Umma Tell Jokha | |
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Veduta aerea di Umma, dove sono evidenti i danni provocati dai saccheggiatori | |
Civiltà | Sumera |
Utilizzo | Città |
Localizzazione | |
Stato | Iraq |
Distretto | Dhi Qar |
Scavi | |
Date scavi | 1854; 1885; fine anni novanta del XX sec. |
Archeologo | William Loftus; John Punnett Peters; archeologi iracheni |
Mappa di localizzazione | |
Umma (presso l'attuale Umm al-Aqarib, provincia di Dhi Qar in Iraq) è stata un'antica città sumerica. Sui nomi sumerici e accadici di questo sito gli studiosi non sono concordi[1]. Solo recentemente Umma è stata identificata con il sito di Tell Jokha, meno di 7 km a nordest della localizzazione attribuitale in un primo tempo.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nell'antico testo sumerico La discesa di Inanna negli inferi, Inanna dissuade i demoni degli inferi dal prendere il dio Shara, protettore di Umma, che viveva nella miseria e suggerisce che al suo posto prendano piuttosto Dumuzi, signore di Uruk, che viveva nell'opulenza dei palazzi.[3]
Meglio nota per il suo lungo conflitto di frontiera con Lagash[4], per cui dovette essere eretta una stele di pace da Meselim, poi distrutta dal re Ush, la città toccò il massimo splendore nel 2275 a.C. circa, sotto il regno di Lugal-Zage-Si, che controllava anche Ur e Uruk. Durante la terza dinastia di Ur, Umma acquistò una posizione egemonica sulla sua area. La maggior parte delle oltre 30.000 tavolette in caratteri cuneiformi rinvenute nel sito sono testi amministrativi ed economici di quel periodo, forniscono quindi dati circostanziati sulla vita economica di Umma e delle sue pertinenze[5]. Il calendario di Umma, di Shulgi (circa XXI sec. a.C.) è l'antecedente immediato del calendario babilonese e, indirettamente, del calendario ebraico successivo all'esodo. Pare che Umma sia stata abbandonata dopo la media età del bronzo.[2]
Archeologia
[modifica | modifica wikitesto]Il sito di Tell Jokha fu esplorato da William Loftus nel 1854 e da John Punnett Peters della University of Pennsylvania nel 1885.[6][7] Nel primo Novecento, da scavi non autorizzati, molte tavolette di Umma, della terza dinastia di Ur comparvero nel mercato antiquario.[8] Alla fine degli anni novanta scavi di salvataggio, connessi al progetto di un'autostrada, furono condotti a Tell Jokha dagli archeologi iracheni.[9]
Fino ad allora Tell Jokha era stata identificata come la tributaria di Umma, Gisha (o Kissa), mentre il sito della stessa Umma era stato attribuito, 6,5 km a sudest, a Umm al-Aqarib. Qui gli scavi avevano messo in luce livelli non più antichi del cosiddetto primo periodo dinastico (circa 2900-2300 a.C.), che comprendono diversi edifici monumentali, uno dei quali identificato come tempio o palazzo.[2]
Saccheggi
[modifica | modifica wikitesto]Durante guerra del Golfo del 2003, appena iniziati i bombardamenti della coalizione, i saccheggiatori sono calati sul sito che è ora butterato da centinaia di pozzi e fossati abusivi, mentre le prospettive per futuri scavi e ricerche ufficiali sono seriamente compromesse.[10] Gli scavi dei saccheggiatori coprono un'area della dimensione di 3000 campi da calcio, in varie zone dell'Iraq, secondo una relazione del giornale The Independent del 2007.[11]
Nel 2011, il Global Heritage Network, che tiene monitorate le minacce al patrimonio culturale nei paesi emergenti, ha diffuso immagini aeree di Umma che permettono di confrontare la situazione del 2003 con quella del 2010, mostrando un suolo che in quel periodo è stato devastato dalle trincee dei saccheggiatori per circa 1,12 km².[12]. Altre immagini significative sulla situazione a Umm al-Aqarib sono incluse nell'articolo di Diane Tucker sulla distruzione del patrimonio archeologico dell'Iraq. [13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ W. G. Lambert, The Names of Umma, Journal of Near Eastern Studies, vol. 49, no. 1, pp. 75-80, 1990
- ^ a b c Trevor Bryce, The Routledge Handbook of The Peoples and Places of Ancient Western Asia: The Near East from the Early Bronze Age to the fall of the Persian Empire, Routledge, 2009, 738-739.
