici: ne sono testimoni la compilazione di due complessi Vocabolari per la cui realizzazione sono serviti dieci anni di studi ciascuno.

Dal Naturalismo, Iperrealismo, alla Pop art americana per il Simbolismo figurativo - esistenziale

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In pittura Giuliano D'Elena evolve dal Naturalismo (1965-1968) raffigurando la vita contadina narrandola e illustrandola nel tipico "Quadro dei nonni" intitolato "Ombre crudeli" del 1967, all'iperrealismo e alla pop art americana fino a giungere all'analisi della videocrazia contemporanea. Come studioso si muove con estrema sicurezza dalla pedagogia alla filosofia fino ai più recenti contributi teologici: ne sono testimoni la compilazione dei due complessi Vocabolari sopra citati che per la cui realizzazione sono serviti dieci anni di studi ciascuno.

Il naturalismo compare inoltre con il figurativo religioso nell'opera "San Martino" di m 2,00 x3,00 presente nella chiesa madre di Taviano (1979) e con "La Pietà" di m 6,00 x 3,00 presente nella chiesa dell'Addolorata di Racale (anni 1984).

La raffigurazione pittorica del Guliano D'Elena si è spostata dall'intimismo naturalista di ciò che lo circondava all'origine fino al 1968. Dopo di che, sopraggiunta la rivoluzionaria contestazione giovanile dell'epoca ed entrato lui negli studi universitari, si è trovato coinvolto con le problematiche sociali della sua epoca. Cambiata la visione della vita e a conoscenza dell'evoluzione pittorica americana, la sua cultura ha assorbito tematiche di tutto ciò che significava emancipazione coscienziale rivolta alla condizione della donna, alla condizione operaia ed alla mancanza di equità di giustizia sociale. Quindi sono nate subito opere come "Gli indifferenti", "La vittima designata", "Le pietre di scarto", "Incontro dietro il muro", "I pensieri dell'angelo asessuato".

La videocrazia contemporanea si basa sul concetto "Il Gioco - Giogo del reale"

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Entrato nelle problematiche sociali, Giuliano D'Elena per esprimersi concettualmente, si è riferito al suo modo di intendere l'Arte ed il pensiero sull'arte. Ed è in questo momento che ha usato il Normalismo, che è la corrente culturale ed artistica che rileva la presenza di anormalità (comprese le distorsioni mentali) del vissuto quotidiano. Passando dal Reale al Virtuale, è logico che l'immagine si arricchisce di sintesi espressiva, e quindi l'autore ha avuto bisogno del Simbolismo figurativo esistenziale della pop-art americana. Ricordiamo le opere Ross del 1989 La farfalla del 1974 e L'ultima spiagga del 1990.

La corrente estetica del "Normalismo",[1] (1979- attualmente continua)

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Il pensiero estetico di Giuliano D'Elena è delineato nel "Manifesto del Normalismo" (contenuto nel volume "Riflessioni sull'essere" - 1993), e nei saggi "Il gioco-giogo del reale (la mia estetica)" - 1996) e "Il Normalismo Estetico" - 2008".

Secondo l'Autore la società delle immagini (e dell'esteriorità) in cui viviamo produce molta finzione teatralità ed artificio comportamentale. In questa recitazione totale, più o meno consapevole, da Teatro dei Pupi, si cura molto l'apparenza e poco il contenuto di un qualche vissuto vero e autentico.

L'incredibile è che tutto questo passa per normale e che chiedere di essere trasparenti è come chiedere l'anormalità.

Tutti scelgono "il gioco delle parti", rinunciando a se stessi ed alla propria identità, perché il fine di tutto è giungere al possesso di qualcosa, con qualsiasi mezzo e quindi strumentalizzando chicchessia. E' certo, dunque, che perduta la spontaneità, tutto diventa costruito, artefatto, finto, recitato e ambiguamente mediato dalla scena teatrale.

Così l'artista per produrre questa rappresentazione scenica nei suoi quadri, cerca una composizione adatta a costruire una vera e propria finzione ambientale, dentro la quale far muovere e recitare i suoi personaggi. In genere vengono utilizzate come scene veri e propri muri con parapetti (che separano un al di qua con un al di là), cortili mediterranei, oppure finestre o angoli di strada.

Il procedimento pittorico utilizzato, che continua l'immagine o parti di essa sulla cornice o sul supporto bianco incastonato alla tela, permette di far "uscire" dalla scena una delle figure della composizione e di porla in primo piano con l'atteggiamento di chi guarda (o giudica) cosa avviene all'interno del quadro.

Questo artificio permette di far "pensare" sul raffigurato, ponendo il fruitore (ovvero l'osservatore) nelle condizioni di doversi "distanziare" dal soggetto espresso: non più contemplante estraniato ma giudicante obbligato e coinvolto.

Siamo così di fronte all'arte che analizza se stessa (arte analitica), ad una scrittura nella scrittura (presenza discreta, avveduta, dissimulata, ma esistente) che produce una narrazione "truccata", scaltramente proposta come normale, dove nulla è lasciato al caso, dove ogni particolare realistico diventa essenzialmente simbolo e simulacro di vissuto e dove ogni centimetro di "apparizione" sulla scena è dosato quanto il posto in cui compare nel quadro.

