Il Salone di Venere (in francese: Salon de Vénus) è una stanza del Grand appartement du roi nella Reggia di Versailles. Dedicata alla dea Venere, serviva come sala di ricevimento all'epoca di Luigi XIV e come uscita verso lo Scalone degli Ambasciatori.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Col Salone di Diana col quale faceva coppia, il salone di Venere era una sala di servizio per accedere allo Scalone degli Ambasciatori sino alla distruzione di quest'ultimo nel 1752. I due saloni svolgevano la funzione di vestibolo per i grand appartement du roi che avevano inizio dal Salone di Marte (salle des gardes). Per la sua collocazione, il salone di Venere era utilizzato per i banchetti di stato. Il salone aveva la caratteristica di essere pavimentato di marmi di differenti colori di cui sono dominanti il rosso e il verde, poi rimpiazzati con un parquet[1].
Decorazione
[modifica | modifica wikitesto]Le decorazioni della stanza riprendono le linee dello stile romano di moda negli anni '70 del XVII secolo, con abbondanza di marmi policromi ed ornamenti antichi come colonne ioniche, nicchie e bronzi dorati. Inoltre, all'interno di ogni stanza si possono ritrovare abbellimenti in stile barocco, che riprendono i particolari cattolici ideati dalla Chiesa in precedenza della rivoluzione francese.
Il soffitto è contraddistinto da un grande affresco di René-Antoine Houasse raffigurante: Venere assoggetta alla propria volontà le divinità e le persone, affiancato da due cammei che completano la composizione che celebrano alcuni famosi rapimenti d'amore mitologici: Anfitrite rapita da un delfino (est) ed Europa rapita da un toro (ovest)[2].
-
Anfitrite rapita da un delfino
-
Plafond central: Venere assoggetta alla propria volontà le divinità e le persone
-
Europa rapita da un toro
Le lunette riportano altre storie derivate dalla mitologia antica che rappresentano delle allusioni al regno di Luigi XIV:
- lunetta est: Augusto presiede ai giochi del circo, evocazione del grand carrousel del 1662.
- lunetta sud: Nabuccodonosor e Semiramide fanno realizzare i giardini di Babilonia, allusione alla creazione dei giardini di Versailles.
- lunetta ouest: Alessandro sposa Rossane, allegoria del matrimonio del re con l'infanta Maria Teresa di Spagna.
- lunetta nord: Ciro si arma per soccorrere una principessa, evocazione della Guerra di Devoluzione condotta in nome della riscossione dell'eredità della principessa Maria Teresa nei Paesi Bassi.
-
Lunetta est : Augusto presiede ai giochi del circo
-
Lunetta sud : Nabuccodonosor e Semiramide fanno realizzare i giardini di Babilonia
-
Lunetta ovest : Alessandro sposa Rossane
-
Lunetta nord : Ciro si arma per soccorrere una principessa
Altri cammei presenti nelle decorazioni illustrano altre storie:
- lunetta est : Pan e Siringa.
- lunetta sud : Nettuno e Coronide e Saturno e Cibele.
- lunetta ovest : Apollo e Dafne
- lunetta nord : Boreo e Orizia e Plutone Proserpina.
-
Pan e Siringa (parte sinistra)
-
Pan e Siringa (parte destra)
-
Nettuno e Coronide
-
Saturno e Cibele
-
Apollo e Dafne (parte sinistra)
-
Apollo e Dafne (parte destra)
-
Boreo e Orizia
Agli angoli vi sono altre coppie celebri della mitologia e della storia antica:
- angolo sud-est : Antonio e Cleopatra.
- angolo sud-ovest : Teseo e Arianna.
- angolo nord-ovest : Tito e Berenice.
- angolo nord-est : Giasone e Medea.
I muri a est ed a ovest offrono ciascuno una vasta composizione a trompe-l'œil di Jacques Rousseau che rappresenta prospettive di colonnati ionici e finte arcate. Tra le finestre si trovano due statue all'antica rappresentanti Meleagro e Atlante sempre di Rousseau, eseguite tra il 1679 ed il 1680.
La statua di Luigi XIV come imperatore romano
[modifica | modifica wikitesto]Nella nicchia centrale del salone, al centro del muro a sud, si trova una statua raffigurante Luigi XIV come imperatore romano dello scultore Jean Varin, posta nel 1682 e rimpiazzata nel 1687 da una statua antica di Cincinnato. Quando quest'ultima venne trasportata al Louvre durante la Rivoluzione, la statua di Luigi XIV riprese la sua posizione originaria[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nicolas Milovanovic, Les grands appartements de Versailles sous Louis XIV, Paris, RMN, 2005, p. 69.
- ^ Gérard Sabatier, Versailles ou la figure du roi, Paris, almbin Michel, 1999, pp. 120-121.
- ^ (FR) Nicolas Milovanovic, Les grands appartements de Versailles sous Louis XIV, Paris, RMN, 2005, p. 53.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jean-François Blondel, Architecture françoise, ou Recueil des plans, élévations, coupes et profils des églises, maisons royales, palais, hôtels & édifices les plus considérables de Paris, vol. 4, Paris, Charles-Antoine Jombert, 1752-1756.
- (FR) Edward Lighthart, Archétype et symbole dans le style Louis XIV versaillais: réflexions sur l'imago rex et l'imago patriae au début de l'époque moderne, Doctoral thesis, 1997.
- (FR) Pierre Verlet, Le château de Versailles, Paris, Librairie Arthème Fayard, 1985.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Salone di Venere
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Grand appartement du Roi—Le salon de Vénus, su chateauversailles.fr.