- ^ Inanna's descent to the netherworld - ETCSL, su etcsl.orinst.ox.ac.uk. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).
- ^ Jerrold S. Cooper, History from Ancient Inscriptions: The Lagash-Umma Border Conflict, Undena, 1983, ISBN 0-89003-059-6
- ^ P. A. Parr, A Letter of Ur-Lisi: Governor of Umma, Journal of Cuneiform Studies, vol. 24, no. 4, pp. 135-136, 1972
- ^ [1] William K. Loftus, Travels and Researches in Chaldaea and Susiana, Travels and Researches in Chaldaea and Susiana: With an Account of Excavations at Warka, the "Erech" of Nimrod, and Shush, "Shushan the Palace" of Esther, in 1849-52, Robert Carter & Brothers, 1857
- ^ [2] John P. Peters, Nippur; Or, Explorations and Adventures on the Euphrates: The Narrative of the University of Pennsylvania Expedition to Babylonia in the Years 1888–1890, University of Pennsylvania Babylonian Expedition, Putnam, 1897
- ^ Georges Contenau, Contribution a l'Histoire Economique d'Umma, Librairie Champion, 1915
- ^ Salah Salman Rumaidh, Excavations in Chokha: an Early Dynastic Settlement, Nabu, 2000, ISBN 978-1-897750-08-7
- ^ [3] Guardian article on Umma looting
- ^ Marie Woolf, Desecration of the Cradle of Civilisation, The Independent, 15 aprile 2007.
- ^ Global Heritage Fund | GHF Archiviato il 21 marzo 2011 in Internet Archive.
- ^ Diane Tucker, Brutal Destruction of Iraq's Archaeological Sites Continues, uruknet.info, 21 settembre 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- B. Alster, Geštinanna as Singer and the Chorus of Uruk and Zabalam: UET 6/1 22, JCS, vol. 37, pp. 219–28, 1985
- Tonia M. Sharlach, Provincial taxation and the Ur III State, Brill, 2003, ISBN 90-04-13581-2
- Trevor Bryce, The Routledge Handbook of The Peoples and Places of Ancient Western Asia: The Near East from the Early Bronze Age to the fall of the Persian Empire, Routledge, 2009
- B. R. Foster, Umma in the Sargonic Period, Memoirs of the Connecticut Academy of Arts and Sciences, vol. 20, Hamden, 1982
- Georges Contenau, Umma sous la Dynastie d'Ur, Librarie Paul Geuthner, 1916
- Jacob L. Dahl, The Ruling Family of Ur III Umma: A Prosopographical Analysis of an Elite Family in Southern Iraq 4000 Years ago, Nederlands Instituut voor het Nabije Oosten/Netherlands Institute for the Near East (NINO), 2007, ISBN 90-6258-319-9
- Shin T. Kang, Sumerian economic texts from the Umma archive, University of Illinois Press, 1973, ISBN 0-252-00425-6
- Diana Tucker, "Brutal Destruction of Iraq's Archaeological Sites Continues," online article from September 21 2009 posted on www.uruknet.info, http://www.uruknet.info/?p=58169
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Umma
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Photograph of site looting - Oriental Institute, su oi.uchicago.edu.
- 110 tavolette cuneiformi provenienti Umma, nel sito CDLI Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive. (cuneiform digital library initiative)
- Explore Umma on Global Heritage Network, su ghn.globalheritagefund.org (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2011).
- Brutal Destruction of Iraq's Archaeological Sites Continues, su uruknet.info.
Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007560938905171 |
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