The Prettiest Star singolo discografico | |
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Artista | David Bowie |
Pubblicazione | 6 marzo 1970 |
Durata | 3:09 |
Genere | Glam rock |
Etichetta | Mercury Records |
Produttore | Tony Visconti |
Arrangiamenti | Tony Visconti |
Registrazione | Trident Studios, Londra, 8-15 gennaio 1970 |
Formati | 7" |
Note | Lato B: Conversation Piece |
David Bowie - cronologia | |
The Prettiest Star | |
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Artista | David Bowie |
Autore/i | David Bowie |
Genere | Glam rock |
Stile | Doo-wop |
Edito da | Ken Scott, David Bowie |
Pubblicazione originale | |
Incisione | Aladdin Sane |
Data | 13 aprile 1973[1] |
Etichetta | RCA Records |
Durata | 3:31 |
«One day
Though it might as well be someday
You and I will rise up all the way
All because of what you are, the prettiest star»
«Un giorno
Potrebbe essere un giorno qualunque
Tu ed io ci solleveremo completamente
Tutto grazie a ciò che sei, la stella più graziosa»
The Prettiest Star è un brano musicale scritto dall'artista inglese David Bowie e pubblicato come 45 giri il 6 marzo 1970.
Vera e propria dichiarazione d'amore scritta per Mary Angela Barnett, che sarebbe diventata sua moglie due settimane dopo l'uscita del singolo, The Prettiest Star verrà nuovamente registrata due anni più tardi per l'album Aladdin Sane.
Il brano è presente nella colonna sonora del film Kinky Boots del 2005.
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- The Prettiest Star (Bowie) - 3:09
- Conversation Piece (Bowie) - 3:05
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- David Bowie - voce, chitarra
- Marc Bolan - chitarra
- Tony Visconti - basso
- Godfrey McLean - batteria
Versione di Aladdin Sane
- David Bowie - voce, chitarra acustica
- Mick Ronson - chitarra elettrica, cori
- Trevor Bolder - basso
- Mick Woodmansey - batteria
- Mike Garson - pianoforte
- G.A. MacCormack - cori
Il brano
[modifica | modifica wikitesto]«Mi trovavo con i miei genitori a Cipro quando mi chiamò e me la cantò per telefono... Ero pazza di Aladdin Sane, in particolare di The Prettiest Star. Era la più "personale", l'aveva scritta per me.»
Dopo il successo ottenuto con Space Oddity, che nel settembre 1969 aveva raggiunto il 5º posto nella Official Singles Chart, David Bowie non aveva idea di come proseguire. Diversi brani vennero presi in considerazione come possibili 45 giri, da Janine a London Bye Ta-Ta, già scartata nel 1968 e ora riproposta dal manager Kenneth Pitt,[3] ma alla fine la scelta ricadde su un brano che David aveva appena scritto per Mary Angela Barnett, con la quale aveva appena iniziato una relazione e che avrebbe sposato nel giro di pochi mesi.[4]
Il lato B
[modifica | modifica wikitesto]«I'm invisible and dumb, and no one will recall me»
«Sono invisibile e muto, e nessuno si ricorderà di me»
Conversation Piece, che faceva parte di un demo acustico registrato per la Mercury Records nella primavera del 1969 con il chitarrista John Hutchinson,[3] è un malinconico brano che affronta temi piuttosto familiari al Bowie di fine anni sessanta, quali l'alienazione e l'esclusione sociale. È l'autoritratto di un giovane scrittore incompreso che lotta per raggiungere qualcosa d'importante dalla sua camera in affitto, cosa che combaciava con il suo stato d'animo in quel periodo. Oltre a una serie di singoli e due album passati sostanzialmente inosservati, David aveva recentemente affrontato la morte del padre Haywood, la fine della relazione con la compagna e musa ispiratrice Hermione Farthingale e il fallimento del laboratorio artistico che aveva fondato a Beckenham.[5]
Dopo la rottura con Hermione, si era inoltre trasferito con Kenneth Pitt in un appartamento in Manchester Street e al piano di sotto viveva una donna tedesca con la quale aveva stretto amicizia, ciò che richiama un altro verso del brano:[3]
«I live above the grocers store, owned by an austrian
He often calls me down to eat
And he jokes about his broken English»
«Vivo sopra il negozio di alimentari, di proprietà di un austriaco
Spesso mi chiama di sotto per mangiare
E scherza sul suo inglese stentato»
Pitt amava questa canzone e la considerava una delle sue composizioni più sottovalutate, considerando il verso «My essays lying scattered on the floor fulfill their needs just by being there» («Le mie opere sparpagliate sul pavimento soddisfano i loro bisogni standosene lì dove sono») come una perfetta evocazione dell'atmosfera della sua stanza.[3]
Registrazione
[modifica | modifica wikitesto]Registrata ai Trident Studios di Londra l'8 gennaio 1970 e completata la settimana successiva,[4] la versione del 45 giri è degna di nota soprattutto per la presenza alla chitarra solista di Marc Bolan, leader dei T. Rex che Bowie conosceva fin dal 1964. «Era l'unico periodo in cui avrebbero potuto lavorare insieme», disse in seguito Tony Visconti che partecipò come bassista e che in questo periodo lavorava come produttore per entrambi, «l'unico momento in cui i loro ego lo permettevano ancora».[6]
Il lato B Conversation Piece era già stato registrato qualche mese prima sempre ai Trident, durante le sessioni dell'album Space Oddity nel quale inizialmente doveva essere incluso,[3] con Tim Renwick alla chitarra, John "Honk" Lodge al basso e John Cambridge alla batteria.
