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Il '''rap''' nasce come parte di un movimento culturale più grande chiamato "[[hip hop]]" nato negli [[Stati Uniti d'America]] verso la fine degli anni sessanta e diventato parte di spicco della cultura contemporanea grazie a degli afroamericani che cantavano tra le strade per protesta. Il rap consiste essenzialmente nel "parlare" seguendo un certo ritmo; questa tecnica vocale è eseguita da un [[Master of Ceremonies|MC]] ([[Freestyle (hip hop)|freestyler]]), mentre il [[Disc jockey|DJ]] ([[Turntablism|turntablist]], [[Produttore discografico#Importanza crescente ed il beatmaking|beatmaking]], [[scratch]]ing) accompagna l'[[Master of Ceremonies|MC]]. I quattro elementi della cultura hip hop sono il [[Graffitismo|writing]] (graffiti), la [[break dance]], il Rapping o MCing e il [[DJing]]. Questa cultura è nata presso la comunità [[afroamericana]] e [[America Latina|latinoamericana]]<ref>[http://www.daveyd.com/bbamstat.html Bambaataa's Statement</HEAD><!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> di [[New York]] nei primi anni settanta, come un riadattamento americano del [[DJ style]], uno stile di [[reggae]] giamaicano ritenuto il principale precursore di questo genere. |
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viva la cacca
Il rap nasce come parte di un movimento culturale più grande chiamato "hip hop" nato negli Stati Uniti d'America verso la fine degli anni sessanta e diventato parte di spicco della cultura contemporanea grazie a degli afroamericani che cantavano tra le strade per protesta. Il rap consiste essenzialmente nel "parlare" seguendo un certo ritmo; questa tecnica vocale è eseguita da un MC (freestyler), mentre il DJ (turntablist, beatmaking, scratching) accompagna l'MC. I quattro elementi della cultura hip hop sono il writing (graffiti), la break dance, il Rapping o MCing e il DJing. Questa cultura è nata presso la comunità afroamericana e latinoamericana[1] di New York nei primi anni settanta, come un riadattamento americano del DJ style, uno stile di reggae giamaicano ritenuto il principale precursore di questo genere.
Tipicamente il rap consiste di una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze-consonanze ed allitterazioni. Chi scandisce tali versi, il rapper, lo fa su una successione di note ("beat") realizzata tramite il beatmaking, suonata da un DJ e fornita da un produttore o più strumentisti.
La figura ritmica di questo genere musicale è rigorosamente quella del 4/4, in quanto tale scomposizione consente un ascolto lineare, ma soprattutto un approccio semplice ed immediato da parte del rapper in fase di scrittura o improvvisazione (tecnica del freestyle).
A volte un brano rap può essere strumentale, e ciò viene fatto a scopo dimostrativo da un DJ o un produttore. Le tematiche dei testi variano a seconda dei numerosi sottogeneri.
A partire dai primi anni novanta l'hip hop è diventato parte di molte classifiche musicali ed oggi è diffuso in tutto il mondo, in vari stili. Sebbene questo genere musicale abbia varcato i confini delle produzioni underground per acquisire un forte successo commerciale, negli Stati Uniti rimane vasta e fortissima la presenza di produzioni indipendenti. Ciò dimostra come il rap sia sì un fenomeno musicale, ma soprattutto una componente di una cultura oramai radicata all'interno del territorio statunitense. Questo genere si divide in varie correnti, tra cui il gangsta rap, l'hardcore rap, il G-funk, l'alternative rap e altri sottogeneri.
Uno dei primi fenomeni musicali afro-americani furono i gospel e gli spiritual, canti consolatori di ispirazione religiosa. I testi delle canzoni spiritual trattavano argomenti presi dalla Bibbia, con un intento di immedesimazione nelle vicende di Gesù e degli ebrei, in modo da poterne trarre consolazione e forza di sopportazione.
Negli anni novanta, nei ghetti americani ci fu una forte ondata di malavita, caratterizzata da omicidi, lotte fra bande, spaccio di droghe e microcriminalità diffusa. Inoltre, a causa delle varie rivoluzioni, si ebbe un afflusso nei ghetti di persone provenienti da Cuba, Messico, Colombia, Giamaica e altri paesi sudamericani. In particolar modo i portoricani introdussero la moda di scrivere sui muri con bombolette spray; fu così che nacque l'arte chiamata writing, volgarmente conosciuta come arte dei graffiti o graffitismo.
Le principali ere storiche dell'hip hop/rap sono la cosiddetta Old school hip hop (1970-1985), dagli esordi al debutto in mainstream, e la Golden age hip hop (1985-1993), in cui iniziarono a riscuotere successi sia il movimento East Coast che quello West Coast. Allora cominciò anche la storia moderna del genere, con la nascita di Gangsta rap e G-funk, di derivazione West Coast. Gli anni dal 1993 ad oggi riguardano l'hardcore hip hop, il "Bling-bling", gli stili underground e i successi in ambito mainstream, che definiscono in larga parte l'hip hop moderno.
