Riccardo Ravagnan | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1948 – 1958 |
Legislatura | I, II |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Incarichi parlamentari | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1946-1948 – 1958-1963 |
Legislatura | AC, III |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Incarichi parlamentari | |
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Dati generali | |
Partito politico | PSI (fino al 1921) PCI (1921-1970) |
Titolo di studio | Laurea in Legge |
Professione | Avvocato |
Riccardo Ravagnan (Chioggia, 9 dicembre 1894 – Venezia, 9 agosto 1970) è stato un politico, avvocato e partigiano italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Proveniente da una famiglia estremamente povera, riuscì tuttavia a frequentare l'università, laureandosi in Legge. Aderì al Partito Socialista Italiano, e alle elezioni del 1920 (durante il "Biennio rosso") si candidò e venne eletto sindaco di Chioggia, dove porta avanti un programma di abbassamento dei prezzi e blocco degli affitti, revisione della tassazione, lotta ad analfabetismo e speculazione edilizia, assistenza sanitaria gratuita per le famiglie povere[1]. L'anno successivo decise di aderire al PCI, rassegnando pertanto le dimissioni dalla carica di primo cittadino[2][3].
Con l'avvento del fascismo e dopo la Marcia su Roma si trasferì a Trieste, dove diresse il giornale Il Lavoratore, nonostante la costante minaccia della polizia e dei fascisti. Fu comunque costretto a spostarsi a Milano, dirigendo per un breve periodo l'Unità[2][3].
Ravagnan fu arrestato nell'agosto 1926 e fu condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943) a 8 anni e 6 mesi di reclusione[2][3]. Scontò 6 anni e nel 1932 fu liberato grazie all'amnistia. Decise quindi di tornare a Trieste, dove riuscì a mantenersi grazie alle lezioni private; contemporaneamente tenne attivi i contatti con il PCI[2].
Scelse poi di trasferirsi in Francia, prendendo attivamente parte alla resistenza durante la prima metà degli anni quaranta: fu infatti tra i coordinatori dei Francs-tireurs et partisans nel parigino. In quegli stessi anni diresse prima il giornale parigino La voce degli italiani e poi, dopo la liberazione di Parigi, Italia Libera[3].
Dopo la Liberazione italiana fu eletto all'Assemblea Costituente; fu poi in Senato nella prima e nella seconda Legislatura, e alla Camera nella terza Legislatura; concluse il proprio mandato parlamentare nel 1963.
Morì nel 1970 all'età di 75 anni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rossana Conte, Non era un uomo qualunque. Giulio Conte 1899-1954, Edizioni Essezeta/Arterigere, p. 27, ISBN 978-88-89666-19-7.
- ^ a b c d Giuseppe Schiavon, Autobiografia di un sindaco: i "Quaderni" ritrovati del primo sindaco di Padova libera, a cura di Tiziano Merlin, Il Poligrafo, 1995, p. 189, ISBN 88-7115-048-1, ,.
- ^ a b c d Riccardo Ravagnan, su anpi.it, ANPI. URL consultato il 7 giugno 2013.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Riccardo Ravagnan
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Riccardo Ravagnan, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Riccardo Ravagnan, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Riccardo Ravagnan (I legislatura della Repubblica Italiana) / II legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.