Negro Motorist Green Book | |
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Autore | Victor Hugo Green |
1ª ed. originale | 1936 |
Lingua originale | inglese |
Negro Motorist Green Book (a volte intitolato The Negro Motorist Green-Book o The Negro Travelers' Green Book) era una guida annuale per viaggiatori afroamericani comunemente denominata Green Book[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Venne ideata e pubblicata con cadenza annuale dall'impiegato delle poste newyorchese Victor Hugo Green dal 1936 al 1966 (con l'unica sospensione negli anni della seconda guerra mondiale)[2], durante l'era delle leggi Jim Crow[3], quando era diffusa un'aperta discriminazione contro i non bianchi[4].
Anche se difficilmente i neri possedevano un'auto a causa della discriminazione razziale e della povertà, gli esponenti dell'emergente classe media afroamericana comprarono le automobili non appena fu possibile[5] ma affrontarono molti inconvenienti lungo il viaggio, sconosciuti alla maggior parte dei bianchi, dal rifiuto di servirli nei ristoranti o di fornire loro un alloggio fino a violenza fisica o all'arresto arbitrario.
In risposta a queste problematiche, Green scrisse una guida ai servizi e ai luoghi relativamente amici degli afroamericani, a cominciare dall'area di New York fino ad arrivare a coprire gran parte del Nord America; Green fondò inoltre un'agenzia di viaggi.
Molti afroamericani hanno iniziato a guidare, in parte per evitare la segregazione sui mezzi pubblici[5], dove erano costretti in condizioni disagiate[6]. I neri americani impiegati come atleti, intrattenitori e venditori, viaggiavano spesso anche per motivi di lavoro. Green ideò e pubblicò il Green Book "per dare al viaggiatore nero informazioni che gli impediscano di incorrere in difficoltà, imbarazzi e rendere il suo viaggio più piacevole"[7]. Oltre a informazioni essenziali su alloggi, stazioni di servizio e garage, la guida forniva dettagli sulle strutture per il tempo libero aperte agli afroamericani, tra cui saloni di bellezza, ristoranti, discoteche e country club[8]. Gli elenchi erano divisi in quattro categorie principali: hotel, motel, case turistiche (residenze private, di solito di proprietà di afroamericani, che fornivano alloggio ai viaggiatori) e ristoranti.
Da una prima edizione incentrata su New York, pubblicata nel 1936, Green ha continuato ad ampliare la sua guida, arrivando a coprire la maggior parte degli Stati Uniti e parti del Canada, del Messico e delle Bermuda[3]. Il Green Book divenne "la Bibbia del viaggio nero"[9] durante le leggi Jim Crow e permise ai viaggiatori neri di trovare alloggi, attività commerciali e stazioni di servizio che li avrebbero serviti lungo la strada. Era poco conosciuto al di fuori della comunità afro-americana. Poco dopo che è stato promulgato il Civil Rights Act del 1964, che bandiva le discriminazioni razziali per colpa delle quali era nato il Green Book, la pubblicazione è cessata[3]. C'è stato un rinnovato interesse all'inizio del XXI secolo in connessione con gli studi sui viaggi dei neri durante l'era della legge Jim Crow[7]. Sono stati ristampati quattro numeri (1940, 1947, 1954 e 1963) in facsimile a partire dal dicembre 2017.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- Green Book, regia di Peter Farrelly, 2018
- The Green Book Chronicles, regia di Calvin Alexander Ramsey e Becky Wible Searles, 2019
- Driving While Black: African Americans on the Road in the Era of Jim Crow, regia di Ric Burns, 2019
Diverse edizioni
[modifica | modifica wikitesto]-
1939
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1941
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1947
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1948
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1949
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1950
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1951
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1952
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1953
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1954
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1955
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1956
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1957
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1959
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1960
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1961
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1962
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1963-64 (edizione internazionale)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Bruce Sinclair, Technology and the African-American Experience: Needs and Opportunities for Study, MIT Press, 2004, ISBN 978-0-262-19504-1. URL consultato il 4 febbraio 2019.
- ^ (EN) Jim Ross e Shellee Graham, Secret Route 66: A Guide to the Weird, Wonderful, and Obscure, Reedy Press LLC, 15 settembre 2017, ISBN 978-1-68106-107-8. URL consultato il 4 febbraio 2019.
- ^ a b c (EN) Calvin Alexander Ramsey e Gwen Strauss, Ruth and the Green Book, Carolrhoda Books, 1º novembre 2013, ISBN 978-1-4677-3817-0. URL consultato il 4 febbraio 2019.
- ^ (EN) James Oliver Horton e Lois E. Horton, A History of the African American People: The History, Traditions & Culture of African Americans, Wayne State University Press, 1997, ISBN 978-0-8143-2697-8. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ a b (EN) John W. Frazier, Eugene L. Tettey-Fio e Norah F. Henry, Race, Ethnicity, and Place in a Changing America, Third Edition, SUNY Press, 29 dicembre 2016, ISBN 978-1-4384-6329-2. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ (EN) Howard Brotz, African-American Social and Political Thought: 1850-1920, Transaction Publishers, 31 dicembre 2011, ISBN 978-1-4128-0885-9. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ a b Driving While Black: The Car and Race Relations in Modern America by Thomas J. Sugrue, su autolife.umd.umich.edu. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ (EN) Jacinda Townsend, How the Green Book Helped African-American Tourists Navigate a Segregated Nation, su Smithsonian. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ (EN) The Green Book: Celebrating 'The Bible of Black Travel', su NPR.org. URL consultato il 9 febbraio 2019.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su The Negro Motorist Green Book
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jeff Wallenfeldt, the Green Book, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 759149196381474790611 · LCCN (EN) no2017037477 |
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