Wolfgang Harich (Königsberg, 3 dicembre 1923 – Berlino, 15 marzo 1995) è stato un filosofo, saggista e dissidente comunista tedesco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio dello scrittore Walther Harich, di formazione marxista, nel 1945 iniziò a collaborare come critico teatrale con il quotidiano Tagliche Rundschau , e nel 1946 aderì al Partito Socialista Unificato di Germania.[1][2] Nel 1949 divenne professore ordinario di filosofia all'Università Humboldt di Berlino e direttore della prestigiosa rivista Deutsche Zeitschrift fur Philosophie.[1][2]
Avvicinatosi alle posizioni del filosofo György Lukács e del dissidente socialista ungherese Imre Nagy, nel 1956 fu autore di un manifesto che abiurava lo stalinismo e si proponeva una riforma dello stato in senso democratico e socialista-riformista. Per questa ragione fu arrestato, processato per tradimento e condannato a 10 anni di carcere.[1][2][3]
Amnistiato nel 1964, riprese i suoi studi letterari e filosofici.[1][2][3] Sostenitore del riformismo di Michail Gorbačëv, nell'aprile 1990 fu ufficialmente riabilitato dalla Corte Suprema della Repubblica Democratica Tedesca.[1][2][3] Nel 1992 tentò senza fortuna di rifondare un nuovo Partito Comunista rispondente ai suoi ideali.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) David Childs, Obituary:Wolfgang Harich, in The Independent, 22 marzo 1995. URL consultato il 2 novembre 2020.
- ^ a b c d e f (EN) Peter Grieder, Harich, Wolfgang, in The East German Leadership, 1946-73: Conflict and Crisis, Manchester University Press, 1999, ISBN 978-0-7190-5498-3.
- ^ a b c John Sandford, Harich, Wolfgang, in Encyclopedia of Contemporary German Culture, Routledge, 2013, ISBN 1136816100.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Wolfgang Harich
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Opere di Wolfgang Harich, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Wolfgang Harich, su Open Library, Internet Archive.
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