Radici dell'hip hop
Verso la metà degli anni settanta, presso le feste di strada di New York, personaggi come DJ Kool Herc cominciarono a campionare e separare le sezioni ritmiche di vari brani, di generi come funk, reggae, jazz, R&B e disco music. I DJ del periodo come DJ Kool Herc stesso e Afrika Bambaataa avevano come principale obiettivo l'intrattenimento, facendo ballare la gente ai party, nei giardini pubblici, nei campetti da basket,lungo le spiagge semplicemente esibendosi con il loro DJ set e mixando basi e dischi. Con l'aumento di popolarità di questa musica, i cantanti iniziarono a parlare sui ritmi campionati e divennero noti come "MC", abbreviazione di "Master of Ceremonies". Essi avevano una rima facile e la capacità di seguire il DJ anche durante i passaggi più impegnativi, utilizzando le proprie abilità liriche sulle parti non cantate dei dischi. Il primo ruolo dell'MC era quello di introdurre il DJ e la sua musica e di attirare l'attenzione del pubblico. Gli MC iniziarono ad introdurre frasi non cantate nelle canzoni, ad invitare l'audience a ballare, a salutare gli spettatori, ma anche a pronunciare giochi di parole ed aneddoti. Alla fine questa pratica si affinò e divenne nota come rapping. Tutto ciò non aveva però il benché minimo peso discografico, trattandosi di improvvisazioni e non di prodotti confezionati in studio.
L'uscita del disco omonimo della Sugarhill Gang è quindi significativa perché contribuì a diffondere questo genere, relativamente nuovo, presso una vasta schiera di persone che non erano direttamente coinvolte nel clima culturale newyorkese e delle zone limitrofe, ovvero la patria del genere; da lì in poi fu molto più facile far conoscere questo modo di fare musica.
Negli anni novanta l'hip hop iniziò a diversificarsi e a svilupparsi in una forma più complessa. Nello stesso tempo si svilupparono notevolmente tecniche più sofisticate, come lo scratching e i campionamenti. Nel 1980 arrivò al successo un altro grande nome, Kurtis Blow. Seguì Grandmaster Flash con i suoi Furious Five, nel 1982, che aprirono la strada al rap impegnato a partire da The Message.
Golden age
Fino ad allora, il modo di fare rap era ampiamente basato sulla mescolanza di beat e campionamenti di musica funk e disco. L'arrivo sulla scena dei Run-DMC rivoluzionò il genere: il loro stile fatto di un suono scarno ed essenziale ma potente ed infarcito di riff di chitarra, diviene ben presto un nuovo punto di riferimento. I Run-DMC segneranno l'inizio dell'età dell'oro dell'hip hop, divenendo il primo gruppo a salire alla ribalta del mainstream musicale cavalcando il crescente successo di un genere che avevano contribuito a rendere efficace. Il rap diviene così un genere magmatico e in velocissima evoluzione ed anche i contenuti cambiano: riprendendo modelli giamaicani, i testi divengono più espliciti, con molte oscenità, ma spaziando fino alla denuncia sociale, a volte caricata di violenza.
Alla fine del decennio apparvero nuovi stili e sottogeneri dell'hip hop, e questa musica ottenne così altra popolarità. I musicisti di genere collaborarono anche con gruppi rock, e diedero vita anche a generi come conscious hip hop, jazz rap e gangsta rap.
Fino alla prima metà degli anni ottanta, il rap è terra di conquista per afroamericani. Il 1986, oltre a vedere il successo dei Run-DMC porta alla ribalta il primo gruppo rap formato da bianchi: i Beastie Boys, provenienti da esperienze hardcore punk ed affiancati dal produttore Rick Rubin (che già aveva lavorato con i Run-DMC). Il loro primo album, Licensed to Ill, diviene vendutissimo in breve tempo, dimostrando così che il rap (come altri generi prima di lui, ad esempio il jazz o il rock) può diventare linguaggio universale.
Nel 1990, solo un anno dopo il successo di Beastie Boys e Run-DMC, il mondo del rap fu nuovamente scosso da un vero e proprio terremoto come i Public Enemy (nome mutuato da una canzone di James Brown, Public Enemy n.1, dedicata all'eroina). In un periodo in cui l'ascesa del rap creava figure inconsistenti fatte di immagini ricorrenti (catene d'oro, medaglioni, borchie) e molti rappers erano ormai delle parodie di sé stessi, i Public Enemy si fecero avanti armati di sveglie al collo e delle tesi e le ideologie di Malcolm X e dell'Islam, sfornando rime politiche e ricche di figure retoriche. E proprio i Public Enemy, insieme a N.W.A, Chuck D, Rakim, sono responsabili della trasformazione del rap nella Black CNN (termine coniato da Chuck D), sistema di informazione della gente di colore: nei dischi i testi si fanno polemici e politicizzati, compaiono testi di denuncia, i video diventano un incitamento alla rivolta, spesso scontrandosi con la rigida censura americana. Questo sancisce inevitabilmente l'esplosione della violenza nei ghetti neri, e questo finisce inevitabilmente per interessare anche il dorato mondo di Hollywood, che approfitta dando vita a varie pellicole fra cui ricordiamo Colors, Boyz'n The Hood, Juice.
