Sweyn II | |
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Ricostruzione del volto di Sweyn a partire dal suo cranio | |
Re di Danimarca | |
In carica | 1047 – 1076 |
Predecessore | Magnus I di Norvegia |
Successore | Harald III di Danimarca |
Nome completo | Sweyn II Estridsson Ulfsson |
Nascita | 1018 circa |
Morte | 28 aprile 1076 |
Luogo di sepoltura | Cattedrale di Roskilde |
Dinastia | Estridsen |
Padre | Ulf Thorgilsson |
Madre | Estrid Svendsdatter |
Consorte | Gyda di Svezia Gunnhildr Sveinsdóttir Tora Torbergsdatter diverse concubine |
Figli | circa 19, tra cui Aroldo III, Canuto IV, Olaf I, Enrico I, Niels, Svend il Crociato, Ingrid di Danimarca, Svend Tronkræver e Sigrid Svendsdatter |
Religione | cristianesimo |
Sweyn II Estridsson Ulfsson (1018 circa – 28 aprile 1076) fu re di Danimarca dal 1047 al 1076. Era il figlio di Ulf Thorgilsson e di Estrid Svendsdatter, figlia di Sweyn I di Danimarca. È stato il primo re danese della dinastia degli Estridsen. Questa dinastia ha regnato sulla Danimarca nella discendenza maschile fino al 1375.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ascesa al trono
[modifica | modifica wikitesto]Sweyn o Svend nacque in Inghilterra,[1] da Ulf Thorgilsson e Estrid Svendsdatter, figlia di re Sweyn I Barbaforcuta e sorella dei re Harald II e Canuto il Grande. Sweyn crebbe come condottiero militare e per un periodo servì il re Anund Jacob di Svezia.[1] Nel 1040 saccheggiò l'area dell'Elba-Weser, ma fu catturato dall'arcivescovo di Amburgo-Brema, che lo rilasciò poco dopo.[2]
Svend fu fatto jarl sotto il re danese Ardicanuto che era suo cugino,[1] e guidò in suo nome una campagna contro la Norvegia, venendo però sconfitto dal re Magnus I.[2] Quando Ardicanuto morì nel 1042, Magnus rivendicò il trono danese e fece Svend lo jarl dello Jutland.[3] Nel 1043 Sweyn combatté per Magnus alla battaglia della brughiera di Lyrskov a Hedeby, vicino all'attuale confine tra Danimarca e Germania.[2] Grazie alle sue imprese a Lyrskov, Sweyn ottenne una grande reputazione che indusse i nobili danesi a incoronarlo re a Viborg nello Jutland.[3] Fu sconfitto da Magnus in più di un'occasione e dovette fuggire in Svezia. In seguito, riuscì a tornare e a stabilire un avamposto in Scania.[2]
La guerra tra Magnus e Sweyn durò fino al 1045, quando lo zio di Magnus, Harald lo Spietato, fece ritorno in Norvegia dopo l'esilio. Harald e Sweyn si allearono e Magnus decise quindi di condividere il trono norvegese con suo zio.[1] Nel 1047 Magnus morì, dopo aver ordinato in punto di morte che il suo regno fosse diviso: Harald avrebbe mantenuto il trono di Norvegia mentre Sweyn sarebbe diventato re di Danimarca.[3] Dopo aver sentito della morte di Magnus, Sweyn disse: «Da ora, Dio m'aiuti, non cederò mai la Danimarca».[4]
Scontri con Harald lo Spietato
[modifica | modifica wikitesto]Harald, indisposto a lasciare la Danimarca, attaccò Sweyn, combattendo con lui una lunga guerra. Harald depredò Hedeby nel 1050 e poi anche Aarhus.[2] Sweyn per poco non catturò Harald nel 1050, quando questi attaccò la costa dello Jutland e caricò le sue navi con merci e prigionieri. Quando la flotta di Sweyn raggiunse i norvegesi, Harald ordinò ai suoi di lasciare dietro le merci, immaginando che i danesi si fermassero per recuperarle. Tuttavia, Sweyn ordinò ai suoi uomini di continuare a inseguire Harald. A questo punto Harald decise di lasciare andare anche i prigionieri, e Sweyn decise di lasciare Harald scappare pur di salvarli.[4] Sweyn rischiò di perdere la vita nella battaglia navale di Niså, combattuta al largo della costa di Halland nel 1062.[1] Secondo le saghe, Harald sollecitò Sweyn a incontrarlo in una battaglia finale a Elv nella primavera del 1062.[5] Quando Sweyn e l'esercito danese non si presentarono, Harald fece tornare in patria una gran parte del suo esercito, tenendo con sé solo i guerrieri più esperti della flotta. Quando Sweyn finalmente arrivò a incontrare Harald, la sua flotta contava trecento navi, rispetto alle centocinquanta norvegesi.[6] Le flotte ingaggiarono lo scontro di notte, e la battaglia durò fino al mattino, quando i danesi iniziarono a scappare. Secondo le saghe, la vittoria norvegese è in gran parte da attribuire al conte Håkon Ivarsson, che distaccò le sue navi dai fianchi norvegesi e iniziò ad attaccare le navi indebolite sui fianchi danesi.[7] Håkon potrebbe essere il capitano norvegese cui si riferisce Sassone Grammatico che invertì la rotta della battaglia a favore dei norvegesi.[8]
Sweyn riuscì a scappare dalla battaglia e, raggiungendo la terra, si fermò alla casa di un contadino chiedendo qualcosa da mangiare. Il contadino diede poi al re un cavallo e Sweyn proseguì sulla via per la Selandia. Qualche tempo dopo, il contadino fu convocato e gli furono concesse delle terre come ringraziamento del servizio che fece al re;[4] Sweyn aveva una reputazione per la generosità e la gentilezza che aiutò in varie occasioni a conquistare la fiducia della sua gente.
