La storia del Canton Appenzello Esterno va dalla formazione del cantone nel 8 novembre 1597 dalla divisione del Canton Appenzello fino ai giorni nostri.
Il cantone nella Vecchia Confederazione
[modifica | modifica wikitesto]Formazione del cantone
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'atto di separazione dell'8 novembre 1597, firmato grazie alla mediazione di inviati federali, le sei Rhoden esterne di Appenzello, e cioè Urnäsch, Herisau, Hundwil, Teufen, Trogen e Gais, si organizzarono in una nuova entità statale autonoma, confinante a nord con il principato abbaziale di San Gallo, a ovest con il Toggenburgo - anch'esso posto sotto la sovranità abbaziale - a sud con Appenzello Interno e a est con il baliaggio comune del Rheintal.[1] I confini con i territori abbaziali, già tracciati nel XV secolo, e quelli con il Rheintal divennero definitivi fra il 1598 e il 1666.[1] Più complesso risultò invece fissare la frontiera con Appenzello Interno: la posizione giuridica dei due conventi femminili di Wonnenstein e Grimmenstein - entrambi in Appenzello Esterno - dei villaggi di Oberegg e Reute e dei cosiddetti "beni esentati", vale a dire terreni appartenenti a forestieri o a membri di una minoranza confessionale, fu infatti oggetto di lunghe discussioni.[1] Nel Vorderland, nel Mittelland e a Stechlenegg (Hundwil), fino al 1851 e, rispettivamente, al 1870, la frontiera tra i due semicantoni fu stabilita sulla base dei confini delle proprietà fondiarie: i terreni appartenenti a cittadini riformati erano parte di Appenzello Esterno, quelli i cui proprietari erano cattolici facevano invece parte del territorio di Appenzello Interno.[1] Nonostante queste eccezioni, il semicantone aveva un territorio compatto e una popolazione omogenea sul piano confessionale e sociale: ciò gli permise di conseguire rapidamente una solida identità politica e giuridica.[1] Tra il 1598 e il 1599 il cantone impose agli abitanti cattolici di convertirsi o di lasciare il cantone, creando una crisi politica con il Canton Appenzello Interno conosciuta come affare Tanner.[2]
L'amministrazione della giustizia riprese, in genere senza modifiche, le norme statutarie contenute nel Codice del 1585 (Silbernes Landbuch).[1] Verso il 1600 venne redatto un Codice di Appenzello Esterno, il Landbuch, che fu oggetto di varie revisioni nel 1615, nel 1632 e nel 1747, ma la prassi giuridica rimase in sostanza vincolata alle antiche tradizioni.[1] Oltre un terzo delle condanne a morte pronunciate tra il 1598 e il 1798 riguardava casi di stregoneria (22) o di sodomia (50).[1] Istituzione centrale indiscussa era la Landsgemeinde.[1] Attorno al 1600 gli altri organi politici, simili a quelli dell'altro semicantone, erano il doppio Consiglio o Nuovo e vecchio Consiglio, il Gran Consiglio o Gebotener Rat, il Piccolo Consiglio o Consiglio settimanale, il tribunale dei giurati e il tribunale di bassa giustizia (Gassengericht) che infliggeva ammende per infrazioni minori.[1] La scelta del capoluogo si rivelò difficile, a causa delle rivalità esistenti tra le diverse Rhoden, comunità politiche la cui formazione risaliva al tardo Medioevo e pertanto orgogliose della propria autonomia: nessuna di esse poteva infatti rivendicare una preminenza sulle altre in base alle dimensioni o al peso economico.[1] Grazie alla sua posizione centrale, questo ruolo toccò a Trogen, cui vennero assegnati, con la risoluzione del 22 novembre 1597, il palazzo del Consiglio e la sede delle esecuzioni capitali (ceppi e patibolo).[1] Trogen perse gran parte delle sue funzioni di capitale solo nel 1876, quando la sede del governo e del parlamento venne trasferita a Herisau.[1]
XVII e XVIII secolo
