Spedizione Cassard parte della guerra di successione spagnola | |||
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Il capitano Cassard che organizzò l'omonima spedizione in una stampa d'epoca | |||
Data | 1712 | ||
Luogo | Oceano Atlantico, Antille, America del Sud | ||
Esito | Vittoria francese | ||
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La spedizione Cassard fu un raid compiuto dal capitano della marina francese Jacques Cassard nel 1712, durante la Guerra di successione spagnola.
I piani per la spedizione iniziarono il 2 dicembre 1711 quando Cassard ottenne dal re il comando di tre navi di linea e cinque fregate per una spedizione. Partito dal porto di Tolone con 8 navi, 3.000 marinai e 1.200 soldati, razziò e saccheggiò la portoghese Capo Verde, le isole britanniche di Montserrat e Antigua nelle Indie Occidentali, gli avamposti coloniali olandesi in Sud America del Suriname, di Berbice e di Essequibo. Egli procedette dunque a razziare la colonia olandese di St. Eustatius e, seppur con qualche difficoltà, riuscì a prendere il controllo di Curaçao, il migliore tra gli insediamenti fortificati dagli olandesi nei Caraibi. In molti dei luoghi citati, egli si limitò semplicemente a sbarcare coi propri uomini in forze ed a chiedere un riscatto con la minaccia di distruggere tutto.
Al suo ritorno in Francia, Cassard venne ricompensato con la croce dell'Ordine di San Luigi.
La spedizione
[modifica | modifica wikitesto]Il 2 dicembre 1711, Cassard ottenne dal re il comando di una squadra composta da tre vascelli e da cinque fregate e si imbarcò per una spedizione durante la quale si sarebbe dedicato al saccheggio di diverse colonie inglesi, olandesi e portoghesi nei Caraibi. Dotato di provviste per venti mesi, il suo primo obbiettivo fu Santiago sull'isola di Capo Verde.
«Ridusse Santiago ad un cumulo di macerie, compromettendo il commercio dei portoghesi con la costa dell'Africa occidentale. Fece un tale grande bottino che per reimbarcare i suoi uomini, dovette abbandonare una parte del valore di più di un milione di franchi[1].»
Fece scalo quindi in Martinica per prepararsi al meglio al resto della spedizione, lasciando in loco il bottino catturato a Capo Verde. I filibustieri di Santo Domingo che non avevano dimenticato il suo assedio a Cartagena, chiesero di potersi unire alla sua flotta e con queste forze egli si diresse verso Montserrat e Antigua per poi passare al possedimento olandese del Suriname[2] che assediò e conquistò[3]. Il governatore del posto gli propose di accettare uno scambio d'oro in cambio della non distruzione della città e Cassard fissò tale riscatto a un totale di 240.000 livres[4].
Tale metodo Cassard lo utilizzò anche a Berbice ed Askebe (detta anche Essequibo), altri due avamposti nella Guiana olandese, fatto che spinse poi Cassard a tornare nuovamente in Martinica, acclamato dai coloni francesi meravigliati dalle ricchezze che egli era riuscito a strappare ai suoi nemici che vennero inviate in patria. Ma Cassard non placò così il desiderio di vittorie e di ricchezza dei francesi e si diresse quindi verso l'isola di Saint-Eustache, avamposto olandese nelle Antille, che egli razziò come aveva fatto per il Suriname[5].
Infine, si pose come obbiettivò l'attacco di Paramaribo e Curaçao[6][7]. Curaçao, che all'epoca era la città coloniale meglio difesa e più ricca del panorama coloniale olandese. Curaçao aveva già subito un fallito tentativo di attacco da parte dell'ammiraglio francese Jean II d'Estrées nel 1678 e gli ufficiali di Cassard videro in questa azione una rappresaglia contro coloro che avevano cercato di mettere in scacco la gloria e la fortuna dei francesi. La villa era dotata di un forte, difeso da una guarnigione numerosa con un'artiglieria formidabile. Cassard seppe dimostrare con la vittoria finale non solo che l'impresa era assolutamente possibile, ma che il successo sarebbe stato certo. Per Curaçao stabilì un riscatto di 600.000 livres per evitarne la distruzione. Quando i nemici non si arresero, egli iniziò i preparativi per l'attacco il 18 febbraio 1713, discendendo lungo la baia di Sainte-Croix, a circa cinque chilometri dalla città, e terminò una settimana dopo (il 24) con la capitolazione della città che pagò come previsto la somma di 600.000 livres.
Nel caso di Curaçao, come era stato per il Suriname, Cassard si dimostrò ingegnoso e pieno di risorse oltre che un uomo di guerra navigato; seppe condurre un assedio con un terreno terribile e nello spazio di sole cinque leghe che lo separavano dalla città, riuscì a forzare i difensori alla resa col solo uso delle proprie truppe, quand'anche non era riuscito a portare l'artiglieria necessaria dove avrebbe voluto a causa degli ostacoli naturali che incontrò lungo il percorso. Cassard si guadagnò inoltre nell'operazione una ferita ad un piede che gli impedì di continuare ad essere presente direttamente sul campo e che lo fece tornare in Martinica per curarsi, preparando poi il suo ritorno in Francia col materiale e l'oro sottratto ai nemici che era pari alla somma di 9-10.000.000 di livres.[8].
