Diocesi di Ascoli Piceno
Diocesi di Ascoli Piceno Dioecesis Asculana in Piceno Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Fermo | ||
Regione ecclesiastica | Marche | ||
Arcivescovo (titolo personale) | Gianpiero Palmieri | ||
Vescovi emeriti | Giovanni D'Ercole, F.D.P. | ||
Presbiteri | 91, di cui 67 secolari e 24 regolari 1.128 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 24 uomini, 90 donne | ||
Diaconi | 13 permanenti | ||
Abitanti | 104.410 | ||
Battezzati | 102.730 (98,4% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 840 km² | ||
Parrocchie | 70 | ||
Erezione | IV secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Sant'Emidio | ||
Santi patroni | Madonna delle Grazie Sant'Emidio | ||
Indirizzo | Piazza Arringo 10/c, 63100 Ascoli Piceno, Italia | ||
Sito web | www.diocesiascoli.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi di Ascoli Piceno (in latino Dioecesis Asculana in Piceno) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2022 contava 102.730 battezzati su 104.410 abitanti. È retta dall'arcivescovo (titolo personale) Gianpiero Palmieri.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]La diocesi picena si estende su 2 province e 2 regioni italiane, per un totale di 22 comuni.
- In provincia di Ascoli Piceno nelle Marche comprende per intero i territori dei comuni di Acquasanta Terme, Appignano del Tronto, Arquata del Tronto, Ascoli Piceno, Castel di Lama, Castorano, Colli del Tronto, Folignano, Maltignano, Monsampolo del Tronto, Montegallo, Offida, Spinetoli e Venarotta; e in parte i territori dei comuni di Castignano, Comunanza, Force, Palmiano, Roccafluvione e Rotella.[1]
- In provincia di Teramo in Abruzzo comprende l'intero territorio del comune di Ancarano e la quasi totalità di quello di Valle Castellana[2].
Sede vescovile è la città di Ascoli Piceno, dove si trova la cattedrale di Sant'Emidio.
Vicarie e parrocchie
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio copre un'estensione di 840 km² ed è suddiviso in 70 parrocchie, raggruppate in 6 vicariati:
- Città di Ascoli
- Vallata del Tronto
- Offida
- Marino del Tronto
- Acquasanta
- Ascensione-Fluvione.
Istituti religiosi
[modifica | modifica wikitesto]Questi gli istituti religiosi presenti in diocesi:
Istituti religiosi maschili
[modifica | modifica wikitesto]- Ordine dei frati minori
- Ordine dei frati minori conventuali
- Ordine dei frati minori cappuccini
- Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
Istituti religiosi femminili
[modifica | modifica wikitesto]- Monache benedettine
- Monache camaldolesi
- Suore adoratrici del Sangue di Cristo
- Suore ancelle francescane del Buon Pastore
- Suore di Santa Marta
- Suore oblate del Santissimo Redentore
- Suore ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù
- Suore pie operaie dell'Immacolata Concezione
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione, la diocesi ascolana risale al IV secolo e la sua fondazione è legata alla vita e alla memoria del santo protovescovo Emidio, martirizzato durante l'impero di Diocleziano e patrono della diocesi. Benché la Passio di questo santo sia tardiva (XI-XII secolo) e pone problemi di carattere storico e cronologico con evidenti anacronismi, il culto nei suoi confronti precede di molto la stesura della sua biografia, attestato nel Piceno e in Sabina già nell'VIII secolo.[3]
Il primo vescovo noto di Asculum è Lucenzio che fece parte del gruppo di prelati inviati a Costantinopoli e che, in qualità di legati pontifici, rappresentarono il papa Leone I al concilio di Calcedonia del 451. Dopo Lucenzio, le fonti attestano la presenza di Felice al concilio romano indetto da papa Agatone nel 680 per condannare l'eresia monotelita.
La serie episcopale si fa più continua e certa a partire dalla seconda metà del X secolo. Nell'XI secolo in due occasioni Ascoli accolse i papi Vittore II e Urbano II; quest'ultimo accordò nel 1091[4] al capitolo dei canonici della cattedrale il diritto di eleggere il vescovo ascolano, che era immediatamente soggetto alla Santa Sede. Il diritto di elezione fu revocato, a favore della Santa Sede, nel 1343.
Intorno all'anno 1000 i vescovi di Ascoli assunsero anche il potere civile e nel 1150 il vescovo Presbitero ottenne a Norimberga il titolo di principe d'Ascoli dall'imperatore Corrado III.
