Some Kind of Trouble album in studio | |
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Artista | James Blunt |
Pubblicazione | 8 novembre 2010 |
Durata | 46:04 |
Dischi | 1 |
Tracce | 12 |
Genere | Pop Folk |
Etichetta | Atlantic, Custard |
Produttore | Steve Robson[1] |
Registrazione | gennaio–agosto 2010 |
Formati | CD, download digitale, streaming |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Austria[2] (vendite: 10 000+) Belgio[3] (vendite: 15 000+) Canada[4] (vendite: 40 000+) Irlanda[5] (vendite: 7 500+) Italia[6] (vendite: 30 000+) Paesi Bassi[7] (vendite: 25 000+) Polonia[8] (vendite: 10 000+) |
Dischi di platino | Australia[9] (vendite: 70 000+) Europa[10] (vendite: 1 000 000+) Francia[11] (vendite: 100 000+) Germania[12] (vendite: 200 000+) Nuova Zelanda[13] (vendite: 15 000+) Regno Unito[14] (vendite: 300 000+) Svizzera[15] (vendite: 30 000+) |
James Blunt - cronologia | |
Singoli | |
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Some Kind of Trouble è il terzo album in studio del cantautore britannico James Blunt, pubblicato l'8 novembre 2010.[16]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La presentazione del lavoro discografico è avvenuta mediante uno show dal vivo, tenuto dal cantante l'8 novembre 2010 al Bloomsbury Ballroom di Londra e trasmesso in diretta streaming tramite YouTube.[17] Per la promozione dell'album, James Blunt darà inoltre il via nel 2011 ad un nuovo tour.[17]
Il primo singolo dell'album, Stay the Night, è stato scritto in collaborazione con Steve Robson e Ryan Tedder, leader del gruppo OneRepublic.[16] Il brano è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 ed ha ottenuto in Italia un ottimo riscontro radiofonico, restando per diverse settimane tra le primissime posizioni della classifica dell'airplay.[18][19][20] Il disco è stato registrato quasi interamente a Londra.[1] L'album è disponibile in due edizioni: una versione standard e un'edizione deluxe, che prevede un cofanetto con la copertina autografata dal cantautore.
In un'intervista a Contact Music, Blunt ha parlato del disco, dicendo: «Dopo l'ultimo tour, ho provato a scrivere al pianoforte, ma mi sono accorto che mi stavo ripetendo, scrivendo canzoni tristi. Avevo bisogno di andare lontano dalla musica per un po'. Le mie nuove canzoni sono più ottimiste. Una cosa che ho imparato è che dopo una grande canzone la credibilità artistica di un cantante viene gettata dalla finestra. You're Beautiful significa qualcosa per me, ma la maggior parte della gente la vede come una canzone da cantare quando si è ubriachi».[21] In seguito Blunt ha anche affermato che il disco «racchiude un po' dell'atmosfera dei primi anni ottanta. In Occidente c'era questa percezione diffusa di poter fare qualsiasi cosa, il tipo di ottimismo che sentiamo da ragazzi. Some Kind of Trouble cattura questi sentimenti, la sensazione di libertà, l'eccitazione e la semplicità».[22] Il cantautore ha inoltre definito il suo disco «più pop» dei precedenti, ma anche più «allegro, frizzante e divertente», sostenendo che, nonostante la presenza di alcuni brani introspettivi, l'album è stato realizzato con l'intento di suscitare gioia in coloro che lo ascoltano.[23]
Anche il titolo fa riferimento alla positività che caratterizza il disco: secondo Blunt, il titolo è stato scelto per mettere in evidenza il momento di vita personale del cantautore ed i principali contenuti del disco. Blunt si dichiara infatti cambiato e più felice rispetto al passato, e afferma che anche la parola trouble è da intendersi con un'accezione positiva, come una sorta di «invito ad uscire per divertirsi un po' in giro».[24]
James Blunt ha dichiarato in diverse occasioni che il brano al quale si sente più legato tra quelli contenuti nel disco è No Tears, una canzone che parla «degli errori fatti, dei rimpianti della vita e del momento in cui ti accorgi che piangere sul latte versato non serve a nulla, devi solo andare avanti e cercare di non sbagliare più».[24] Dal carattere fortemente autobiografico, il pezzo fa riferimento all'atteggiamento adottato dal cantautore nei momenti difficili, durante i quali si è assunto la responsabilità degli sbagli commessi.[25]