Tra il 3 e il 10 dicembre 1972, negli RCA Studios di New York fu registrata una nuova versione di The Prettiest Star che sarebbe stata inserita nell'album Aladdin Sane, caratterizzata da un accompagnamento vocale in stile "doo-wop" e da una sezione fiati da Hollywood anni cinquanta, oltre che da un sostanzioso assolo di chitarra di Mick Ronson.[4]
Questa versione sarebbe stata fonte d'ispirazione per il chitarrista britannico Marco Pirroni, noto per le collaborazioni con Adam Ant e Sinead O'Connor, che nel 1999 ha dichiarato: «Mick Ronson ha avuto una enorme influenza sugli Ants», definendo quello di The Prettiest Star «il miglior suono di chitarra mai ascoltato... Ronson ha trovato quel suono così carico di overdrive, assolutamente pazzesco».[6]
Uscita e accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Il 45 giri venne pubblicato il 6 marzo 1970 in Europa, Giappone e Sud Africa.[7] Dal momento che usciva dopo il primo successo da classifica di Bowie Space Oddity, The Prettiest Star ricevette considerevoli attenzioni da parte delle riviste musicali ottenendo recensioni positive su New Musical Express («una canzoncina assolutamente affascinante»), Music Business Weekly («un brano immediatamente orecchiabile, un'autorevole conferma»), Record Mirror («un'interessante produzione melodica») e Disc and Music Echo («un pezzo adorabile, garbato e delicato»).[6]
La buona accoglienza della stampa non trovò però riscontro nelle vendite che non superarono le 800 copie.[6]
The Prettiest Star dal vivo
[modifica | modifica wikitesto]Il 5 febbraio 1970 il brano fu eseguito nella sessione BBC registrata per il programma radiofonico The Sunday Show, che venne trasmesso tre giorni dopo. In seguito sarebbe stato proposto dal vivo solo in alcune date dell'Aladdin Sane Tour 1973 prima di sparire definitivamente dal repertorio live di Bowie.
Pubblicazioni successive
[modifica | modifica wikitesto]Nel giugno 1973 la versione di The Prettiest Star contenuta in Aladdin Sane venne pubblicata come lato B di Time, 45 giri uscito in edizione limitata negli Stati Uniti, in Francia, Canada e Sud Africa.[8]
Entrambe le tracce del singolo si trovano nel bonus disc della "40 Anniversary Edition" di Space Oddity uscita nel 2009 (Conversation Piece era presente come traccia bonus già nella riedizione dell'album del 1990).
The Prettiest Star si trova anche nelle seguenti raccolte, sempre nella versione 45 giri:
- Best Deluxe (1973, uscita in Giappone)
- Sound + Vision (1989)
- The Best of David Bowie 1969/1974 (1997)
- The Platinum Collection (2005)
- Five Years (1969-1973) (2015, nel CD Re:Call 1)
Una nuova versione di Conversation Piece venne registrata nel 2000 in previsione dell'inserimento nell'album Toy, ad oggi mai pubblicato. La nuova versione ha comunque visto la luce nel 2002 nel bonus disc di una "limited edition" di Heathen mentre la versione originale è presente nel CD Re:Call 1, uscito con il box set Five Years (1969-1973) nel 2015.
Cover
[modifica | modifica wikitesto]Tra gli artisti che hanno inciso una cover di The Prettiest Star:
- Simon Fisher Turner in Simon Turner (1973)
- il cantante finlandese Hector in H.E.C (1977)
- Ian McCulloch nell'album tributo Starman - Rare and Exclusive Versions of 18 Classic David Bowie Songs (2003)
- gli Uke-Hunt come singolo e nell'album eponimo (2014)
Una cover di Conversation Piece eseguita da The Gumo, band indie pop fondata da Alberto Serafini e Stefano Cerisoli, è inclusa nell'album tributo Repetition*Bowie - Midfinger's Tribute to David Bowie del 2007.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 7ª traccia dell'album Aladdin Sane
- ^ "David's new single is so tired. It takes me back to when he was flirting with Nazi Germany": Ex wife's deeply personal critique the star may NOT want to read, su dailymail.co.uk, www.dailymail.co.uk. URL consultato il 1º agosto 2016.
- ^ a b c d e Note di copertina di Space Oddity (40th Anniversary Edition), David Bowie, EMI, DBSOCD40, 2009.
- ^ a b c Reissues: The Prettiest Star, su bowiesongs.wordpress.com, www.bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 1º agosto 2016.
- ^ Pegg (2002), p. 187.
- ^ a b c d Pegg (2002), pp. 155-156.
- ^ The Prettiest Star, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 1º agosto 2016.
- ^ Time, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 1º agosto 2016.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nicholas Pegg, David Bowie. L'enciclopedia, Arcana, Roma, 2002, ISBN 88-7966-270-8.
- (EN) Note di copertina di Space Oddity (40th Anniversary Edition), David Bowie, EMI, DBSOCD40, 2009.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Prettiest Star, su Discogs, Zink Media.
- (EN) The Prettiest Star (canzone), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) The Prettiest Star (album), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Testo di The Prettiest Star, su teenagewildlife.com. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2016).
- Testo di Conversation Piece, su teenagewildlife.com. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2016).