[modifica | modifica wikitesto]Il XVII e il XVIII secolo furono caratterizzati dalla formazione dei comuni.[1] Tra il 1648 e il 1749 nel territorio delle grandi Rhoden si costituirono 20 comuni autonomi, detti parrocchie (Kirchhören), dotati di ampie competenze.[1] Ogni singolo comune era retto da un Consiglio, alla cui guida si alternavano il primo e il secondo "capitano" o sindaco.[1] Il numero dei Consiglieri era compreso tra sei e 24 e variava a seconda delle dimensioni e dell'importanza del comune.[1] Questo organo, che esercitava il potere esecutivo e giudiziario, aveva un numero di membri compreso tra sei e 24 persone, che erano nel contempo membri delle autorità cantonali.[1] In questo periodo i nuovi comuni del Vorderland (tranne Lutzenberg) si separarono dalle rispettive chiese madri nel Rheintal.[1]
Nel 1647 l'animosità fra le Rhoden situate rispettivamente a destra e a sinistra della Sitter, inaspritasi con la scissione del cantone di Appenzello, portò all'istituzione di un "doppio regime" che si protrasse fino al 1858: ad eccezione del cancelliere e dell'usciere, le altre cinque cariche cantonali (Landamano, Vicelandamano, tesoriere, capitano e alfiere) furono occupate contemporaneamente da due titolari che si alternavano nell'esercizio delle loro funzioni e le due regioni del semicantone nominavano ognuna un Piccolo Consiglio di 10-20 membri.[1] Il solco tra le due parti del semicantone si approfondì a partire dal 1714 in seguito alla pace di Rorschach, dagli esiti deludenti per Appenzello Esterno, e sfociò, negli anni 1730, in un grave dissidio di politica interna, il cosiddetto Landhandel.[1] In questa circostanza, la fazione dei "moderati" (Linde), favorevole alla politica delle autorità e alla politica segreta, si oppose a quella dei "duri" (Harte), che rivendicava maggior democrazia e trasparenza: quest'ultima ebbe infine la meglio.[1] Il grave conflitto portò all'allontanamento dal governo di alcune personalità, a un rafforzamento della posizione dell'Hinterland e ad azioni punitive contro gli sconfitti.[1] Tuttavia, non venne modificato il carattere ambiguo del regime, oligarchico nonostante la presenza di alcuni elementi propri della democrazia.[1]
Pur essendo eletti dal popolo, gli alti funzionari cantonali e i membri dei Consigli cantonali e comunali esercitavano infatti il potere in modo chiaramente autoritario.[1] Le assemblee consiliari, i cui effettivi vennero ridotti nel XVII secolo, prendevano la maggior parte delle decisioni senza consultare l'elettorato.[1] Il diritto di iniziativa rimase un diritto della Landsgemeinde, ma venne esercitato solo in pochi casi perché fu soggetto a una rigorosa regolamentazione.[1] Gli stretti intrecci fra le autorità cantonali e quelle comunali condizionavano la vita politica: sia nei Piccoli Consigli sia nel Gran Consiglio dominavano i rappresentanti dei comuni, le assemblee comunali erano dirette da un alto funzionario cantonale, i sindaci costituivano i due terzi del Gran Consiglio e nella Landsgemeinde godevano di un posto riservato.[1] Malgrado la preoccupazione costante di rappresentare adeguatamente ogni regione nonostante la posizione preponderante di Trogen e Herisau, per tutto l'ancien régime il potere politico nei comuni rimase nelle mani di poche famiglie: alcune di esse furono rappresentate nel Landrat da loro esponenti sull'arco di intere generazioni.[1]
Competenze del cantone
[modifica | modifica wikitesto]Il bilancio cantonale, modesto vista l'esiguità dei compiti statali, si chiudeva generalmente in attivo: dal 1603 al 1687 il patrimonio statale si moltiplicò per 11, raggiungendo la somma di 137 495 fiorini.[1] Poiché il cantone non riscuoteva né dazi né imposte, le principali fonti di entrate erano costituite da ammende, pensioni, rendite di capitali e diritti di detrazione.[1] I comuni, che disponevano di capitali ed entrate finanziarie proprie, acquisirono progressivamente importanza quali pubblici fornitori di servizi: provvedevano ai costi della scuola, della Chiesa e della pubblica assistenza, mentre allo Stato competevano la difesa del territorio, la costruzione dei ponti e le cure ospedaliere.[1] Tra le voci di spesa statali, circa la metà era costituita da indennizzi di vario genere a funzionari e da spese specificatamente legate all'amministrazione.[1]
