Société Anonyme d'Entreprise Generale de Travaux | |
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Stato | Belgio |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 23 febbraio 1880 a Bruxelles |
Chiusura | 1956 |
Sede principale | Tilleur |
Settore | Trasporto |
Prodotti | trasporti tranviari |
La Société Anonyme d'Entreprise Generale de Travaux (EGT, ma anche Engetra) fu una società belga che ha operato nel campo delle costruzioni immobiliari e in quello dell'esercizio di linee tranviarie.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Ideata alla fine del 1879 da Jules Demonceau della Banque Liégeoise e da Eugène de Meeus del Comptoir General[1], fu costituita il 23 febbraio 1880 a Bruxelles con la sottoscrizione di cinque milioni di franchi. Di questi cinque, due furono destinati agli investimenti in Italia[2].
L'Engetra cessò le attività il 20 dicembre 1956 quando si fuse con la belga Sofina[3].
Attività in Italia
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso del 1881, l'Engetra acquistò la maggioranza dell'Impresa Romana degli Omnibus che fu ribattezzata Società Romana Omnibus (SRO), poi ridenominata Società Romana Tramways Omnibus (SRTO)[4] e destina due dei cinque milioni di franchi del suo capitale agli investimenti italiani[5]. Nello stesso anno la società ottenne in concessione dalla Deputazione della provincia di Brescia la costruzione e l'esercizio della linea tranviaria Brescia – Montichiari (24 agosto[6]), mentre dalla provincia di Mantova ottenne la Mantova-Ostiglia e la Mantova-Castiglione delle Stiviere (28 novembre[7]), nell'ambito della concessione della tranvia Brescia-Mantova-Ostiglia che fu aperta integralmente all'esercizio l'8 agosto 1886[8].
Nel 1884, la società costituì un'impresa collegata, la Société Anonyme Tramways des Romagnes, che l'anno seguente acquistò le concessioni delle tranvie Forlì – Meldola e Ravenna – Forlì da Giovanni Brusaporci, che le aveva costruite ed esercite nei primi anni[9].
La sede della rappresentanza in Italia fu dapprima posta a Roma. In seguito, essa fu trasferita a Bologna e quindi, nel 1900, a Mantova.
L'Engetra si occupò anche della costruzione della deviazione Montichiari – Carpenedolo – Castiglione delle Stiviere, aperta il 3 settembre 1911[10], e della diramazione Castiglione delle Stiviere – Lonato – Desenzano, inaugurata il 5 novembre 1911[11].
All'inizio degli anni dieci del XX secolo, la società avvertì il bisogno di ristrutturare il suo parco tranviario e quello delle sue collegate in modo che l'esercizio delle linee e del materiale diventasse più efficiente. Nel 1912 la Tramways de Romagne, mutò nome in Tramways de Lombardie et Romagnes (SATLR)[12]. Il 15 novembre, dopo aver ottenuto l'approvazione delle amministrazioni provinciali di Mantova e Brescia, l'Engetra trasferì il pacchetto delle concessioni della Brescia – Mantova – Ostiglia alla sua controllata[13].
Nel corso del 1929, l'Engetra cedette le proprie quote della SATLR ad un gruppo di capitalisti italiani[14].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuntini (1996), p. 483.
- ^ Mafrici (1997), p. 202.
- ^ (FR) International Court of Justice. Affaire de la Barcelona Traction, Light and Power Company, Limited (nouvelle Requête: 1962) Belgique C. Espagne: Procédure orale (deuxième phase). p. 559.
- ^ Giustini (1996), p. 495. Nota 142.
- ^ Mafrici.
- ^ Mafrici (1997), p. 126.
- ^ Ganzerla (2004), p. 301.
- ^ Ganzerla (2004), p. 303.
- ^ Giustini (1996), pp. 481-483.
- ^ Mafrici (1997), pp. 135-141.
- ^ Ganzerla (2004), p. 317.
- ^ Giustini (1996), p. 484.
- ^ Mafrici (1997), p. 203.
- ^ Giustini (1996), p. 485.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giancarlo Ganzerla, Binari sul Garda - Dalla Ferdinandea al tram: tra cronaca e storia, Brescia, Grafo, 2004, ISBN 88-7385-633-0.
- Claudio Mafrici, I binari promiscui - Nascita e sviluppo del sistema tramviario extraurbano in provincia di Brescia (1875-1930), in Quaderni di sintesi, vol. 51, novembre 1997.
- Andrea Giuntini, Le comunicazioni stradali e ferroviarie, in Gian Carlo Susini, Luigi Lotti (a cura di), Storia di Ravenna. Volume V: l'età risorgimentale e contemporanea, Venezia, Marsilio Editori, 1996, ISBN 88-317-6400-4.