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Versione delle 17:02, 12 set 2015
Lingue gallo-italiche | |
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Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Italiche Romanze Lingue gallo-romanze Lingue gallo-retiche |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | roa
|
Linguist List | gait (EN)
|
Glottolog | gall1279 (EN)
|
Il gallo-italico[1][2] è un gruppo linguistico delle lingue italo-romanze[3][4][5][6] della famiglia delle lingue indoeuropee.
Le lingue gallo-italiche sono principalmente diffuse nell'Italia Settentrionale in Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Piemonte, ma raggiungono anche il nord di Marche e Toscana. Isole linguistiche alloglotte sono presenti in Italia Insulare e Italia Meridionale con i dialetti gallo-italici di Sicilia, della Basilicata e una varietà ligure parlata in Sardegna. Al di fuori dei confini italiani si estendono in Svizzera (Canton Ticino e Canton Grigioni), a San Marino e a Monaco.
Queste lingue sono il risultato della fusione del latino volgare con un sostrato celtico e con un superstrato germanico. Per il comune sostrato e superstrato e per motivi fonetici, lessicali e sintattici molti studiosi inseriscono all'interno del sistema gallo-italico anche le lingue retoromanze.[senza fonte]
Caratteristiche
[Le lingue gallo-italiche sono gallo-romanze, e NON italo-romanze. Al più potrebbero essere considerate intermedie, ma sarebbe già una forzatura. Correggete per favore questa pagina tendenziosa, soprattutto la prima riga in alto!] Tra le caratteristiche che accomunano il gruppo gallo-italico al gruppo gallo-romanzo sono
- l'indebolimento delle sillabe atone (fortissimo soprattutto in emiliano-romagnolo, ma comune anche in piemontese)
- l'assenza di consonanti geminate (consonanti doppie)
- la generale tendenza all'apocope (caduta) delle vocali finali diverse da a, fenomeno al quale è tuttavia estraneo il ligure
- la palatalizzazione di a tonica latina in sillaba libera
- la presenza, in molte varianti, di fonemi vocalici anteriori arrotondati (/y/ ed /ø/, dette anche "vocali turbate")
- la lenizione, ovvero la trasformazione delle occlusive sorde intervocaliche del latino in sonore.
- L'utilizzo del pronome clitico soggetto obbligatorio, proprio come in francese, per dare senso a verbi che altrimenti non ne avrebbero data la caduta delle finali delle coniugazioni.
- Un tempo molti dialetti altoitaliani ( es, piemontese e Veneto) possedevono i plurali sigmatici (v.Fiorenzo Toso"confine linguistico") e la coniugazione della seconda persona del singolare con S finale.
Altre caratteristiche proprie di questo sistema sono
- la risoluzione palatale autonoma del gruppo cl- e gl-
- la palatizzazione di ca- e ga- rapidamente retrocessa.
Suddivisione
All'interno del sistema galloitalico possiamo riconoscere dei sistemi più ristretti altamente omogenei (qui presentati con i relativi codici ISO 639-3):
- piemontese (codice ISO 639-3 "pms") parlato in quasi tutto il Piemonte (esclusa la maggior parte delle province di Novara e Verbania e la parte meridionale della provincia di Alessandria) e in Valle d'Aosta dalla popolazione italofona.
- lombardo (codice ISO 639-3 "lmo"), suddiviso in
- lombardo orientale parlato nelle province di Bergamo, Brescia, nel Cremasco, nelle Giudicarie Interiori e in Trentino (Val Rendena)
- lombardo occidentale o Insubre, parlato nelle zone di Milano, Como, Lecco, Varese, Lodi, Novara, parte settentrionale della provincia di Pavia, Verbania, in Brianza, in Valtellina e in Svizzera nel Canton Ticino e in alcune valli dei Grigioni.
- ligure (codice ISO 639-3 "lij"), parlato in Liguria, basso Piemonte, e come variante a Mentone e Roccabruna e a Bonifacio in Francia, nel Principato di Monaco e in Sardegna (Dialetto tabarchino) nei comuni di Carloforte nell'isola di San Pietro e Calasetta nell'isola di Sant'Antioco.
