Gran Premio d'Australia 1994

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Australia (bandiera) Gran Premio d'Australia 1994
564º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 16 di 16 del Campionato 1994
Data 13 novembre 1994
Nome ufficiale LIX Australian Grand Prix
Luogo Circuito di Adelaide
Percorso 3.780 km / 2.362 US mi
Circuito cittadino
Distanza 81 giri, 306.180 km/ 191.362 US mi
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Germania (bandiera) Michael Schumacher
Williams-Renault in 1:16.179 Benetton-Ford in 1:17.140
(nel giro 29)
Podio
1. Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell
Williams-Renault
2. Austria (bandiera) Gerhard Berger
Ferrari
3. Regno Unito (bandiera) Martin Brundle
McLaren-Peugeot

Il Gran Premio d'Australia 1994 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 13 novembre 1994 sul Circuito di Adelaide. Fu la sedicesima e ultima prova del mondiale 1994 e vide l'ultima vittoria di Nigel Mansell in Formula 1 che tagliò il traguardo davanti a Gerhard Berger e a Martin Brundle. Il mondiale fu vinto, per la prima volta in carriera, da Michael Schumacher su Benetton-Ford.

Pos N Pilota Costruttore/Motore Tempo Gap
1 2 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Williams-Renault 1:16.179
2 5 Germania (bandiera) Michael Schumacher Benetton-Ford 1:16.197 +0.018
3 0 Regno Unito (bandiera) Damon Hill Williams-Renault 1:16.830 +0.651
4 7 Finlandia (bandiera) Mika Häkkinen McLaren-Peugeot 1:16.992 +0.813
5 14 Brasile (bandiera) Rubens Barrichello Jordan-Hart 1:17.537 +1.358
6 15 Regno Unito (bandiera) Eddie Irvine Jordan-Hart 1:17.667 +1.488
7 6 Regno Unito (bandiera) Johnny Herbert Benetton-Ford 1:17.727 +1.548
8 27 Francia (bandiera) Jean Alesi Ferrari 1:17.801 +1.622
9 8 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle McLaren-Peugeot 1:17.950 +1.771
10 30 Germania (bandiera) Heinz-Harald Frentzen Sauber-Mercedes 1:17.962 +1.783
11 28 Austria (bandiera) Gerhard Berger Ferrari 1:18.070 +1.891
12 26 Francia (bandiera) Olivier Panis Ligier-Renault 1:18.072 +1.893
13 4 Regno Unito (bandiera) Mark Blundell Tyrrell-Yamaha 1:18.237 +2.058
14 12 Italia (bandiera) Alessandro Zanardi Lotus-Mugen-Honda 1:18.331 +2.152
15 3 Giappone (bandiera) Ukyo Katayama Tyrrell-Yamaha 1:18.411 +2.232
16 24 Italia (bandiera) Michele Alboreto Minardi-Ford 1:18.755 +2.576
17 29 Finlandia (bandiera) Jyrki Järvilehto Sauber-Mercedes 1:18.806 +2.627
18 23 Italia (bandiera) Pierluigi Martini Minardi-Ford 1:18.957 +2.778
19 9 Brasile (bandiera) Christian Fittipaldi Footwork-Ford 1:19.061 +2.882
20 25 Francia (bandiera) Franck Lagorce Ligier-Renault 1:19.153 +2.974
21 10 Italia (bandiera) Gianni Morbidelli Footwork-Ford 1:19.610 +3.431
22 11 Finlandia (bandiera) Mika Salo Lotus-Mugen-Honda 1:19.844 +3.665
23 19 Giappone (bandiera) Hideki Noda Larrousse-Ford 1:20.145 +3.966
24 31 Australia (bandiera) David Brabham Simtek-Ford 1:20.442 +4.263
25 20 Svizzera (bandiera) Jean-Denis Délétraz Larrousse-Ford 1:22.422 +6.243
26 32 Italia (bandiera) Domenico Schiattarella Simtek-Ford 1:22.529 +6.350
Vetture non qualificate
NQ 33 Francia (bandiera) Paul Belmondo Pacific-Ilmor 1:24.087 +7.908
NQ 34 Belgio (bandiera) Bertrand Gachot Pacific-Ilmor 7:40.317 +6:24.138

