Torre delle Milizie Torri di Roma | |
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La torre. | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Lazio |
Città | Roma |
Indirizzo | Salita del Grillo, 37 |
Coordinate | 41°53′45.37″N 12°29′11.99″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Torre di guerra |
Stile | medievale |
Costruzione | XIII secolo-XV secolo |
Materiale | mattoni - laterizio |
Primo proprietario | famiglia Conti |
Condizione attuale | buona |
Visitabile | sì |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | avvistamento |
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La torre delle Milizie (anche torre di Nerone o Torre Pendente) è una torre di Roma, risalente al XIII secolo, collocata dietro i Mercati di Traiano e sopra il colle Quirinale. La Torre delle Milizie venne danneggiata gravemente dal terremoto del 1349, che ne provocò la leggera pendenza di circa 13 gradi verso il Colosseo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome forse deriverebbe dalla presenza di un quartiere militare nelle vicinanze, anche se non è stato mai dimostrato. Si tratta della più grande torre nobiliare conservatasi nella città (altezza circa 70 metri): venne costruita dall'architetto Marchionne Aretino per la famiglia Conti nei primi anni del XIII secolo, ed in seguito venduta a papa Bonifacio VIII, che ne fece un fortilizio per la famiglia.[1] Appartenne poi alla famiglia Annibaldi e alla Caetani.
Nel 1311 Enrico VII di Lussemburgo entrò in Roma per farsi incoronare imperatore e, dopo aver forzato la resistenza guelfo-angioina a Ponte Milvio, stabilisce la propria base militare presso la Torre delle Milizie. Tuttavia i suoi sforzi non varranno ad espugnare il Vaticano, principale roccaforte dei Guelfi, ed Enrico sarà dunque incoronato al Laterano col sostegno dei Colonna.
Nel XIV secolo fu necessario abbattere il terzo ed ultimo piano dell'edificio, pericolante a causa del violento terremoto che investì la città nel 1349, e che ridusse anche la vicina Torre dei Conti a quasi un rudere.
Nel XVI secolo tornò nuovamente in possesso dei Conti, per poi essere ceduta nel 1619 alle vicine suore della chiesa di Santa Caterina a Magnanapoli, che unirono i due edifici. Nel 1911 venne dichiarato monumento nazionale, e tre anni dopo Antonio Muñoz operò alcuni restauri. Dal 1927 la torre fa parte del complesso dei Mercati di Traiano, da cui ancora oggi si accede.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio è costituito da una base in tufo con due piani rivestiti di laterizio; del terzo piano non rimane che un frammento: l'ultimo piano presenta una decorazione a merli, frutto però del restauro moderno. L'interno è formato da blocchi tufacei alternati a mattoni irregolarmente disposti, dall’affaccio del Palazzo Ceva si può vedere perfettamente questa Torre (cioè la Torre delle Melizie).
Leggende
[modifica | modifica wikitesto]Secondo una leggenda popolare, dalla torre l'imperatore Nerone avrebbe ammirato il grande incendio e, con la sua cetra, avrebbe cantato i versi dell'Eneide. Un'altra leggenda vuole che la torre sia l'occhio sulla città di un immenso palazzo sotterraneo di Augusto: un giorno, risvegliatosi dall'aldilà, salirà sulla torre per ammirare la città.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tina Squadrilli,Vicende e monumenti di Roma, Staderini Editore,1961, Roma, pag.247
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guida d'Italia, Roma ("Guida Rossa"), Touring Club Italiano, Milano 2004.
- Carmelo Calci, Roma archeologica, Adnkronos Libri, Roma 2005. ISBN 978-88-7118-184-4
- Willy Pocino, Le curiosità di Roma, Newton & Compton, Roma 2009. ISBN 978-88-541-1505-7
- Massimiliano Liverotti, Il grande libro dei misteri di Roma risolti e irrisolti, Newton & Compton, Roma 2007. ISBN 9788854108943
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Torre delle Milizie
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