Il rapporto con il Normalismo e l'espressività futura

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Il Normalismo nasce dunque dallo studio di ciò che significa "normale" nella immagine di oggi. Si parte infatti dall'idea che non ci siano più immagini formulate interiormente nell'intimismo tutto privato di una sola persona, perché la mente di questa persona riesce a partorire solo immagini di massa giungendo così alla scissione storica tra il soggetto e l'oggetto da lui stesso pensato. Il pericolo di scambiare il reale con il virtuale (a causa del continuo bombardamento di immagini cui è sottoposto l'homo videns di oggi) è quotidianamente incombente.

L'attenzione si sposta così dall'oggetto d'arte (l'opera in sè) allo studio del comportamento del soggetto di fronte all'opera stessa, che può essere considerata oggetto derivato, ottenuto o trovato, oggetto che diventa la registrazione dei segni e interventi di questo studio. In sostanza l'Artista partorisce un'immagine , ne constata l'impossibilità dell'originalità e, per poterla riconoscere come sua , interviene nuovamente su di essa materializzando segnicamente lo studio di questo intervento (cioè registra se stesso mentre interviene su se stesso).

In questo senso il Normalismo estetico (frutto di ottica mass-mediale) si presenta come la più spettacolare provocazione visiva rivolta alla psicologia del fruitore-spettatore, affinché reagisca e ponga in crisi il suo stesso modo di pensare e di osservare il mondo esterno, artatamente proposto come "normale".

Come ha rilevato l'artista in una sua intervista: "Ogni ESPRESSIVITÀ FUTURA sarà poliedrica, plurisegnica, multiculturale, mobile, e multicolorata, come vuole L' ARCOBALENO DELLA VITA".

Dipinti (lista parziale)

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La lista che segue presenta solo alcuni degli oltre 100 dipinti realizzati dall'Artista. I titoli delle opere sono stati elencati in ordine cronologico, rispettando i tre momenti artistici di evoluzione artistica e personale.

Visione critica della società e della sua evoluzione nel tempo, vista dall'esterno.

  • Ombre crudeli (Il quadro dei nonni), olio su tela, 235 × 160 cm, 1967
  • Cristo è anche una donna, olio su tela, 198 X 72 cm, 1975
  • La Farfalla, olio su tela, 150 × 120 cm, 1974
  • Colloquio dietro il muro, olio su telaccio, 160 × 90 cm, 1976
  • Ipotesi di ritratto nr. 2, olio su telaccio con legni e corde, 65 × 85 cm, 1976 Vincitore del Premio della Giuria della IV Biennale Europea - Bruxelles 1976
  • Gli indifferenti, olio su telaccio, 160 × 90 cm, 1977
  • Sala d'attesa, olio su tela, 120 × 100 cm, 1979
  • Appuntamento sotto il muro, olio su tela, 80 × 120 cm, 1981
  • L'urlo , olio su tela, 80 × 100 cm, 1984
  • Gioco del video, olio su tela, xx × yy cm, 1984
  • L'ultima spiaggia, olio su tela, 120 × 100 cm, 1990
  • L'invito, olio su tela, 110 × 110 cm, 1993
  • La madre, olio su tela, xx × yy cm, 1993
  • Uscita nr. 7, olio su tela, 100 × 120 cm, 1978
  • Bagni pubblici, olio su tela, 120 × 100 cm, 1981
  • Clandestini, olio su tela, 120 × 80 cm, 1985
  • La vittima designata, olio su telaccio, 95 × 135 cm, 1975
  • Spiaggia nr. 2, olio su tela xx x yy cm, 1982

Visione critica della società e della sua evoluzione nel tempo, vista dall'interno.

  • Lavabo, olio su tela, 120 × 80 cm, 1975
  • Interno con madre, olio su tela, 80 × 110 cm, 1984

Intimismo psicologico, visione del mondo dal punto di vista della donna-madre.

  • Sezione maternità, olio su tela, 120 × 80 cm, 1980
  • La rosa, olio su tela, xx × yy cm, 2019
  • Piscina, olio su tela, xx × yy cm, 2019
  • Volontà di essere, olio su tela, xx × yy cm, 2019

Opere letterarie pubblicate (lista parziale)

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La lista che segue presenta solo alcuni dei circa 15 opere letterarie che esprimono la sua evoluzione del pensiero filosofico cristiano. I titoli delle opere sono stati elencati in ordine cronologico.