A partire dall'VIII secolo i benedettini fondarono numerosi monasteri nel territorio della diocesi ascolana. Molti di questi ottennero in seguito l'esenzione dalla giurisdizione episcopale, venendosi così a creare delle enclavi sottratte all'autorità vescovile. In particolare dall'abbazia di Farfa dipendevano diversi villaggi tra cui Offida, Montalto, Castignano e Cossignano. Questo, oltre a limitare l'estensione della diocesi ascolana, portò a inevitabili e annosi conflitti tra vescovi e abati. Nel corso del XIII secolo arrivarono in diocesi anche i francescani, i domenicani e gli agostiniani.
Il 15 gennaio 1458 fu istituito ad Ascoli il primo Monte di pietà della storia, per opera del beato Domenico da Leonessa.
Tre vescovi ascolani, Filos Roverella, Lattanzio Roverella e Pietro Camaiani, presero parte al concilio di Trento. Il Camaiani (1566-1579) fu il primo che si impegnò attivamente per l'attuazione dei decreti tridentini di riforma: indisse una visita pastorale alla diocesi (1567), organizzò un sinodo diocesano (1568) e fondò il seminario vescovile (1571).
Nel 1571 e nel 1586 la diocesi cedette porzioni del suo territorio, tra cui la giurisdizione sull'abbazia di Santa Maria in Montesanto, a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Ripatransone e di Montalto. Contestualmente ritornò sotto l'immediata giurisdizione vescovile il territorio di Offida, sottratto agli abati di Farfa.
Durante l'episcopato di Sigismondo Donati, papa Paolo V concesse nel 1614 ai canonici della cattedrale ascolana la facoltà di liberare, nel giorno festivo di Sant'Emidio, un prigioniero, purché non reo di fatti gravissimi, quali l'eresia, la lesa maestà, la falsificazione delle monete e l'omicidio.[5]
Tra i successivi vescovi ascolani si ricordano Giovanni Andrea Archetti, che preferì l'esilio piuttosto che sottoscrivere l'atto di giuramento al governo repubblicano francese; Carlo Belgrado, che nel 1857 accolse ad Ascoli la visita di papa Pio IX; e Ambrogio Squintani, che riuscì ad ottenere dai Tedeschi e dalle Forze alleate, durante la seconda guerra mondiale, che Ascoli fosse dichiarata «città aperta», salvandola così da rovinosi bombardamenti.
Il 28 aprile 1961, con la lettera apostolica Ex quo, papa Giovanni XXIII dichiarò la Madonna delle Grazie e sant'Emidio patroni della diocesi.[6]
Il 25 ottobre 1965 la diocesi ascolana cedette il territorio di Amatrice e di Accumoli alla diocesi di Rieti.[7] Inoltre il 17 novembre dello stesso anno acquisì il comune di Monsampolo del Tronto dalla diocesi di Teramo, cedendole in cambio le parrocchie di Macchia da Sole e di Leofara, frazioni del comune di Valle Castellana.[8]
L'11 marzo 2000 la diocesi perde la sua secolare indipendenza ed entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Fermo.
Il 4 ottobre 2016 la diocesi, colpita dal terremoto, ha ricevuto la visita pastorale di papa Francesco.
Dal 2 maggio 2024 è unita in persona episcopi alla diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto.
