Sommossa all'Università del Mississippi del 1962 | |||
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James Howard Meredith entra all'Università del Mississippi, scortato dal capo del United States Marshals Service James McShane (a sinistra) e da John Doar, del Dipartimento di Giustizia (a destra) | |||
Luogo | Oxford | ||
Causa | Tentativo di impedimento dell'iscrizione all'Università del Mississippi dello studente afroamericano James Howard Meredith | ||
Perdite | |||
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La sommossa all'Università del Mississippi del 1962 (in inglese Ole Miss riot of 1962) fu una rivolta combattuta nella città di Oxford, nello Stato del Mississippi tra i segregazionisti del Sud e le forze federali e statali degli Stati Uniti. Lo scontro, che avvenne durante la presidenza di John Fitzgerald Kennedy, ebbe inizio il 29 settembre del 1962 con i segregazionisti che protestavano contro l'iscrizione di James Meredith, un afroamericano veterano militare dell'esercito USA, presso l'Università del Mississippi (nota localmente come Ole Miss). Due civili furono uccisi in stile esecuzione durante la prima notte, tra i quali il giornalista francese Paul Guihard. Si stima che circa 70 persone rimasero ferite. Entro la fine della sommossa, un terzo degli sceriffi federali americani assegnati al campus fu ferito.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1954, la Corte suprema degli Stati Uniti si era pronunciata con la Brown v. Board of Education, una sentenza che dichiarava incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole. Meredith si era iscritto in veste di studente legittimo e con una forte esperienza da veterano nell'Air Force e con buoni voti ottenuti in alcuni corsi completati alla Jackson State University. L'amministrazione del presidente John F. Kennedy ebbe ampie discussioni con il governatore Ross Barnett e il suo staff circa la necessità di tutelare Meredith nella scuola, ma Barnett promise pubblicamente di mantenere segregata l'università. Funzionari statali e federali si scambiarono accuse e difese nelle settimane successive alla rivolta, evitando di assumersi delle responsabilità.
Eventi
[modifica | modifica wikitesto]Il 29 settembre 1962, James Howard Meredith dichiarò la sua intenzione di iscriversi all'Università del Mississippi e il giorno seguente divenne il primo studente afro-americano ad essere iscritto presso tale istituto.[1] Il suo ingresso era già stato ostacolato dal governatore segregazionista Ross Barnett, sebbene precedentemente si era pronunciato a sostegno di Meredith durante private discussioni con l'amministrazione universitaria.
Studenti bianchi, persone del posto e agitatori raccolti da tutto lo stato fecero scoppiare una rivolta nel campus di Oxford e il procuratore generale Robert F. Kennedy ordinò a 500 US Marshals di sopprimerla. Gli agenti della Polizia di Stato furono ritirati prima che gli US Marshals prendessero il controllo, portando in seguito a dei contrasti riguardo agli agenti su cui scaricare le colpe del degenerare della protesta. Gli US Marshals furono rinforzati da ordini del presidente John F. Kennedy che inviò militari del 503º Battaglione della Polizia Militare e, in ultima analisi, migliaia di soldati, tra cui quelli della United States Border Patrol e della Guardia Nazionale del Mississippi. Il personale medico della US Navy (medici e ospedalieri) legati all'US Naval Hospital di Millington, Tennessee, furono anch'essi inviati all'università.