Tramontata l'epoca dei Public Enemy, il cui Greatest Misses si rivela un vero e proprio buco nell'acqua, sono già pronti a salire sul palco nuovi artisti. Fra questi vi sono Ice Cube e Rakim che fissano nuove tendenze sia nei testi che nell'aspetto, e si fanno largo nuove filosofie basate su simboli di pace. Alcuni rappers, come per esempio KRS-One si trasformano da gangster in sostenitori di movimenti che mirano a fermare la violenza.
Dal 1994 ai giorni nostri
Negli anni novanta si assistette anche ad un violento confronto tra le due maggiori correnti gangsta, West Coast ed East Coast. Tale scontro interessò Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., e finì con le loro dipartite rispettivamente nel 1996 e nel 1997.
All'inizio dei novanta si intravedono anche i primi palesi tentativi di commercializzazione del genere rap, da qualcuno definito entertainment (intrattenimento): ne sono responsabili personaggi come MC Hammer e Vanilla Ice, il fenomeno ha vita breve nelle forme in cui era stato concepito, e l'hip hop inizia a tornare alle origini.
Nel 1996 i Bone Thugs-N-Harmony, da Cleveland (Ohio), eguagliarono i Beatles per il singolo a più rapida ascesa in classifica ("Tha Crossroads"). Quattro anni dopo, l'album The Marshall Mathers LP di Eminem vendette nei soli USA più di 11 milioni di copie e vinse un Grammy Award.[senza fonte]
Il rap negli Stati Uniti, paese dove è nato, è oggi diventato a tutti gli effetti un genere affermato come gli altri. La sua versione più commerciale ha un'ampia fetta di mercato musicale e quindi sottostà alle regole che governano il mondo discografico: la vivacità lirica e la profondità dei testi lasciano più spazio a produzioni orecchiabili, hits capaci di vendere molto, essere ballate nei club, tirare la volata ad interi dischi. Nonostante questo, la versione più prettamente underground di questo genere continua ad essere veicolo di idee, oltre ad avere grandi capacità di denuncia sociale. È quindi sempre più evidente la frattura tra il rap commerciale ed il rap underground. Da non dimenticare personaggi moderni come Nas, 50 Cent, The Game, Kendrick Lamar e Eminem.
I rapper oggi e le gare di freestyle
Componente particolarmente rilevante della cultura rap sono il freestyle e le sfide, riconducibili nella cultura italiana, al genere della poesia a braccio.
Ogni esibizione di "freestyle" è generalmente realizzata assegnando da un tempo determinato a ogni rapper, nel quale quest'ultimo deve cercare di coinvolgere e convincere il pubblico delle proprie qualità. Così, crea delle rime in improvvisazione, in quanto l'abilità di un bravo freestyler, infatti, non sta in quello che dice ma nel modo in cui lo dice. Di solito, queste gare, chiamate con l'anglicismo contest, o jam session, hanno il solo e unico scopo di definire il migliore rapper nel campo del freestyle.
Impatto sociale
Il rap fa parte della cultura hip hop, movimento che include anche break dance, graffiti writing oltre che gergo ed abbigliamento propri.
Stile di vita
Alla fine degli anni novanta, nel rap si è molto diffuso il "bling bling", incentrato su simboli di ricchezza ed elevazione sociale come denaro, gioielli, auto di lusso ed abiti firmati. Anche se i riferimenti alla ricchezza esistono sin dalla nascita dell'hip hop, la cultura "bling bling" è molto più radicata nei fortunati lavori di quel periodo (nella fattispecie, i video musicali) di Puff Daddy e della Bad Boy Records; rilevante è stato anche il ruolo della No Limit Records, di Master P. Gli artisti Cash Money, furono ritenuti gli epitomi di stile ed attitudine "bling bling". Sebbene molti rapper, specie quelli gangsta, senza pentimento mirano ed inneggiano al bling bling, altri artisti soprattutto underground l'hanno apertamente criticato. Da loro, infatti, non sono rare le accuse di materialismo a questo stile di vita.
Influenza sui giovani
Il successo di rap e suoi sottogeneri ― ancora una volta, in questo caso, il gangsta ― ha anche avuto un forte impatto sociale sui comportamenti dei giovani di oggi. L'attitudine a volte egoista, ritratta in testi e video di alcuni artisti di genere, ha spesso avuto conseguenze negative per i fans. I modi di fare di certi artisti non rispecchiano il resto dell'hip hop, e gli effetti dei loro testi sui giovani di questa cultura sono molto dibattuti. Molto spesso i ragazzi adottano la personalità "gangsta", molto edonista e modaiola, senza essere parte di una gang. Simili comportamenti inducono più volte a comportamenti antisociali, come la persecuzione del proprio pari, l'avversione alla buona educazione, il rifiuto dell'autorità, e a crimini minori come il vandalismo. Un'evidente sottocultura "pseudo-gangsta", si è molto diffusa tra i giovani del Nord America.
