San Vittorio di Cesarea | |
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Martire | |
Morte | 23 dicembre ... |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 21 maggio |
Attributi | palma, croce |
Patrono di | Feletto e Pertosa |
Vittorio di Cesarea o San Vittorio Martire (data di nascita e di morte sconosciute) è stato un militare romano che tutte le Chiese venerano come santo. È l'unico santo a portare questo nome[1].
Agiografia
[modifica | modifica wikitesto]Era elencato nel Martirologio Geronimiano, che lo citava al 21 maggio (giorno in cui lo venera la Chiesa cattolica) assieme agli altri due martiri Polieuto e Donato[1][2]. Da lì il suo nome transitò verso il Martirologio Romano[1][2][3], tuttavia senza che ne venisse stesa un'agiografia[3]. Della sua vita, spesso confusa con quella di santi quasi omonimi (Vittore in particolare), non si conosce quasi nulla[1][2][3].
La tradizione vuole che sia stato un soldato dell'esercito romano[1][3][4][5] il quale, venuto in contatto con la nuova religione cristiana, si convertì. Durante una persecuzione dei cristiani[4] (secondo alcune ipotesi avvenuta sotto l’imperatore Traiano[1], secondo altre sotto Diocleziano[6]) subì il martirio a Cesarea di Cappadocia[1][2][3][4] insieme a due suoi compagni, i martiri Polieuto e Donato.
Nel 1703 le sue spoglie furono traslate dalla catacomba di Calepodio alla chiesa del convento di Sant'Antonio al Monte[3], a Rieti, dove sono ancora oggi visibili sotto l'altare maggiore[5].
Reliquie di San Vittorio si trovano presso la chiesa dello Spirito Santo di Torino[7][8], conservate sotto la mensa dell'altare maggiore. Furono date da papa Benedetto XIV con bolla pontificia, e consegnate il 4 maggio 1743.
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Il suo culto ebbe notevole diffusione in Italia[1][2][3] soprattutto grazie alla Casa Savoia, di cui diversi sovrani e principi portarono il nome.
In Inghilterra cominciò ad essere particolarmente venerato[1] a seguito della salita al trono della regina Vittoria ed al suo lunghissimo regno, ricordato oggi col nome di età vittoriana.
Il santo è portato a esempio di coraggio e di fede incrollabile; monito a rimanere fermi nei propri principi e nella propria fede, anche di fronte alle avversità più estreme; modello di virtù cristiana, in particolare per la sua lealtà a Cristo fino alla morte[4].
Nell'iconografia è usualmente raffigurato con indosso una tunica bianca[3] oppure la lorica[3] di soldato romano; regge in mano una spada[3], e nell'altra la palma[1][3] simbolo del martirio.
È invocato contro il fulmine, la grandine e gli spiriti maligni[1][3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k Santo del giorno 21 maggio: san Vittorio., su cattedralereggiocalabria.it.
- ^ a b c d e San Vittorio di Cesarea., su santodelgiorno.it.
- ^ a b c d e f g h i j k l Tutti i Santi giorni, 21 maggio: oggi si ricorda San Vittorio di Cesarea., su ilcapoluogo.it.
- ^ a b c d SAN VITTORIO DI CESAREA: IL MARTIRE DEL 21 MAGGIO., su vativision.com.
- ^ a b Il convento di Sant'Antonio al Monte, su Rieti in Vetrina. URL consultato il 9 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
- ^ Martirologo Romano, pag 841. (PDF), su liturgico.chiesacattolica.it.
- ^ Torino XL - Chiesa dello Spirito Santo., su torinoxl.com.
- ^ Olivero E.: La chiesa dello Spirito Santo in Torino ed il suo architetto Giovanni Battista Feroggio. Torino, Rivista mensile municipale, anno XIV n. 12, 1934. Pag. 9 e segg., su www.museotorino.it. URL consultato il 22 marzo 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Vittorio di Cesarea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Vittorio di Cesarea, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.