Gli affari militari erano considerati compito statale, ma anche in questo ambito un ruolo importante era demandato ai comuni e all'iniziativa privata.[1] In caso di pericolo, le autorità formavano un Consiglio di guerra, fissavano l'ordinamento militare, organizzavano posti di guardia e ispezioni, nominavano i quadri dell'attiva e dal 1656 scelsero due comandanti cantonali (Landmajore).[1] Alle compagnie ordinarie dell'attiva e della riserva si affiancarono, nel XVIII secolo, diversi Corpi franchi privati.[1]
Politica federale e estera
[modifica | modifica wikitesto]Nel quadro della Confederazione Appenzello Esterno agiva in stretto contatto con i cantoni riformati, in particolare con Zurigo.[1] Appenzello, cantone periferico e dalla potenza trascurabile, ulteriormente indebolito dalla divisione in due semicantoni, aveva scarso influsso sulla politica federale: alla Dieta il suo voto contava solo nei rari casi in cui i due semicantoni, quasi sempre schierati su posizioni contrapposte, agivano invece in accordo.[1] I delegati di Appenzello Esterno assunsero talvolta il ruolo di mediatori in caso di conflitto. Quale cantone sovrano partecipava al governo del baliaggio comune del Rheintal: tra il 1597 al 1798 ne designò per sei volte il balivo.[1] In genere, Appenzello Esterno riuscì a risolvere i problemi di vicinato sorti con Appenzello Interno e con la città e il principato abbaziale di San Gallo per lo più autonomamente, stipulando trattati.[1] Sul piano delle alleanze, Appenzello Esterno ebbe a lungo rapporti esclusivi con la Francia: solo dal 1690 i suoi abitanti furono autorizzati ad arruolarsi quali mercenari negli eserciti di altri Stati (Paesi Bassi, Prussia, Austria, Inghilterra, Regno di Sardegna).[1]
Repubblica Elvetica e moderna Confederazione
[modifica | modifica wikitesto]Repubblica Elvetica
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1798 e il 1803, quando i due semicantoni di Appenzello furono riuniti nel cantone elvetico del Säntis, la politica interna fu dominata da disordini e interventi esterni.[3] Già nel 1797, il vivace dibattito interno aveva portato alla decisione di sottoporre a revisione il testo costituzionale.[3] I principali promotori del nuovo orientamento furono lo stampatore di tele indiane Hans Konrad Bondt, filorivoluzionario, e il fabbricante cotoniero Johann Ulrich Wetter, di Herisau.[3] La tradizionale divisione fra le due parti di Appenzello Esterno si manifestò nuovamente: nell'aprile del 1798 la Landsgemeinde a sinistra della Sitter si pronunciò per la Costituzione elvetica, mentre la Landsgemeinde a destra del fiume confermò la propria fedeltà alla vecchia forma istituzionale.[3] Dopo la precipitosa fuga delle autorità conservatrici all'inizio di maggio, i comuni si diedero nuovi organi direttivi: tre amministrazioni distrettuali vennero create a Herisau (Hinterland), Teufen (Mittelland) e Wald (Vorderland).[3] In un primo momento, sei dei 14 rappresentanti del Säntis al Gran Consiglio e al Senato Elvetico provenivano dal rivoluzionario Hinterland.[3] Ben presto gli oneri militari del periodo 1799-1802 produssero un deterioramento del clima politico e delle condizioni di vita: nell'agosto del 1802 i fautori del vecchio ordinamento poterono dunque definitivamente riconquistare il potere.[3]
Epoca della Rigenerazione
[modifica | modifica wikitesto]Gli anni dal 1802 al 1818, durante i quali fu in carica il Landamano Jacob Zellweger, furono segnati da un lato da tendenze restauratrici, dall'altro da insoliti tentativi di riforma: il ripristino del canton Appenzello con l'Atto di mediazione del 1803 segnò un ritorno al vecchio sistema politico e a condizioni di governo autoritarie.[3] Tuttavia dal 1805 al 1810 si ebbero importanti riforme in campo scolastico, militare, stradale, monetario e sanitario.[3] La "quasi Costituzione" del giugno 1814, varata nell'ambito del Patto federale ma non approvata dal popolo, rimase in vigore fino al 1834: la carta rifletteva in sostanza lo status quo, in quanto designava Trogen e Herisau come capoluoghi, ignorava del tutto il diritto di iniziativa e sottolineava l'autonomia dei comuni.[3]
