Risoluzione conciliatoria | |
---|---|
Stato | Regno di Gran Bretagna |
Tipo legge | Risoluzione |
Proponente | Parlamento britannico |
Promulgazione | febbraio 1775 |
A firma di | Secondo congresso continentale |
La Risoluzione conciliatoria fu una proposta di legge approvata dal Parlamento britannico nel tentativo di raggiungere un accordo pacifico con le Tredici Colonie, due mesi prima dello scoppio della guerra d'indipendenza americana.
Nel gennaio 1775, il Parlamento prese in considerazione le petizioni delle colonie relative agli Coercive Acts, inclusa una petizione al Re dal Primo congresso continentale, e discusse i modi per risolvere la crisi con le Tredici Colonie. Una proposta di William Pitt per riconoscere l'autogoverno coloniale venne respinta dalla Camera dei Lord. Pitt propose allora il ritiro delle truppe da Boston, ma la mozione fu sconfitta. Nel febbraio, Pitt presentò un piano di conciliazione basato su concessioni reciproche, ma anche questo venne respinto. Il 2 febbraio, nonostante la feroce opposizione di alcuni membri del Parlamento, il Massachusetts fu dichiarato in ribellione.
Lord North assunse inaspettatamente (per lui) il ruolo di conciliatore, redigendo una risoluzione conciliatoria che fu proposta il 20 febbraio 1775 e datata 27 febbraio.
La Risoluzione Conciliatoria dichiarava che qualsiasi colonia che avesse contribuito alla difesa comune e avesse fornito sostegno al governo civile e all'amministrazione della giustizia (ostensibilmente contro qualsiasi ribellione anti-Corona) sarebbe stata esonerata dal pagamento di tasse o dazi, ad eccezione di quelli necessari per la regolamentazione del commercio.
La risoluzione fu indirizzata e inviata alle singole colonie, ignorando intenzionalmente l'illegale Congresso Continentale. Così facendo, Lord North sperava di dividere i coloni tra loro e indebolire così qualsiasi movimento rivoluzionario/indipendentista (soprattutto quelli rappresentati dal Congresso Continentale). La risoluzione si rivelò essere "troppo poco e troppo tardi", e la Guerra d'Indipendenza Americana iniziò a Lexington il 19 aprile 1775.
Il Congresso Continentale, che rappresentava le tredici colonie, respinse la proposta considerandola un'infrazione al loro esclusivo diritto di raccogliere entrate. Al contrario, la colonia fedele della Nuova Scozia accettò la proposta. La Nuova Scozia suggerì di raccogliere le entrate imponendo un dazio sulle importazioni straniere, cosa che fu concessa dal Parlamento che poi abrogò tutte le altre tasse (eccetto quelle legate al commercio) sulla Nuova Scozia[1]
Testo
[modifica | modifica wikitesto]«Resolved, That it is the opinion of this Committee, that when the Governour, Council, and Assembly, or General Court, of any of his Majesty's Provinces or Colonies in America, shall propose to make provision, according to the condition, circumstances, and situation of such Province or Colony, for contributing their proportion to the common defence, (such proportion to be raised under the authority of the General Court, or General Assembly of such Province or Colony, and disposable by Parliament,) and shall engage to make provision also for the support of the Civil Government, and the Administration of Justice, in such Province or Colony, it will be proper if such proposal shall be approved by his Majesty and the two Houses of Parliament, and for so long as such provision shall be made accordingly, to forbear, in respect of such Province or Colony, to levy any Duty, Tax, or Assessment, or to impose any farther Duty, Tax, or Assessment, except only such Duties as it may be expedient to continue to levy or to impose for the regulation of commerce; the nett produce of the duties last mentioned to be carried to the account of such Province or Colony respectively.[1]»
«Stabilito, Che sia opinione di questo Comitato che, quando il Governatore, il Consiglio e l'Assemblea, o la Corte Generale, di qualsiasi Provincia o Colonia di Sua Maestà in America, propongano di provvedere, in base alle condizioni, alle circostanze e alla situazione di tale Provincia o Colonia, al contributo della loro quota alla difesa comune (tale quota da essere raccolta sotto l'autorità della Corte Generale o dell'Assemblea Generale di tale Provincia o Colonia, e messa a disposizione del Parlamento), e si impegnino a provvedere anche al sostegno del Governo Civile e all'amministrazione della Giustizia in tale Provincia o Colonia, sarà opportuno, se tale proposta sarà approvata da Sua Maestà e dalle due Camere del Parlamento, e finché tale disposizione sarà presa di conseguenza, astenersi, rispetto a tale Provincia o Colonia, dall'imporre qualsiasi Dazio, Tassa o Imposta, o dall'imporre ulteriori Dazi, Tasse o Imposte, ad eccezione soltanto di quei Dazi che si ritenga opportuno continuare a riscuotere o imporre per la regolamentazione del commercio; il prodotto netto di questi ultimi dazi sarà accreditato sul conto di tale Provincia o Colonia, rispettivamente.»