Questa spedizione nelle Antille fu per i francesi un successo totale e lo stesso Cassard venne creato cavaliere dell'Ordine di San Luigi per mano di re Luigi XIV al suo ritorno in patria.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Louis-Nicolas Bescherelle, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 57
- ^ Nel 1712, Cassard vece pervenire al governo francese una sua memoria della spedizione dal titolo Relation de la descente faite par Mr Cassard dans la colonie de Surinam da cui saranno tratti i successivi passi letterari.
- ^ « Le tour des Hollandais était venu. Cassard se porta directement sur leur riche établissement de Surinam, dans la Guyane. La ville, qui s'élève sur la rive gauche du beau et large fleuve de ce nom, et à vingt milles environ de son embouchure dans la mer, était doublement fortifiée par le génie de l'homme et par la nature. Les Hollandais s'étaient préparés à une vigoureuse résistance : plus de quatre-vingts pièces de canon défendaient l'approche du rivage, tandis que, sur les remparts de la ville, plus de cent trente bouches à feu étaient prêtes à vomir la mort. La descente était donc aussi difficile que périlleuse, et, pour surmonter tous les obstacles, il fallait autre chose encore que du courage et de la témérité. Mais si Cassard était un habile marin, il n'était pas un moins habile ingénieur. Ses connaissances dans cet art, qu'on avait utilisées naguère pour les fortifications de Toulon, lui furent d'un grand secours dans cette circonstance. Il prouva, en outre, qu'il possédait encore à un haut degré le coup d’œil et le génie du stratège. Par une suite de combinaisons habiles et hardies, il parvint à éluder ou à surmonter les plus grandes difficultés de son entreprise. Avec une partie de ses forces débarquées sur un point de l'île très éloigné de l'embouchure du fleuve, il s'empara de positions importantes, et se mit en mesure de foudroyer la ville par terre et par mer. » Louis-Nicolas Bescherelle, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 58
- ^ « Les Hollandais se défendirent vaillamment ; mais les bombes de Cassard faisaient tant de ravages dans la ville, que, prévoyant une ruine totale s'il prolongeait sa résistance, le gouverneur dépêcha un parlementaire vers le capitaine français pour lui offrir une rançon. Cassard accepta cette offre, et fixa la rançon de Surinam à deux millions quatre cent mille livres, sans aucune restitution du butin recueilli dans les habitations de l'île tombées au pouvoir des Français. Cette rançon, qui représentait une année du revenu de la colonie, fut souscrite et acquittée sans délai. Les valeurs données furent de l'argent, du sucre et des nègres. » Louis-Nicolas Bescherelle, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 58
- ^ « Mais les Hollandais avaient aussi des possessions dans les Antilles; c'est par elles que Cassard crut devoir terminer son expédition. Il se présenta d'abord devant l'île Saint-Eustache, dont la colonie s'empressa d'offrir sa rançon. Le terrible capitaine n'exigea, cette fois, qu'une somme très modérée, parce que la capitulation était allée au-devant de l'attaque, et que la colonie était pauvre. » Louis-Nicolas Bescherelle, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 59
- ^ Edward Phillips Statham, Privateers and Privateering, Cambridge University Press, 2011, pp. 229-239
- ^ Les corsaires, aventuriers des mers - Jacques Cassard
- ^ Louis-Nicolas Bescherelle, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 59-60
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Bescherelle Louis-Nicolas, Histoire des marins illustres de la France, de l'Angleterre et de la Hollande, Ardant, 1868, p. 53-60.
- (FR) Meyer Jean e Acerra Martine, Histoire de la marine française, Rennes, éditions Ouest-France, 1994, ISBN 2-7373-1129-2.
- (FR) Vergé-Franceschi Michel, Dictionnaire d'Histoire maritime, collana Bouquins, éditions Robert Laffont, 2002.
- (FR) Le Moing Guy, Les 600 plus grandes batailles navales de l'Histoire, Rennes, Marines Éditions, mai 2011, ISBN 978-2-35743-077-8.
- (EN) Norman Charles Boswell, The corsairs of France, S. Low, Marston, Searle, & Rivington, 1887, p. 139-150.
- (EN) Rodway James, History of British Guiana, in 1668-1781, I, Read Books, 2009, ISBN 978-1-4446-3508-9.
- (EN) Statham Edward Phillips, Privateers and Privateering, Cambridge University Press, 2011 [1910].
- Norman, Charles Boswell. The corsairs of France. pp. 139–150
- Rodway, James. History of British Guiana