La copertina
[modifica | modifica wikitesto]L'immagine di copertina mostra una bambina sollevata in aria dalle braccia del padre. Il cantautore ha affermato che si tratta di una sua idea, nata da una foto simile, che ritraeva la figlia di un suo amico. Per evitare di utilizzare la foto stessa, è stato indetto un concorso per scegliere lo scatto che fa da copertina al disco.[25]
Trouble Revisited
[modifica | modifica wikitesto]Il 6 dicembre 2011 esce Trouble Revisited, una speciale edizione del disco il cui cofanetto contiene per intero il disco Some Kind of Trouble con l'aggiunta di quattro tracce bonus e un DVD del live del 2011 al Paléo Festival.[26]
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]L'edizione standard del disco contiene 12 tracce:[27]
- Stay the Night – 3:34 (James Blunt, Bob Marley, Steve Robson, Ryan Tedder)
- Dangerous – 3:11 (James Blunt, Steve Robson)
- Best Laid Plans – 3:29 (James Blunt, Wayne Hector, Steve Robson, David Campbell)
- So Far Gone – 3:34 (James Blunt, Steve Robson, Ryan Tedder)
- No Tears – 3:49 (James Blunt, Wayne Hector, Steve Robson)
- Superstar – 3:48 (James Blunt, Greg Kurstin)
- These Are the Words – 3:22 (James Blunt, Wayne Hector, Steve Robson)
- Calling Out Your Name – 3:23 (James Blunt, Wayne Hector, Steve Robson)
- Heart of Gold – 3:30 (James Blunt, Steve Robson)
- I'll Be Your Man – 3:36 (James Blunt, Kevin Griffin)
- If Time Is All I Have – 3:36 (James Blunt, Eg White)
- Turn Me On – 2:30 (James Blunt, Eg White)
- Traccia bonus nella versione giapponese e nell'edizione scaricabile tramite Amazon.com
- There She Goes Again – 3:51 (James Blunt, Hector, Steve Robson)
- Traccia bonus disponibile nell'edizione scaricabile da iTunes
- Into the Dark – 2:49 (James Blunt, Steve Robson)
- Tracce bonus nell'edizione Trouble Revisited
- There She Goes Again – 3:51 (James Blunt, Hector, Steve Robson)
- Into The Dark – 2:50 (James Blunt, Steve Robson)
- Stay The Night (Fred Falke Remix) – 7:23
- Dangerous (Deniz Koyu And Johan Wedel Remix) – 7:05
- DVD – Live from Paléo Festival (Trouble Revisited)
- So Far Gone (Live From Paléo Festival)
- Dangerous (Live From Paléo Festival)
- Billy (Live From Paléo Festival)
- Wisemen (Live From Paléo Festival)
- Carry You Home (Live From Paléo Festival)
- These Are The Words (Live From Paléo Festival)
- I'll Take Everything (Live From Paléo Festival)
- Out Of My Mind (Live From Paléo Festival)
- Goodbye My Lover (Live From Paléo Festival)
- High (Live From Paléo Festival)
- Same Mistake (Live From Paléo Festival)
- Turn Me On (Live From Paléo Festival)
- Superstar (Live From Paléo Festival)
- You're Beautiful (Live From Paléo Festival)
- So Long, Jimmy (Live From Paléo Festival)
- I'll Be Your Man (Live From Paléo Festival)
- Stay The Night (Live From Paléo Festival)
- 1973 (Live From Paléo Festival)
- Stay The Night (Music Video)
- So Far Gone (Music Video)
- Dangerous (Music Video)
- If Time Is All I Have (Music Video)
- I'll Be Your Man (Music Vidoe)
Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche settimanali
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (2010-11) | Posizione massima |
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Australia[28] | 5 |
Austria[28] | 3 |
Belgio (Fiandre)[28] | 14 |
Belgio (Vallonia)[28] | 2 |
Canada[29] | 6 |
Danimarca[28] | 10 |
Finlandia[28] | 9 |
Francia[28] | 3 |
Germania[28] | 2 |
Grecia[30] | 32 |
Irlanda[31] | 6 |
Italia[28] | 7 |
Messico[32] | 73 |
Norvegia[28] | 16 |
Nuova Zelanda[28] | 7 |
Paesi Bassi[28] | 2 |
Portogallo[28] | 28 |
Regno Unito[33] | 4 |
Spagna[28] | 17 |
Stati Uniti[34] | 11 |
Svezia[28] | 18 |
Svizzera[28] | 1 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Robert Copsey, Interview - James Blunt, su digitalspy.co.uk, www.digitalspy.co.uk. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ (DE) James Blunt - Some Kind of Trouble – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 12 marzo 2024.
- ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 2010, su Ultratop. URL consultato il 22 gennaio 2011.
- ^ (EN) Some Kind of Trouble – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 17 marzo 2011.
- ^ (EN) 2010 Certification Awards - Gold, su irishcharts.ie. URL consultato il 3 giugno 2011.
- ^ Certificazioni ARTISTI - Dalla settimana 1 del 2009 alla settimana 10 del 2011 (PDF), su fimi.it, FIMI. URL consultato il 19 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2012).
- ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 7 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
- ^ (PL) bestsellery i wyróżnienia, su Związek Producentów Audio-Video. URL consultato il 15 dicembre 2022.
- ^ (EN) ARIA Charts - Accreditations - 2010 Albums, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 17 marzo 2011.
- ^ (EN) IFPI Platinum Europe Awards – 2014, su International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 20 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2015).
- ^ (FR) Certifications Albums Platine - année 2010, su disqueenfrance.com, SNEP. URL consultato il 17 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2010).
- ^ (DE) James Blunt – Some Kind Of Trouble – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 16 dicembre 2022.
- ^ (EN) Official Top 40 Albums - 21 February 2011, su The Official NZ Music Charts. URL consultato il 27 gennaio 2023.
- ^ (EN) Some Kind of Trouble, su British Phonographic Industry. URL consultato il 20 giugno 2020.
- ^ (EN) AWARDS 2010, su swisscharts.com. URL consultato il 6 dicembre 2010.
- ^ a b IL 9 NOVEMBRE ESCE “SOME KIND OF TROUBLE” [collegamento interrotto], su warnermusic.it, Warner Music, 9 novembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ a b James Blunt, show in diretta su Youtube, su ansa.it, ANSA, 8 novembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ Music Control: Zucchero ancora in testa, Cremonini incalza, su rockol.it, Rockol, 7 novembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ Music Control: Zucchero balza in testa, scompaiono gli Jamiroquai, su rockol.it, Rockol, 24 ottobre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ Music Control: Robbie Williams passa in testa, James Blunt in ascesa, su rockol.it, Rockol, 10 ottobre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ (EN) Optimistic Singer James Blunt, su contactmusic.com, www.contactmusic.com, 17 ottobre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ Musica/ Esce domani 'Some kind of trouble' l'album di James Blunt, su notizie.virgilio.it, Virgilio, 8 novembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ James Blunt: in arrivo a novembre il nuovo album 'Some kind of trouble', su rockol.it, Rockol, 9 settembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ a b James Blunt: 'Suonare mi fa sentire un adolescente, spensierato e senza timori', su rockol.it, Rockol, 25 ottobre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010.
- ^ a b Andrea Conti, Non sono depresso, lo giuro, su tgcom.mediaset.it, Tgcom, 25 ottobre 2010. URL consultato l'11 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2010).
- ^ (EN) Trouble Revisited – James Blunt (CD - Atlantic / Warner Bros. #7882479), su AllMusic. URL consultato il 19 ottobre 2023.
- ^ (EN) James Blunt - Some Kind of Trouble, su allmusic.com, All Music Guide. URL consultato l'11 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2010).
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (NL) James Blunt – Some Kind Of Trouble, su Ultratop. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (EN) John Williams, Bon Jovi boots Swift from No. 1, su jam.canoe.ca. URL consultato il 6 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2010).
- ^ James Blunt - Some Kind of Trouble, su greekcharts.com. URL consultato il 6 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
- ^ (EN) Discography - James Blunt, su irish-charts.com. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (EN) James Blunt - Some Kind of Trouble, su mexicancharts.com. URL consultato il 6 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2010).
- ^ (EN) Some Kind of Trouble, su Official Charts Company. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (EN) James Blunt – History, su Billboard. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (DE) Top 100 Album-Jahrescharts 2010, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ Classifica annuale 2010 (dal 28.12.2009 al 26.12.2010), su Federazione Industria Musicale Italiana. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (EN) End of Year Album Chart 2010, su Official Charts Company. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (EN) ARIA Top 100 Albums for 2011, su ARIA Charts. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (DE) Jahreshitparade Alben 2011, su austriancharts.at. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (NL) Jaaroverzichten 2011, su Ultratop. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (FR) Rapports annuels 2011, su Ultratop. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (NL) Jaaroverzichten – Album 2011, su Dutch Charts. URL consultato il 9 dicembre 2023.
- ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 2011, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 9 dicembre 2023.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Some Kind of Trouble, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Some Kind of Trouble, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Some Kind of Trouble, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Some Kind of Trouble, su Metacritic, Red Ventures.