Linguaggio
Il rap ha un gergo distintivo, che include parole come yo, flow e phat. Grazie al successo del genere negli ultimi decenni, molte di queste parole sono state assimilate in vari dialetti differenti in tutto il mondo. Oggi anche chi non ascolta rap, ne usa a volte il gergo. Vi sono anche parole come homie, anteriori all'hip hop ma spesso associate. Talvolta espressioni come what the dilly, yo sono diffuse da una singola canzone (in questo caso, "Put Your Hands Where My Eyes Could See" di Busta Rhymes), ma sono solo usate per poco tempo. Particolarmente importante è lo slang di Snoop Dogg ed E-40, che aggiungono -izz ed -n a metà parola. Questa pratica fu usata per la prima volta da Frankie Smith, nel suo linguaggio senza senso (il singolo "Double Dutch Bus", del 1980). Si è diffusa anche tra quelli che non sono fan del rap, che addirittura non conoscono la derivazione di -izz.
Problemi con la censura
Negli anni recenti l'hip hop è stato colpito dalla censura più di qualunque altro stile di musica,[senza fonte] per via dell'uso frequente di linguaggio scurrile. Riceve anche strali, perché a volte è anti-establishment, e molti brani parlano di guerre e colpi di stato che alla fine rovesciano il governo. Per esempio "Gotta Give the Peeps What They Need" dei Public Enemy fu ritoccata senza il loro permesso, rimuovendo le parole "free Mumia"[2]. L'uso di parolacce in molte canzoni ha causato problemi nella loro trasmissione, sia nei videoclip (specie su MTV) che in radio. Di conseguenza molti brani rap sono trasmessi censurati: le volgarità vengono tagliate dalla registrazione (ma mantenento inalterata la base musicale), oppure le parole sono sostituite da altre, ritenute non offensive. Il risultato può rendere incomprensibile il testo o contraddire il suo messaggio, e ciò è quasi diventato una costante del genere[senza fonte]. Spesso questa censura è stata presa in giro in film come Austin Powers: Goldmember (2002), in cui un personaggio – che prende in giro un video hip hop – canta un intero verso censurato. Nel 1995, Roger Ebert scrisse:
«Il rap ha una cattiva reputazione nei circoli bianchi, dove molta gente crede che consista solo di versi gutturali razzisti e misogini, gonfi di parolacce. Qualche esempio lo dimostra, molti altri no. Molti ascoltatori bianchi non se ne curano; ascoltano voci nere in una litania di malcontento, e per giunta male intonate. Già oggi il rap gioca lo stesso ruolo che Bob Dylan aveva nel 1960, dando voce a rabbie e speranze di una generazione, e molti brani di genere sono imperniati su scritture potenti»
L'hip hop nel mondo
Stati Uniti D'America
Benché l'hip hop sia nato negli Stati Uniti, si è ampiamente diffuso oltre i loro confini. Fino agli anni ottanta, il genere era noto solo negli USA. In quel decennio cominciò a diffondersi in ogni continente, e in vari paesi divenne parte della locale cultura musicale. L'aumento di popolarità del rap è stato quasi parallelo alla diffusione della cultura hip hop - ad esempio la break dance. A livello mondiale, tra gli artisti di genere solo Dr. Dre, The Notorious B.I.G., 50 Cent, Snoop Dogg, Eazy-E e Tupac Shakur hanno venduto oltre 50 milioni di dischi a testa, Eminem più di 100 milioni.[senza fonte]
Europa
Regno Unito
Alla fine degli anni novanta, in Gran Bretagna hanno riscosso ampi successi Blak Twang e MF Doom in ambito underground. Dai primi anni 2000, musicisti come The Streets, Dizzee Rascal e Tinie Tempah hanno ottenuto ottimi risultati in classifica. La popolarità di garage music e grime, anch'essi basati sull'MCing, hanno contribuito al successo dell'hip hop britannico.
Il rap comparve in Francia nel 1979, proprio durante i primi successi negli USA. Dal 1982 sono state create varie stazioni radio riservate al genere, tra cui Rapper Dapper Snapper, e lì debutto Dee Nasty. Il gruppo principale è Supreme NTM.
A partire dal 1983, il rap è diventato parte di rilievo della musica francese. Paname City Rappin' di Dee Nasty, pubblicato nel 1984, fu il primo disco hip hop realizzato nel Paese. La Francia ha prodotto artisti come IAM, Suprême NTM, Personnes blessées, Alliance Ethnik, Booba e soprattutto MC Solaar, di origini senegalesi.
Dalla Germania provengono gli Optik Army, Ebony Price, Torch, Toni L e altri solisti e crew come Amstaff One, Shok Muzik, Bushido, Sido e Fler.
Svezia
L'hip hop svedese è emerso negli anni ottanta. Dai novanta artisti come Looptroop, The Latin Kings ed Infinite Mass sono passati dalle rime in inglese al "rinkeby Swedish", un linguaggio pidgin usato perlopiù per le registrazioni in patria.
Irlanda
In Irlanda l'artista hip hop più famoso è DJ Collie, seguito da Craz-e, B-Wonder e da gruppi come Man against machine. Il Paese ha anche una propria rivista di genere, "Rap Ireland", di proprietà di Kev Storrs, DJ Frank Jez di FM104 e Tim Dogg. In ambito urban, sono noti DJ Ahmed, DJ Tando e DJ Mo-K.