Cronotassi dei vescovi
[modifica | modifica wikitesto]Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
- Sant'Emidio † (inizio IV secolo)
- Claudio ? † (menzionato nel 359)[9]
- Lucenzio † (prima del 451 - dopo il 452)[10]
- Quinziano ? † (menzionato nel 483 ?)[11]
- Epifanio ? † (menzionato nel 536)[12]
- Felice † (menzionato nel 680)
- Oderisio (Auderis) † (menzionato nel 777)[13]
- Giustolfo (Justolfo) † (prima del 781[14] - dopo il 798/799)
- Picco (Ricco ?) † (menzionato nell'844)[15]
- Teuderado † (menzionato nell'853)[15]
- Arpaldo † (menzionato nell'879)[16]
- Giovanni I † (menzionato nell'887)
- Maurizio † (menzionato nell'897)
- Cliel. (Guglielmo ?) † (menzionato nel 900 circa)
- Filero † (menzionato nel 925)
- Alperino (o Elperino) † (prima del 942 circa - dopo il 968)
- Adamo † (dopo il 985 - dopo giugno 996)[17]
- Ugone † (menzionato nel febbraio 998)[17]
- Emmone † (prima del 1003 circa - dopo il 1035)[18]
- Bernardo I † (menzionato nel 1037)[19]
- Bernardo II † (prima di luglio 1045 - dopo gennaio 1069 deceduto)[20]
- Stefano † (menzionato a settembre 1069)[17]
- Giovanni II † (prima di ottobre 1071 - dopo il 1090)[21]
- Alberico † (prima del 1098 - dopo il 1125)[17]
- Presbitero † (prima del 1131 - dopo il 1165)
- Trasmondo † (prima del 1177 - dopo ottobre 1179)
- Gisone † (menzionato nel 1181)
- Rinaldo I † (prima del 1185 - dopo il 1198)[22]
- Rinaldo II † (menzionato a giugno 1208)
- Pietro I † (prima di novembre 1209 - 1222 deceduto)
- Altegruno † (menzionato il 31 maggio 1222)
- Nicolò I † (8 febbraio 1224[23] - dopo il 1226)
- Pietro II † (1228 - ?)
- Marcellino Albergotti Beltrami † (1230 - 16 agosto 1236 nominato vescovo di Arezzo)
- Matteo † (menzionato ad agosto 1238)
- Teodorino o Teodino † (prima di aprile 1240 - 1259 deceduto)
- Rinaldo III, O.S.B. † (12 febbraio 1259 - circa 1285 deceduto)
- Buongiovanni, O.F.M. † (13 dicembre 1285 - dopo il 1304 deceduto)
- Boninsegna † (9 maggio 1312 - ? deceduto)
- Rinaldo IV † (26 maggio[23] 1317 - 1343 deceduto)
- Isacco Bindi, O.S.B. † (21 aprile 1344 - 10 maggio 1353 nominato vescovo dell'Aquila)
- Paolo Rainaldi † (10 maggio 1353 - 15 gennaio 1356 nominato vescovo dell'Aquila)
- Isacco Bindi, O.S.B. † (15 gennaio 1356 - 7 luglio 1358 deceduto) (per la seconda volta)
- Enrico da Sessa † (12 ottobre 1358 - 19 dicembre 1362 nominato vescovo di Brescia)
- Vitale da Bologna, O.S.M. † (19 dicembre 1362 - 21 luglio 1363 nominato vescovo di Chieti)
- Agapito Colonna † (21 luglio 1363 - 22 ottobre 1369 nominato vescovo di Brescia)
- Giovanni Acquaviva † (22 ottobre 1369 - 20 dicembre 1374 nominato arcivescovo di Amalfi)
- Pietro Torricella † (20 dicembre 1374 - 1385 deceduto)
- Antonio Arcioni † (6 febbraio 1387 - 10 ottobre 1390 nominato vescovo di Arezzo)
- Tommaso Pierleoni † (10 ottobre 1390 - 12 luglio 1391 nominato vescovo di Jesi)
- Pietro IV † (1391 - dopo settembre 1396)
- Benedetto Pasquarelli, O.E.S.A. † (6 aprile 1397 - 23 ottobre 1399 nominato vescovo di Castellaneta)[24]
- Antonio Arcioni † (1399 - 12 giugno 1405 dimesso) (per la seconda volta)
- Marco Leonardo Fisici † (12 giugno 1405 - 22 gennaio 1406 nominato vescovo di Fermo)
- Giovanni di Fermo † (22 gennaio 1406 - 20 giugno 1412 nominato antivescovo di Fermo)
- Nardino Dalmonte (Vanni) † (1412 - 1419 deceduto)
- Pietro Ferretti (Liberotti) † (11 settembre 1419[25] - 1422 deceduto)
- Paolo Alberti, O.F.M. † (19 ottobre 1422 - circa 1438 deceduto)