Harald rinunciò alla sua pretesa per la Danimarca nel 1064,[1] a patto che Sweyn lo riconoscesse come Harald III di Norvegia.[3] Successivamente Harald salpò in Inghilterra per rivendicare il trono inglese dopo la morte di Edoardo il Confessore, ma fu ucciso nella battaglia di Stamford Bridge.
Consolidamento del potere
[modifica | modifica wikitesto]Il legame tra Sweyn e il trono danese era dovuto alla madre, Estrid Svendsdatter, per cui scelse il matronimico Estridsson al fine di enfatizzare il suo legame con la casata reale danese.[2] Coniò anche le sue monete.
Sweyn cercò di consolidare il suo potere forgiando legami con le potenze straniere e con la Chiesa, in particolare cercando di ottenere l'amicizia dei papi.[1] Voleva che il suo figlio primogenito Knud Magnus fosse incoronato dal papa, ma morì durante il viaggio a Roma. Fece anche pressione affinché Aroldo Dente Azzurro, il primo re danese cristiano, venisse santificato, senza però riuscire nell'intento. Era alleato con l'imperatore Enrico III contro il conte Baldovino V di Fiandra nel 1049, e assistì suo genero Godescalco nella guerra civile dei Liutici del 1057.[2]
Dopo l'uccisione di Harald III lo Spietato e la conquista normanna dell'Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore, Sweyn rivolse la sua attenzione verso l'isola britannica, un tempo governata da suo zio Canuto il Grande. Unendo le forze con Edgardo Atelingo, l'ultimo erede superstite della casata reale anglosassone, inviò un esercito per attaccare il re Guglielmo nel 1069, Tuttavia, dopo aver preso York, Sweyn accettò un danegildo da Guglielmo affinché tornasse in Danimarca e disertasse Edgardo, che fu costretto a tornare in esilio in Scozia. Sweyn tentò nuovamente nel 1074/1075, fallendo ancora.[2]
Rapporto con la chiesa
[modifica | modifica wikitesto]Sweyn temeva che l'arcivescovo Adalberto di Amburgo nominasse prelati tedeschi per ricoprire i massimi ranghi del clero danese, così portò dall'Inghilterra anglodanesi per tenere la chiesa danese indipendente. Sotto l'influenza di Sweyn,[9] la Danimarca fu divisa in otto diocesi intorno al 1060.[10] Impostò le diocesi donando grandi appezzamenti di terra, favorendo maggiormente la diocesi di Roskilde, siccome aveva un buon rapporto con il suo vescovo, Guglielmo (Vilhelm).[2] Quando l'arcivescovo Adalberto morì nel 1072, Sweyn riuscì a trattare direttamente con la Santa Sede.