Polonia
In Polonia il rap è tra gli stili musicali più di successo, ed artisti come Kazik e Liroy, emersi nei primi anni novanta, si trovano in prima linea nel mainstream locale. Attualmente l'hip-hop polacco si è diversificato e si è fatto conoscere da una maggiore fetta di pubblico, con rapper come OSTR, WWO, Vienio, Gural, Pezet, Malolat, Tede, Pokahontaz, Abradab, Peja, Fenomen, Kaliber 44, Syndesmo e i Wice Wersa. Tra le rapper femmina, in particolare, spicca la rapper Mei, che nel corso della carriera ha collaborato anche con rapper come i Wice Wersa, ma anche con Terron Fabio e tutto il gruppo Sud Sound System, con i Club Dogo e Clementino, che registra nel Bardacha Studio. Lì non mancano inoltre etichette indipendenti, che producono stili differenti in varie città polacche.
Paesi Bassi
I primi rapper olandesi di successo furono gli Osdorp Posse, bianchi ed originari di Amsterdam, e la crew The Postmen, da Capo Verde e Suriname. Negli anni recenti, artisti rap di origine marocchina come Ali B e Raymzter hanno ottenuto alcuni successi e sono diventati culturalmente influenti, tuttavia il gruppo più noto sono i Dope D.O.D..
Nella penisola si sviluppa nel 1987, i primi artisti che si richiamano ufficialmente al rap sono Jovanotti e la storica Radical Stuff. Ma in realtà già nel 1972 Adriano Celentano aveva precorso tutti i tempi col suo rap Prisencolinensinainciusol. Nei primi anni novanta artisti come Sangue Misto, Kaos One, Joe Cassano, Bassi Maestro Lou X, piombo a tempo, Assalti frontali, Articolo 31, Neffa, Dj Gruff e molti altri cominciano a espandere il genere a suolo nazionale. Negli anni 2000 il rap italiano ha riscontrato una notevole crescita grazie alla nascita di molte competizioni freestyle come il Tecniche Perfette e 2theBeat. Nei primi anni 2000 il genere viene portato avanti da artisti come Inoki Ness, Colle Der Fomento, Cor Veleno, Noyz Narcos, Fabri Fibra, Mondo Marcio, Sottotono, OneMic, Frankie hi-nrg mc (ecc.) e nel 2006 con l'uscita del pezzo Applausi per Fibra inizia ad approdare nel Mainstream. Si affermano quindi nuovi artisti come Marracash e i Club Dogo. Successivamente anche Emis Killa e Fedez che, precedentemente autori del underground rap, si stabiliscono nel Mainstream, portando sonorità più pop e temi lirici più soft dei precedenti. Questa commercializzazione del genere porta molti amanti dell'underground rap a cercare nuovi artisti, come MadMan, Salmo, Nitro e Gemitaiz.
Estremo oriente
Filippine
In Asia, le Filippine sono considerate il primo paese ad aver sviluppato una propria scena locale hip hop, nell'area sull'Oceano Pacifico. La nascita dell'hip hop filippino, o Pinoy Rap, avvenne nei primi anni ottanta con canzoni di Dyords Javier ("Na Onseng Delight") e Vincent Dafalong ("Nunal"). Il genere si sviluppò lentamente in quel decennio, ma presto raggiunse il mainstream con il primo album di Francis Magalona, "Yo!". Il disco conteneva un singolo nazionalista, "Mga Kababayan" (I miei connazionali). Magalona, che rappava sia in inglese che in tagalog, divenne un pioniere del genere e in seguito una star. Tra gli artisti rap filippini, si distinguono oggi Michael V., Gloc-9, Rap Asia, MC Lara e Lady Diane.
A Seul, l'hip hop coreano è diventato una sorta di fenomeno culturale. Alcuni fans sostengono che i rapper coreani hanno abilità paragonabili a quelle dei colleghi USA. Tra gli artisti hip hop locali, si fanno notare Jo PD, Drunken Tiger, Psy, Epik High e G-Dragon. Si dice talvolta che l'hip hop coreano music rappresenta l'antitesi, rispettabile e conscia dei cambiamenti sociali, della cultura pop superficiale e confusa che pervade oggi la musica locale.
In Sud Corea il rap ha cominciato ad avere successo a metà degli anni novanta. Spesso gli artisti mainstream del Paese ricordano l'R&B o il pop, e si rifanno agli stili vocali e di ballo dei colleghi statunitensi. Tra i primi rapper locali—che di rado scrivevano loro stessi i testi—vi erano Kim Gun Mo, Seo Taiji and Boys, Deux e DJ DOC. All'inizio rappavano quasi solo in coreano; oggi, invece, il genere usa perlopiù l'inglese. Seo Taiji, di discutibile origine heavy metal, nei suoi brani campiona spesso chitarre distorte, ed altri artisti incorporano anche influenze techno.
Pochi, tra cui Seo Taiji ed MC Sniper, si rifanno anche a stili musicali locali come pansori o nongak (la musica degli agricoltori). I primi artisti di genere imitavano, in modo palese, celebri artisti americani. Ad esempio, "Come Back Home" di Seo Taiji ha uno stile di produzione che ricorda i Cypress Hill. Il primo album completamente "rap" fu il debutto di Kim Jin Pyo, nel 1997. Secondo Tablo degli Epik High, "La forma del rap coreano — beats, rime, esibizioni, look — oggi è indistinguibile da quella americana. La rilevanza sociale, peraltro, ci mette lungo tempo a farsi sentire. Il messaggio si sta lentamente avvicinando alla media.".
