Camoscio pirenaico | |
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Rupicapra pyrenaica | |
Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Bovidae |
Sottofamiglia | Caprinae |
Tribù | Rupicaprinae |
Genere | Rupicapra |
Specie | R. pyrenaica |
Nomenclatura binomiale | |
Rupicapra pyrenaica Bonaparte, 1845 | |
Sottospecie | |
Areale | |
Il camoscio pirenaico o camoscio dei Pirenei (Rupicapra pyrenaica, Bonaparte 1845) è un'antilope caprina che vive sui Pirenei, sui Monti Cantabrici e sugli Appennini centrali. Appartiene alla sottofamiglia Caprinae, all'interno della famiglia dei bovidi, insieme a pecore e capre.
Sistematica
[modifica | modifica wikitesto]La specie Rupicapra pyrenaica si divide in 3 sottospecie che si caratterizzano per lievi differenze morfologiche:
- Rupicapra pyrenaica pyrenaica, presente sui Pirenei;
- Rupicapra pyrenaica parva, presente sui Monti Cantabrici;
- Rupicapra pyrenaica ornata, presente sull'Appennino centrale.
Morfologia
[modifica | modifica wikitesto]Il suo mantello estivo è bruno-ruggine; in inverno è bruno-nero con macchie più scure attorno agli occhi. Sia i maschi che le femmine hanno corna uncinate rivolte all'indietro lunghe fino a 20 cm. Si nutre di erba, licheni e germogli di alberi. Agile e ben saldo sulle sue zampe si trova in ogni tipo di ambiente montano, fino ai 3 000 m di quota.
Questa specie differisce da quella alpina (Rupicapra rupicapra) per le corna di forma leggermente diversa e che sono più corte (tranne che nella sottospecie appenninica, che invece le ha più lunghe); quindi per la sua mole minore, e soprattutto per il mantello: molto più rossiccio in estate, in invernale è di colore marrone scuro anziché nero e con una macchia golare molto più estesa che nel camoscio alpino e pezzature chiare sulle spalle, più evidenti nella sottospecie appenninica, e che hanno determinato il nome scientifico "ornata" per la sottospecie autoctona dell'Italia e il suo soprannome di camoscio più bello del mondo.
Taglia e peso
[modifica | modifica wikitesto]La lunghezza totale del corpo, misurata dall'estremità della testa alla radice della coda, varia tra 100 e 110 cm. L'altezza media, misurata al garrese, è di 70 cm[1].
Il peso corporeo è influenzato dall'età e dal sesso: nei maschi adulti tale valore oscilla tra i 25 e i 40 kg, nelle femmine adulte tra i 25 e i 32 kg. Il peso varia notevolmente nel corso dell'anno. I valori massimi si raggiungono nel periodo di maggiore accumulo del grasso, che corrisponde al mese di ottobre. I maschi adulti, al termine del periodo riproduttivo, arrivano a perdere quasi il 25% del loro peso corporeo, a causa del forte dispendio energetico durante le lotte tra rivali. In generale comunque, tra gennaio ed aprile si ha una diminuzione della massa corporea in tutti i soggetti, provati dalle dure condizioni invernali (nelle femmine il calo è compreso tra il 12 e il 15%)[2].
