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Wulfeniinae è una sottotribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Wulfenia Jacq., 1781 il cui nome è stato dato in ricordo di Franz Xavier Freiherr von Wulfen (1728-1805), gesuita austriaco, naturalista e scrittore botanico.[2] ll nome scientifico della sottotribù è definito informalmente in via provvisoria.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]- Il portamento delle specie di questa sottotribù è erbaceo (annuale o perenne) oppure arbustivo. L'indumento è più o meno pubescente oppure glabro. I fusti hanno un portamento da eretto a ascendente e sono corti. Le radici sono rizomatose.[1][3][4][5][6]
- Le foglie sono delle rosette basali (o radicali) con disposizione alterna; quelle cauline sono ridotte a delle squame. Le foglie sono picciolate (a volte alate) o subsessili. La forma della lamina varia da ovoide a oblunga oppure da spatolate a strettamente ellittica; a volte la lamina si restringe alla base. Gli apici in genere sono acuti. I margini sono irregolari o profondamente crenati oppure seghettati.
- Le infiorescenze sono racemose (di tipo spicato) terminali o laterali con rami ascellari. Spesso sono troncate e i fiori hanno una disposizione più o meno unilaterale. Le bratteole sono assenti. I fiori sono brevemente pedicellati e sono molto piccoli.
- I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 4 elementi ognuno).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[3]
- Il calice, gamosepalo, è tubolare (campanulato) e profondamente pentalobato. I lobi sono ineguali (quelli adassiali sono più piccoli). La forma dei lobi può essere lanceolata con margini cigliati.
- La corolla, gamopetala, è formata da un tubo (corto e cilindrico oppure lungo e campanulato) terminante in due labbra (corolla zigomorfa) oppure quasi attinomorfa (Pricrorhiza). I lobi del labbro superiori sono più lunghi. Il colore della corolla è blu o porpora.
- Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme da coniche a ovoidi. Gli ovuli hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[7]. Lo stilo ha uno stigma capitato bilobato. Il disco nettarifero può essere presente nella parte più interna della corolla.
- I frutti sono delle capsule fusiformi a deiscenza setticida o loculicida o sono delle bacche indeiscenti (Kashmiria). I semi sono numerosi con testa alveolata o reticolata e trasparente.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali imenotteri, lepidotteri o ditteri o il vento (impollinazione anemogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La distribuzione delle specie di questo gruppo è himalayano; a parte un genere presente anche in Europa.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[3] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[4], o anche 117 generi e 1904 specie[8] o 90 generi e 1900 specie[9]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. La sottotribù di questa voce appartiene alla sottofamiglia Digitalidoideae (tribù Veroniceae).[1]
Composizione della tribù
[modifica | modifica wikitesto]La sottotribù si compone di 5 generi e 9 specie:[1][8]
Genere | Specie | Numero cromosomico |
Distribuzione |
---|---|---|---|
Kashmiria D.Y. Hong, 1980 |
Una specie: Kashmiria himalaica (Hook. f.) D.Y. Hong |
2n = 16 | Himalaya |
Neopicrorhiza D.Y. Hong, 1984 |
Una specie: Neopicrorhiza scrophulariiflora (Pennell) D.Y. Hong |
Himalaya | |
Picrorhiza Royle ex Benth., 1835 |
Una specie: Picrorhiza kurrooa Royle ex Benth. |
2n = 34 | Himalaya (occidentale) |
Wulfenia Jacq., 1781 |
4 | 2n = 18 | Dalle Alpi alla Turchia |
Wulfeniopsis D.Y. Hong, 1980 |
2 | 2n = 16 | Afghanistan e Himalaya |
Note:
- Falconeria Hook. f., 1883 è considerato sinonimo di Kashmiria[1]
- Lafuentea Lag., 1816 genere monotipo con una sola specie (Lafuentea rotundifolia Lag.) distribuita nella Spagna meridionale è considerata "incertae sedis" in quanto alcuni Autori la descrivono nella tribù Antirrhineae (sottofamiglia Antirrhinoideae)[10], oppure come "unassigned" alla ex famiglia Veronicaceae[8], mentre altri confermano la sua posizione in questa tribù.[1]
- Erinus L., 1753 recentemente è stato trasferito da questa sottotribù alla tribù Digitalideae.[8][10]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Storicamente questo gruppo ha fatto parte della famiglia Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist).[6] In seguito è stato descritto anche all'interno della famiglia Veronicaceae. Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae (sottofamiglia Digitalidoideae (Dum.) Luerss. e tribù Veroniceae Bartling.).[9]
Secondo alcuni studi[11] i generi Veronicastrum e Lagotis (attualmente descritti all'interno della sottotribù Veroniciinae) risultando da un punto di vista filogenetico più vicini al genere Wulfenia andrebbero inclusi nel gruppo di questa voce.
Specie della flora spontanea italiana
[modifica | modifica wikitesto]Nella flora spontanea italiana è presente una sola specie di questo gruppo:[5][12]
- Wulfenia carinthiaca Jacq. (Wulfenia): è una specie rara ed è presente a quote sopra i 1300 m s.l.m. nei pressi del Passo di Pramollo (Carnia).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Kadereit 2004, pag. 395.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 408.
- ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 554.
- ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 954.
- ^ Musmarra 1996.
- ^ a b c d Olmstead 2012.
- ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
- ^ a b Albach et al 2005.
- ^ Albach et al. 2004.
- ^ Conti et al. 2005.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012. URL consultato il 5 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2019).
- Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Dirk C. Albach, M. Montserrat Martínez-Ortega, Manfred A. Fischer & Mark W. Chase, A New Classification of the Tribe Veroniceae: Problems and a Possible Solution, in Taxon, vol. 53, n. 2, maggio 2004, pp. 429-452.