Con la nascita di società di lettura, associazioni culturali o di utilità pubblica e con la creazione di diversi giornali prese avvio, attorno al 1820, la Rigenerazione, che dopo la prima pubblicazione dei conti dello Stato nel 1827 e del vecchio Landbuch nel 1828 sfociò in un movimento a favore della Costituzione.[3] Varata nel 1834 nel solco dell'evoluzione politica della Confederazione, la nuova Costituzione fu oggetto di varie revisioni totali (1858, 1876, 1908), che ampliarono gradualmente i diritti fondamentali e procedettero a una separazione dei poteri, sciogliendo gli stretti legami fra Stato e Chiesa.[3]
L'epoca della Rigenerazione risvegliò in ampie fasce della popolazione l'interesse per gli affari federali.[3] Durante i disordini legati alla scissione del cantone di Basilea (1831-1833), stampa e popolo appoggiarono la causa di Basilea Campagna.[3] Il Landamano Jakob Nagel fu chiamato, in qualità di commissario federale, a fare da mediatore per appianare i conflitti costituzionali scoppiati a Svitto nel 1833.[3] Infine nella guerra del Sonderbund (1847) truppe di Appenzello Esterno combatterono nell'esercito federale.[3] Nel 1848 la Landsgemeinde approvò la nuova Costituzione federale.[3] Diversi uomini politici di Appenzello Esterno parteciparono attivamente alla creazione dello Stato federale, come Johann Ulrich Schiess, che fu cancelliere della Confederazione.[3]
Organizzazione politica
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il 1814 l'organizzazione formale della Landsgemeinde e il suo ruolo di supremo organo legislativo ed elettorale non subirono mutamenti di rilievo.[3] Si allargò invece la sua composizione, visto che nel 1849 vi furono ammessi tutti i cittadini svizzeri maschi e nel 1990 anche le donne.[3] Il sistema dei Consigli e dell'amministrazione fu invece ristrutturato più volte.[3] La Costituzione cantonale del 1858 abolì il "doppio regime": ai Consigli sostituì una Commissione di Stato (organo esecutivo di sette membri, eletto dalla Landsgemeinde) e introdusse il tribunale d'appello, eletto dalla Landsgemeinde, con sede a Trogen, attuando così finalmente la separazione fra potere esecutivo e giudiziario.[3] Istituì inoltre il Gran Consiglio, un organo legislativo con competenze chiaramente definite, di cui facevano parte i membri della commissione di Stato e un rappresentante ogni 1 000 abitanti.[3]
Fino al 1877 sussisterono ancora due apparati amministrativi distinti, retaggio del sistema del "doppio regime".[3] Le competenze dei due apparati erano stabilite sulla base sia di criteri di divisione territoriale, sia di competenze specifiche: a Trogen aveva sede la cancelleria statale (Landeskanzlei), diretta dal cancelliere cantonale in quanto attuario della Landsgemeinde e dei Consigli, da cui deriva l'attuale amministrazione della giustizia e della polizia, mentre a Herisau si trovava la più recente cancelleria cantonale (Kantonskanzlei), diretta dal cancelliere del Consiglio, trasformata gradualmente a partire dal 1813 in amministrazione centrale.[3] Designata dalla revisione costituzionale del 1876 quale sede del governo e del parlamento, Herisau divenne di fatto la capitale e il centro dell'amministrazione, mentre Trogen rimase definitivamente sede del tribunale d'appello.[3] La revisione costituzionale del 1908 portò a compimento la separazione dei poteri: essa vietava infatti che i membri dell'esecutivo, denominato a partire da questo momento Consiglio di Stato e riorganizzato per dipartimenti, facessero parte anche del parlamento.[3]