- emiliano-romagnolo (codice ISO 639-3 "eml"), suddiviso in
- emiliano (codice ISO 639-3 "egl"), parlato in Emilia, in Lombardia (provincia di Pavia e gran parte di quella di Mantova), in Toscana (provincia di Massa-Carrara) e nel Veneto meridionale (la Transpadana ferrarese in provincia di Rovigo);
- romagnolo (codice ISO 639-3 "rgn"), parlato in Romagna e nella Repubblica di San Marino.
- gallo-italico marchigiano, parlato nelle Marche settentrionali, in provincia di Pesaro-Urbino e parte della provincia di Ancona, corrispondente all'area di Senigallia e all'isola linguistica del Monte Cònero.
- gallo-italico di Sicilia (codice ISO 639-3 "lmo"[7]), parlato in alcune comunità della province di Enna e di Messina, con tracce anche nel catanese, siracusano, palermitano e nel ragusano.
- gallo-italico di Basilicata, parlato in alcuni centri della provincia di Potenza.
Classificazione
La classificazione più comunemente accettata[3][4][5][6] e oggetto di insegnamento e studio in alcuni atenei italiani divide le lingue romanze parlate in Italia nei gruppi retoromanzo, italoromanzo e sardo.
La prima suddivisione del sistema italoromanzo proposta fu nei gruppi altoitaliano, toscano e centromeridionale (esclusi i gruppi retoromanzo e sardo, solo in seguito considerati autonomi)[8]. La classificazione attuale distingue però i gruppi galloitalico, veneto (ancora a volte chiamati nel loro insieme come altoitaliani), toscano, mediano, meridionale e meridionale estremo[9].
- italoromanzo
- galloitalico
- veneto
- istrioto
- toscano (comprendente il corso)
- mediano
- meridionale
- meridionale estremo
La classificazione proposta nel Red book on endangered languages[10], pubblicato dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), inserisce le lingue galloitaliche all'interno del gruppo galloromanzo, assieme a francese, francoprovenzale e veneto (tutte lingue romanze occidentali). Va segnalato che l'autore del libro è uno studioso di lingue ugro-finniche e che lo scopo dichiarato della pubblicazione non è classificare le lingue ma segnalare quelle in pericolo.
- galloromanzo
- francese
- francoprovenzale
- galloitalico
La classificazione di Ethnologue (compendio di lingue pubblicato dal SIL International) inserisce le lingue galloitaliche nel gruppo galloromanzo, assieme a francese, francoprovenzale, retoromanzo e veneto che invece costituisce un gruppo a sé stante.
- galloromanzo
- galloitalico
- galloretico
- francese
- francoprovenzale
- retoromanzo
Altri linguisti, del passato e del presente, hanno sostenuto dei sistemi di classificazione che sostenevano l'apparentamento delle lingue galloitaliche al galloromanzo. Alcune posizioni significative sono le seguenti:
- G. B. Pellegrini scrive che "si può parlare senza tema di errore di un'ampia Galloromania che include non soltanto la Rezia, ma anche la Cisalpina con buona parte del Veneto"[11];
- Pierre Bec parla direttamente di "galloromanzo d'Italia o cisalpino"[12];
- Max Pfister dell'Università di Saarbrücken è sulla stessa lunghezza d'onda[13].
Molte di queste posizioni sono state espresse nel fondamentale Convegno internazionale di studi, svoltosi a Trento il 21-23 ottobre 1993 e intitolato "Italia Settentrionale: crocevia di idiomi romanzi"[14].
Queste posizioni sono supportate dall'esistenza, nel passato, di una "Koinè lombardo-veneta", una lingua comune che nel Medioevo arrivò ad un certo grado di assestamento, prima di retrocedere di fronte al toscano[15].