- Pietro Sforza, O.F.M. † (20 giugno 1438 - 1442 deceduto)
- Valentino da Narni † (28 gennaio 1442 - 1447 deceduto)
- Angelo Capranica † (5 maggio 1447 - 25 settembre 1450 nominato vescovo di Rieti)
- Francesco Monaldeschi † (25 settembre 1450 - 1461 deceduto)
- Pietro Della Valle † (24 aprile 1461 - 12 novembre 1463 deceduto)
- Prospero Caffarelli † (11 dicembre 1463 - 14 febbraio 1500 deceduto)
- Giuliano Cesarini † (14 febbraio 1500 - 1º maggio 1510 deceduto) (amministratore apostolico)
- Lorenzo Fieschi † (24 maggio 1510 - 15 ottobre 1512 nominato vescovo di Mondovì)
- Girolamo Ghinucci † (16 ottobre 1512 - 30 luglio 1518 dimesso)
- Giulio Medici † (30 luglio 1518 - 3 settembre 1518 dimesso, poi eletto papa con il nome di Clemente VII) (amministratore apostolico)
- Filiasio Roverella † (3 settembre 1518 - 1552 deceduto)
- Lattanzio Roverella † (26 settembre 1552 - 1566 deceduto)
- Pietro Camaiani † (7 ottobre 1566 - 27 luglio 1579 deceduto)
- Nicolò Aragona † (3 agosto 1579 - luglio 1586 deceduto)
- Girolamo Bernerio, O.P. † (22 agosto 1586 - 7 gennaio 1605 dimesso)
- Sigismondo Donati † (7 gennaio 1605 - 19 novembre 1641 deceduto)
- Giulio Gabrielli † (10 febbraio 1642 - 30 gennaio 1668 nominato cardinale vescovo di Sabina)
- Giulio Gabrielli † (30 gennaio 1668 - 12 marzo 1668 dimesso) (amministratore apostolico)
- Filippo Monti † (2 giugno 1670 - 24 dicembre 1680 deceduto)
- Sede vacante (1680-1685)
- Giuseppe Fadulfi † (15 gennaio 1685 - 6 febbraio 1699 deceduto)
- Giovanni Giuseppe Bonaventura † (5 ottobre 1699 - dicembre 1709 deceduto)
- Giovanni Gambi † (10 marzo 1710 - maggio 1726 deceduto)
- Gregorio Lauri † (31 luglio 1726 - 3 marzo 1728 dimesso)
- Tomaso Marana, O.S.B.Oliv. † (8 marzo 1728 - 7 febbraio 1755 deceduto)
- Pietro Paolo Leonardi † (17 marzo 1755 - 21 o 23 giugno 1792 deceduto)
- Sede vacante (1792-1795)
- Giovanni Andrea Archetti † (1º giugno 1795 - 2 aprile 1800 nominato cardinale vescovo di Sabina)
- Giovanni Andrea Archetti † (2 aprile 1800 - 5 novembre 1805 deceduto) (amministratore apostolico)
- Giovanni Francesco Capelletti † (26 agosto 1806 - 9 dicembre 1831 deceduto)
- Gregorio Zelli, O.S.B. † (2 luglio 1832 - 28 febbraio 1855 deceduto)
- Carlo Belgrado † (28 settembre 1855 - 25 gennaio 1860 dimesso[26])
- Elia Antonio Alberani, O.C.D. † (23 marzo 1860 - 8 maggio 1876 deceduto)
- Amilcare Malagola † (26 giugno 1876 - 21 settembre 1877 nominato arcivescovo di Fermo)
- Bartolomeo Ortolani † (21 settembre 1877 - 7 maggio 1910 deceduto)[27]
- Apollonio Maggio † (13 maggio 1910 - 22 ottobre 1927 deceduto)
- Ludovico Cattaneo † (6 luglio 1928 - 10 luglio 1936 deceduto)
- Ambrogio Squintani † (21 settembre 1936 - 17 dicembre 1956 dimesso[28])
- Marcello Morgante † (16 febbraio 1957 - 13 aprile 1991 ritirato)
- Pier Luigi Mazzoni † (13 aprile 1991 - 12 febbraio 1997 nominato arcivescovo di Gaeta)
- Silvano Montevecchi † (30 agosto 1997 - 27 settembre 2013 deceduto)[29]
- Giovanni D'Ercole, F.D.P. (12 aprile 2014 - 29 ottobre 2020 dimesso)[30]
- Gianpiero Palmieri, dal 29 ottobre 2021
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]La diocesi nel 2022 su una popolazione di 104.410 persone contava 102.730 battezzati, corrispondenti al 98,4% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1905 | ? | 120.210 | ? | 221 | 206 | 15 | ? | ? | 126 | 167 | |
1950 | 139.000 | 140.000 | 99,3 | 228 | 181 | 47 | 609 | 19 | 320 | 170 | |