Alla partenza, sia Schumacher che Hill riescono a scavalcare Mansell, portandosi quindi in prima e seconda posizione; posizioni mantenute anche dopo il primo pit-stop. Al 35º giro il pilota tedesco va fuori pista alla curva East Terrace, urta il muretto con la gomma anteriore destra e danneggia la sospensione; rientrato in pista, alla curva successiva, chiude la traiettoria al sopraggiungente Damon Hill intento a superarlo, causando un contatto. La vettura di Schumacher si solleva da terra, ricade nella via di fuga e si scontra con un muretto. Il tedesco si ritira, mentre Hill tenta di continuare: raggiunge i box a fatica, ma è costretto al ritiro per via di un grave danno al braccio del quadrilatero della sospensione anteriore sinistra. Schumacher conquista, così, il suo primo titolo mantenendo il distacco di un punto in classifica piloti sul rivale Hill.

A questo punto Mansell è in testa alla gara, seguìto, a pochi secondi, dai ferraristi Berger e Alesi, che, dopo un'astuta strategia dei rifornimenti, riescono a risalire la classifica. Più distanti sono Hakkinen, Barrichello e Brundle rispettivamente in quarta, quinta e sesta posizione. Poco più tardi, Alesi è vittima di una serie di problematiche sfortunate al pit-stop che lo porteranno fuori dalla lotta per la vittoria: rientrerà in pista in nona posizione. All'ultimo pit-stop, invece, Berger riesce a stare davanti a Mansell e tra i due piloti è bagarre. Intanto Hakkinen e Barrichello subiscono penalità per eccessiva velocità nella corsia dei box e ne approfitta Brundle che si porta in terza posizione. Il duello fra Berger e Mansell continua, fino a quando il ferrarista non incappa in una breve uscita di pista che favorisce il sorpasso dell'inglese ai suoi danni. Nel finale, Hakkinen si ritira dopo un violento scontro sulle barriere causato da un problema ai freni. La gara si conclude con la vittoria di Mansell, che conquista così l'ultima delle sue 31 vittorie in carriera. Per il pilota inglese, è il primo successo dal suo ritorno in Formula 1 (non accadeva dal Gran Premio del Portogallo 1992).[1] Berger e Brundle completano il podio davanti a Barrichello, Panis e Alesi (risalito in zona punti).

Al termine della gara e del campionato lo storico Team Lotus, da tempo in crisi di risultati, lasciò la Formula 1 dopo 37 anni, tra l'altro nel peggiore dei modi, con i ritiri di Zanardi e Salo e, per la prima volta nella sua storia, con zero punti conquistati in stagione. Insieme allo storico team britannico abbandonarono la Formula 1 anche la Larrousse e i piloti Michele Alboreto, Paul Belmondo, Franck Lagorce, JJ Lehto e Christian Fittipaldi. Fu l'ultimo Gran Premio commentato dalla storica voce della Rai Mario Poltronieri.