Comportamento sociale
[modifica | modifica wikitesto]Il camoscio vive in branchi composti dalle femmine con i giovani e i piccoli dell'anno, mentre i maschi adulti in estate conducono vita solitaria per poi riunirsi al branco nel periodo autunnale, quando inizia il periodo degli amori. In questa fase avviene la lotta tra i maschi adulti che si contendono il diritto di accoppiarsi con le femmine adulte del branco. A fine inverno, i maschi adulti verranno allontanati, tornando così a vita solitaria.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]La popolazione è distribuita su 3 paesi :
Italia
[modifica | modifica wikitesto]Oggi, grazie a varie reintroduzioni, la specie si ritrova nei principali massicci dell'Appennino centrale. La popolazione si trova principalmente nei parchi nazionali ed è distribuita come segue:
- circa 1.250 individui nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise da dove la specie non è mai scomparsa. Nel corso del XX secolo, infatti, il camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) fu a rischio di estinzione: sulle alture della Camosciara, località molto selvaggia dell'Abruzzo, rimase solo una piccola popolazione di 50 camosci. Si salvò grazie all'istituzione del Parco Nazionale d'Abruzzo nel 1923[3];
- circa 1.500 individui nel Parco Nazionale della Majella dalla reintroduzione del 1991[4];
- circa 720 individui dalla reintroduzione avvenuta nel 1992 nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga[5];
- circa 270 individui dalla reintroduzione avvenuta nel 2008 nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini[6];
- circa 70 individui dalla reintroduzione avvenuta nel 2013 nel Parco naturale regionale Sirente-Velino[7].
Francia
[modifica | modifica wikitesto]In Francia, circa 24.000 camosci sono distribuiti lungo tutta la catena dei Pirenei. La popolazione stabile e densa insediata nel Parco Nazionale dei Pirenei (circa 5.000 individui) costituisce la base per le numerose reintroduzioni effettuate a partire dagli anni '80 nei Pirenei francesi[8][9].
Spagna
[modifica | modifica wikitesto]La Spagna è il paese con il maggior numero di individui, con due centri abitati identificati:
- il versante spagnolo dei Pirenei che conta circa 50.000 individui.
- la Cordigliera Cantabrica con una popolazione di circa 17.000 individui[10][11].
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Il camoscio dei Pirenei, nella sua sottospecie tipica, è presente sulle monete da 1, 2 e 5 centesimi di euro del Principato di Andorra.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Couturier (1964), pp. 81-134.
- ^ Couturier (1938), [pagine mancanti].
- ^ Monitoraggio della popolazione di camoscio appenninico nel Parco | Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, su www.parcoabruzzo.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ Notiziedaiparchi.it, Il Camoscio del parco nazionale della Maiella, su Notizie dai parchi e dalle aree protette, 20 agosto 2021. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ Il Camoscio appenninico | Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, su www.gransassolagapark.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ Parco Nazionale dei Monti Sibillini: in aumento gli avvistamenti dei camosci durante il censimento estivo 2024 - Marcheinfinite Parco Nazionale dei Monti Sibillini: in aumento gli avvistamenti dei camosci durante il censimento estivo 2024, su marcheinfinite.com, 7 agosto 2024. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ Il camoscio Vettore ha trovato casa nel parco del Sirente Velino, su www.corrierenews.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ L'isard | Portail des parcs nationaux de France, su www.parcsnationaux.fr. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ (FR) Isard, su www.zoodyssee.fr. URL consultato il 1º novembre 2024.
- ^ (ES) ESTADO DE LAS POBLACIONES POPULATION STATUS (PDF), su miteco.gob.es.
- ^ (ES) Rupicapra pyrenaica (PDF), su miteco.gob.es.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) M. Couturier, Le chamois, Grenoble, Arthaud, 1938.
- (FR) M. Couturier, Le gibier des montagnes françaises, Grenoble, Arthaud, 1964.
- (EN) T. Pérez, J. Albornoz e A. Domínguez, Phylogeography of chamois (Rupicapra spp.) inferred from microsatellites, in Molecular Phylogenetics and Evolution, n. 25, 2002, pp. 524-534.
- (ES) F. J. Pérez-Barbería e R. García-González, Rebeco – Rupicapra pyrenaica (PDF), in L. M. Carrascal e A. Salvador, Enciclopedia Virtual de los Vertebrados Españoles, Madrid, Museo Nacional de Ciencias Naturales, 2004. URL consultato il 26 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2005).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rupicapra pyrenaica
- Wikispecies contiene informazioni su Rupicapra pyrenaica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) J. Herrero, S. Lovari e C. Berducou, Rupicapra pyrenaica, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- (EN) M. Haack, Rupicapra pyrenaica, su Animal Diversity Web, 2002.