Il presidente e il procuratore generale Robert Kennedy avevano evitato di usare le forze federali per diversi motivi. Robert Kennedy aveva sperato che i mezzi legali, insieme con la scorta di US Marshals, sarebbero stati sufficienti a costringere il governatore a rispettare la volontà di Meredith.[2] Robert Kennedy era anche piuttosto preoccupato per il possibile scoppio di una "mini guerra civile" tra le truppe dell'esercito degli Stati Uniti ed i manifestanti armati.[2] Questi leader a malincuore decisero di coinvolgere le forze federali dopo che le proteste erano degenerate oltre il limite.[3]
Due uomini sono stati uccisi durante la prima notte di scontri: il giornalista francese Paul Guihard,[4] su incarico per il London Daily Sketch, rinvenuto dietro l'edificio Lyceum ucciso con un colpo di pistola alla parte posteriore della testa, il ventitreenne bianco Ray Gunter, un riparatore di jukebox che aveva visitato il campus per curiosità. Gunter è stato trovato con una ferita da proiettile alla fronte. Le forze dell'ordine dissero che si trattava di omicidi stile-esecuzione.[5]
Il governatore Barnett è stato multato di 10.000$ e condannato al carcere per oltraggio. Le accuse furono poi respinte dal 5° Circuito della Corte d'Appello. Bob Dylan scrisse e cantò sugli eventi nella sua canzone Oxford Town. Le azioni di Meredith sono considerate come un momento cruciale nella storia dei diritti civili negli Stati Uniti. Malgrado la discriminazione nei suoi confronti, il veterano dell'Air Force si è laureato presso l'università il 18 agosto 1963 in scienze politiche.[6]
Charles W. Aquila descrisse il successo di Meredith con queste parole[7]:
«In a major victory against white supremacy, he had inflicted a devastating blow to white massive resistance to the civil rights movement and had goaded the national government into using its overpowering force in support of the black freedom struggle.»
«In una grande vittoria contro la supremazia bianca, aveva inflitto un colpo devastante alla massiccia resistenza dei bianchi al movimento per i diritti civili e aveva pungolato il governo nazionale ad utilizzare la sua forza prepotente a sostegno della lotta per la libertà nera.»
La sommossa secondo altri media
[modifica | modifica wikitesto]Il giornalista sportivo Wright Thompson ha scritto l'articolo Ghosts of Mississippi (2010),[8] in cui racconta il tumulto e la stagione della squadra di football americano di quell'anno, il 1962. È stato adattato come documentario per la ESPN intitolato I fantasmi di Ole Miss (2012), incentrato sulla perfetta stagione della squadra del '62 e i primi scontri nell'autunno di quell'anno per l'integrazione della storica università.[9]
A seguito della sommossa
[modifica | modifica wikitesto]- Meredith lottò per la sua ammissione e così il quartiere storico Lyceum-The Circle, dove si tenne la rivolta del '62, è stato designato come un punto di interesse storico a carattere nazionale e statale.
- Una statua di Meredith è stata eretta al campus per commemorare il suo storico intervento contro la segregazione.
- L'università ha condotto una serie di programmi per un anno a cominciare dal 2002 per celebrare il 40º anniversario dalla fine della segregazione scolastica. L'evento si è ripetuto nel 2012 per celebrare il 50º anniversario da tale evento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 1962: Mississippi race riots over first black student, in BBC News - On this day, 1º ottobre 1962. URL consultato il 2 ottobre 2007.
- ^ a b Schlesinger (2002), 317-320.
- ^ Bryant 2006, 71.
- ^ Though the Heavens Fall (5 of 7), in TIME, 12 ottobre 1962. URL consultato il 3 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2007).
- ^ Bryant (2006), 70-71.
- ^ Leslie M. Alexander e Walter C. Rucker, Encyclopedia of African American History, Volume 1, ABC-CLIO, 2010, p. 890.
- ^ Charles W. Eagles, 'The Fight for Men's Minds': The Aftermath of the Ole Miss Riot of 1962 (PDF), in The Journal of Mississippi History, vol. 71, n. 1, Spring 2009, pp. 1–53 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2014)., ristampato al Mississippi Department of Archives and History website, visto il 1/08/2014
- ^ Wright Thompson, Ghosts of Mississippi, su Outside the Lines, ESPN, febbraio 2010. URL consultato il 3 novembre 2012.
- ^ Wright Thompson, 'Ghosts' a story of family, home, su ESPN Films, ESPN.com, 30 ottobre 2012. URL consultato il 3 novembre 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nick Bryant, Black Man Who Was Crazy Enough to Apply to Ole Miss, in The Journal of Blacks in Higher Education, n. 53, Autunno 2006, pp. 60–71. URL consultato il 13 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
- Charles W. Eagles, 'The Fight for Men's Minds': The Aftermath of the Ole Miss Riot of 1962 (PDF), in The Journal of Mississippi History, vol. 71, n. 1, Primavera 2009, pp. 1–53 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2014)., reprinted at Mississippi Department of Archives and History website
- Arthur Schlesinger, Jr., Robert Kennedy and His Times, New York, First Mariner Books, 2002 ristampa, ISBN 0-618-21928-5.