Anche dopo la revisione totale del 1995 la Landsgemeinde è rimasta l'organo supremo del semicantone: essa eleggeva i membri del governo, il Landamano, i giudici d'appello, il rappresentante del semicantone al Consiglio degli Stati e i giudici del tribunale amministrativo (istituito nel 1993).[3] La Landsgemeinde venne soppressa il 28 settembre 1997, 400 anni dopo la nascita del cantone, in votazione segreta e dopo una lunga discussione preparatoria.[3]
Competenze e legislazione
[modifica | modifica wikitesto]La tradizionale autonomia comunale si riflette nelle competenze molto estese di cui godono le comunità locali in materia di pubblica assistenza, Chiesa, scuole, edilizia, tutela e catasto.[3] Fino al 1834 alle assemblee comunali erano ammessi solo i coloro che avevano la cittadinanza del luogo, mentre a partire dal 1908 tali assemblee sono state gradatamente soppresse e in tutti i comuni sono state introdotte elezioni e votazioni a scrutinio segreto.[3] Il municipio (Gemeinderat, inizialmente denominato Hauptleute und Räte) aveva facoltà di pronunciare i giudizi di prima istanza.[3] Tale competenza venne abolita nel 1859 in seguito all'istituzione (facoltativa) dei tribunali comunali, soppressi nel 1974.[3] Nel 1908 fu inoltre attribuita all'esecutivo la gestione del comune patriziale: per tradizione, ai comuni patriziali e alle corporazioni comunali spettano diversi compiti pubblici nell'ambito dell'assistenza e delle infrastrutture (rete idrica, energia, strade).[3] Se, prima del 1803, i principali introiti cantonali e comunali erano costituiti da multe, tasse sull'emigrazione, pensioni, lasciti e rendite di capitali, da quella data acquisirono importanza le imposte, inizialmente riscosse solo in singoli casi e legate al patrimonio.[3] Solo nel 1946, tuttavia, fu varata la legge che prevede un'imposta basata sulla dichiarazione dei redditi.[3]
Allo stesso modo, per lungo tempo mancò una moderna legislazione anche in materia scolastica, di polizia e di sanità.[3] Dopo il 1970, il cantone ha assunto una serie di compiti, particolarmente gravosi, che erano sopportati dai comuni: la polizia (1971), le scuole (1981), la pianificazione territoriale e la polizia edilizia (1985/1986).[3] Sal 1993 sono stati cantonalizzati anche gli ospedali regionali di Herisau e Heiden.[3] Anche alcuni importanti settori che riguardano le relazioni tra il cittadino e lo Stato sono stati sottoposti a una regolamentazione unitaria: le leggi sulla procedura amministrativa (1985) e sui diritti politici (1988), l'istituzione del tribunale amministrativo (1993) e la legge sull'informazione (1996).[3]
Le votazioni su proposte federali e l'evoluzione della legislazione cantonale rivelano l'estrema esitazione di Appenzello Esterno nel seguire la tendenza generale verso una socialità maggiore.[3] Fino al 1960 il quadro politico fu caratterizzato da riserve di orientamento liberale nei confronti di un ampliamento delle attività dello Stato e dall'attaccamento al modello incentrato sulla larga autonomia comunale.[3] Il voto alle donne, concesso nel 1972 sul piano comunale, fu introdotto a livello cantonale — anche a causa di timori sulla sorte della Landsgemeinde — solo nel 1989.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao Dizionario Storico della Svizzera, Cap. 1.1.
- ^ Thomas Fuchs, Affare Tanner, in Dizionario storico della Svizzera (DSS), traduzione di Christina Müller, Accademia svizzera di scienze umane e sociali, 13 agosto 2022. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq Dizionario Storico della Svizzera, Cap. 2.1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Peter Witschi, Appenzello Esterno, in Dizionario storico della Svizzera (DSS), traduzione di Valerio Ferloni, Accademia svizzera di scienze umane e sociali, 25 ottobre 2019. URL consultato il 16 ottobre 2022.
Voci correlate
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