  • Vocabolario salentino della lingua tavianese dialettare antica - (1987)
  • L'arte è mutabile ma non evolvibile - (1989)
  • Dio non è perfettissimo - (1990)
  • Riflessioni sull'essere (riflessioni filosofico-poetiche sull'arte. Dio e la società) - (1993)
  • La fede, la forza e la poesia - (1995)
  • Il gioco-giogo del reale (la mia estetica) - (1996)
  • Il Vocabolario di Dio - (2000)
  • Cristocentrismo (la Teologia della Madre) - (2006)
  • Poesie (parole di carne) - (2007)
  • Il Normalismo Estetico - (2008)
  • Relazione di coppia: crisi o evoluzione? - (2008)
  • Dichiarazioni d'Amore a Dio - (2010)
  • Il Cristianesimo nella società (scritti di sociologia contemporanea) - (2013)
  • Le distorsioni mentali del Normalismo Sociale - (2015)
  • Enciclopedia dell'esistenza - (2020 ultimazione in corso di pubblicazione)

A partire dal 2013 Giuliano D'Elena tiene una serie di incontri pubblici in seno al "Centro Studi Cristologici" da lui fondato, aperti al dialogo sui grandi temi esistenziali di oggi.

Il ricavato del "Vocabolario salentino della lingua tavianese dialettare antica" (1987) è stato devoluto interamente alla costruzione della sede dei Donatori del Sangue di Taviano. Il ricavato de "Il Vocabolario di Dio" (2000) è stato invece destinato all'istituzione del "Fondo di solidarietà: Vocabolario di Dio" tutt'oggi operante.

Oggi questi libri si trovano depositati presso la Biblioteca Pontificia di Roma, le Biblioteche Nazionali di Roma e Napoli ed all'Antica Biblioteca Ambrosiana di Milano, quest'ultima ha acquisito anche l'opera "Cristocentrismo (la Teologia della Madre)" , con grande consenso di letterati e alti esponenti della Chiesa cattolica (come Mons. Michele Pinto, Mons. Franco Buzzi, il Cardinale Gianfranco Ravasi).

"Dichiarazioni d'Amore a Dio" (2010) è stato accolto nello stesso anno dal Pontificium Consilium de Cultura del Vaticano (Diretto dal Card. Gianfranco Ravasi)

Esposizioni, premi e riconoscimenti

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  • 1977 - Premio Medaglia d'Oro Pino Pascali.
  • 1978 - (1° Premio) VII concorso "Mondo d'oggi", Terme di Angolo.
  • 1979 - 1° Premio Internazionale Samotracia, Firenze 1979.
  • 1979 - 1° Premio Promotrice Galleria d'Arte SK.
  • 1980 - Esposizione di opere su invito al Festival dei Due Mondi, Spoleto.
  • 1981 - 1° Premio Internazionale I Crociati dell'Arte, Brindisi.
  • marzo 1982 - Expo Arte Bari.
  • dal 10 al 25 aprile 1983 - III Biennale d'arte città della Spezia.
  • 1983 - Palazzo Pucci, Firenze.
  • 1983 - I segnalati Biennale '83, Promotrice Belle Arti in Torino.
  • 1984 - Galleria d'Arte Accademia di via Brera, Milano, personale dal 10 al 23 maggio.
  • 1984 - Progetto Arte, Galleria d'Arte di Palazzo Doria, Genova.

Dal 1980 l'attività pittorica s'intensifica: i suoi dipinti non si limitano più alla semplice descrizione della società, parlano del suo stato interiore, del suo modo di percepire la relazione con il pianeta e della figura che rispecchia il Principio Materno dell'Esistenza, infatti quasi tutti includono tra i soggetti la donna e donna madre.

  1. ^ a b Gli artisti per i Musei, Istituto d'Arte Contemporanea di Milano, 1991, pp. 122-123.
  2. ^ Gli artisti per i Musei, Istituto d'Arte Contemporanea di Milano, 1991, pp. 122-123.
  3. ^ Francesco Benedetto Rossi (a cura di), Gli Artisti per i Musei, Istituto d'Arte Contemporanea di Milano, 1991, pp. 122-123.
  4. ^ Carlo Franza (a cura di), Gli Artisti per i Musei, Istituto d'Arte Contemporanea di Milano, 1991, pp. 122-123.

Bibliografia e Sitologia

[modifica | modifica wikitesto]
  • Giuliano D'Elena,(1987). Vocabolario salentino della lingua tavianese dialettare antica
  • Giuliano D'Elena,(1989). L'arte è mutabile ma non evolvibile.
  • Giuliano D'Elena,(1993). Riflessioni sull'essere (riflessioni filosofico-poetiche sull'arte. Dio e la società), Edizioni “L’Uomo e il Mare”.
  • Giuliano D'Elena,(2000). Il Vocabolario di Dio.
  • Giuliano D'Elena,(2006). Cristocentrismo (la Teologia della Madre).
  • Giuliano D'Elena,(2007). Poesie (parole di carne).
  • Giuliano D'Elena,(2008). Il Normalismo Estetico.
  • Giuliano D'Elena,(2008). Relazione di coppia: crisi o evoluzione?
  • Giuliano D'Elena,(2013). Il Cristianesimo nella società (scritti di sociologia contemporanea).
  • Giuliano D'Elena,(2015).Le distorsioni mentali del Normalismo Sociale -Vocabolario salentino della lingua tavianese dialettare antica, Giemme Editori; Taviano 1987
  • https://www.giulianodelena.com/
  • Giuliano D'Elena, (1996). "Il gioco-giogo del Reale". Grafo 7 Editrice.


Voci correlate

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Altri progetti

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  • Wikidata

Collegamenti esterni

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https://www.giulianodelena.com/