Reazioni
[modifica | modifica wikitesto]Il Congresso Continentale ricevette infine la Risoluzione Conciliatoria sotto forma di comunicazione dall'assemblea del New Jersey il 26 maggio 1775[2]. Forse per diverse ragioni (non limitate ai primi successi della Rivoluzione), il 31 luglio 1775 pubblicò un rapporto (redatto da Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, John Adams e Richard Henry Lee in commissione, dopo aver terminato altri documenti tra cui la dichiarazione delle cause e della necessità di prendere le armi[2]), che la rifiutava a nome delle colonie.
«The Congress took the said resolution into consideration, and are, thereupon, of opinion, That colonies of America are entitled to the sole and exclusive privilege of giving and granting their own money....To propose, therefore, as this resolution does, that the monies given by the colonies shall be subject to the disposal of parliament alone, is to, propose that they shall relinquish this right of enquiry, and put it in the power of others to render their gifts ruinous, in proportion as they are liberal....The proposition seems also to have been calculated more particularly to lull into fatal security, our well-affected fellow-subjects on the other side the water, till time should be given for the operation of those arms, which a British minister pronounced would instantaneously reduce the "cowardly" sons of America to unreserved submission. But, when the world reflects, how inadequate to justice are these vaunted terms; when it attends to the rapid and bold succession of injuries, which, during the course of eleven years, have been aimed at these colonies; when it reviews the pacific and respectful expostulations, which, during that whole time, were the sole arms we opposed to them; when it observes that our complaints were either not heard at all, or were answered with new and accumulated injuries; when it recollects that the minister himself, on an early occasion, declared, "that he would never treat with America, till he had brought her to his feet," and that an avowed partisan of ministry has more lately denounced against us the dreadful sentence, "delenda est Carthago;" that this was done in presence of a British Senate and being unreproved by them, must be taken to be their own sentiment, (especially as the purpose has already in part been carried into execution, by their treatment of Boston and burning of Charlestown;) when it considers the great armaments with which they have invaded us, and the circumstances of cruelty with which these have commenced and prosecuted hostilities; when these things, we say, are laid together and attentively considered, can the world be deceived into an opinion that we are unreasonable, or can it hesitate to believe with us, that nothing but our own exertions may defeat the ministerial sentence of death or abject submission.[2]»
«Il Congresso prese in considerazione la suddetta risoluzione ed espresse l'opinione che le colonie americane avessero l'esclusivo privilegio di concedere autonomamente il proprio denaro. Proporre, quindi, come fa questa risoluzione, che i soldi donati dalle colonie siano soggetti alla sola disposizione del Parlamento, significa proporre che rinuncino a questo diritto di controllo e mettano nelle mani di altri il potere di rendere i loro doni rovinosi, in proporzione alla loro generosità....La proposta sembra anche essere stata calcolata più specificatamente per addormentare in una fatale sicurezza i nostri benvoluti concittadini dall'altra parte dell'oceano, fino a quando non fosse arrivato il momento di far operare quelle armi che, come ha dichiarato un ministro britannico, avrebbero ridotto istantaneamente i "codardi" figli d'America a una sottomissione incondizionata. Ma quando il mondo riflette su quanto siano inadeguate alla giustizia queste millantate espressioni; quando considera la rapida e audace successione di offese che, nel corso di undici anni, sono state rivolte a queste colonie; quando rivede le pacifiche e rispettose rimostranze che, durante tutto questo tempo, sono state le uniche armi che gli abbiamo opposto; quando osserva che le nostre lamentele non sono state affatto ascoltate, o lo sono state con nuove e crescenti offese; quando ricorda che lo stesso ministro, in una prima occasione, dichiarò "che non avrebbe mai trattato con l'America, finché non l'avesse messa in ginocchio", e che un dichiarato sostenitore del governo ha recentemente pronunciato contro di noi la terribile sentenza "delenda est Carthago"; che ciò è stato fatto in presenza di un Senato britannico e non è stato da loro disapprovato, e quindi deve essere considerato il loro stesso sentimento (specialmente perché lo scopo è già stato in parte realizzato, con il loro trattamento di Boston e l'incendio di Charlestown); quando considera i grandi armamenti con cui ci hanno invasi e le circostanze di crudeltà con cui hanno iniziato e portato avanti le ostilità; quando queste cose, diciamo, vengono messe insieme e considerate attentamente, il mondo può essere ingannato pensando che siamo irragionevoli, o può esitare a credere con noi che solo i nostri sforzi possono sconfiggere la sentenza ministeriale di morte o di abietta sottomissione?»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Lord North, Conciliatory Resolution, in Peter Force (a cura di), American Archives, Washington, D.C., Clarke and Force, 1837 [1775].
- ^ a b c (EN) MacDonald William (a cura di), No. 48. Report on Lord North's Conciliatory Resolution., in Documentary Source Book of American History, 1606-1913, 1916, pp. 184–88.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Risoluzione conciliatoria