Jean-François Salgues de Valdéries de Lescure

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Jean-François Salgues de Valdéries de Lescure (Lescure-d'Albigeois, 1º gennaio 1644Châteauroux, 23 maggio 1723) è stato un vescovo cattolico francese, a capo della diocesi di Luçon dal 1753 al 1772.

Nacque nel castello di famiglia di Lescure vicino ad Albi[1], figlio del barone de Lescure e di sua moglie Anne de Caylus.

Il 15 dicembre 1660, all'età di 16 anni, entrò nel seminario di Saint-Sulpice a Parigi. Conseguì il dottorato in teologia il 17 maggio 1675. Assegnato per la prima volta a una parrocchia nel 1678, divenne superiore della comunità di Mont-Valérien e capo delle missioni per la conversione dei calvinisti della Cevenne. Assegnato poi al vescovado di Albi, divenne insegnante di teologia, penitenziere e infine vicario generale. Partecipò all'Assemblea del clero del 1682.

Fu nominato vescovo di Luçon nel 1699, confermato in ottobre e consacrato in novembre nella cappella del palazzo arcivescovile di Parigi dall'arcivescovo[2].

Fu in seguito alla pubblicazione congiunta nel 1710 con il suo amico e vicino, il vescovo di La Rochelle Étienne de Champflour di «ordinanze e riflessioni pastorali» ostili alle Réflexions Morales di Pasquier Quesnel, che iniziarono in Francia le controversie all'origine della bolla Unigenitus Dei Filius dell'8 settembre 1713[3].

Lescure ampliò il seminario e l'ospedale e costruì il maniero vescovile di Château-Roux, a La Réorthe, dove morì il 23 maggio 1723 mentre il conflitto divideva l'episcopato francese.

  1. ^ Il casato di Lescure, il cui nome originale era Salgues, prende la sua successiva denominazione dal castello di Lescure, che aveva il titolo di baronia. Il vescovo porta anche il nome di Valderies, dipendenza della baronia assegnata ai cadetti di questa famiglia che si stabilì nel Poitou quando un nipote del vescovo vi si sposò nel 1714.
  2. ^ Armand Jean, Les évêques et les archevêques de France depuis 1682 jusqu'à 1801, Paris et Mamers, 1891, p. 130.
  3. ^ Louis Bertrand, Bibliothèque sulpicienne, ou Histoire littéraire de la Compagnie de Saint-Sulpice, 1825, pp. 132.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN51763152 · ISNI (EN0000 0000 5172 793X · BNF (FRcb12344683x (data)