Tempio di Diana | |
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il tempio tra il 1890 e il 1900 | |
Epoca | 1789 |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Amministrazione | |
Visitabile | Sì (Villa Borghese) |
Mappa di localizzazione | |
Il tempio di Diana è un piccolo tempio monoptero di forma circolare in stile neoclassico situato in Viale della Casina di Raffaello, all'interno del parco di Villa Borghese (Roma). Venne costruito da Antonio Asprucci nel 1789 per volere di Marcantonio IV Borghese (1730-1800)[1].
Il tempio deve il suo nome alla statua in marmo lunense a grandezza naturale di Diana, la cosiddetta Diana di Gabi, custodita in origine sul basamento di marmo caristio ancora oggi presente nel tempio, copia adrianea dell'originale greca che rappresentava la Dea della Caccia vestita in talare e peplo in procinto di estrarre una freccia dalla propria faretra[2], restaurata dalla bottega di Vincenzo Pacetti ed oggi conservata al Museo del Louvre[3][4]. Nel 1807, infatti, a causa di difficoltà finanziarie, il principe Camillo II Borghese fu costretto da Napoleone a vendere alla Francia 344 opere provenienti dalla collezione Borghese, tra cui la Diana di Gabi.
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]L'architrave del tempio, sostenuta da otto colonne disposte in circolo, è quasi del tutto libera, fatta eccezione di una parte in cui è presente un'iscrizione in latino:
«NOCTILVCAE · SILVARVM · POTENTI»
«Alla Dea della luce notturna, signora delle foreste»
L'architrave sostiene un fregio fortemente decorato su cui si poggia la cupola del tempio, decorata esternamente da un giro di plinti e dalla scultura di una pigna posta nel suo apice. All'interno presenta cassettoni ottagonali decorati.
Fu restaurato nel 1941 da Lorenzo Cozza (scultore).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Stella Casiello, Verso una storia del restauro: dall'età classica al primo Ottocento, Alinea Editrice, 1º gennaio 2008, ISBN 9788860552761. URL consultato il 24 ottobre 2016.
- ^ Antonio Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, con permesso de'superiori, 1º gennaio 1832. URL consultato il 24 ottobre 2016.
- ^ Arredi architettonici / Villa Borghese / Ville dei nobili / Ville e Parchi storici - Sovrintendenza, su sovraintendenzaroma.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
- ^ Site officiel du musée du Louvre, su cartelfr.louvre.fr. URL consultato il 3 agosto 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonio Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, descritti da Antonio Nibby, Roma, 1832 (on-line)
- Stella Casiello, Verso una storia del restauro: dall'età classica al primo Ottocento, Alinea Editrice, 2008, ISBN 978-88-6055-276-1