Vi è anche un underground hip hop coreano, concentrato soprattutto su ritmi non frivoli e sull'abilità vocale. In questo ambito sono noti Quiett, PaloAlto e TBNY.
Negli Stati Uniti è abbastanza diffuso anche il rap coreano/americano. Esso si è sviluppato a metà degli anni novanta, specie grazie agli sforzi di Tiger JK e DJ Shine, i Drunken Tiger. Il duo si formò con la canzone "Black Korea" di Ice Cube, ed usavano la musica come mezzo di scambio culturale ed armonia razziale. Sulla falsariga dei Drunken Tiger, emersero altri gruppi ed etichette di genere, contribuendo al suo successo. Il gruppo è anche alla base della crew The Movement (Bobby Kim, Drunken Tiger, Eun Ji-Won e Tasha Reid).
Giappone
L'hip hop giapponese (nip hop oppure j-hip hop) ha avuto un proprio esordio nel 1983, quando a Tokyo fu girato Charlie Ahearn's Wild Style. Il film era incentrato sul Graffiti Writing, ma anche su artisti old school hip hop come Busy Bee e Double Trouble, DJ come Grandmaster Flash e break dancers quali quelli della Rock Steady Crew.
Dopo aver seguito la pellicola, musicisti di strada iniziarono a fare breakdance a Yoyogi Park. Emerse anche il b-boy Crazy A, che alla fine fondò la Rock Steady Crew Japan. Nel contempo DJ Krush ottenne fama internazionale, dopo una gavetta a Yoyogi. Altri disc jockey di genere emersero intorno al 1985. Un anno dopo, a Shibuya aprì un club interamente dedicato all'hip hop. All'epoca c'era qualche esitazione, perché la lingua giapponese, per la mancanza di accenti enfatici e le coniugazioni verbali molto variabili, sembrava inadatta al rapping. Tuttavia si affermarono pochi rapper in lingua locale, tra cui Ito Seiko, Chikado Haruo, Tinnie Punx e Takagi Kan.
Negli anni novanta sorse il J-rap, ascoltato perlopiù da adolescenti, e l'hip hop entrò così nel mainstream nipponico. Il primo singolo rap di successo fu "Kon'ya wa Boogie Back" di Scha Dara Parr, nel 1993. L'anno seguente "Da. Yo. Ne." e "Maicca" di East End X Yuri diventarono dischi di platino. Successivamente l'hip hop in Giappone si è diviso in due forme: quello più duro, "hardcore", e il J-Urban, "più leggero" e più influenzato dal R&B. I più citati tra gli ispiratori del J-Urban sono gli M-Flo. In origine formati da DJ Taku e dall'MC nippocoreano Verbal, in seguito si aggregarono a Lisa, di origine giapponese e peruviana. Il loro esordio Planet Shining fu pubblicato nel 2000, e da allora emersero altri colleghi J-Urban come Crystal Kay, Ai, Heartsdales. Cominciarono anche collaborazioni con cantanti pop locali, quali Namie Amuro and BoA. In ambito J-Urban, anche i RIP SLYME hanno lavorato con gli M-Flo.
Cina
Arrivato negli anni novanta, l'hip hop ha iniziato a riscuotere consensi anche nella regione cinese. Partito timidamente da Hong Kong e Taiwan, ha poi definitivamente attratto anche la Mainland. Il taiwanese MC Hot Dog si è fatto notare per i suoi "beats" creativi, per il flow insolito e per i riferimenti alla giovane classe media del suo Paese. Il collettivo rap Lazy Motherfucker, di Hong Kong, è stato spesso paragonato ai Wu-Tang Clan per l'alto numero di membri e il flow simile.
Per l'hip hop cinese è stato difficile sfondare in mainstream negli Stati Uniti, ma nel 2002 il rapper sinoamericano Jin Au-Yeung (meglio noto come Jin o Jin Tha Emcee) ebbe per la prima volta buoni consensi. Per sette settimane consecutive, vinse il premio "Freestyle del Venerdì" su 106 & Park, programma TV di BET dedicato al rap. Jin annunciò di aver firmato per l'etichetta Ruff Ryders, dopo aver vinto l'ultimo battling televisivo. Ciò è corrisposto ai primi successi dell'hip hop cinese negli USA, mentre l'attenzione su di lui è aumentata. Due anni dopo pubblicò un album prodotto dalla Virgin/Ruff Ryder, The Rest Is History. Jin è diventato così il primo rapper asiatico-americano a pubblicare un disco solista per il mainstream. Tuttavia l'album non ha avuto successo, secondo molti fan dell'hip hop per la mancanza di una promozione adeguata. Così, dopo sette mesi, The Rest Is History uscì dai negozi.
Si ricordi anche la crew 24Herbs dal 2012 alla ribalta per alcune tracce contenute nel famoso videogioco Sleeping Dogs.
