Xu Lizhi[1] (许立志S; Jieyang, 18 luglio 1990 – Shenzhen, 1º ottobre 2014) è stato un poeta cinese.
Xu lavorava per Foxconn, una multinazionale taiwanese che ha attirato l'attenzione dei media sulle gravi condizioni di vita dei suoi operai dopo il suo suicidio, in seguito al quale i suoi amici hanno pubblicato la sua raccolta di poesie[2].
In Italia, le sue poesie sono state tradotte e pubblicate dall’Istituto Onorato Damen di Catanzaro[3].
Vita
[modifica | modifica wikitesto]Xu Lizhi nacque il 18 luglio 1990 nei pressi di Jieyang, da una famiglia di agricoltori, nella provincia del Guangdong. Era l'ultimo di tre figli. Xu Lizhi mostrò un grande interesse per la lettura di libri già dall'infanzia, soprattutto per la letteratura, anche se aveva un accesso limitato ai libri[4].
Quando Xu frequentava la scuola superiore, avrebbe voluto entrare all'università, ma i suoi punteggi all'esame di ammissione nazionale non erano abbastanza buoni da permetterglielo. Questo fallimento lo rattristò enormemente. Secondo il padre di Xu, da allora Xu "era diventato introverso". Il padre di Xu cercò di convincere Xu a guadagnarsi da vivere imparando a riparare i computer, mentre il fratello di Xu Lizhi, Xu Hongzhi, incoraggiò Xu Lizhi a trovare un altro modo per cambiare la sua vita: cercare opportunità nelle grandi città[4], diventando così un dagong, un migrante.
Nel 2010 si trasferì, in cerca di lavoro[5], a Shenzhen, una città relativamente nuova fondata nel 1978 di fronte a Hong Kong, con 13 milioni di abitanti, un luogo che stava attraversando un processo di rapida industrializzazione[4]. Nel 2011 firmò un contratto di lavoro di tre anni con Foxconn, dove lavoravano circa 350mila persone tra operai e impiegati[6]. Qui, le condizioni di lavoro di Xu erano pessime, causavano perdita di sonno, tosse e mal di testa[7]. Poco dopo che Xu iniziò a lavorare per Foxconn, le sue poesie iniziarono a essere sempre più legate alle sue condizioni di lavoro e di vita[4], lette e apprezzate fra l'altro dai lettori del giornale interno dell'azienda Foxconn People. In particolare, il giovane poeta lamentava della mancanza di svago, di libertà dopo il lavoro. Alla Foxconn si viveva letteralmente solo per lavorare, non si poteva fare nient'altro, dato che finito il proprio turno ci si ritirava nel dormitorio aziendale sempre interno alla fabbrica[8].
Poesia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver scritto per un giornale e la rivista poetica della fabbrica[7], Xu Lizhi dal 2012 pubblicò oltre 30 poesie e recensioni[5]. Nei giorni liberi si incontrava spesso con altri scrittori nella biblioteca della sua fabbrica. Nel frattempo pubblicava continuamente le sue opere online e su riviste e incontrava altri poeti della classe operaia di persona o online.
Xu provò più volte a lasciare il suo lavoro e a lavorare appunto come bibliotecario o libraio. Fece domanda per lavorare nella "Central Book Mall", una grande libreria di Shenzhen e nella biblioteca interna della Foxconn. Tuttavia, non riuscì a ottenere il posto in nessuna delle due[9].
La morte
[modifica | modifica wikitesto]Sfumato il sogno di lavorare a contatto con la letteratura e i libri, Xu non partecipò più alle attività del circolo dedicato alla poesia operaia creato da un amico. Tornò quindi alla Foxconn, venne subito riassunto e nello stesso reparto dove aveva lavorato fino a poco tempo prima. Tornare in quella fabbrica per Xu fu un affronto, soprattutto dopo aver tentato una strada di vita diversa e lo vide come un fallimento personale intollerabile.
Stando a un resoconto, il giorno della riassunzione alla Foxconn era il 29 settembre 2014. L'indomani scrisse una poesia dal titolo "Sul letto di morte", in cui dichiarava di "voler tornare a guardare ancora una volta l'oceano, scalare una montagna, assaporare il blu del cielo, ma che non era più in grado di realizzare i propri desideri", anche se si congedava con una frase simbolica: "Quando sono arrivato, stavo bene, e quando me ne sono andato, stavo bene."
Il 1º ottobre 2014, l'anniversario della nascita della Repubblica Popolare Cinese, dopo aver terminato la sua ultima poesia, Xu Lizhi si tolse la vita, a soli 24 anni, lanciandosi dal diciassettesimo piano di un palazzo a Shenzhen[10].
Cultura popolare
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Saviano ha raccontato la storia del poeta nel capitolo intitolato "Solo una vite che cade a terra" del libro Gridalo, ed. Bompiani.[11][9][12][13]
- Il giornalista e scrittore Ivan Carozzi gli ha dedicato un breve capitolo nel suo mini-saggio Fine lavoro mai[14].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Xu" è il cognome.
- ^ (EN) Joshua Barrie, Read The Heartbreaking Poems Of A Man Who Committed Suicide After Working In A Foxconn Factory, su Business Insider. URL consultato l'11 ottobre 2022.
- ^ Storia del poeta operaio Xu Lizhi, su Il Tascabile, 5 settembre 2022. URL consultato l'11 ottobre 2022.
- ^ a b c d The Chinese Poet Who Died For Your Phone, su TIME.com. URL consultato l'11 ottobre 2022.
- ^ a b 选择了“死亡”主题的打工诗人许立志-中国青年报, su zqb.cyol.com. URL consultato l'11 ottobre 2022.
- ^ Ivan Carozzi, Fine lavoro mai. Sulla (in)sostenibilità cognitiva del lavoro nell'epoca digitale, Eris, Torino, 2022, p. 47.
- ^ a b 德国:《南德意志时报》对许立志的长篇报道 | 少年中国评论, su youngchina.review. URL consultato l'11 ottobre 2022.
- ^ Ivan Carozzi, cit., p. 48.
- ^ a b The haunting poetry of a Chinese factory worker who committed suicide, su washingtonpost.com, The Washington Post, 12 novembre 2014.
- ^ Ivan Carozzi, cit., p. 53..
- ^ The poetry and brief life of a Foxconn worker: Xu Lizhi (1990-2014), su libcom.org, 29 ottobre 2014.
- ^ Read The Heartbreaking Poems Of A Man Who Committed Suicide After Working In A Foxconn Factory, su businessinsider.com, Business Insider, 6 novembre 2014.
- ^ Xu Lizhi, Mangime per le macchine. Poesie, Istituto Onorato Damen, Catanzaro, 2015 http://www.istitutoonoratodamen.it/joomla/images/stories/libro%20poesie%20mangime%20per%20le%20macchine.pdf
- ^ Gioacchino Toni, Fine lavoro mai. C’è ancora vita oltre il lavoro digitalizzato?, su carmillaonline.com, 27 luglio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ivan Carozzi, Fine lavoro mai. Sulla (in)sostenibilità cognitiva del lavoro nell'epoca digitale, Eris, Torino, 2022
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10146573961238102640 · ISNI (EN) 0000 0004 5959 398X · GND (DE) 1176717154 · BNF (FR) cb17039669j (data) |
---|