Pos N. Pilota Costruttore/Motore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 2 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Williams-Renault 81 1:47:51.480 1 10
2 28 Austria (bandiera) Gerhard Berger Ferrari 81 +2.511 11 6
3 8 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle McLaren-Peugeot 81 +52.487 9 4
4 14 Brasile (bandiera) Rubens Barrichello Jordan-Hart 81 +1:10.530 5 3
5 26 Francia (bandiera) Olivier Panis Ligier-Renault 80 +1 Giro 12 2
6 27 Francia (bandiera) Jean Alesi Ferrari 80 +1 Giro 8 1
7 30 Germania (bandiera) Heinz-Harald Frentzen Sauber-Mercedes 80 +1 Giro 10  
8 9 Brasile (bandiera) Christian Fittipaldi Footwork-Ford 80 +1 Giro 19  
9 23 Italia (bandiera) Pierluigi Martini Minardi-Ford 79 +2 Giri 18  
10 29 Finlandia (bandiera) Jyrki Järvilehto Sauber-Mercedes 79 +2 Giri 17  
11 25 Francia (bandiera) Franck Lagorce Ligier-Renault 79 +2 Giri 20  
12 7 Finlandia (bandiera) Mika Häkkinen McLaren-Peugeot 76 Incidente 4  
Rit 24 Italia (bandiera) Michele Alboreto Minardi-Ford 69 Sospensioni 16  
Rit 4 Regno Unito (bandiera) Mark Blundell Tyrrell-Yamaha 66 Incidente 13  
Rit 20 Svizzera (bandiera) Jean-Denis Délétraz Larrousse-Ford 56 Cambio 25  
Rit 11 Finlandia (bandiera) Mika Salo Lotus-Mugen-Honda 49 Problema elettrico 22  
Rit 31 Australia (bandiera) David Brabham Simtek-Ford 49 Motore 24  
Rit 12 Italia (bandiera) Alessandro Zanardi Lotus-Mugen-Honda 40 Acceleratore 14  
Rit 0 Regno Unito (bandiera) Damon Hill Williams-Renault 35 Collisione con M.Schumacher 3  
Rit 5 Germania (bandiera) Michael Schumacher Benetton-Ford 35 Collisione con D.Hill 2  
Rit 32 Italia (bandiera) Domenico Schiattarella Simtek-Ford 21 Cambio 26  
Rit 3 Giappone (bandiera) Ukyo Katayama Tyrrell-Yamaha 19 Testacoda 15  
Rit 19 Giappone (bandiera) Hideki Noda Larrousse-Ford 18 Perdita olio 23  
Rit 10 Italia (bandiera) Gianni Morbidelli Footwork-Ford 17 Perdita olio 21  
Rit 15 Regno Unito (bandiera) Eddie Irvine Jordan-Hart 15 Testacoda 6  
Rit 6 Regno Unito (bandiera) Johnny Herbert Benetton-Ford 13 Cambio 7  
NQ 34 Belgio (bandiera) Bertrand Gachot Pacific-Ilmor    
NQ 33 Francia (bandiera) Paul Belmondo Pacific-Ilmor    

Decisioni della FIA

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Dopo una breve inchiesta, la FIA decide di non prendere provvedimenti per l'incidente tra Michael Schumacher e Damon Hill, in quanto non sono state riscontrate prove di una intenzionalità del pilota tedesco di danneggiare volontariamente il suo rivale.[2]

Polemiche dopo la gara

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Sono subito esplose accese discussioni sul contatto tra i due protagonisti del Mondiale. Molte sono state le prese di posizione al riguardo: la stampa d’oltremanica non ci sta, parlando apertamente di un furto ai danni di Hill e con titoli eloquenti (“Schumacher campione o furbone?” – “Hill derubato dalla guida sporca di Schumacher“); Sir Frank Williams dice che avrebbe odiato vincere in quel modo, mentre per John Watson è stato un colpo d’esperienza, altro che incidente casuale.

Dall’altra parte della barricata, Schumacher si difende, affermando di non aver causato l’incidente volontariamente:

«Non è stata certamente una bella conclusione, non sono riuscito a controllare la vettura. In quel momento ero così preso dai miei problemi che non ho guardato lo specchietto e quando ho visto sopraggiungere Hill era ormai troppo tardi. Mi avrebbe potuto sorpassare più avanti, sfruttando la situazione.»

Anche la Bild difende a spada tratta il primo campione del mondo tedesco di F1 della storia, bollando come pura invidia le critiche inglesi. Nei giorni successivi sia Hill che Patrick Head accusarono Schumacher di aver causato l'incidente deliberatamente per assicurarsi il mondiale.

Caustico come al solito Flavio Briatore:

«Sicuro che Michael l’ha visto. Ma chi ha perso il Mondiale è Damon. Se avesse visto che Michael era in difficoltà, alzava il piede dall’acceleratore e passava. Per cui non ha meritato il titolo.»

  1. ^ Gran Premio d'Australia 1994: L'ultimo Ruggito del Leone [collegamento interrotto], su magazinef1.blogspot.it. URL consultato il 15 gennaio 1994.
  2. ^ Storia della Formula 1: il contatto tra Schumacher e Hill che decise il Mondiale 1994, su racing.blogosfere.it, 17 maggio 2008. URL consultato il 15 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1994
 

Edizione precedente:
1993
Gran Premio d'Australia Edizione successiva:
1995
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