1959 | 124.000 | 124.000 | 100,0 | 221 | 177 | 44 | 561 | 43 | 330 | 172 | |
1970 | 103.103 | 103.233 | 99,9 | 192 | 153 | 39 | 536 | 43 | 250 | 146 | |
1980 | 103.000 | 105.340 | 97,8 | 167 | 133 | 34 | 616 | 37 | 214 | 148 | |
1990 | 103.000 | 104.814 | 98,3 | 145 | 109 | 36 | 710 | 37 | 174 | 70 | |
1999 | 106.772 | 106.896 | 99,9 | 127 | 99 | 28 | 840 | 30 | 146 | 70 | |
2000 | 106.777 | 106.952 | 99,8 | 125 | 98 | 27 | 854 | 1 | 29 | 144 | 70 |
2001 | 106.960 | 107.156 | 99,8 | 121 | 97 | 24 | 883 | 3 | 25 | 145 | 70 |
2002 | 107.116 | 107.376 | 99,8 | 122 | 96 | 26 | 878 | 4 | 28 | 143 | 70 |
2003 | 107.160 | 107.434 | 99,7 | 122 | 97 | 25 | 878 | 5 | 27 | 146 | 70 |
2004 | 107.196 | 107.486 | 99,7 | 116 | 92 | 24 | 924 | 5 | 26 | 144 | 70 |
2006 | 107.096 | 107.433 | 99,7 | 114 | 90 | 24 | 939 | 4 | 26 | 138 | 70 |
2012 | 106.512 | 107.503 | 99,1 | 111 | 84 | 27 | 959 | 7 | 29 | 122 | 70 |
2015 | 106.352 | 107.627 | 98,8 | 99 | 72 | 27 | 1.074 | 7 | 29 | 120 | 70 |
2018 | 105.063 | 106.723 | 98,4 | 94 | 68 | 26 | 1.117 | 10 | 27 | 117 | 70 |
2020 | 103.384 | 105.095 | 98,4 | 102 | 77 | 25 | 1.013 | 12 | 27 | 97 | 70 |
2022 | 102.730 | 104.410 | 98,4 | 91 | 67 | 24 | 1.128 | 13 | 24 | 90 | 70 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il territorio dei comuni di Palmiano e Roccafluvione è condiviso con l'arcidiocesi di Fermo, mentre quelli di Castignano, Rotella, Force e Comunanza con la diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto.
- ^ Sono escluse le parrocchie delle frazioni di Macchia da Sole e di Leofara, che appartengono alla diocesi di Teramo-Atri.
- ^ Così riferisce l'autore della voce in Beweb - Beni ecclesiastici in web. Secondo Lanzoni tuttavia (p. 398), anche il diploma carolino che attesta il culto in honorem beatissimi Emidii martyris nell'anno 800 è un falso.
- ^ Kehr, Italia pontificia, IV, p. 150. Tuttavia il diploma concesso da Urbano II è ritenuto spurio (minime fide dignum est).
- ^ Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. VII, p. 778.
- ^ (LA) Lettera apostolica Ex quo, AAS 53 (1961), pp. 674-675.
- ^ (LA) Sacra Congregazione Concistoriale, Decreto Excellentissimus, AAS 58 (1966), pp. 168-169.
- ^ (LA) Sacra Congregazione Concistoriale, Decreto Quo facilius, AAS 58 (1966), pp. 101-102.
- ^ Secondo Lanzoni (p. 398), Claudio, episcopus provinciae piceni che fu presente al concilio di Rimini del 359 (sulla testimonianza di san Girolamo), «fu attribuito senza alcun fondamento alla diocesi di Ascoli». Anche: Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma, 1999, p. 448.
- ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, Roma, 2000, pp. 1312-1319.
- ^ Una lettera di Quintianus episcopus Asculani diretta a Pietro Fullo, vescovo monofisita di Antiochia, è contenuta in un Corpus di epistole ritenute spurie. Ad Petrum Fullonem epistolae spuriae, in «Collectio Avellana», a cura di Otto Guenther, vol. I, 1895, pp. 170-182.
- ^ Secondo Lanzoni non fu vescovo di Asculum, ma di Aeclanum in Campania. La stessa indicazione è riportata nell'edizione critica degli atti del concilio costantinopolitano del 536, cui partecipò il vescovo Epifanio. Acta Conciliorum Oecumenicorum. Collectio Sabbaitica, a cura di Eduard Schwartz, vol. III, Berlino 1940, pp. 126 e seguenti. Anche: Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, vol. I, Roma, 1999, p. 651.
- ^ Jean Mabillon, Annales Ordinis Sancti Benedicti, p. 224, nº 78.
