Crossostephium chinense
Crossostephium chinense | |
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Crossostephium chinense | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
clade | Asian-southern African grade |
Sottotribù | Artemisiinae |
Genere | Crossostephium Less., 1831 |
Specie | C. chinense |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Astereae |
Genere | Crossostephium |
Specie | C. chinense |
Nomenclatura binomiale | |
Crossostephium chinense (L.) Makino, 1906 |
Crossostephium chinense (L.) Makino, 1906 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (clade Asian-southern African grade) e sottotribù Artemisiinae. Crossostephium chinense è anche l'unica specie del genere Crossostephium Less., 1831.[1][2][3][4]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Crossostephium) deriva da due parole greche "κρόσσος" (króssos) che significa "frangia" o "ciuffo di capelli" e "στέφανος" (stéphanos) che significa "corona" o "ghirlanda".[5] L'epiteto specifico ( chinense) indica l'areale d'origine (Cina) della specie.[6]
Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Carl Linnaeus (1707-1778) e Tomitarô Makino (1862-1957) nella pubblicazione " Botanical Magazine. [Shokubutsu-gaku zasshi]. Tokyo" ( Bot. Mag. (Tokyo) 20(229): 33) del 1906.[7] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Christian Friedrich Lessing (1809-1862) nella pubblicazione " Linnaea; Ein Journal für die Botanik in ihrem ganzen Umfange. Berlin" (Linnaea 6(2): 220 ) del 1831.[8]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Portamento. Le specie di questa voce è arbustiva. L'indumento è pubescente/tomentoso per peli medifissi.[9][10][11][12][13][4][14]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta e molto ramosa. Altezza media: 10 - 40 cm.
Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno e sessile con lamina strettamente spatolata/oblanceolata. All'apice sono presenti dei piccoli lobi o sono intere. La consistenza è succulenta. Dimensione delle foglie: 2 - 4 × 0,4 - 0,5 cm.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da piccoli e rotondi capolini raccolti in racemi o panicoli frondosi. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo disciforme. I capolini sono formati da un involucro, con forme emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (qui assenti) e fiori del disco. Le brattee, quelle interne sono largamente scariose ai margini (tomentose e erbacee quelle esterne), sono disposte in modo più o meno embricato su 3 serie. Il ricettacolo, emisferico, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Diametro dei capolini: 7 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
- fiori del raggio (esterni): sono assenti e sono sostituiti da una sola riga di fiori femminili tubulari con 2 - 3 evidenti lobi punteggiati da ghiandole;
- fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi (o funzionalmente maschili).
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[15]
- Corolla: solo fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore in genere è giallo.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi e sottili; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[16] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Normalmente le antere sono ottuse alla base con appendici oblunghe. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è più o meno liscio.
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma obovoide con 5 deboli coste; l'apice (pseudopappo) in genere è arrotondato con una corona lacerata con piccole scaglie. Il pericarpo può possedere delle cellule mucillaginifere, mentre le sacche di resina sono assenti.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[10][11]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La specie di questa voce è distribuita in Cina e aree subtropicali.[3]
Sistematica
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][12][13]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]l gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Crossostephium (insieme alla sottotribù Artemisiinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[4].
Da un punto di vista filogenetico il genere Crossostephium occupa, nell'ambito della sottotribù, una posizione più o meno centrale e insieme ai generi Neopallasia, Artemisia, Picrothamnus e Sphaeromeria fa parte del "Artemisia Group".[4] In precedenza era descritto all'interno del subg. Pacifica C.R. Hobbs & B.G. del genere "Artemisia".[20]
I caratteri distintivi della specie Crossostephium chinense sono:[13]
- i capolini sono del tipo disciforme con una riga esterna di fiori femminili;
- il polline è liscio;
- l'apice degli acheni è provvisto di una corona o piccole scaglie.
Il numero cromosomico della specie è: 2n = 18.[13]
In base all'"orologio molecolare" questa specie ha iniziato a divergere tra 2 e 1 milioni di anni fa insieme ai generi Mausolea , Turaniphytum , Elachanthemum, Neopallasia, Artemisia e Picrothamnus.[4]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]
- Absinthium chinense (L.) DC.
- Artemisia chinensis L.
- Tanacetum chinense (L.) A.Gray ex Maxim.
- Chrysanthemum artemisioides (Less.) Kitam.
- Crossostephium artemisioides Less.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ Nesom 2020.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ a b c d e Oberprieler et al. 2022.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ a b Judd 2007, pag.517.
- ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 644.
- ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 359.
- ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Musmarra 1996.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
- ^ Jiao et al. 2023, pag.873.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Jennifer R. Mandel, Rebecca B. Dikow, Carolina M. Siniscalchi, Ramhari Thapa, Linda E. Watson and Vicki A. Funk, A fully resolved backbone phylogeny reveals numerous dispersals and explosive diversifications throughout the history of Asteraceae, in PNAS, vol. 116, n. 28, 2019, pp. 14083-14088.
- Caifei Zhang, Chien-Hsun Huang, Mian Liu, Yi Hu, Jose L. Panero, Federico Luebert, Tiangang Gao, Hong Ma, Phylotranscriptomic insights into Asteraceae diversity, polyploidy, and morphological innovation, in JIPB, vol. 63, n. 7, 2021, pp. 1273-1293.
- Christoph Oberprieler; Alisha Töpfer; Marco Dorfner; Miriam Stock; Robert Vogt, An updated subtribal classification of Compositae tribe Anthemideae based on extended phylogenetic reconstructions, in Willdenowia, vol. 52, n. 1, 2022, pp. 117-149.
- Bohan Jiao et al., Phylogenomics and morphological evolution of the mega-diverse genus Artemisia (Asteraceae: Anthemideae): implications for its circumscription and infrageneric taxonomy, in Annals of Botany, vol. 131, 2023, pp. 867-883.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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- Wikispecies contiene informazioni su Crossostephium
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Crossostephium chinense Royal Botanic Gardens KEW - Database
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