Medio Oriente
Israele
In Israele, il rap ha acquistato elevata popolarità alla fine degli anni novanta grazie a molti musicisti come Subliminal, con diversi cd pubblicati e numerosi concerti, e i Teapacks o Tipex che hanno rappresentato Israele all'Eurovision Song Contest 2007 con il brano "Push the Button", un inno alla pace e alla voglia di vivere dei giovani israeliani. Da ricordare è anche Mook E., che nelle sue canzoni invita alla pace e alla tolleranza.
Palestina
Il rapper più affermato è Tamer Nafer.
Iran
Attualmente l'hip hop ha un vasto seguito anche in Iran, con centinaia di gruppi e singoli musicisti sia nelle zone occidentali che in quelle orientali. I Zedbazi sono ritenuti tra i migliori gruppi rap locali, e le loro canzoni sono state scaricate più di 8 milioni di volte.
America Latina
Porto Rico
A Porto Rico, Vico C divenne il primo rapper di successo di lingua spagnola, e il suo lavoro discografico segnò l'inizio del reggaeton. Il rap a Porto Rico raggiunse massima popolarità nel 1989, quando Vico C entrò in classifica con la hit La Recta Final (La via finale), che lo rese famoso a livello internazionale.
Merenrap
Durante la diversificazione dell'hip hop negli anni novanta, anche Proyecto Uno diffuse il genere a New York e dintorni, specie nella comunità latina che aveva già lanciato il merenrap. Questa era una fusione di hip hop e merengue, sorta nella Repubblica Dominicana. Santi Y Sus Duendes e Lisa M pubblicarono insieme un singolo, "Soy Chiquito & No Inventes Papito, No Inventes".
Messico
In Messico, il rap fu reso di successo da Calo nei primi anni novanta. Più tardi artisti latin rap come i Cypress Hill arrivarono nelle classifiche degli Stati Uniti d'America. Nello stesso tempo, il gruppo rapcore messicano Control Machete riscosse consensi in patria.
Cile
A metà anni novanta comparvero anche i Chilean Tiro De Gracia, che dal Cile iniziarono a farsi conoscere in Perù, Colombia, Messico e Porto Rico.
Cuba
Un concerto hip hop annuale ad Alamar (L'Avana) ha aiutato l'hip hop cubano ad emergere, a cominciare dal 1995. Da allora il rap a Cuba è accresciuto costantemente in popolarità, anche grazie al sostegno governativo per alcuni musicisti locali.
Uno dei gruppi più famosi anche a livello internazionali è stato quello degli Orishas.
Brasile
Negli ultimi vent'anni, anche in Brasile l'hip hop ha ottenuto un ampio seguito. B-boys (ma anche b-girls), DJ, rapper ed autori di graffiti locali si sono organizzati in vere e proprie crew, che prestano anche volontariato e lavorano per aiutare i giovani a loro vicini a dedicarsi ad arte ed assistenza sociale.
Africa
All'inizio degli anni ottanta, la break dance è stato il primo aspetto della cultura hip hop a raggiungere il Sudafrica. Lì la crew Black Noise importò la pratica prima di iniziare, qualche anno più tardi, ad incidere brani. Il lavoro musicale dei Black Noise, iniziato nel 1989, provocò il loro bando da parte del governo razzista. Ciò è durato fino al 1993, poco dopo la caduta dell'apartheid. In seguito il Sudafrica produsse un proprio stile hip hop, il kwaito, che fonde rap ed house.
Inoltre il genere senegalese Mbalax continua la propria diffusione. Nel frattempo gruppi Bongo flava dalla Tanzania, tra cui gli X-Plastaz, combinarono l'hip hop con taarab, filmi con altri stili. Allora emerse anche una forma di rap congolese, il makoma. e anche in Marocco ci sono molti rapper ispirati dall'underground (come Zanka Flow, Aminoffice, K-Libre, X-Side, Hablo, Hospital Underground, Wald Cha3b, OpsiRap), quelli influenzati dall' hardcore rap (ad esempio Casa Crew, Colonel a.k.a Alfaress e Casa System), e anche quelli più commerciali come Don Bigg, H-Kayne, FNAIRE, Brada.
Il Rap negli ultimi anni si è sviluppato anche in Tunisia con rapper come Karkadan, che ora opera in Italia e in Nigeria rapper molto popolari sono Victor, Samklef, Olamide e WizKid, quest'ultimo maggiormente popolare, il genere è un misto fra musica nigeriana e Hip Hop.
Canada
In Canada l'hip hop è diventato popolare grazie all'artista locale Maestro Fresh Wes, alla fine degli anni ottanta. Il suo singolo "Let Your Backbone slide" dominò le classifiche per più di un anno. All'inizio del decennio successivo, più musicisti come Michie Mee e i Rascalz si sono stabiliti ai primi posti nel crescente movimento urban canadese, specie intorno a Toronto e Vancouver. Più di recente, rappers come Choclair, Swollen Members, Saukrates, Kardinal Offishall, Sweatshop Union, Hugh "MC Son" Ryan, Black Jays, Jelleestone e k-os sono diventati nomi familiari nel rap locale, benché non siano ancora riusciti a sfondare nei vicini Stati Uniti. K'naan, originario della Somalia, che ibrida somalo ed inglese nei testi, ha avuto non pochi consensi in Canada, Europa e vari altri paesi. L'underground hip hop di Buck 65, eclettico ed influenzato anche dal country, ha ottenuto anch'esso un considerevole successo internazionale.
