Per Scuola di Kyōto (京都学派, Kyōto-gaku-ha) si intende una cerchia di filosofi giapponesi, accademici o pensatori, che a partire dagli anni '20 e fino ad oggi, frequentarono l'Università di Kyōto coagulandosi intorno alla figura di Nishida Kitarō (西田幾多郎, 1870-1945) e del suo successore Tanabe Hajime (田辺元, 1885-1962), rappresentando il fenomeno filosofico più importante del Giappone contemporaneo.
La denominazione "Scuola di Kyōto" compare in un articolo del 1932 a firma dell'allievo di Nishida Kitarō, Tosaka Jun (戸坂 潤, 1900–1945),[1] inizialmente tuttavia questa denominazione occorreva piuttosto ad indicare un orientamento politico patriottico del circolo filosofico che si era andato formando piuttosto che un atteggiamento o un insieme di dottrine di pensiero.
Alla fine della seconda guerra mondiale intervenne una severa autocritica proprio di Tanabe Hajime a fugare le ambiguità filo-nazionalistiche di tale scuola filosofica offrendo così una nuova spinta priva di ambiguità politiche per il rinnovamento del circolo di pensiero che si era andato formando.
Oggi si possono ricollegare a questa Scuola intellettuali giapponesi di primissimo piano come Nishitani Keiji (西谷啓治, 1900-1990), Hisamatsu Shin'ichi (久松真一, 1889-1980), Masao Abe (阿部正雄, 1915-2006), Ueda Shizuteru (上田閑照, 1926-) e Tsujimura Kōichi (辻村公一, 1922-2010).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ traduzione inglese in: Kenn Nakata Steffensen, Translation of Tosaka Jun’s "The Philosophy of the Kyoto School", Comparative & Continental Philosophy, 8, 2016, pp. 53-71.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., La Scuola di Kyōto, a cura di Grazia Marchianò, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1996
- J.W. Heisig, Filosofi del nulla, L'Epos, Palermo 2007
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- * (EN) Bret W. Davis, The Kyoto School, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.