Venere e Adone | |
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Autore | Tiziano Vecellio e bottega |
Data | 1555 ca |
Tecnica | Olio su tela |
Dimensioni | 177×187 cm |
Ubicazione | National Gallery, Londra |
Venere e Adone è un dipinto a olio su tela (177x187 cm) attribuito a Tiziano Vecellio e bottega, e databile al 1555. È conservato nella National Gallery di Londra.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo una notte d'amore neanche Venere riesce a trattenere il giovane Adone dall'andare a caccia. Aurora è già in cielo... o forse è Venere che è già lassù, mentre ancora l'amore la trattiene qui sulla terra? Ma i cani sono già pronti, Amore dorme ancora... il cacciatore deve partire. Tra gli alberi, laggiù, la morte è in agguato sotto forma di un cinghiale.
Questa versione del dipinto di Tiziano del mito di Adone innamorato di Venere, è tratta, come le altre, da Ovidio[1]. Il dipinto può essere considerato emblematico della reinterpretazione del mito da parte dell'artista cadorino: è meglio per l'uomo tenersi lontano dalla divinità, perché potrà derivargli solo maggior disgrazia[2].
In questo senso vanno lette tutte le «poesie», cioè i quadri a soggetto mitologico che Tiziano eseguirà per la corte imperiale (Carlo V e poi Filippo II). Si tenga anche conto che, come per Danae[3], questo particolare soggetto ebbe molto successo e quindi Tiziano e la sua bottega ne eseguirono almeno sette versioni, compresa la prima[4], conservata al Prado di Madrid.
Rispetto a quest'ultima le differenze sono molto poche: il personaggio di Adone è più giovane, la figura in cielo è più dettagliata e rappresenta Aurora oppure la stessa Venere[5], la presenza del cinghiale tra gli alberi, preannuncio di morte per il giovane cacciatore.
Il dipinto è una delle 38 tele della Collezione di John Julius Angerstein[6], acquisita nel 1824 dal governo britannico per 57.000 sterline e che costituiscono il nucleo fondante della National Gallery[7].
Altre versioni
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, X, 298-559, 708-739
- ^ Gibellini C. (a cura di), Tiziano, RCS Skira, Milano, 2003
- ^ Tiziano Vecellio, Danae (1545) - Napoli, Museo di Capodimonte
- ^ Tiziano Vecellio, Venere e Adone, 1553 ca, Madrid, Museo del Prado
- ^ Rosand D., Tiziano. «L'arte più potente della natura», Milano, 1975
- ^ John Julius Angerstein (1735 - 1823), banchiere russo trapiantato a Londra, fondatore dei Lloyd's e di altre istituzioni britanniche
- ^ Cfr. Storia della National Gallery Archiviato il 6 febbraio 2007 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Erwin Panofsky, Tiziano. Problemi di iconologia, Marsilio, Venezia, 1969
- Rosand D., Tiziano. «L'arte più potente della natura», Milano, 1975
- Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi, Volume secondo, New York, 1976
- Gentili A., Tiziano, Firenze, 1990
- Brock M., Titian et Veronese: Adonis à l'epreuve de Venus, in Andromede ou le heros a l'epreuve de la beautè, Parigi, 1996
- Gentili A., Tiziano, Giunti, Firenze, 1998
- Gentili A., Corpo femminile e sguardo maschile, in Il nudo nell'arte, Roma, 2002
- Gibellini C. (a cura di), Tiziano, RCS Skira, Milano, 2003
- Fazzini A., Venere che trattiene Adone, in Grandi Musei del mondo, 10, 2004
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Venere e Adone sul sito della National Gallery, su nationalgallery.org.uk (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2008).