Australia
In origine fortemente ispirato dal rap americano, uno stile locale si è sviluppato anche in Australia, sin dagli anni novanta. Il sostegno da parte delle stazioni radio (soprattutto l'influente Triple J, a target giovanile) e l'aggiunta di un Urban Award agli annuali ARIA Awards, sono la conseguenza dell'ascesa del rap australiano. Altro importante evento è stato l'uscita del quarto album degli Hilltop Hoods, The Hard Road, che nel 2006 ha debuttato al primo posto nelle classifiche australiane. È stato il primo disco di genere ad avere tale successo nel Paese; ciò ha portato l'hip hop ad avere un posto di spicco, nella musica e nella cultura australiana. Malgrado la sua popolarità, l'hip hop australiano rimane perlopiù appannaggio dell'underground. Gli Hilltop Hoods sono gli artisti rap australiani più di successo, e sono sotto contratto con l'indie label specializzata Obese Records, di proprietà di Pegz. Nel Paese si fanno notare anche The Herd, Butterfingers e TZU.
Malgrado l'evidente influenza dal rap americano, quello australiano va sempre più differenziandosi. Spesso è molto più concentrato su tematiche a sfondo politico o sociale, ed evita le risse tra artisti (che i rapper locali considerano segno di superficialità). Alcuni brani di Butterfingers criticano apertamente il West coast hip hop: "Io vengo dal lato destro della città, non dimenticatevelo (West side!) Cosa? Non è gangsta! Pensateci, voi siete più duri, allora avete forse qualche crampo, e vi sono grato di andare all'Inferno - colleghi, pigliatevi la notte. La natura organica dell'hip hop australiano, e l'enfasi data ai testi, spesso conducono ad una musica quasi antipodica a quella statunitense.[4]
Nuova Zelanda
L'hip hop neozelandese è considerato uno dei migliori. La Nuova Zelanda è stata tra i primi paesi, dopo gli USA, in cui il rap ha avuto successo. La scena locale ha una rivalità apparente con quella della vicina Australia. Tale rivalità è evidenziata dal torneo hip hop annuale (ma discontinua) tra i due Paesi, l'MC Battle For Supremacy.
In Nuova Zelanda sono molto conosciuti Māori e Pacific Islander. Tra quelli degli anni novanta, vi sono Savage, Che Fu, Nesian Mystik e Scribe. Questi sono stati i primi ad entrare al numero uno in classifica nel 2004, e sono anche legati al potente produttore P-Money. Di recente sono emersi anche PNC, Frontline, Tyna e Dei Hamo.
Tyna è noto nel battling e ha rappresentato il suo Paese insieme ad altri 7 rapper, nell'MC Battle For Supremacy del 2004. È stato battuto dall'australiano MC Anecdote: con lui l'Australia ha ottenuto la seconda di tre vittorie consecutive nel torneo, attualmente sospeso.
Media
Il rap ha dedicate a sé varie riviste negli USA, come The Source, XXL e Vibe. Per molto tempo, BET è stato l'unico canale TV a trasmettere più volte rap, ma ultimamente reti come VH1 ed MTV Music hanno trasmesso il genere molto di più degli altri. Molte singole città hanno prodotto le proprie newsletter locali dedicate al genere, mentre le riviste rap a distribuzione locale si trovano in poche altre nazioni. All'inizio degli anni 2000 si sono molto diffusi anche i media online sul genere, e i suoi fansite ora offrono quotidianamente informazioni sul rap.
Note
Bibliografia
- David Toop (1984/1991). Rap Attack II: African Rap To Global Hip Hop. New York. New York: Serpent's Tail. ISBN 1-85242-243-2.
- Hugues Bazin, La cultura hip hop, Nardò, 1999 ISBN 88-86730-97-7
- Mark Costello, David Foster Wallace, Il rap spiegato ai bianchi, Roma, 2000 ISBN 88-87765-16-2
- Francesco Adinolfi, Suoni dal ghetto: la musica rap dalla strada alle hit-parade, Genova, 1989 ISBN 88-7648-083-8
Per l'Italia:
- Georges Lapassade e Philippe Rousselot, Rap il furor del dire, Bepress, Lecce, 2009, ISBN 978-88-96130-04-9
- Pierfrancesco Pacoda, Hip hop italiano: suoni, parole e scenari del Posse power, Einaudi, 2000, ISBN 88-06-15473-7
- Vincenzo Patanè Garsia, Hip-Hop Sangue e Oro, 20 anni di cultura rap a Roma, Arcana, 2002, ISBN 88-7966-266-X
- Oliver Cachin (1996). Il Rap - L'Offensiva Metropolitana, Universale Electa/Gallimard, ISBN 88-445-0097-3
- Nicolò de Rienzo, Hip Hop, Parole di una cultura di Strada, Milano, Zelig Editore s.r.l (2004) // Baldini Castoldi Dalai (2008) ISBN 978-88-6073-261-3
Voci correlate
- Hip hop
- Graffitismo
- Rapping
- Freestyle (hip hop)
- Rapper
- Master of Ceremonies
- Turntablism
- Scratch
- Beatboxing
Altri progetti
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