- ^ Mabillon, Annales Ordinis Sancti Benedicti, p. 239, nº 78. Il documento di Farfa che attesta l'esistenza di Justulfo non riporta tuttavia la diocesi di appartenenza del vescovo.
- ^ a b Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 843-859, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover, 1984, p. 25,16 (Picco episcopus ecclesie Scolanensis) e p. 338,6 (Walderamus presbiter vicem agens Teuderado episcopi Asculane).
- ^ Kehr, Italia pontificia, IV, p. 149. Altri autori riportano la data dell'874, anno in cui tuttavia non fu celebrato alcun concilio a Roma.
- ^ a b c d Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens…, pp. 225-227.
- ^ Schwartz documenta l'esistenza di questo vescovo dal 1008/1010 al 1019. Cappelletti aggiunge due diplomi del monastero di Farfa, che attesterebbero l'esistenza di Emmone anche nel 1003 e nel 1035; di questi due documenti Schwartz riferisce non aver trovato traccia nel regesto farfense.
- ^ Il diploma di Corrado II a favore del vescovo Bernardo I è datato da Cappelletti al 1037, mentre Schwartz lo mette al 1033/1034.
- ^ Maria Grazia Mara, Bernardo, Dizionario biografico degli italiani, vol. IX, 1967.
- ^ Questo vescovo è assegnato da Baronio, e dagli autori che ne dipendono, anche all'anno 1092; secondo Schwartz il diploma del 1092 è un falso e inoltre si riferisce all'omonimo vescovo Tusculanensis (non Asculanensis). Nella prima menzione (1071) Giovanni è indicato solo come episcopus picenus, senza riferimento alla diocesi di appartenenza.
- ^ La sede di Ascoli era vacante nel mese di agosto 1203 (Cappelletti, VII, p. 728).
- ^ a b Eubel, Hierarchia catholica, vol. II, pp. XIV-XV.
- ^ Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, p. 394.
- ^ Esiste, secondo Eubel, un'altra lettera di conferma, datata 31 gennaio 1420.
- ^ Il 21 maggio 1862 fu nominato patriarca titolare di Antiochia.
- ^ AAS 2 (1910), p. 356. Il 25 luglio 1908 Pacifico Fiorani fu nominato vescovo ausiliare di Ascoli Piceno (Annuaire pontifical catholique 1917, ed. Albert Battandier, p. 221); quando questi, il 10 marzo 1910, fu trasferito alla diocesi di Corneto (Tarquinia) e Civitavecchia, la Santa Sede nominò per Ascoli un amministratore apostolico sede plena nella persona di Apollonio Maggio (AAS 2, 1910, pp. 330-331).
- ^ Nominato arcivescovo titolare di Amorio.
- ^ Dal 3 giugno 2013 al 10 maggio 2014 Luigi Conti, arcivescovo di Fermo, fu amministratore apostolico: dapprima sede plena, poi dal 27 settembre 2013 sede vacante.
- ^ Dal 29 ottobre 2020 al 28 novembre 2021, giorno della presa di possesso di Gianpiero Palmieri, fu amministratore apostolico Domenico Pompili, vescovo di Rieti.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ascoli-Piceno, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913..
- (LA) Ferdinando Ughelli, Italia sacra, vol. I, seconda edizione, Venezia, 1717, coll. 436-476
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1848, vol. VII, pp. 663–795.
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza, 1927, pp. 397–399.
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia Pontificia, vol. IV, Berolini, 1909, pp. 147–156
- (DE) Gerhard Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122, Lipsia-Berlino 1913, pp. 225–227
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Graz, 1957, pp. 667–668.
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 111; vol. 2, pp. XIV-XV e 96; vol. 3, pp. 119–120; vol. 4, p. 97; vol. 5, pp. 100–101; vol. 6, p. 101.
- Cristiano Marchegiani, Il seminario tridentino: sistema e architettura. Storie e modelli nelle Marche pontificie, Pescara, Carsa edizioni, 2012 ("I saggi di Opus", 20), pp. 107–128, 330-332
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su diocesi di Ascoli Piceno
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Annuario pontificio del 2023 e precedenti, in (EN) David Cheney, Diocesi di Ascoli Piceno, su Catholic-Hierarchy.org. .
- Sito ufficiale della diocesi.
- (EN) Diocesi di Ascoli Piceno, su GCatholic.org.
- Diocesi di Ascoli Piceno su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
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