Rita Montagnana | |
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Deputata dell'Assemblea Costituente | |
Durata mandato | 25 giugno 1946 – 8 maggio 1948 |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Collegio | XIII Bologna |
Sito istituzionale | |
Senatrice della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 8 maggio 1948 – 24 giugno 1953 |
Legislatura | I |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Collegio | Bologna III-Imola |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Professione | artigiana |
Rita Montagnana (Torino, 6 gennaio 1895 – Roma, 18 luglio 1979[1]) è stata una politica italiana, esponente e parlamentare del Partito Comunista Italiano e una delle 21 donne elette all'Assemblea costituente italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Moise Montagnana di Fossano e di Consolina Segre di Saluzzo[2], di famiglia ebraica originaria di Mondovì, sarta di professione, si dedicò fin da giovanissima all'attività politica, diventando dirigente provinciale e regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1917 partecipò alle rivolte torinesi per il pane, nel 1919 al movimento dei Consigli operai e all'occupazione delle fabbriche; nel 1921, insieme al fratello Mario Montagnana, futuro direttore de l'Unità, partecipò alla fondazione del Partito Comunista d'Italia, sezione italiana dell'Internazionale, e fu delegata al III Congresso dell'Internazionale Comunista a Mosca.
Nel 1922 fondò il giornale La compagna, organo del movimento femminile del Partito comunista. Conobbe Palmiro Togliatti nella redazione de L'Ordine Nuovo, la rivista fondata a Torino nel 1919 dalla minoranza comunista del Partito socialista, diretta da Antonio Gramsci, e lo sposò nel 1924. L'anno dopo nacque il loro unico figlio, Aldo (29 luglio 1925 - 9 luglio 2011). Emigrò insieme con il marito in Francia, poi in Unione Sovietica, alternando lunghe presenze in Francia e Svizzera.
Fu in Spagna tra il 1936 e il 1938, nel corso della guerra civile spagnola. Rientrò in Italia nel maggio 1944 e, dopo la liberazione di Roma, fu dirigente della sezione femminile del Partito Comunista Italiano e fondatrice dell'Unione Donne Italiane (UDI). Fu una delle organizzatrici delle prime celebrazioni italiane, nell'immediato dopoguerra, della Giornata internazionale della donna; a lei, a Teresa Mattei e a Teresa Noce si deve, tra l'altro, la scelta della mimosa come simbolo dell'8 marzo.[3]
Fu eletta all'Assemblea costituente nel XIII collegio (Bologna-Ferrara-Forlì-Ravenna), prima fra gli eletti del PCI, con 68.722 voti di preferenza. Successivamente divenne senatrice nella I legislatura, eletta in Emilia-Romagna nel collegio di Imola.
Nel 1948 fu lasciata da Togliatti per Nilde Iotti. Dopo il 1958 abbandonò progressivamente l'attività politica, anche in seno al Partito Comunista Italiano.
Morì a Roma nel 1979 e fu sepolta nel Cimitero Parco di Torino.
Scritti
[modifica | modifica wikitesto]- Ricordi dell'Unione Sovietica, APE, Roma, 1944
- Che cos'è il Kolcos, Società editrice L'Unità, Roma, 1945
- La famiglia, il divorzio, l'amore nel pensiero delle donne comuniste, APE, Roma, 1945
- Contadini nell'URSS, Società editrice L'Unità, Roma, 1945
- La donna nella rinascita dell'Italia: rapporto dell'on. Rita Montagnana alla Prima conferenza nazionale dell'UDI: Roma, 6-7-8 settembre 1946, Roma, 1946
- Nidi d'infanzia e mense aziendali, Roma, 1954
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ senato.it - Elenco storico dei Senatori della Repubblica, su www.senato.it. URL consultato il 3 dicembre 2023.
- ^ Ilaria Ester Ramazzotti, Aldo, la storia triste del figlio ebreo di Palmiro Togliatti, su mosaico-cem.it, 9 gennaio 2020. URL consultato il 10 maggio 2020 (archiviato il 10 maggio 2020).
- ^ M. Casalini, «Rita Montagnana», in Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti e link in Bibliografia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Le donne italiane: il Chi è del '900, a cura di Miriam Mafai, Milano, Rizzoli, 1993. ISBN 88-17-84229-X.
- Giorgina Arian Levi, Manfredo Montagnana, I Montagnana: una famiglia ebraica piemontese e il movimento operaio, 1914-1948, Firenze, Giuntina, 2000. ISBN 978-88-8057-109-4.
- Tilde Capomazza, Marisa Ombra, 8 marzo: una storia lunga un secolo, Pavona di Albano Laziale, Iacobelli editore, 2009. ISBN 978-88-6252-042-3.
- Maria Casalini, «MONTAGNANA, Rita» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 75, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011 (testo on line).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rita Montagnana
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Casalini, MONTAGNANA, Rita, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 75, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
- Rita Montagnana, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- Rita Montagnana, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Rita Montagnana, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Rita Montagnana, su Senato.it - I legislatura, Parlamento italiano.
- Rita Montagnana, su Camera.it - Assemblea Costituente, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90215938 · ISNI (EN) 0000 0004 1967 4494 · SBN IEIV007607 |
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