Stralucido (detto a volte anche straslucido) è una tecnica decorativa impiegata nella realizzazione di oggetti ceramici. Essa consiste nella levigatura, già in fase di modellazione, di limitate aree specifiche della superficie dell'oggetto, tipicamente vasellame, anteriormente alla cottura. Dopo la cottura, le zone levigate, trattate, rifletteranno maggiormente la luce ed avranno una maggiore lucentezza, creando così un effetto di contrasto cromatico con le zone opache, non-trattate e quindi naturali, e ancora porose[1].
Questa tecnica è stata ampiamente diffusa a partire dalla Media Età del Ferro particolarmente presso le civiltà della Sardegna proto-storica[1], quella lombarda di Golasecca[2] ed in Sicilia (Cultura di Pantalica Nord[3] e Nord-Ovest, caratterizzata dal cosiddetto stralucido rosso[4][5]). Per la sua elaborata manifattura, che implica la modellazione al tornio, essa testimonia già l'esistenza presso queste popolazioni, in una fase molto antica, di una rimarchevole abilità artigianale[senza fonte].
Essa era ancora ampiamente diffusa tra le genti longobarde al momento del loro arrivo in Italia nel 568 d.C.[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Voce "Stralucido" nel glossario del Museo Sanna di Sassari [collegamento interrotto], su museosannasassari.it.
- ^ Gianna G. Buti e Giacomo Devoto, Preistoria e storia delle regioni d'Italia, Sansoni Università, 1974.
- ^ LA CIVILTA' di PANTALICA NORD, D.Tanasi del centro Archeologia Cretese Università Catania. [1] Archiviato il 9 maggio 2008 in Internet Archive..
- ^ V. LA ROSA (ed.), Le presenze micenee nel territorio siracusano, Atti del Primo simposio siracusano di preistoria siciliana (Siracusa, 15-16 dicembre 2003), Padova 2004, pp. 337-383. Copia archiviata (PDF), su sdasr.unict.it. URL consultato il 22 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2010)..
- ^ Vincenzo Rio, Pantalica, storia e archeologia. Copia archiviata, su fiumeinvisibile.it. URL consultato il 22 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2008)..
- ^ Gian Pietro Brogiolo (a cura di), "Santa Giulia di Brescia gli scavi dal 1980 al 1992. Reperti preromani, romani e altomedievali", Firenze, 1999. [2].