Wang Su-bok | |
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Nazionalità | Corea del Nord |
Genere | Folk |
Periodo di attività musicale | 1933 – 1990 |
Strumento | voce |
Etichetta | Columbia Records, Polydor Records |
Wang Su-bok[1] (5 marzo 1917 – 1 giugno 2003) è stata una cantante nordcoreana. È considerata un'artista femminile innovativa, interprete di stili folk coreani come kinminyo e sinminyo.[2][3]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata nel 1917,[4] studiò presso la Scuola scelta di danza femminile di Pyongyang, specializzata nell'insegnamento del gisaeng[5][6] e che formava le ragazze al canto, alla danza, alla musicalità e al costume.[7] Dopo la fine degli studi nel 1931,[3] debuttò come cantante di gisaeng nel 1933, riscuotendo ampia popolarità durante il resto del decennio[8][4][9][10] soprattutto grazie alla canzone Ulchi marayo ("Non piangere").[11] Tra gli stili in cui cantava c'era il kinminyo, uno stile folk tradizionale.[2] Sottoscrisse contratti sia con la Columbia che con la Polydor Records.[11]
Nel gennaio 1934 Wang fu protagonista della prima trasmissione radiofonica in lingua coreana in Giappone, prodotta dall'emittente nazionale nipponica in collaborazione con l'Orchestra radiotelevisiva Kyongsong.[12] L'anno successivo vinse un concorso di notorietà per cantanti organizzato dalla Samcheolli Co.,[8] il che la rese a novembre dello stesso anno la prima donna a essere definita l'artista canoro più popolare in Corea.[13]
Nel 1936, all'apice della popolarità, Wang era conosciuta come la "Regina delle canzoni popolari". Si trasferì in Giappone per studiare musica occidentale; lì divenne un mezzosoprano e cantò soprattutto brani popolari dell'epoca Joseon nello stile vocale occidentale. In un'intervista dell'epoca disse: "Voglio cantare molte canzoni popolari della dinastia di Joseon, così come Choi Seung-hee ha fatto rinascere la danza della stessa epoca".[3] I giapponesi, che avevano colonizzato la Corea, cercarono di bandire l'uso della lingua coreana nella musica popolare e così Wang Su-bok interruppe la sua carriera musicale nel 1942.[3] Nel 1953 tornò a cantare con la Commissione centrale della radio nazionale, mentre nel 1955 si unì all'Orchestra Sinfonica Nazionale della Corea del Nord.[14]
In occasione dei suoi 60° e 70° compleanno ricevette dei regali rispettivamente da Kim Il-sung e da Kim Jong-il.[15] Morì nel 2003.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nell'onomastica coreana il cognome precede il nome. "Wang" è il cognome.
- ^ a b (EN) John Shepherd, David Horn e Dave Laing, Continuum Encyclopedia of Popular Music of the World Part 2 Locations (5 Vol Set): Volumes III to VII, Bloomsbury Academic, 18 aprile 2005, p. 46, ISBN 978-0-8264-7436-0.
- ^ a b c d (KO) Kim Eun-joo, [김은주의 시선] 최초의 대중가요 스타, 평양기생 왕수복. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ a b c (EN) E. Taylor Atkins, History of Popular Culture in Japan: From the Seventeenth Century to the Present, Bloomsbury Publishing, ISBN 978-1-350-19594-3.
- ^ (EN) K-pop icons, now and then: where it all began for today’s girl groups, su scmp.com. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ (EN) Andrew N. Weintraub e Bart Barendregt, Vamping the Stage: Female Voices of Asian Modernities, University of Hawaii Press, p. 114, ISBN 978-0-8248-7419-3.
- ^ (EN) Youna Kim, Routledge Handbook of Korean Culture and Society, Taylor & Francis, p. 285, ISBN 978-1-317-33722-5.
- ^ a b (EN) Koreana 2019 Spring (English), ISBN 979-11-5604-304-1.
- ^ (EN) Hyunjoon Shin e Seung-Ah Lee, Made in Korea: Studies in Popular Music, Taylor & Francis, 13 settembre 2016, ISBN 978-1-317-64574-0.
- ^ (EN) Roald Maliangkay, Broken Voices: Postcolonial Entanglements and the Preservation of Korea's Central Folksong Traditions, University of Hawaii Press, 31 marzo 2018, p. 69, ISBN 978-0-8248-7833-7.
- ^ a b Suh, p. 42.
- ^ Suh, p. 76.
- ^ (EN) Kyung Hyun Kim e Youngmin Choe, The Korean Popular Culture Reader, Duke University Press, 7 marzo 2014, p. 267, ISBN 978-0-8223-7756-6.
- ^ (KO) Lee Sang-hoon, 이효석과 왕수복의 사랑 이야기, su koya-culture.com, 12 agosto 2021.
- ^ (KO) Im Jong-eop, 조선 유행가의 여왕 왕수복 아시나요, su hani.co.kr, 21 settembre 2006.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dae-sook Suh, Korean Studies: New Pacific Currents, University of Hawaii Press, 1º gennaio 1994, ISBN 978-0-8248-1598-1.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 6746156565731423500003 · ISNI (EN) 0000 0004 7666 9149 |
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