Qualche confronto
Latino | (Illa) Claudit semper fenestram antequam cenet. |
Bergamasco (lombardo orientale) | (Lé) La sèra sèmper sö la finèstra prima de senà. |
Milanese (lombardo occidentale) | (Lee) la sara semper su la fenestra innanz de disnà. (pr: (Lée) la sara sempër sü la fenestra inàns dë disnà.) |
Piacentino (emiliano) | Le la sära sëimpar sö/sü la finestra (fnestra) prima da disnä |
Bolognese (emiliano) | (Lî) la sèra sänper la fnèstra prémma ed dsnèr. |
Cesenate (romagnolo) | (Lî) la ciöd sèmpar la fnèstra prèmma d' z'nèr. |
Riminese (romagnolo) | (Léa) la ciùd sémpre la fnèstra prèima ad z'né. |
Dialetto fanese (gallico marchigiano) | Lìa chìud sèmper la fnestra prima d' c'né. |
Piemontese | (Chila) a sara sempe la fnestra dnans ëd fé sin-a. |
Piemontese, dialetto canavesano | (Chilà) a sera sémper la fnestra doant ëd far sèina. |
Carrarese | Lê al sèr(e)/chiode sènpre la fnestra(paravento) prima de zena. |
Massa | Le' al sère/chiode sènpre la fnesc'tra(paravento) prima de c'nare. |
Ligure | Lê a særa sénpre o barcón primma de çenâ. |
Tabarchino (dialetto ligure della Sardegna) | Lé a sère fissu u barcun primma de çenò. |
Romancio | Ella clauda/serra adina la fanestra avant ch'ella tschainia. (Retoromanzo) |
Nones (Ladin Nones) | (Ela) la sera semper la fenestra inant zenar. (Retoromanzo) |
Ladino solandro | La sèra sempro (sèmper) la fenèstra prima (danànt) da cenàr. (Retoromanzo) |
Friulano | Jê e siere simpri il barcon prin di cenâ. (Retoromanzo) |
Veneto | Ła sàra/sèra senpre el balcón vanti senàr/dixnàr. |
Trentino | Èla la sèra sèmper giò/zo la fenèstra prima de zenà. |
Istrioto (Rovignese) | Gila insiera senpro el balcon preîma da senà. |
Italiano | (Ella) chiude sempre la finestra prima di cenare. |
Toscano | Lei la 'hiude sempre la finestra pria di'ccenà. |
Perugino | Lìa chìud sèmpre la finestra prima d' c'né. |
Sardo | Issa serrat semper sa fentana in antis de si esser chenada. |
Corso | Ella chjudi sempri a finestra primma di cenà. |
Salentino | Iddhra chiute sèmpre la fenéscia prìma cu mangia te sira. |
Siciliano | Idda chiùi sèmpri la finéṣṭṛa anti ca mancia â sira. |
Note
- ^ Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
- ^ Il termine gallo-italico è usato spesso al plurale, gallo-italici. I dialetti gallo-italici sono spesso detti anche "dialetti alto-italiani", o "cisalpini", secondo il termine usato da G. B. Pellegrini fin dal 1973.
- ^ a b Walter De Gruyter, Italienisch, Korsisch, Sardisch, pag. 452 1988
- ^ a b Michele Loporcaro, Profilo linguistico dei dialetti italiani, 2013, pag. 70
- ^ a b Martin Maiden, Mair Parry, Dialects of Italy, 1997, Introduzione pag. 3
- ^ a b Anna Laura Lepschy, Giulio Lepschy, The Italian Language Today, 1998: a pag. 41
- ^ Come riportato in Ethnologue.
- ^ G. B. Pellegrini, La Carta dei Dialetti d'Italia
- ^ Carla Marcato Dialetto, Dialetti e Italiano
- ^ Endangered languages in Europe: indexes
- ^ Pellegrini, Giovan Battista (1969; 1972): Delle varie accezioni ed estensione di "ladino"
- ^ Bec, Pierre (1971): Manuel pratique de philologie romane, tome II, 472
- ^ Pfister, Max (1993): Dal latino della Gallia cisalpina agli idiomi romanzi dell'Italia settentrionale
- ^ Italia Settentrionale: Crocevia di Idiomi Romanzi - Atti del convegno internazionale di studi - Trento, 21/23 ottobre 1993", a cura di Emanuele Banfi, Giovanni Bonfadini, Patrizia Cordin, Maria Iliescu. Tübingen: Niemayer, 1995. ISBN 3-484-50304-1
- ^ Koiné in Italia dalle Origini al Cinquecento - Atti del Convegno di Milano e Pavia, 25-26 settembre 1987 - a cura di Glauco Sanga - Pierluigi Lubrina Editore - Bergamo 1990