Storie di Maria, santi Barnaba e Viatore | |
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Autore | Pietro Baschenis |
Data | 1614 |
Tecnica | affresco |
Ubicazione | Chiesa di Santa Grata in Columnellis, Bergamo |
Le Storie di Maria, santi Barnaba e Viatore sono un ciclo di affreschi eseguiti da Pietro Baschenis nel 1614 per la chiesa di Santa Grata in Columnellis in via Arena di Bergamo nella chiesa superiore mentre i santi Barnaba e Viatore sono raffigurati nella chiesa inferiore.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I dipinti, che decorano la volta del presbiterio, furono considerati dallo storico dell'arte Andrea Pasta nel 1775 come lavori d'ignoto, ma di ottima fattura. Furono considerati lavoro di Giovanni Battista Averara, solo successivamente lavoro del Baschenis.[3] Il ciclo è stato firmato dall'artista nell'affresco “Nascita di Maria” sul gradino dove è posto san Gioacchino: PETRUS BASCHENES/PINXIT. La chiesa ha una storia molto antica e fu ricostruita a partire dal 1591. I decori della zona presbiteriale dovevano sicuramente essere terminati quando il 10 maggio 1624 fu visitata dal vescovo di Bergamo Federico Cornaro, come riportano gli atti: “ad altare maius quod situm est in choro ipsius ecclesie ad orientem sub fornice pulcherrimo”.[4][5] Viene registrata la presenza di altri affreschi suoi in quella che viene definita come la chiesa vecchia posta a livello inferiore ma con il presbiterio dalle medesime misure[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il ciclo delle storie di Maria si compone dei dipinti raffiguranti: Nascita della Vergine, Annunciazione, Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al tempio e Incoronazione ed è inserito in cornici di stucco manieristici che completano sia la parte dell'abside che della volta a botte eseguiti dai Porta, stuccatori luganesi con cui il Baschenis si era imparentato avendo sposato la figlia di Lorenzo: Clara Porta.[7] Le pareti laterali di quella che era l'antica chiesa, presentano le raffigurazioni di santa Barnaba con la scritta “S. BARNABAS APOST” considerato il primo apostolo a predicare a Bergamo, e san Viatore con la scritta “VIATOR EPISC. II BERG”, secondo vescovo di Bergamo. Tra gli affreschi vi sono due copie di angeli, entrambi reggono un cartiglio che riporta: “QUI PRIMUS RETULIT TIBI CHRISTI NUMINA IESU/BERGOMOM ILLUS NUMINA CORDE PETE”, “TRISTEM PONE METU FESSI CUI CORPO ARTUS/ACCELERAT MISERO FERRE VIATOR OPEM” e “DISPERATA SALUS NARNI MONUMENTA FREQUEM/HIC QUOVIS LANGUIDA MEMBRA LEVAT”.[8][9][10] Nella chiesa vecchia pare che ci fosse anche una statua devozionale di san Narno riservata alla preghiera delle sole monache.[11]
Gli affreschi presentano ripitture forse eseguite per dare maggior luminosità particolarmente accentuata nell'immagine dell'Incoronazione. I dipinti, a differenza di altre opere dell'artista che hanno toni molto chiari, si presentano con uno sfondo scuro raffiguranti architetture interne, e i colori delle figure non danno sufficiente risalto all'intera opera. I personaggi dipinti paiono muoversi in maniera lente, l'artista non è riuscito a dare movimento e narrazione alla sua opera. Alcuni personaggi sembrano essere ripetitivi. Affresco più completo è quello della Natività di Maria. Anna è posta in primo piano, con il capo reclinato a guardare la neonata. Gioacchino si sta allontanando, unico personaggio maschile in una scena di grande intimità femminile; l'artista ha riempito la scena di arredi e di oggetti come anfore, panieri, e bacili. La scena sembra riprendersi con l'immagine della perpetua che tiene un panno ed è posta davanti al fuoco. La Presentazione di Gesù al tempio è inserita in un'architettura scura ma piena di personaggi, tra i quali posta a destra una donna che regge un piatto, dove vi sono due colombe, simbolo pagano di vita eterna.[12]
Gli affreschi presentano assonanze coni dipinti del Cavagna e del Salmeggia, gli artisti più importanti dei primi anni del Seicento bergamasco che sicuramente Pietro studiava e riproponeva, e che abitavano nel medesimo borgo di San Leonardo.[13] L'immagine dalla Vergine ripropone infatti quella presente nella chiesa di San Bernardino, ma in maniera molto più semplice, riprendendo anche il Salmeggia nel suo dipinto dell'Annunciazione presente nella Certosa di Garegnano.[14]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sulle tracce dei Baschenis, su primabergamo.it, Prima Bergamo. URL consultato l'8 ottobre 2021.
- ^ Paolo Mazzariol, La chiesa di Santa Grata, Litostampa.
- ^ Valgussa, p.94.
- ^ Valgussa.p 96.
- ^ Nel 1623 fu inserita la grande pala di Enea Salmeggia Chiesa di Santa Grata in Columnellis, su worldorgs.com. URL consultato il 10 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2021).
- ^ La descrizione della chiesa vecchia di Donato Calvi racconta la storia della chiesa originaria
«Sotto la chiesa nuova vi sono li sepoltri de's.t:Narno e Viatore condottovi miracolosamente al tempo delle nuove muraglie della città come si ha per certa tradizione essendosi abbruciate le scritture»
- ^ Lorenzo Porta aveva lavorato anche per i decori della chiesa di Santa Maria Maggiore Motivi decorativi, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato l'8 ottobre 2021.
- ^ Paolo Mazzariol, La chiesa di Santa Grata, Litostampa, pp. 254-255.
- ^ Valgussa, p. 98.
- ^ Secondo quanto scrisse Bortolo Belotti gli scritti riprendono quanto era indicato su due tavole poste accanto al sepolcro della cripta alessandrina dei primi due santi e vescovi di Bergamo Narno e Viatore prima della sua demolizione: «la virtù risanatrice dei sacri depositi […].Si narra infatti che presso il sepolcro dei due vescovi fosse una sorgente reputata miracolosa per la guarigione ottenuta da quanti ne bevessero le acque» Bortolo Belotti, Storie di Bergamo e dei Bergamaschi, Bergamo, 1959, pp. 158-159.
- ^ Balestra, p.108.
- ^ Valgussa, p. 97.
- ^ Valgussa, p.95.
- ^ Bandera.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luisa Bandera, Francesco Cavagna, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX. Il Seicento, II, Bergamo, 1978, OCLC 715061447.
- Francesco Tassi, Vita de pittori, scultori e architetti bergamschi, Milano, OCLC 565491704.
- AA.VV., I pittori Baschenis - Itinerari bergamaschi, a cura di Giovanni Valagussa, Corponove, 2020.
- Paolo Mazzariol, La chiesa di Santa Grata, Litostampa, p. 254-255.