Fece portare in Danimarca studiosi per insegnare a lui e al suo popolo la lingua latina affinché potessero comunicare con il resto dell'Europa sullo stesso piano. Si racconta che Adamo da Brema viaggiò per incontrare questo colto re e tornò riservando un grande rispetto per la sua pazienza e per la sua saggezza.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Il re Sweyn morì nella magione reale di Søderup, a 10 km a ovest di Åbenrå sullo stretto del Piccolo Belt. Sebbene cronache danesi facciano risalire la sua morte al 1074, è invece noto che ricevette e rispose a lettere nel 1075 e morì nel 1076.[11][12] Il corpo del re fu portato alla cattedrale di Roskilde, dove venne seppellito dentro a un pilastro del coro vicino ai resti del vescovo Guglielmo morto nel 1074. Fu successivamente soprannominato il «padre dei re» perché cinque dei suoi quindici figli diventarono re della Danimarca.[4]
Fu l'ultimo regnante vichingo della Danimarca e un antenato di tutti i re danesi successivi.[13] Anche i resti degli altri re danesi furono sepolti nella cattedrale di Roskilde. Secondo la saga, anche la madre di Sweyn era stata sepolta lì, dentro un pilastro di fronte alla cappella. Tuttavia, le analisi del DNA mitocondriale rivelarono che questa persona non fosse la madre del re, poiché il DNA mitocondriale del re indicava l'aplogruppo H, HVR1 7028C.[13]
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
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Thorgils Sprakalägg | |||||||||||||
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Ulf Thorgilsson | |||||||||||||
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Sweyn II di Danimarca | |||||||||||||
Aroldo I di Danimarca | Gorm il Vecchio | ||||||||||||
Thyra | |||||||||||||
Sweyn I di Danimarca | |||||||||||||
Tova degli Obodriti | Mstivoj | ||||||||||||
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Estrid Svendsdatter | |||||||||||||
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Gunhildr di Venedia | |||||||||||||
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Carl Frederik Bricka, Dansk Biografisk Lexikon, vol. XVII [Svend Tveskjæg – Tøxen], 1903, pp.3–5.
- ^ a b c d e f g h i Stefan Pajung, Artikel: Svend Estridsen ca. 1019-1074/76, danmarkshistorien.dk, Aarhus University, 19 gennaio 2010
- ^ a b c d Louise Kæmpe Henriksen, Historiske Personer – Svend Estridsen – konge af Danmark 1047–74., vikingeskibsmuseet.dk
- ^ a b c d Huitfeldt, Arild. Danmarks Riges Krønike
- ^ http://mcllibrary.org/Heimskringla/hardrade2.html, p.61
- ^ http://mcllibrary.org/Heimskringla/hardrade2.html, p.63
- ^ http://mcllibrary.org/Heimskringla/hardrade2.html, p.65
- ^ Archived copy (PDF), su jomsborg.eu. URL consultato il 26 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Svend 2. Estridsen in Gyldendal Åbne Encyklopædi
- ^ Diocesi di Lund, diocesi di Odense, diocesi di Ribe, diocesi di Roskilde, diocesi di Schleswig, diocesi di Viborg, diocesi di Vestervig e diocesi di Aarhus.
- ^ (DA) Johannes C. H. R. Steenstrup, Svend Estridsen, in Bricka (a cura di), Dansk Biografisk Leksikon, vol. 17, Kjøbenhavn, Gyldendalske Boghandels Forlag (F. Hegel & Søn), 1903, p. 4. URL consultato il 22 febbraio 2007.«Sweyn died at the royal estate Søderup in [the Duchy of] Schleswig April 28, 1076 (the Danish annals have, certainly incorrect, 1074) and was buried in Roskilde Cathedral. [S. døde paa Kongsgaarden i Søderup i Slesvig 28. April 1076 (de danske Aarbøger have, sikkert urigtig, 1074) og blev begravet i Roskilde Domkirke.]»
- ^ J. G. F. Ræder, Danmark under Svend Estridsen og hans Sønner (Copenhagen, pp. 202–203) (TXT), su archive.org, 1871. URL consultato il 22 febbraio 2017.«At Vilhelm er død før Kongen, meddeles af de ikke meget senere Skribenter Anonymus Roskild. (Lgb.I. S. 378) og Ætnothus (Lgb.III. S. 338). At fremdeles Svend Estridsen døde 1076 og ikke allerede 1074, er ligeledes hævet over enhver Tvivl; naar nu ikke destomindre en hel Række Kildeskrifter lader ham dø allerede 1074, saa synes dette at hænge sammen med det allerede tidlig opstaaede og hos Saxo opbevarede Sagn om, at Vilhelm døde faa Dage efter Kongen og af Sorg over hans Død. Det kan da tænkes , at man har draget Kongens Død tilbage til Bispens Dødsaar 1074, ligesom Nyere (t. Ex. Molbech, hist. Aarb. III S. 19) drage Bispens Dødsaar frem til 1076 for at faa Begges Dødsaar til at falde sammen." ... & ... "men derimod giver en ny Skrivelse, som Paven afsendte til Svend d. 17. April s. A. [1075], En det bestemte Indtryk, at der i Mellemtiden er foregaaet Noget, hvorved Svend har gjort sig Paven forbunden»
- ^ a b iGenea – DNA profiles and haplogroups of famous persons: Sven II Estridsen – the last Viking King, su igenea.com. URL consultato il luglio 2018.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sweyn II di Danimarca
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Svend II Estridsön re di Danimarca, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Sweyn II Estridsen, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 78382197 · ISNI (EN) 0000 0000 5559 9058 · CERL cnp01165842 · LCCN (EN) no97029350 · GND (DE) 137326955 |
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